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Gendibal rivide Novi solo dopo cena, quando la hamiana fu condotta a lui dalla donna a cui l’aveva affidata. A quella donna Gendibal aveva spiegato lungamente come stesse la situazione o per lo meno come non si trattasse affatto di una faccenda sessuale. Lei aveva capito o, se non altro, non aveva mostrato in alcun modo di non aver capito, il che probabilmente era quasi lo stesso.
Novi adesso, in piedi davanti a Gendibal, aveva un’aria al tempo stesso timida, orgogliosa, imbarazzata e trionfante.
«Sta molto bene, Novi» disse lui.
I vestiti che le avevano dato le stavano effettivamente a pennello e la ragazza ora non era per niente ridicola. Sembrava quasi che le avessero stretto la vita o alzato i seni. Ma forse, semplicemente, l’abito da contadina con cui lui l’aveva vista in precedenza non metteva in particolare risalto le forme...
Aveva il sedere sporgente, non sgradevole a vedersi; il viso naturalmente restava brutto, ma se Novi avesse perduto l’abbronzatura tipica di una vita vissuta all’aria aperta e imparato a curare la pelle, non sarebbe stato proprio bruttissimo.
Per l’impero, si disse Gendibal, quella donna in realtà pensava che Novi fosse la sua amante! Aveva cercato di renderla bella per lui.
Be’, rifletté, perché no, in fondo? Novi si sarebbe dovuta presentare davanti alla Tavola degli oratori e più fosse apparsa attraente, più sarebbe stato facile per lui convincere gli altri dell’esattezza delle sue opinioni.
Fu mentre pensava a questo che ricevette il messaggio del primo oratore, un messaggio che poteva essere spedito soltanto in una società mentalica come quella della Seconda Fondazione e che era definito, in modo informale, effetto coincidenza. Quando una persona pensava a un’altra persona e questa per caso pensava alla prima, si verificava una stimolazione reciproca grazie alla quale nel giro di pochi secondi i due pensieri prendevano forma nettamente, diventando chiari e, secondo ogni apparenza, simultanei.
Era un fenomeno che poteva apparire stupefacente anche a quelli che ne comprendevano la dinamica, specie se i pensieri iniziali erano, per l’una o l’altra delle persone o per entrambe, così vaghi da non essere stati notati dalla coscienza.
«Non posso restare con lei stasera, Novi» le disse Gendibal. «Devo sbrigare del lavoro. Lavoro da studioso. L’accompagnerò fino alla sua stanza. Lì troverà diversi libri e potrà esercitarsi nella lettura. Le mostrerò come usare il bottone che serve a chiamare in caso di bisogno. La rivedrò domattina.»