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«Dove credi che Wanda possa aver trovato una simile idea?» le chiese Seldon.
«Oh, andiamo, Hari. Aveva un geco salvaniano che è morto, il padre di uno dei suoi amici è morto in un incidente e continua a vedere scene di morte in olovisione tutti i giorni. È impossibile che un bambino sia protetto a tal punto da non venire a contatto con la morte. Anzi, non vorrei proprio che lei fosse protetta fino a questo punto. La morte è una parte essenziale della vita: lo deve imparare.»
«Non intendevo la morte come concetto generale, Manella. Intendevo la mia morte in particolare. Cosa può averle messo in mente una tale idea?»
Manella esitò. Hari Seldon le era molto caro e pensò che lo fosse a tutti, quindi come poteva dirgli la verità?
Ma, d’altro canto, come poteva fare a meno di dirgliela? Così rispose: «Hari, tu stesso gliel’hai messa in mente».
«Io?»
«Certo, visto che da mesi continui a lamentarti del fatto che stai invecchiando e che stai per compiere sessant’anni. Il vero scopo di questa festa è appunto quello di consolarti.»
«Non è per nulla divertente avere la bellezza di sessant’anni» disse Seldon indignato. «Aspetta! Aspetta di averne sessanta anche tu e vedrai!»
«Lo scoprirò anch’io, se sarò fortunata. Alcuni non ci arrivano nemmeno. Comunque sia, se l’unica cosa di cui riesci a parlare è il fatto di avere quasi sessant’anni e di essere vecchio, è logico che tu finisca con lo spaventare una bambina impressionabile.»
Seldon assunse un’espressione angustiata e sospirò. «Mi dispiace, ma è difficile. Guarda le mie mani. Si stanno già macchiando e fra un po’ diventeranno tutte nodose. Non riesco quasi più a fare i miei esercizi di Torsione. Probabilmente un bambino mi saprebbe mettere in ginocchio.»
«E in cosa sei diverso da tutti gli altri sessantenni? Almeno il tuo cervello funziona come prima. Quante volte hai detto che la mente è tutto ciò che conta?»
«Lo so, però mi manca il mio corpo.»
Manella, con un pizzico di malizia, aggiunse: «Soprattutto considerando che Dors non sembra invecchiare minimamente».
Seldon, a disagio, disse: «Be’, credo di sì...». Distolse lo sguardo, chiaramente cercando di evitare l’argomento.
Manella osservò seriamente il suocero. Il problema era che Hari non sapeva niente riguardo ai bambini... o riguardo alla gente comune. Era difficile pensare che avesse trascorso dieci anni come primo ministro sotto il vecchio imperatore e tuttavia avesse concluso la sua carriera sapendo così poco delle persone.
Naturalmente, lui si era dedicato anima e corpo a quella sua psicostoria, dove si parlava di innumerevoli miliardi di persone... cosa che alla fine voleva dire non interessarsi per nulla alla gente sotto l’aspetto individuale. E che ne poteva sapere dei bambini, proprio lui che non aveva avuto contatti con ragazzini eccetto che con Raych, il quale era comparso nella sua vita a dodici anni? Adesso aveva Wanda... che per lui era, e probabilmente sarebbe rimasta, un mistero insondabile.
Manella formulò questi pensieri piena di affetto. Aveva l’incredibile desiderio di proteggere Hari Seldon da un mondo che lui non riusciva a capire. Quello era l’unico punto di convergenza fra lei e sua suocera, Dors Venabili: il desiderio di proteggere Hari Seldon.
Manella gli aveva salvato la vita dieci anni prima. Dors, nella sua strana ottica, aveva considerato ciò una violazione delle sue prerogative e non era mai riuscita a perdonarla completamente.
Seldon, a sua volta, aveva poi salvato la vita a Manella. Lei chiuse gli occhi per un istante e immediatamente rivide in tutti i particolari la scena, proprio come se stesse accadendo in quel momento.