L’insostituibile
Anselmo Giorcelli (1928-2019)
Al Bologna dal 1952 al 1961; 206 presenze ufficiali.
Esordio in campionato: 14-9-1952, Bologna-Pro Patria 4-1
Portare via il posto da titolare ad Anselmo Giorcelli era un’impresa impossibile. Ci provarono ad Alessandria, a Monza e poi a Bologna. Niente da fare. A questo portiere di un metro e ottanta, nato a Fontanetto Po, lo stesso paese del violinista Giovanni Battista Viotti, era sconosciuto ogni tipo di infortunio. E non che i pericoli fossero pochi, in un ruolo come il suo, fatto di scatti, respinte, uscite e contrasti anche brutali, spesso con i tacchetti degli attaccanti spianati come baionette. Ma una tempra di ferro gli ha sempre garantito una continuità impressionante. E dire che il suo esordio assoluto in serie A con l’Alessandria era stato un mezzo incubo: il 15 febbraio 1948 la Juventus gliene fece sei in un colpo solo. All’uscita dal campo lo dovette rincuorare il vecchio collega Gianpiero Combi, che all’esordio in Nazionale aveva subito sette gol dall’Ungheria e che poi sarebbe diventato campione del Mondo. Giorcelli dev’essersi ricordato di quelle parole. L’anno dopo era già titolare dei “Grigi”, pedina inamovibile in due campionati di serie B e poi anche in terza serie, prima di passare al Monza, sempre raccogliendo il plenum di presenze. La sua continuità straordinaria – mai un lamento, mai un accenno di flessione fisica – attirò l’attenzione del Bologna, che proprio in quei mesi stava cercando un valido erede di Glauco Vanz, il portiere “saracinesca”, famoso per non aver subito reti in sette partite consecutive di campionato. Nel 1952 Giorcelli aveva in curriculum solo tre episodiche presenze in serie A risalenti al lontano 1947. Ci fu qualche titubanza, ma alternative con più esperienza non si trovarono e alla fine toccò subito a lui. Bene con la Pro Patria, benissimo contro la Juventus (1-2 fuori casa). Cominciò con due incoraggianti vittorie la sua impressionante serie di partite consecutive con il Bologna: 165, consumate in cinque diversi campionati fino al 28 aprile 1957. Solo Mario Gianni, nei gloriosi anni Venti, era stato più a lungo tra i pali in rossoblù. E solo Gianluca Pagliuca avrebbe fatto meglio negli anni Duemila. Ben piazzato tra i pali, consapevole nelle uscite, Giorcelli non fu mai il tipo di portiere che evitava i gol con parate straordinarie (ne incassò 271 in 192 presenze di campionato con il Bologna) ma di sicuro galvanizzava il reparto con la sua sicurezza. Solo dal 1957, una volta interrotta la sua miracolosa continuità, cominciò a dar segni di decadimento, arretrando sempre più nelle gerarchie e non dando mai l’impressione di potersi riguadagnare un posto tra i titolari. Stringendo i denti, avrebbe potuto far parte della rosa campione del 1963-64, almeno da comprimario. Si fermò invece nel 1961 a 33 anni non compiuti, disputando da riserva di Santarelli le sue ultime tre partite in rossoblù. Fu il custode fedele di un Bologna di transizione, sul quale il presidente Dall’Ara innestava ogni anno nuovi giocatori per tentare di tornare a essere la squadra imbattibile degli anni Trenta. In tutti quegli esperimenti, Giorcelli fu un rassicurante punto fermo, anche se non bastò per vincere. È morto nel 2019 a 91 anni, con l’amarezza di aver dovuto dire addio al suo grande amico Dino Ballacci, la diga che gli evitò almeno qualche decina di gol.