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Seldon era irritato dal passare del tempo. Otto anni prima, quando aveva messo per la prima volta piede su Trantor, poteva agire immediatamente. Aveva solo una stanza d’albergo e il suo contenuto da abbandonare, e poteva attraversare liberamente tutti i settori di Trantor.
Ora si trovava ostacolato da riunioni di facoltà, doveva prendere delle decisioni, portarsi avanti col lavoro. Non poteva mollare tutto per vedere Demerzel e, anche se avesse potuto, il primo ministro aveva numerosi impegni. Trovare un periodo in cui fosse possibile incontrarsi non era facile.
E non era nemmeno facile sopportare Dors che scuotendo la testa gli continuava a dire: «Non riesco a capire cos’hai intenzione di fare».
Lui rispondeva con impazienza: «Nemmeno io ne ho la più pallida idea, Dors. Spero di saperlo quando incontrerò Demerzel».
«Tutti i vostri sforzi devono essere dedicati alla psicostoria. Senza dubbio ti dirà questo.»
«Forse. Lo scoprirò presto.»
Poi, non appena riuscì a fissare una data per l’incontro, otto giorni da allora, sullo schermo a muro del suo ufficio ricevette un messaggio composto da caratteri piuttosto arcaici. Il messaggio stesso non era meno antiquato. “Anelo l’onore di un’udienza con il professor Hari Seldon.”
Seldon fissò la frase pieno di stupore. Ormai non ci si rivolgeva nemmeno all’imperatore con quel genere di frasi vecchio di secoli.
La firma, poi, non appariva in caratteri tipografici per amore di chiarezza. Era scritta a mano e ornata da un tale svolazzo che, pur lasciandola perfettamente leggibile, le conferiva l’aspetto di un’opera d’arte scarabocchiata da un maestro. La firma era LASKIN JORANUM. Lo stesso Jo-Jo che “anelava l’onore di un’udienza”.
Seldon ridacchiò un poco. Era facilmente comprensibile la scelta delle parole e dello stile. Rendevano una semplice richiesta un vero e proprio strumento per attizzare la curiosità. Seldon non ardeva dal desiderio di incontrare quella persona e in circostanze normali non ne avrebbe cercato l’occasione. Ma cosa potevano significare l’arcaismo e lo sforzo artistico? Voleva scoprirlo.
Disse alla sua segretaria di fissare la data e il luogo dell’incontro. Si sarebbero incontrati in ufficio, non di certo a casa sua. Un colloquio di lavoro, niente di personale.
E si sarebbero visti prima del suo incontro con Demerzel.
«Non mi sorprende, Hari» gli disse Dors «hai ferito due suoi uomini, uno dei quali è il suo principale assistente; gli hai rovinato un piccolo incontro che stava tenendo; l’hai fatto sembrare, prendendoti gioco dei suoi subalterni, uno stupido. Vuole darti un’occhiata, e credo che sarebbe meglio se fossi presente anch’io.»
Seldon scosse il capo. «Porterò Raych con me. Conosce tutti i trucchi che gli ho insegnato, è un ventenne forte e svelto. Anche se sono sicuro che non avrò bisogno di protezione.»
«Come puoi esserne così certo?»
«Viene a incontrarmi sul terreno dell’università. Ci saranno molti giovani nelle vicinanze. Non sono proprio un personaggio impopolare presso il corpo studentesco e sospetto che Joranum sia il tipo di persona che conosce il proprio mestiere e sa che sarò al sicuro sul mio terreno. Senza dubbio sarà perfettamente gentile, molto amichevole.»
«Umf» sbuffò Dors arricciando leggermente un angolo delle labbra.
«E animato da intenzioni mortali» terminò Seldon.