Il guardiano

Enrico Guardigli (1893-n.d.)

Al Bologna dal 1911 al 1915; 21 presenze ufficiali.

Esordio in campionato: 10-12-1911, Bologna-Hellas Verona 2-2

Sorridente, con il berretto in testa e le orecchie un po’ a sventola, il diciottenne Enrico Guardigli sembra quasi scomparire nell’enorme divisa nera da portiere, affogato in un colletto bianco più grande di lui. Eccolo, il primo e forse unico vero jolly della squadra rossoblù, pioniere di un calcio che non conosceva ancora specializzazioni per ruoli, posizioni, attitudini. Si giocava dove si voleva e dove si doveva, a seconda del bisogno. Il bolognese Guardigli, 21 presenze ufficiali dal 1911 al 1915, seppe interpretare alla lettera lo spirito di quel calcio ancora anarchico e istintivo, diventando l’unico portiere promosso a un ruolo di movimento. Tutto si poteva dire di lui, ma non che gli mancassero eclettismo, duttilità e spirito di squadra. Difese i pali con la classica divisa nera (all’epoca i portieri non erano tenuti a rispettare i colori sociali del club e tendevano a indossare un maglione di lana nero) subendo 18 reti in 11 gare. E poi, nella sua seconda vita calcistica, si trasformò in terzino, il percorso inverso di Guido Della Valle, che negli stessi anni sfilò in tutte le posizioni della difesa, completando il giro con due (disastrose) presenze tra i pali. Fu probabilmente il primo portiere “specialista” del Bologna, considerando che il predecessore Orlandi arrivò ad incassare 20 reti in 11 partite e che in mancanza di Guardigli si fece avanti in due occasioni proprio Della Valle, che incassò 9 gol in 180 minuti. Di Enrico Guardigli non si seppe più nulla dopo la Prima guerra mondiale, nemmeno la sua data di morte.