20
Uno dei metodi a disposizione di Seldon per distrarsi dal lavoro (e non ne aveva molti) era fare visita all’appartamento di Raych situato appena fuori dall’area dell’università. Andare a trovarlo lo riempiva sempre d’affetto per lui. Ne aveva ogni motivo. Raych era stato un buon figlio, capace e leale... ma oltre a questo c’era anche quella sua strana qualità di ispirare fiducia e affetto.
Hari l’aveva notata quando Raych era ancora un ragazzo di strada dodicenne, un piccolo mascalzone che chissà come aveva conquistato l’affetto di Dors e il suo.
Ricordava come Raych fosse riuscito a influenzare Rashelle, che un tempo era stata sindaco di Wye. Ricordava come Joranum si fosse fidato di lui, fino a lasciarsi condurre alla sua stessa distruzione. Raych era riuscito perfino a conquistare il cuore della stupenda Manella. Hari non comprendeva perfettamente tutto questo, ma era felice ogni volta che lo incontrava.
Entrò nell’appartamento con il suo solito: «Tutto bene?».
Raych spostò di lato il materiale olografico a cui stava lavorando e si alzò per salutarlo. «Tutto bene, papà.»
«Non sento Wanda.»
«Per ottimi motivi. È andata a fare acquisti con sua madre.»
Seldon si accomodò e guardò bonariamente il cumulo disordinato di schede olografiche. «Come va il libro?»
«Bene. Sono io che potrei non sopravvivere» sospirò. «Ma, per una volta, punteremo l’attenzione su Dahl. Nessuno aveva mai scritto un libro dedicato a quel settore, lo crederesti?»
Seldon aveva sempre notato che, quando Raych parlava del suo settore natale, il suo accento di dahlita si rinforzava.
«E tu come stai, papà? Sei felice che i festeggiamenti siano finiti?»
«Enormemente. Ho odiato ogni secondo di quella festa.»
«Non a tal punto da darlo a vedere agli altri.»
«Ascoltami bene, ho dovuto reggere la parte. Non potevo rovinare la festa a tutti quanti.»
«Devi esserti arrabbiato parecchio quando la mamma ti è corsa dietro nella zona del palazzo. Tutti quelli che conosco continuano a parlarne.»
«Certo che mi sono arrabbiato. Tua madre, Raych, è la persona più fantastica del mondo, ma è molto difficile da trattare. Potrebbe aver rovinato tutti i miei piani.»
«Quali piani, papà?»
Seldon si mise comodo. Era sempre piacevole parlare con qualcuno che godeva della sua totale fiducia e che non sapeva niente della psicostoria. Più di una volta aveva rivelato i suoi pensieri a Raych, che li aveva rielaborati in una forma più sensata di quanto sarebbe mai riuscito a fare lui se avesse continuato a rimuginarci sopra. «Siamo schermati?» chiese al figlio.
«Sempre.»
«Bene. Tutto quello che ho fatto è stato di incanalare l’attenzione del generale Tennar lungo certe linee curiose.»
«Quali linee?»
«Ecco, ho parlato per un po’ di tasse e gli ho fatto notare che il sistema fiscale, nello sforzo di renderlo uguale per tutta la popolazione, è diventato sempre più complesso, scomodo e costoso. L’ovvia implicazione era che il sistema di tassazione doveva essere semplificato.»
«Mi sembra logico.»
«Fino a un certo punto, ma è possibile che, come risultato della nostra piccola discussione, Tennar possa semplificare troppo. Vedi, il sistema fiscale perde efficienza a entrambi gli estremi. Se è troppo complicato, la gente non può capirlo e non vuole pagare un’organizzazione di riscossione vasta e costosa. Se lo si semplifica troppo, la gente lo considererà ingiusto e ne sarà amareggiata. La tassa più semplice sarebbe una tassa pro capite per la quale ogni individuo sarebbe tenuto a pagare la stessa somma, ma l’ingiustizia di trattare ricchi e poveri allo stesso modo è così evidente che non la si può ignorare.»
«E scommetto che questo non l’hai spiegato al generale.»
«In qualche modo non ne ho avuta la possibilità.»
«Credi che il generale proverà una tassazione pro capite?»
«Credo che ne preparerà una e, se lo farà, la notizia trapelerà di sicuro. Già questo potrebbe far scoppiare delle rivolte e probabilmente preoccupare il governo.»
«E l’hai fatto apposta, papà?»
«Certo.»
Raych scosse il capo. «Non ti capisco, papà. Nella tua vita privata sei buono e gentile più di ogni altra persona nell’impero. Tuttavia sei capace di progettare deliberatamente una situazione nella quale ci saranno rivolte, repressioni, morti. Papà, ci saranno un sacco di danni. Ci hai pensato?»
Seldon si appoggiò allo schienale della sedia e rispose: «Continuo a pensarci, Raych. Quando ho iniziato a lavorare alla psicostoria, mi sembrava un argomento di ricerca puramente accademico. Era qualcosa che non sarebbe stato possibile sviscerare fino in fondo, quasi sicuramente, e, se anche ciò fosse stato possibile, non sarebbe stata una cosa dotata di un potenziale uso pratico. Ma i decenni passano e ne sappiamo sempre di più, ed ecco che sopraggiunge il terribile bisogno di applicarla».
«Perché muoia della gente?»
«No, perché ne muoia il meno possibile. Se adesso le nostre analisi psicostoriche sono corrette, allora la Giunta non potrà sopravvivere per più di qualche anno, e ci sono numerosi altri modi grazie ai quali potrebbe crollare. Saranno tutti bagni di sangue e lotte disperate. Questo metodo, il trucco fiscale, dovrebbe risolvere la situazione relativamente con più moderazione e controllo di tutte le altre... se, ripeto, le nostre analisi sono corrette.»
«E se non lo fossero cosa accadrebbe?»
«In questo caso, non sappiamo cosa potrebbe accadere. Però, la psicostoria deve ancora essere perfezionata per poterla utilizzare, e per anni abbiamo cercato una situazione in cui avevamo già elaborato le conseguenze con una certa sicurezza, e in cui potevamo individuare le conseguenze tollerabili rispetto a delle alternative. In qualche modo, questo trucco fiscale è il primo grande esperimento psicostorico.»
«Devo ammettere che a prima vista sembra abbastanza semplice.»
«Non lo è. Non hai idea di come sia complessa la psicostoria. Niente è semplice. La tassa pro capite è stata sperimentata in vari periodi della storia. Non è mai stata popolare e invariabilmente ha fatto nascere resistenze di qualche tipo, ma non ha quasi mai provocato un rovesciamento violento del governo. Dopotutto, le forze della repressione governativa potrebbero essere troppo potenti, o ci potrebbero anche essere metodi con i quali la gente potrebbe mostrare apertamente e pacificamente le proprie rivendicazioni e ottenere una riparazione. Se una tassa pro capite fosse sempre, o anche solo alcune volte, fatale, allora nessun governo la sperimenterebbe. Ed è solo perché non si dimostra sempre fatale che viene sperimentata ripetutamente. Tuttavia, la situazione su Trantor non è del tutto normale. Sono presenti alcuni elementi di instabilità che sembrano lampanti all’analisi psicostorica e che permettono di prevedere un forte risentimento e una repressione particolarmente debole.»
Raych sembrava dubbioso. «Spero che funzioni, papà, ma non credi che il generale possa affermare di operare sotto consiglio psicostorico e così farti cadere in disgrazia insieme a lui?»
«Ritengo che abbia registrato il nostro breve incontro, ma se lo rendesse pubblico mostrerebbe chiaramente che gli avevo chiesto di aspettare fino a quando non avessi potuto analizzare in modo più approfondito la situazione e preparargli un rapporto... e lui ha rifiutato di aspettare.»
«E cosa ne pensa la mamma di tutto questo?»
«Non ne ho ancora discusso con lei. È partita per una tangente completamente diversa.»
«Davvero?»
«Sì. Sta cercando di estirpare qualche cospirazione segreta all’interno del progetto... che cercherebbe di eliminare me! Forse è davvero convinta che ci siano molte persone in seno al progetto che vorrebbero liberarsi della mia presenza.» Seldon sospirò. «Credo di essere una di loro. Vorrei sbarazzarmi dell’incarico di direttore del progetto e lasciare le responsabilità sempre più opprimenti della psicostoria ad altri.»
«Quello che preoccupa la mamma è il sogno di Wanda. Lo sai come la pensa quando sente il dovere di proteggerti. Scommetto che anche un sogno sulla tua morte basterebbe a indurla a sospettare una cospirazione contro la tua vita.»
«Spero vivamente che non ce ne sia una.»
E a quella strana idea entrambi si misero a ridere.