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«Entra, mamma. La zona è sgombra. Ho mandato Manella e Wanda a fare un giro» disse Raych.
Dors entrò, si guardò attorno solo per abitudine e si accomodò sulla sedia più vicina.
«Grazie» disse Dors. Per qualche istante rimase seduta, come se tutto il peso dell’impero gravasse sulle sue spalle.
Raych attese, poi disse: «Non ho ancora avuto l’occasione di chiederti informazioni sul tuo viaggio nell’area del palazzo. Non tutti hanno una madre in grado di farlo».
«Non sono qui per parlare di questo.»
«Va bene, dimmi... non sei il tipo di persona che mostra il suo stato d’animo con l’espressione del viso, ma mi sembri un po’ giù. Come mai?»
«Perché mi sento, proprio come dici tu, un po’ giù. In realtà sono di cattivo umore perché ho fra le mani delle faccende terribilmente importanti ed è inutile parlarne con tuo padre. È la persona più fantastica del mondo, ma è molto difficile da trattare. Non c’è possibilità che si interessi agli aspetti drammatici della vita. Li attribuisce tutti ai timori irrazionali che nutro per la sua sicurezza... e ai miei tentativi di proteggerlo.»
«Andiamo, mamma, certe volte hai davvero dei timori irrazionali per quanto riguarda papà. Se hai in mente qualche dramma che lo coinvolge, probabilmente sbagli di grosso.»
«Grazie. Stai dicendo le stesse cose che mi continua a ripetere lui, e mi lasci frustrata. Assolutamente frustrata.»
«Va bene, allora sfogati, mamma. Dimmi che cos’hai in mente. Dal principio.»
«Inizia tutto con il sogno di Wanda.»
«Il sogno di Wanda! Mamma, forse faresti meglio a smetterla subito. Riesco a immaginare papà che rifiuta di ascoltarti se inizi in questo modo. Voglio dire, un po’ di concretezza. Una bambina fa un sogno e tu ne fai una questione di stato. Ma è ridicolo.»
«Non credo che fosse un sogno, Raych. Penso che quello che ha interpretato come un sogno fossero due persone reali, che parlavano a proposito di ciò che lei ha creduto fosse la morte di suo nonno.»
«È un’ipotesi un po’ tirata. Che possibilità ci sono che tutto questo risponda a verità?»
«Supponi per un istante che sia vero. L’unica frase che le è rimasta in mente è “morte alla limonata”. Perché l’avrebbe dovuta sognare? È molto più probabile che abbia male interpretato le parole che ha sentito. In questo caso, quali erano le parole originarie?»
«Non lo so» rispose Raych con una voce che trasudava incredulità.
Dors colse perfettamente il tono. «Credi che sia tutta una mia invenzione malata. Tuttavia, se avessi ragione, potrei essere sul punto di smascherare una cospirazione contro Hari proprio in seno al progetto.»
«Ci sono delle cospirazioni all’interno del progetto? Mi sembra incredibile almeno quanto cercare un significato in un sogno.»
«Ogni grande progetto è pieno di liti, scontri, gelosie di ogni tipo.»
«Certo, certo. Stiamo parlando di paroloni e facce cattive, di pernacchie e nomignoli. Non ha niente a che vedere con una cospirazione. Non si parla certo di uccidere papà.»
«È solo una differenza di proporzioni. Una minuscola differenza, forse.»
«Non riuscirai mai a convincere papà. Per quello che può contare, non riuscirai nemmeno a convincere me.» Raych prese a camminare rapidamente avanti e indietro per la stanza. «Hai cercato di scovare questa cosiddetta cospirazione, non è vero?»
Dors annuì.
«E hai fallito.»
Dors annuì ancora.
«Non ti viene in mente che forse hai fallito perché non esiste alcuna cospirazione, mamma?»
Dors scosse il capo. «Per ora ho fallito, ma sono sicura che ne esista una. Lo sento.»
Raych rise. «Mi sembri molto ordinaria, mamma. Mi aspettavo di più da parte tua di un semplice: “Lo sento”.»
«C’è forse una frase che potrebbe essere distorta in “limonata”. Sarebbe “profano-aiutata”.»1
«Profano-aiutata? Che cosa vuol dire?»
«Aiutata da un profano. In origine, due parole. “Profano” è il termine con il quale i matematici del progetto definiscono tutti quelli che non sono matematici.»
«E allora?»
«Supponi» iniziò Dors con decisione «che qualcuno abbia parlato di “morte aiutata da un profano”, volendo dire che si sarebbe trovato un modo per uccidere Hari in cui uno o più non-matematici avrebbero avuto un ruolo importante. Tutto questo non potrebbe essere sembrato a Wanda “morte alla limonata”, considerando che non aveva mai sentito come te la frase “aiutata da un profano” e che andava pazza per la limonata?»
«Stai cercando di dirmi che c’era qualcuno nell’ufficio privato di papà, il più sicuro di tutti? E quanti erano?»
«Descrivendo il sogno, Wanda dice che erano due. Secondo me, uno dei due non era altri che il colonnello Hender Linn della Giunta, al quale veniva mostrato il radiante primario, e successivamente ci deve essere stata una discussione che riguardava l’eliminazione di Hari.»
«Dici cose sempre più strane, mamma. Il colonnello Linn e un altro uomo nell’ufficio di papà che parlavano di omicidio, senza sapere che c’era una bambina piccola nascosta su una poltrona che li ascoltava? È forse questo che stai tentando di dirmi?»
«Più o meno.»
«In questo caso, se si parla di profani, allora uno dei due – presumendo che non si tratti di Linn – deve essere un matematico.»
«Sembrerebbe di sì.»
«Mi pare impossibile. Ma anche se fosse vero, quale matematico pensi potrebbe essere coinvolto? Ce ne sono cinquanta all’interno del progetto.»
«Non li ho interrogati tutti. Ho parlato con qualcuno di loro e anche con qualche profano, per quello che poteva servire, ma non ho trovato alcun indizio. Naturalmente non posso essere troppo franca nelle mie domande.»
«In breve, nessuno di quelli che hai interrogato ti ha fornito qualche indizio su una pericolosa cospirazione.»
«No.»
«Non ne sono sorpreso. Non hanno potuto dartene, perché...»
«Conosco bene il tuo “perché”, Raych. Credi che le persone possano cedere e confessare cospirazioni sotto un cortese interrogatorio? Non posso far sputare la verità a qualcuno. Riesci a immaginare cosa direbbe tuo padre se allarmassi uno dei suoi preziosi matematici?»
Poi, con un improvviso mutamento nel tono della voce, disse: «Raych, hai parlato con Yugo Amaryl ultimamente?».
«Non di recente. Non è proprio una delle creature più socievoli dell’universo, lo sai. Se gli strappassi la psicostoria, crollerebbe in un piccolo cumulo di pelle avvizzita.»
Dors fece una smorfia a quell’immagine e disse: «Gli ho parlato un paio di volte di recente e mi è sembrato piuttosto schivo. Non solo per la stanchezza. Ma è come se non fosse più cosciente del mondo».
«Sì. È proprio Yugo.»
«È peggiorato, ultimamente?»
Raych ci pensò un po’. «Potrebbe. Sta invecchiando, lo sai; tutti invecchiamo tranne te, mamma.»
«Vorresti dire che Yugo ha passato il limite e sta diventando un po’ instabile, Raych?»
«Chi? Yugo? Non ha niente per cui essere instabile. Oppure a causa di questo, il risultato non cambia. Lascialo con la sua psicostoria e rimuginerà felice con se stesso per il resto della vita.»
«Non credo, c’è qualcosa che lo interessa molto. La successione.»
«Che successione?»
«Gli ho accennato che un giorno tuo padre potrebbe volersi ritirare e ho scoperto che Yugo è determinato, assolutamente deciso, a essere il suo successore.»
«Non ne sono sorpreso. Immagino che tutti siano d’accordo sul fatto che lui sia il naturale successore. Sono certo che anche papà la pensi così.»
«Ma non mi è sembrato molto normale riguardo a questo. Credeva che gli stessi portando la notizia che Hari l’aveva messo da parte in favore di qualcun altro. Riesci a immaginare qualcuno che potrebbe pensare una cosa talmente assurda conoscendo Hari?»
«È sorprendente.» Raych si interruppe, degnò sua madre di un lungo sguardo e disse: «Mamma, ti prepari a dirmi che l’artefice di questa cospirazione potrebbe essere Yugo? Che vorrebbe uccidere papà per prendere il suo posto?».
«È un’ipotesi davvero così assurda?»
«Sì, mamma, totalmente assurda. Se c’è qualcosa di stonato in Yugo, è solo a causa dell’eccessivo lavoro e di nient’altro. Stare a fissare quelle equazioni o ciò che sono per tutto il giorno e per metà della notte farebbe ammattire chiunque.»
Dors si alzò in piedi di scatto. «Hai ragione.»
Raych, sorpreso, disse: «Come?».
«Quello che hai detto è vero. Mi ha fornito un’idea del tutto nuova. Un’idea cruciale, penso.» Voltandosi senza aggiungere una sola parola, uscì.
1. Nell’originale esiste un gioco di parole intraducibile basato sulla parziale omofonia fra “lemonade” (limonata) e “layman-aided” (con l’aiuto di un profano). (NdT)