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Hari Seldon si alzò mentre il nuovo micogenese si avvicinava. Non sapeva se fosse un gesto educato, ma era convinto che sarebbe stato innocuo. Dors Venabili si alzò insieme a lui, attenta a tenere gli occhi bassi.
Il micogenese si fermò davanti a loro. Era vecchio, ma meno segnato dall’età rispetto a Micelio Settantadue. Anzi, gli anni sembravano conferire distinzione al suo viso ancora bello. La testa calva aveva una rotondità armoniosa, gli occhi erano di un azzurro incredibile e creavano un netto contrasto con il rosso quasi fuoco della fascia.
Il nuovo venuto disse: «Vedo che siete tribali». Aveva una voce più acuta di quel che si aspettava Seldon, ma parlava lentamente, quasi fosse consapevole del peso dell’autorità presente in ogni parola che pronunciava.
«Lo siamo» confermò Seldon garbato ma deciso. D’accordo rispettare la posizione dell’altro, ma non intendeva nemmeno rinunciare alla propria.
«I vostri nomi?»
«Io sono Hari Seldon, di Helicon. La mia compagna è Dors Venabili, di Cinna. E il tuo nome, micogenese?»
Il vecchio socchiuse gli occhi corrucciato, ma anche lui sapeva riconoscere l’autorità altrui quando la percepiva.
«Sono Fasciadicielo Due» rispose drizzando ancora di più la testa. «Un Anziano del Sacratorium. E il tuo rango, tribale?»
«Siamo studiosi dell’Università di Streeling» rispose Seldon rimarcando il plurale. «Io sono un matematico e la mia compagna è una storica; siamo qui per studiare le consuetudini di Micogeno.»
«Autorizzati da chi?»
«Da Caposole Quattordici, che ci ha accolti al nostro arrivo.»
Fasciadicielo Due tacque per un istante, quindi abbozzò un vago sorriso e assunse un’aria quasi benevola. «Il Sommo Anziano. Lo conosco bene.»
«Ed è giusto così» fece Seldon ironico. «C’è dell’altro, Anziano?»
«Sì.» L’Anziano cercò di riportarsi in posizione di superiorità. «Chi era l’uomo che era con te e che se n’è andato quando mi sono avvicinato?»
Seldon scosse il capo. «Non l’avevamo mai visto prima, Anziano, e non sappiamo nulla di lui. L’abbiamo incontrato per caso e gli abbiamo chiesto del Sacratorium.»
«Cosa gli avete chiesto?»
«Due cose, Anziano. Gli abbiamo chiesto se questo edificio era il Sacratorium e se ai tribali era permesso entrare. Ha risposto affermativamente alla prima domanda, negativamente alla seconda.»
«Appunto. E perché vi interessa il Sacratorium?»
«Anziano, siamo qui per studiare le consuetudini di Micogeno: il Sacratorium non è il cuore e la mente del paese?»
«È interamente nostro, riservato a noi.»
«Anche se un Anziano, il Sommo Anziano, concedesse il permesso, considerato il nostro ruolo di studiosi?»
«Avete davvero il permesso del Sommo Anziano?»
Mentre Dors sollevava lo sguardo e gli lanciava una brevissima occhiata di traverso, Seldon ebbe un attimo di esitazione. Non poteva raccontare una bugia del genere e sperare di spuntarla, concluse. «No, non l’abbiamo ancora.»
«E mai l’avrete» replicò l’Anziano. «Siete a Micogeno perché l’autorità l’ha concesso, ma nemmeno la più alta autorità può esercitare un controllo totale sul pubblico. Per noi il Sacratorium è molto prezioso e il popolino può agitarsi facilmente per la presenza di un tribale a Micogeno, soprattutto nelle vicinanze del Sacratorium. Basterebbe che una persona eccitabile gridasse: “Violazione!” e una folla pacifica come questa si trasformerebbe in una massa di gente smaniosa di farvi a pezzi. Letteralmente a pezzi. Per il vostro bene, anche se il Sommo Anziano è stato buono con voi, andatevene subito!»
«Ma il Sacratorium...» disse Seldon ostinato, malgrado Dors gli stesse tirando piano la toga.
«Che cosa c’è che può interessarvi lì? Ecco, lo vedete. All’interno non c’è nulla per voi.»
«C’è il robot» disse Seldon.
L’Anziano lo fissò allibito, poi, chinandosi per accostare le labbra all’orecchio di Seldon, mormorò aspro: «Andate via subito, o sarò io stesso a gridare: “Violazione!”. E se non fosse per il Sommo Anziano, non vi concederei nemmeno questa possibilità».
Al che Dors, con forza sorprendente, diede uno strattone al suo compagno e si affrettò ad allontanarsi, trascinandoselo appresso finché lui non riprese l’equilibrio e la seguì svelto.