Introduzione

Meno di mille, più di novecento. Tanti sono stati i calciatori scesi in campo almeno una volta con la maglia del Bologna in una competizione ufficiale. Quanti, tra questi, hanno lasciato un segno nella storia rossoblù? E perché? Questo libro, il quinto della collana dedicata al Bologna FC, vuole sbozzare un ritratto dei profili più appassionanti dei primi 111 anni di vita del club. Dai fondatori – quasi tutti liberi professionisti con la passionaccia del calcio – ai primi talenti moderni che al pallone univano sempre un’attività parallela, chi nell’azienda di famiglia (come Angelo Schiavio) chi con una bottega in proprio (come il fornaio Bernardo Perin). Perché il calcio, per loro, era anzitutto divertimento. Dal 1909 ad oggi, un filo conduttore lega esordi, carriere e tramonti, sempre sul confine sottile che separa la casualità dalla predestinazione. Giacomo Bulgarelli, l’ultima bandiera rossoblù, fu scoperto nel cortile di casa; Carlo Reguzzoni, uno dei più prolifici goleador della storia del calcio italiano, venne intercettato alla stazione di Milano dall’allenatore Hermann Felsner poco prima di firmare un contratto con il Milan; Raffaele Sansone, il grande oriundo che dominò il centrocampo degli anni Trenta, credeva di essere stato acquistato dalla Fiorentina e non sapeva che ad attenderlo c’era invece proprio il Bologna, con cui avrebbe inaugurato la gloriosa stagione dello “squadrone che tremare il mondo fa”. La somma di tutte queste vicende personali è la storia di una squadra unica nel panorama italiano: la prima ad aver potuto giocare in uno stadio moderno, la prima ad aver vinto un trofeo europeo, la prima ad aver sconfitto una squadra inglese, la prima ad aver introdotto le partite in notturna, la prima a comparire in un programma sportivo in televisione, l’unica in tempi moderni ad aver vinto uno scudetto tramite spareggio. E poi, in controluce, c’è la storia di una città che ha sempre palpitato per i suoi colori. Lo dimostra una foto scattata nel 1910, quando l’Internazionale si presentò ai Prati di Caprara come la prima grande squadra ospite: difficile scorgere uno spazio libero tra gli spettatori accalcati a bordo campo, i progenitori dei 27.336 abbonati che nel 1997-98 riempivano lo stadio per Roberto Baggio e di quelli che oggi, malgrado tutto, non vogliono rinunciare a sperare che un giorno il Bologna tornerà grande come un tempo.