Saracinesca

Glauco Vanz (1920-1986)

Al Bologna dal 1939 al 1952; 189 presenze ufficiali.

Esordio in campionato: 21-4-1940, Juventus-Bologna 1-0

Difese i pali rossoblù in tre decadi diverse, passando dall’imbattibile Bologna di fine anni Trenta, quello allenato da Hermann Felsner, alla resistibile squadra dell’immediato dopoguerra, incapace di darsi una guida tecnica stabile e duratura. Eppure fu proprio l’incerto campionato del 1946-47 a regalargli il soprannome con cui Vanz è passato alla storia: Saracinesca. Nessuno, dalla prima alla settima giornata, riuscì infatti a fargli gol. Ruppe l’incantesimo solo Castigliano del Grande Torino. Ma dopo 663 minuti di imbattibilità la fama eterna era ormai garantita. Il genoano Mario Da Pozzo, con 792 minuti, superò quel record nel 1963-64. Sicuro sulla linea di porta, più incerto nelle uscite, Vanz era nato a Mantova nel 1920. I tre fratelli erano tutti calciatori: Alessandro (Vanz II), Iramo (Vanz III) e Gianni (Vanz IV). Lui, per anzianità, s’era meritato il numero uno almeno in famiglia, anche se in campo la lotta per un posto da titolare durò anni interi. Come riserva di Pietro Ferrari contribuì marginalmente alla vittoria dello scudetto del 1940-41 (cinque presenze, un solo gol subìto) e poi solo dal 1946-47, l’anno da “Saracinesca”, cominciò a guadagnare e a tenersi la ribalta. Le sue certezze vacillarono dal campionato 1949-50, quello che segnò il passaggio epocale dal Metodo al Sistema. Vanz si prese molte e immeritate responsabilità del 2-6 inflitto dall’Atalanta a Bologna. Tony Cargnelli, che aveva commesso l’errore di cambiare le posizioni dei giocatori senza mutarne le mansioni, lo mise sul banco degli imputati e già dalla seconda giornata gli preferì Boccardi, che durò il tempo di una fiammata. Il 23 ottobre Vanz era di nuovo in campo, pronto per altre due stagioni da titolare, prima di chiudere la carriera al Sud, fra Bari e Giulianova, nei recessi della Quarta serie. Senza una guerra mondiale (che lo vide impegnato anche nella VI brigata “Giacomo” per la lotta di Liberazione) e con una concorrenza meno serrata, Vanz avrebbe potuto dare continuità alla sua carriera e diventare uno dei grandi portieri della storia rossoblù. Lo fu a metà, sempre in bilico tra grandi giocate e sbalorditive incertezze. Ma il record della “Saracinesca”, da allora, a Bologna non gliel’ha più tolto nessuno.