58
Seldon la spinse da parte, senza volerlo forse un po’ troppo bruscamente. «Non ho bisogno di protezione. È il nostro vecchio amico Caposole Quattordici.»
L’uomo portava una doppia fascia, probabilmente simbolo della sua carica di Sommo Anziano, e disse: «Tu sei il tribale Seldon».
«Certo.»
«E questa, malgrado l’abbigliamento maschile, è la tribale Venabili.»
Dors non aprì bocca.
Caposole Quattordici proseguì: «Naturalmente hai ragione, tribale. Non corri alcun pericolo di aggressione da parte mia. Prego, accomodati. Accomodatevi tutti e due. Dato che non sei una Sorella, tribale Venabili, non c’è bisogno che ti ritiri. C’è una sedia anche per te, e, se apprezzi l’onore, sarai la prima donna a occuparla».
«Non apprezzo l’onore» replicò Dors scandendo bene le parole.
Caposole annuì. «Come vuoi. Mi siederò anch’io, perché devo farvi delle domande e non intendo interrogarvi stando in piedi.»
Si sedettero in un angolo della stanza. Gli occhi di Seldon si spostarono verso il robot di metallo.
«Sì, è proprio un robot» disse Caposole.
«Lo so» tagliò corto Seldon.
«So che lo sai» ribatté il micogenese altrettanto secco. «Ma adesso che abbiamo risolto la questione, perché siete qui?»
Seldon fissò Caposole Quattordici. «Per vedere il robot.»
«Lo sai che solo gli Anziani possono entrare nella guglia?»
«Non lo sapevo ma lo sospettavo.»
«Lo sai che i tribali non possono entrare nel Sacratorium?»
«Mi è stato detto.»
«E hai ignorato questo fatto, vero?»
«Come ti ripeto, volevamo vedere il robot.»
«Lo sai che nessuna donna, nemmeno una Sorella, può entrare nel Sacratorium se non in rare occasioni prestabilite?»
«Mi è stato detto.»
«E lo sai che nessuna donna, mai, per nessuna ragione, può indossare indumenti maschili? Questo vale, nei confini di Micogeno, sia per le tribali sia per le Sorelle.»
«Non lo sapevo ma non mi sorprende.»
«Bene. Voglio che tutto questo sia chiaro. Ora, perché ti interessava vedere il robot?»
Seldon fece spallucce. «Curiosità. Non ne avevo mai visto uno e non sapevo che esistessero.»
«Come hai fatto a scoprire che esistevano e che uno si trovava proprio qui?»
Seldon tacque, poi disse: «Non voglio rispondere a questa domanda».
«È per questo che siete stati condotti a Micogeno dal tribale Hummin? Per indagare sui robot?»
«No. Il tribale Hummin ci ha condotti qui perché fossimo al sicuro. Comunque, la dottoressa Venabili e io siamo studiosi. Il nostro campo è la conoscenza e il nostro scopo è quello di apprendere nuove cose. Micogeno non è molto capito fuori dai suoi confini, e noi vogliamo conoscere meglio le vostre tradizioni e il vostro pensiero. È un desiderio naturale, ci sembra. Un desiderio innocuo, perfino lodevole.»
«Ah, ma non vogliamo che le tribù e i Mondi esterni sappiano troppo di noi. È il nostro desiderio naturale e spetta a noi giudicare quel che è innocuo o dannoso per quanto ci riguarda. Dunque, tribale, ti chiedo ancora: come hai fatto a sapere che a Micogeno c’era un robot e che si trovava in questa stanza?»
«Voci sentite in giro» rispose alla fine Seldon.
«È questa la tua risposta?»
«Voci sentite in giro. Sì, è questa la mia risposta.»
Gli occhi azzurri di Caposole Quattordici parvero farsi più penetranti. Senza alzare la voce, il Sommo Anziano disse: «Tribale Seldon, collaboriamo da tempo col tribale Hummin. Per essere uno di voi, ci è parso una persona onesta e fidata. Quando vi ha condotti qui e affidati alla nostra protezione, abbiamo accettato. Ma nonostante le sue virtù, è pur sempre un estraneo e avevamo i nostri timori. Non sapevamo con certezza quale potesse essere il vostro, o il suo vero scopo».
«Lo scopo è la conoscenza» disse Seldon. «Conoscenza accademica. La tribale Venabili è una storica e questo campo interessa anche a me. Perché non dovremmo occuparci di storia micogenese?»
«Innanzitutto, perché noi non vogliamo che vi interessi. Comunque, vi abbiamo mandato due Sorelle fidate. Dovevano collaborare con voi, cercare di scoprire cosa volevate e... Com’è l’espressione che usate voi tribali? Stare al vostro gioco, ma senza darvi il modo di accorgervene.» Caposole Quattordici abbozzò un sorriso sinistro.
«Gocciadipioggia Quarantacinque» riprese «ha accompagnato nei negozi la tribale Venabili e in quelle occasioni non ci è sembrato di notare alcunché che non andasse. Ci è stato fatto un resoconto dettagliato, ovvio. Gocciadipioggia Quarantatré, tribale Seldon, ti ha mostrato le nostre microcolture. Avresti potuto insospettirti per la sua disponibilità a venire con te da sola, un comportamento inammissibile per noi, ma hai sostenuto che quello che valeva per i Fratelli non valeva per i tribali e ti sei compiaciuto per averla convinta con quel fragile ragionamento. Lei ha accolto la tua richiesta, anche se questo ha sconvolto non poco la sua pace interiore. E alla fine tu hai chiesto il Libro. Se te lo avesse consegnato troppo prontamente, tu avresti potuto sospettare qualcosa, così lei ha finto di avere un desiderio perverso che solo tu potevi soddisfare. La sua abnegazione non sarà dimenticata. Immagino che tu abbia ancora il Libro, tribale. Anzi, che tu lo abbia con te adesso. Posso averlo?»
Seldon rimase in silenzio, ostile.
Senza ritrarre la mano rugosa, Caposole Quattordici disse: «Preferisci che ti venga strappato con la forza?».
Seldon consegnò il Libro. Il Sommo Anziano lo sfogliò un attimo, quasi volesse rassicurarsi che non fosse stato danneggiato.
Poi sospirò. «Dovrà essere distrutto secondo le regole. Peccato! Dopo che hai avuto il Libro, naturalmente, non siamo rimasti sorpresi quando vi siete diretti al Sacratorium. Eravate continuamente sorvegliati, perché a meno di non essere assorti in qualcosa, un Fratello o una Sorella riconoscono subito un tribale. Sappiamo riconoscere una guaina a prima vista e a Micogeno ce ne sono meno di settanta. Appartengono per lo più a tribali che si trovano qui per motivi ufficiali e che durante il loro soggiorno restano sempre negli edifici governativi. Quindi voi siete stati visti e identificati senza ombra di dubbio, ripetutamente.
«Il vecchio Fratello che vi ha incontrati si è premurato di parlarvi della biblioteca oltre che del Sacratorium, ma vi ha anche spiegato quali fossero le proibizioni esistenti, perché non volevamo intrappolarvi. Anche Fasciadicielo Due vi ha avvisati in modo energico. Tuttavia, non avete desistito.
«Il negozio dove avete comprato la toga bianca e le due fasce ci ha informati subito, così abbiamo capito le vostre intenzioni. Abbiamo fatto in modo che la biblioteca fosse deserta, abbiamo detto al bibliotecario di ignorarvi, il Sacratorium è rimasto quasi inutilizzato. L’unico Fratello che inavvertitamente vi ha parlato per poco non ha rovinato tutto, ma si è affrettato ad allontanarsi quando ha capito con chi aveva a che fare. Poi siete venuti quassù.
«Come vedete, era vostra intenzione venirci; non vi abbiamo attirati in alcun modo. Se siete qui adesso, è solo perché ci siete arrivati in seguito alle vostre azioni e al vostro desiderio. Torno a chiedere: perché?»
Questa volta fu Dors a rispondere, la voce ferma, l’espressione dura. «Te lo diciamo una volta ancora, micogenese. Siamo studiosi, per noi la conoscenza è sacra ed è solo la conoscenza che cerchiamo. Non ci avete attirati qui ma non ci avete nemmeno fermati, mentre avreste potuto farlo prima che ci avvicinassimo a questo edificio. Ci avete spianato la strada, ci avete facilitato il compito e, volendo, anche questo è una specie di adescamento. Che male abbiamo fatto? Non abbiamo danneggiato in alcun modo l’edificio, né questa stanza o te. Nemmeno quello.»
Dors indicò il robot. «Un pezzo di metallo morto, ecco cosa nascondete qui dentro. Adesso sappiamo cos’è e non ci interessa sapere altro. Ci aspettavamo che fosse diverso e siamo delusi, ma abbiamo scoperto che è soltanto un pezzo di metallo e ce ne andremo. Se vuoi, lasceremo Micogeno.»
Caposole ascoltò inespressivo e, quando Dors ebbe finito, si rivolse a Seldon. «Questo robot, come vedi, è un simbolo, un simbolo di tutto ciò che abbiamo perso, di tutto ciò che nel corso dei millenni non abbiamo dimenticato e che un giorno intendiamo riavere. È l’unica cosa concreta e autentica che ci rimane, quindi ci è cara. Eppure per la tua donna è solo “un pezzo di metallo morto”. Sei d’accordo con lei, tribale Seldon?»
«Apparteniamo a società che non sono legate a un passato che risale a migliaia di anni fa, che rifiutano qualsiasi contatto con quello che è esistito fra quel passato e l’epoca attuale. Noi viviamo nel presente, che per noi è il prodotto di tutto il passato e non di un unico momento lontanissimo a cui aggrapparsi. Ci rendiamo conto del significato che può avere il robot per voi e siete liberi di continuare a considerarlo come preferite. Ma non possiamo che vederlo con i nostri occhi, mentre voi continuerete a vederlo con i vostri. Per questo abbiamo detto che è un pezzo di metallo morto.»
«E adesso ce ne andremo» aggiunse Dors.
«No» disse Caposole Quattordici. «Venendo qui avete commesso un reato. È un reato solo ai nostri occhi, come vi affretterete senza dubbio a far notare,» le sue labbra si curvarono in un sorriso gelido «ma questo è il nostro territorio, e sul nostro territorio spetta a noi definire le cose. Secondo tale definizione, è un reato punibile con la morte.»
«E ci sparerete, ci eliminerete?» fece Dors altera.
Caposole Quattordici assunse un’espressione sprezzante e continuò a rivolgersi solo a Seldon. «Per chi ci prendete, tribale Seldon? La nostra cultura è antica come la vostra, altrettanto complessa, civile e umana. Non sono armato. Sarete processati e, dal momento che siete evidentemente colpevoli, verrete giustiziati secondo la legge, in maniera rapida e indolore.
«Se voi tentaste di andarvene adesso, io non vi fermerei ma ci sono molti Fratelli qui sotto, molto più numerosi di quelli che avete visto entrando nel Sacratorium. Furiosi per il vostro gesto potrebbero aggredirvi con estrema violenza. È successo in passato che dei tribali siano morti così e non è una morte piacevole. Di sicuro non è indolore.»
«Fasciadicielo Due ci ha avvertiti di una simile possibilità» disse Dors. «Così la vostra sarebbe una cultura complessa, civile e umana, vero?»
«Le persone possono ricorrere alla violenza quando subentrano emozioni intense, tribale Seldon, anche se in circostanze normali sono miti e pacifiche» replicò il Sommo Anziano calmo. «Questo vale per ogni cultura, come saprà certamente la tua donna, che dovrebbe essere una studiosa di storia.»
«Cerchiamo di ragionare, Caposole Quattordici» disse Seldon. «Potrai anche amministrare la giustizia a Micogeno nelle questioni locali, ma non puoi giudicare noi, e lo sai. Siamo cittadini non micogenesi e spetta all’imperatore e ai suoi funzionari occuparsi dei delitti passibili di pena capitale.»
«Può darsi che sia così nei codici e sugli schermi olovisivi, ma qui non stiamo parlando di cose teoriche. Da tempo il Sommo Anziano ha la facoltà di punire i reati di sacrilegio senza interferenze da parte del trono imperiale.»
«Se i trasgressori appartengono alla tua gente» insistette Seldon. «Il discorso cambia se si tratta di stranieri.»
«Ne dubito, in questo caso. Il tribale Hummin vi ha condotti qui come latitanti e, dato che a Micogeno non abbiamo lievito al posto del cervello, siamo convinti che vi siate sottratti alle leggi dell’imperatore. Perché dovrebbe obiettare, se il suo lavoro lo sbrigheremo noi?»
«Obietterebbe» ribatté Seldon «anche se stessimo fuggendo l’autorità, anche se ci volesse solo per punirci; anzi, a maggior ragione. Consentirvi di uccidere, con qualsiasi mezzo e per qualsiasi motivo, dei non micogenesi senza il procedimento imperiale equivarrebbe a consentirvi di sfidare la sua autorità e l’imperatore non può permettere che si crei un precedente del genere. Certo, gli dispiacerebbe danneggiare il commercio dei microalimenti, ma ristabilire il suo privilegio e il potere avrebbe la precedenza. Nella vostra smania di ucciderci, volete che arrivi una divisione di soldati imperiali a saccheggiare le vostre colture e le vostre abitazioni, a profanare il Sacratorium e a prendersi delle libertà con le Sorelle? Rifletti.»
Caposole Quattordici sorrise di nuovo, ma non mostrò alcun tentennamento. «In effetti, ho riflettuto sul problema e c’è un’alternativa. Dopo la vostra condanna, potremmo rimandare l’esecuzione per permettervi di appellarvi all’imperatore per una revisione del caso. Probabilmente lui gradirà la nostra prova di sottomissione, sarà contento di avervi in pugno per ragioni sue e Micogeno ne trarrà dei vantaggi. È questo che volete? Appellarvi all’imperatore a tempo debito ed essere consegnati a lui?»
Seldon e Dors si guardarono un attimo e non risposero.
«Mi pare che preferiate essere consegnati piuttosto che morire, ma chissà perché, ho la sensazione che il margine di preferenza sia minimo.»
«A dire il vero» intervenne una nuova voce «penso che siano due soluzioni poco soddisfacenti, e che dobbiamo cercarne una terza.»