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Hari Seldon osservò il proprio ologramma trasmesso dal proiettore di Hummin. Come sensazione e utilità era superiore a uno specchio, infatti sembrava che nella stanza ci fossero due copie di sé.
Il matematico studiò le maniche della nuova casacca. Dati i suoi gusti heliconiani avrebbe desiderato tinte meno vivaci, ma per fortuna Hummin aveva scelto colori più tenui di quelli in voga mediamente su Trantor. (Seldon pensò all’abbigliamento dei due giovani aggressori e dentro di sé rabbrividì.)
«E devo portare questo cappello, immagino.»
«Nel settore imperiale, sì. Qui, girare a capo scoperto è indice di bassa estrazione sociale. Negli altri settori le regole sono diverse.»
Seldon sospirò. Il cappello, rotondo, era fatto di una sostanza morbida e quando lo mise gli si modellò alla testa. La falda aveva un’ampiezza uniforme, ma era più stretta rispetto ai cappelli dei due teppisti. Seldon si consolò notando che con il cappello in testa la falda si curvava creando una linea piacevole.
«Non ha la cinghietta sotto il mento.»
«Certo che no. Quella è una moda per giovani sgargi.»
«Giovani cosa?»
«Uno sgargio è un tipo che si agghinda in un certo modo soltanto per colpire. Avrete senz’altro individui del genere su Helicon.»
Seldon sbuffò. «C’è gente che porta i capelli lunghi fino alle spalle da una parte e rade a zero l’altro lato.» Rise al ricordo.
Hummin fece una lieve smorfia. «Uno spettacolo di insolita bruttezza, immagino.»
«Peggio. Ci sono quelli rasati a destra e quelli a sinistra. I due gruppi si detestano e spesso si azzuffano in strada.»
«Quindi non dovrebbe avere problemi a portare il cappello, soprattutto senza cinghietta.»
«Mi ci abituerò.»
«Attirerà una certa attenzione. Innanzitutto non è abbastanza vivace, la fa sembrare una persona in lutto. E non le sta proprio alla perfezione, anche perché lo porta senza un minimo di disinvoltura. Comunque, non resteremo a lungo nel settore imperiale. Si è guardato a sufficienza?» E l’ologramma svanì.
«Quanto le è costato tutto questo?»
«Che importanza ha?»
«Mi secca essere in debito con lei.»
«Non si preoccupi, l’ho voluto io. Ma è ora di andare, mi avranno già descritto e mi identificheranno, poi verranno qui.»
«In tal caso, i crediti che sta spendendo sono un particolare secondario. Lei rischia per me di persona!»
«Lo so, ma sono io a volerlo e so badare a me stesso.»
«Perché...»
«Discuteremo dopo gli aspetti filosofici della questione. Ho atomizzato i suoi abiti, tra parentesi, e non credo che mi abbiano visto. Naturalmente c’è stata una scarica di energia, registrata dagli strumenti. Partendo da lì, qualcuno potrebbe ricostruire l’accaduto. È difficile nascondere un’azione quando gli occhi e la mente che indagano sono abbastanza acuti. Be’, speriamo di essere al sicuro prima che mettano insieme i vari elementi.»