Il primo azzurro
Emilio Badini (1897-1956)
Al Bologna dal 1913 al 1921; 38 presenze ufficiali.
Esordio in campionato: 23-11-1913, Bologna-Modena 1-1
Fu il primo calciatore del Bologna a vestire la maglia azzurra, esordendo nella sfida con la Norvegia alle Olimpiadi di Anversa del 1920. A Emilio Badini, fratello dello sfortunato Angelo morto nel 1921 di setticemia, basterebbe questo primato per esser inserito nell’elenco dei rossoblù immortali. Però sul campo era anche un formidabile realizzatore, come dimostrò subito alla prima partita, un derby contro il Modena del 23 novembre 1913, finita 1-1 con un suo gol, il primo dei 24 segnati in quattro stagioni. Nato a Rosario, Santa Fe, come i fratelli d’arte Angelo e Augusto, Emilio Badini tirava da venti-trenta metri, dal calcio d’angolo come da metà campo. «Tutte le posizioni», ricordava Enrico Sabattini, dirigente-factotum della società, «erano buone perché partisse dal suo piede la sventola che non perdona. Alcuni suoi gol sono rimasti memorabili. Era l’incubo, non soltanto metaforico, di tutti i portieri». Per generosa che fosse la recensione di quel direttore generale ante-litteram, è certo che Badini II si meritò le attenzioni dei quadri federali. All’epoca, esser chiamati in Nazionale non era un fatto scontato, sia perché le partite in programma erano poche, sia perché il numero dei convocati era sempre ristretto all’osso. Dieci anni prima del debutto di Badini, in occasione dell’esordio assoluto dell’Italia contro la Francia, Guido Della Valle era stato l’unico calciatore rossoblù convocato nelle preselezioni. Si trattava di un casting che prevedeva un incontro tra i “Probabili” (i favoriti) e i “Possibili” (le riserve). Della Valle, che era un “Possibile”, non ottenne la chiamata. Badini, invece, non fece fatica a guadagnarsi un posto e, proprio grazie al suo gol contro la Norvegia, a scendere nuovamente in campo contro la Spagna. Furono però le prime e ultime apparizioni in azzurro. Durante un’amichevole a Padova, il 26 settembre 1920, uno scontro di gioco contro un avversario risultò fatale al suo ginocchio. Felsner dovette rinunciare al suo pupillo per un anno intero. Lo rivide in campo con la maglia della Virtus Bologna, ormai irriconoscibile. Entrambi convennero che tornare in rossoblù era impensabile. A 24 anni la carriera della promettente mezzala era già terminata, piena di soddisfazioni e di inconsolabili rimpianti.