Il para rigori
Gianluca Pagliuca (1966-)
Al Bologna dal 1999 al 2006; 269 presenze ufficiali.
Esordio in campionato: 28-8-1999, Bologna-Torino 0-0
A trentatré anni, quando per molti è già cominciato il viale del tramonto, Gianluca Pagliuca iniziò la sua seconda vita. Il 28 agosto 1999 c’era lui a difendere i pali del Bologna, la prima di 248 partite in campionato con la maglia rossoblù. Un debutto tardivo, tanto più per un bolognese purosangue. Ma per quelli della sua generazione, passati i tempi d’oro della squadra “che tremare il mondo fa”, nascere a Bologna significava già dover cercare fortuna altrove. Ragazzo schietto, con pochi grilli per la testa. Il giovane Gianluca a 17 anni si pagava la miscela del motorino facendo il benzinaio a Casalecchio. A vent’anni fu “tradito” proprio dal Bologna, che decise di venderlo (o di svenderlo) alla Sampdoria in cambio di 300 milioni, certamente tanti per un ragazzo che non aveva ancora esordito in serie A, ma un’inezia pensando alla carriera che lo avrebbe visto protagonista di due Mondiali. In blucerchiato vinse quasi tutto – lo scudetto (1990-91), tre Coppe Italia, la Supercoppa italiana, la Coppa delle Coppe – ma non la Coppa dei Campioni, persa ai supplementari contro il Barcellona di Cruijff. Poi arrivarono i cinque anni all’Inter, la rivalità mai sopita con la Juventus, le ingiustizie di quell’assurdo campionato 1997-98 con il rigore negato a Ronaldo, appena mitigato dalla vittoria della Coppa Uefa. Giuseppe Gazzoni lo chiamò nell’estate 1999: a Bologna era già passato Roberto Baggio, Beppe Signori era stato appena resuscitato. Perché non tentare un nuovo esperimento con un altro campione? Pagliuca accettò la sfida. E la stravinse. Con una forma fisica invidiabile, attraversò i primi anni Duemila senza l’ombra di un infortunio. Dall’11 marzo 2000 al giugno 2005 non saltò un solo minuto di gara, con buona pace dei secondi che aspettavano un quarto d’ora di ribalta: 228 partite consecutive, resistendo a ogni circostanza, compresi i lanci di rubinetti e vermi da parte dei tifosi di Sampdoria e Parma. Nonostante la retrocessione del 2005, decise di rimanere in rossoblù un altro anno per senso di fedeltà, ritardando e poi vanificando il suo sogno di toccare le 600 presenze in serie A. In quel tracollo immeritato voleva metterci la faccia fino in fondo, dopo averci messo anche le lacrime, davanti a 30.000 persone, la sera della sconfitta contro il Parma. Vanta ancora oggi il record di rigori parati in serie A (24), raggiunto solo in tempi recenti da Samir Handanović. Baggio, Del Piero, Inzaghi, Di Canio e prima di loro persino l’infallibile Lothar Matthäus si sono arresi dagli undici metri. Se Mario Gianni fu l’invidiato portiere degli anni Venti-Trenta, Glauco Vanz la saracinesca del secondo dopoguerra e William Negri il baluardo dell’ultimo scudetto, Pagliuca è stato il guardiano più affidabile dell’ultimo mezzo secolo rossoblù. Ancora deve nascere chi può superarlo.