L’inglese a domicilio

Percy Walsingham (1888-n.d.)

Al Bologna dal 1916 al 1919.

Nessuna presenza in competizioni ufficiali

Non giocava per soldi, ma per puro piacere, anche se il piacere durò poco, dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915. Percy Walsingham era uno dei pochi inglesi dotato di modestia sufficiente per non provare l’irrefrenabile impulso di insegnare calcio a tutti i costi. A lui bastava giocarlo, pur essendo un rappresentante dei Maestri d’oltremanica. Per questa sua smania irrefrenabile girò in lungo e in largo la sua isola, dal Millwall al Chelmsford City, passando per il Clapton Orient, non alla ricerca della squadra più forte, ma di quella che gli offriva più spazio. A un certo punto della sua carriera, nel 1912, quello spazio gli fu dato in Italia, al Genoa, la squadra più imparentata all’Inghilterra della penisola. Walsingham lavorava di giorno presso la società carbonifera Maresca e al pomeriggio aveva ancora energie da spendere in campo, nel ruolo di attaccante. I compagni l’avevano soprannominato “Polidor” per la sua somiglianza all’attore francese Ferdinand Guillaume, che interpretava un personaggio comico popolare quasi come Charlie Chaplin o Buster Keaton. Dopo due secondi posti consecutivi nel 1913 e nel 1914, fu tra i protagonisti dello scudetto genoano del 1915. Ma con l’entrata in guerra dell’Italia finirono anche i suoi sogni di gloria sportiva. Ignote ragioni personali lo spinsero a Bologna, dove trovò tutto quello che in Liguria non era più possibile praticare. Pur di tenersi allenato, Walsingham accettò di buon grado di scendere in campo con la maglia rossoblù in partite non riconosciute dalla Federazione. È il motivo che lo rende invisibile in molte enciclopedie, dato che il computo delle presenze avviene solo in occasione di gare ufficiali. Eppure in rossoblù giocò ben tre anni, accumulando molte più presenze di tanti altri futuri giocatori. Con l’armistizio tornò a Genova e riuscì a riprendersi il posto che aveva lasciato e che nessuno, per riconoscenza, gli aveva toccato. Per la storia del Bologna è un fantasma. Ma da allora è rimasto l’unico calciatore inglese ad aver vestito il rossoblù in oltre centodieci anni.