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Stor Gendibal lanciò un’occhiata acuta e penetrante a Novi. Era così sorpreso che per un pelo non perse il controllo della mente della Branno; e forse non lo perse solo perché d’un tratto gli giunse un aiuto esterno, un aiuto di cui al momento non si rese conto.
«Che cosa sa del consigliere Trevize, Novi?» Poi, profondamente seccato di dover constatare che la mente della ragazza si era fatta di colpo assai più complessa, gridò: «Chi è lei?».
Cercò di assumere il controllo di quella mente e la scoprì impenetrabile. In quell’istante si accorse che la sua presa sulla Branno era sorretta da una presa ancora più forte, e allora ripeté: «Chi è?».
Con una punta di drammaticità, Novi rispose: «Maestro, oratore Gendibal. Il mio vero nome è Suranoviremblastiran, e sono Gaia».
Queste furono le uniche parole, ma Gendibal nel frattempo, preso da furia improvvisa, aveva intensificato la propria aura mentale e con grande abilità, aiutato dalla rabbia, aveva, evitando l’apporto esterno, mantenuto da solo il controllo sulla mente della Branno e ingaggiato nel contempo una lotta silenziosa e serrata con quella di Novi.
Novi lo rintuzzò con abilità pari alla sua, ma non poté, o forse non volle, tenergli nascosto chi fosse.
Gendibal parlò alla hamiana come avrebbe parlato a un oratore. «La sua era tutta una recita. Mi ha ingannato e attirato apposta fin qui. Lei è della stessa razza del Mulo.»
«Il Mulo fu un caso anomalo, oratore. Io-noi non siamo Muli. Io-noi siamo Gaia.»
Novi descrisse mentalmente quale fosse la reale essenza di Gaia e lo fece con ben maggiore complessità di quella che avrebbe potuto ottenere col più lungo dei discorsi.
«Un intero pianeta vivo.»
«E con un campo mentalico che nel suo complesso è più grande di quello che sviluppa lei come individuo. La prego di non opporvi resistenza. Ho paura di poterle fare del male e non vorrei proprio che questo succedesse.»
«Anche se siete un pianeta vivo, non siete più forti di tutti i miei colleghi di Trantor messi assieme. Anche noi in un certo senso siamo un intero mondo vivente.»
«Si tratta solo di poche migliaia di persone unite da collaborazione mentalica, oratore, e in ogni caso non può contare sul loro aiuto perché li ho neutralizzati. Verifichi e capirà che non mento.»
«Che cos’è che intende fare, Gaia?»
«Può chiamarmi Novi, oratore. In questo momento agisco come Gaia, ma sono anche Novi, e per lei, soprattutto, vorrei essere soltanto Novi.»
«Che cosa intende fare, Gaia?»
Dopo l’equivalente mentalico di un tremulo sospiro, Novi disse: «Rimarremo in triplo stallo. Lei manterrà il controllo sul sindaco Branno come ha fatto finora e io la aiuterò, sicché non ci stancheremo. Lei, immagino, manterrà la sua presa mentalica su di me e io manterrò la mia su di lei, e nessuno dei due si stancherà in questa lotta reciproca. Le cose, come ho detto, resteranno in una situazione di stallo».
«A che scopo?»
«Allo scopo, come le ho spiegato, di aspettare il consigliere Trevize di Terminus. Sarà lui a porre fine allo stallo... nel modo che sceglierà.»