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Eto Demerzel entrò e guardò l’imperatore lasciando trasparire un accenno di deferenza. «Sire, per poco non avete perso la calma.»
Cleon alzò gli occhi e riuscì a sorridere con uno sforzo evidente. «Già, proprio così. Quell’uomo è stato molto deludente.»
«Eppure ha dato esattamente quanto promesso.»
«Non ha dato nulla.»
«Perché non aveva promesso nulla, sire.»
«È stato deludente.»
«Più che deludente, forse. Quell’uomo è una mina vagante, sire.»
«Una cosa, Demerzel? Hai il vizio di usare strane espressioni. Cosa sarebbe una mina vagante?»
«Semplicemente un’espressione che ho sentito in gioventù» rispose serio Demerzel. «L’impero è pieno di espressioni strane e alcune sono sconosciute su Trantor, come quelle di Trantor a volte sono sconosciute altrove.»
«Vuoi insegnarmi che l’impero è vasto? Cosa significa “quell’uomo è una mina vagante”?»
«Solo che può fare molti danni senza averne necessariamente l’intenzione. Non conosce la propria forza o la propria importanza.»
«Una tua deduzione, Demerzel?»
«Sì, sire. È un provinciale. Non conosce Trantor, né le usanze e le regole di questo posto. Non è mai stato sul nostro pianeta prima d’ora, non sa cosa sia la raffinatezza, il comportamento di un cortigiano. Tuttavia vi ha affrontato a viso aperto.»
«E perché no? Gli ho dato il permesso di parlare, ho lasciato perdere le cerimonie. L’ho trattato da pari.»
«Non proprio, sire. Non è da voi trattare gli altri alla pari perché siete abituato al comando. Anche se cercaste di mettere un uomo a proprio agio, in pochi ci riuscirebbero. I più rimarrebbero muti o, peggio ancora, assumerebbero un atteggiamento servile e adulatorio. Quell’uomo, invece, vi ha affrontato a viso aperto.»
«Tu puoi anche ammirarlo, Demerzel, ma a me non è piaciuto» disse Cleon, pensieroso e insoddisfatto. «Hai notato che non si è scomodato minimamente a spiegarmi la sua teoria? Sembrava che sapesse che non avrei capito una sola parola di un’eventuale dimostrazione.»
«E infatti non avreste capito, sire. Non siete un matematico, uno scienziato e neppure un artista. Ci sono molti campi del sapere in cui altri uomini sanno più cose di voi. Il loro compito è quello di usare la conoscenza per servirvi. Voi siete l’imperatore, il che vale tutte le specializzazioni messe assieme.»
«Davvero? Non avrei nulla di cui vergognarmi se facessi la figura dell’ignorante di fronte a un vecchio che abbia un bagaglio di conoscenza accumulato nell’arco di molti anni. Ma quell’uomo, Seldon, ha appena la mia età. Come sa tante cose?»
«Non ha dovuto apprendere l’arte del comando, l’arte di prendere decisioni che influiranno sulla vita degli altri.»
«Demerzel, a volte mi chiedo se tu mi prenda in giro.»
«Sire!» esclamò il capo di gabinetto con aria di rimprovero.
«Ma cambiamo discorso, torniamo alla tua mina vagante. Perché consideri Seldon pericoloso? A me sembra un provinciale ingenuo.»
«Lo è, ma ha questa sua scoperta matematica.»
«Dice che è inutile.»
«Voi pensavate che sarebbe stata utile. Io l’ho pensato, dopo che voi mi avete spiegato. Anche altri potrebbero pensarlo. Può darsi che lo stesso matematico se ne convinca, adesso che la sua attenzione è stata indirizzata in tal senso. E chissà, forse troverà il modo di utilizzare la scoperta. Se ci riuscirà, se sarà in grado di predire il futuro, per quanto in maniera vaga, avrà in mano un potere enorme. Anche se non desiderasse il potere per sé, rinuncia questa che mi sembra sempre molto improbabile, il nostro studioso potrebbe essere sfruttato da altri.»
«Io ho provato a servirmi di lui. Non ha voluto.»
«Non aveva riflettuto bene, forse ora lo farà. E se non gli interessava essere impiegato da voi, non potrebbe essere persuaso dal sindaco di Wye, per esempio?»
«Perché dovrebbe essere disposto ad aiutare Wye e non noi?»
«Come lui stesso vi ha spiegato, è difficile predire i sentimenti e il comportamento degli individui.»
Cleon assunse un’espressione torva. «Pensi davvero che possa perfezionare la sua psicostoria e renderla utile? Seldon è sicurissimo di no.»
«Col tempo, forse, cambierà idea e si accorgerà di essersi sbagliato nello scartare questa possibilità.»
«Allora avrei dovuto trattenerlo, immagino.»
«No, sire, lasciandolo andare avete agito istintivamente e bene. La reclusione, per quanto dissimulata, genera risentimento e disperazione... il che non avrebbe contribuito all’ulteriore sviluppo della teoria di Seldon, il quale, anzi, sarebbe stato più restio ad aiutarci. Meglio lasciarlo andare come avete fatto voi, ma tenendolo legato a un guinzaglio invisibile. Così potremo assicurarci che non venga utilizzato da un vostro nemico e, al momento opportuno, quando avrà completato lo sviluppo della sua teoria, tireremo il guinzaglio e lo avremo in mano. Allora, se necessario, sapremo essere più persuasivi.»
«E se venisse catturato da un mio nemico, o meglio da un nemico dell’impero, perché in fin dei conti io sono l’impero? Se volesse servire spontaneamente un avversario? Non escludo simili eventualità, Demerzel.»
«E fate bene: veglierò perché non accada. Ma se, nonostante i nostri sforzi, dovesse proprio succedere, meglio che non lo abbia nessuno piuttosto che la persona sbagliata.»
Cleon parve a disagio. «Provvedi tu, ma mi auguro che non saremo troppo impulsivi. In fin dei conti può darsi che Seldon sia soltanto l’ideatore di una scienza teorica che non è e non può essere applicata.»
«Verissimo, sire. Ma è più prudente partire dal presupposto che il nostro uomo sia importante, almeno potenzialmente. Se scopriremo di esserci occupati di una nullità, avremo perso solo un po’ di tempo. Se invece scoprissimo di aver ignorato un elemento di grande importanza, potremmo perdere la galassia.»
«Benissimo, allora. Spero di non dover conoscere i particolari... nel caso dovessero rivelarsi spiacevoli.»
«Speriamo che questo non accada.»