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Baley si stava ancora fissando le scarpe quando il Presidente tornò e si sedette, rivolgendo un’occhiata dura e piuttosto minacciosa al Terrestre. «Signor Baley della Terra.»
«Sì, signor Presidente?»
«Credo che mi stiate facendo perdere tempo, ma non voglio che si dica che non ho ascoltato fino in fondo entrambe le parti. Siete in grado di fornirmi un motivo in grado di spiegare la maniera folle in cui, secondo voi, si sarebbe comportato il dottor Amadiro?»
«Signor Presidente,» disse Baley, con tono quasi disperato, «un motivo c’è, e molto buono. Sta nel fatto che i progetti del dottor Amadiro di colonizzare la Galassia andranno in fumo se lui e l’Istituto non riescono a produrre un robot umanoide. Fino a questo momento non ne ha costruito nessuno, né può farlo. Chiedetegli se è disposto a permettere a un comitato del Congresso di esaminare l’Istituto, per vedere se si stanno costruendo o progettando robot umanoidi funzionanti. Se è disposto ad affermare che simili robot sono già alla catena di montaggio, o allo stato di progetto, o anche solo di adeguata formulazione teorica; se è disposto a dimostrarlo a un comitato di esperti, non dirò altro, e ammetterò che la mia indagine non ha ottenuto nulla.» Trattenne il fiato.
Il Presidente guardò Amadiro, il cui sorriso era svanito. Questi disse: «Ammetto di non avere al momento alcun robot umanoide in vista.»
«Allora continuerò,» disse Baley, riprendendo il respiro interrotto, quasi con un rantolo. «Il dottor Amadiro può naturalmente trovare tutte le informazioni di cui ha bisogno per il suo progetto nel dottor Fastolfe, che le ha nella sua mente, ma il dottor Fastolfe non disposto a cooperare.»
«No, non lo farò mormorò Fastolfe, a nessuna condizione.»
«Ma,» continuò Baley, «il dottor Fastolfe non è l’unico individuo in possesso del segreto dei robot umanoidi.»
«No?» disse il Presidente. «E chi altro c’è? Anche il dottor Fastolfe mi pare molto stupito, signor Baley.» (Per la prima volta non aggiunse “della Terra”.)
«Sono in effetti molto stupito,» disse Fastolfe. «Per quel che ne so, sono certamente l’unico. Non so cosa voglia dire il signor Baley.»
Increspando le labbra, Amadiro disse: «Ho il sospetto che non lo sappia neppure il signor Baley.»
Baley si sentiva circondato. Guardò dall’uno all’altro e capì che nessuno di loro era dalla sua parte. «Non è forse vero,» disse, «che qualsiasi robot umanoide lo conoscerebbe, il suo segreto? Non in maniera cosciente, forse, non in maniera tale da poter dare istruzioni in proposito, ma le informazioni sarebbero senza dubbio al suo interno, no? Se venisse adeguatamente interrogato, le sue risposte e le sue reazioni tradirebbero il segreto del suo progetto e della sua costruzione. Alla fine, se ci fosse tempo sufficiente, e con opportune domande, un robot umanoide fornirebbe informazioni tali da permettere la progettazione e la costruzione di un
altro robot analogo. In breve: nessuna macchina può nascondere i suoi segreti se è possibile studiarla per un tempo sufficiente.»
Fastolfe parve colpito. «Capisco cosa volete dire, signor Baley, e avete ragione. Non ci avevo mai pensato.»
«Con tutto il rispetto, dottor Fastolfe, devo dirvi che come tutti gli Auroriani, avete un particolare orgoglio individualistico. Siete talmente soddisfatto di essere il miglior roboticista, il solo che possa costruire robot umanoidi che non vi accorgete neppure di ciò che è ovvio.»
Il Presidente fece un sorriso. «Cosa rispondete, dottor Fastolfe? Mi sono sempre chiesto perché avete sempre affermato con tanta decisione di essere il solo a possedere le conoscenze necessarie a distruggere Jander, quando questo indeboliva la vostra posizione. Capisco ora che preferireste veder sconfitta la vostra linea politica, piuttosto che la vostra unicità.»
Fastolfe appariva chiaramente irritato.
Quanto ad Amadiro, aggrottò la fronte e disse: Ma questo cosa ha a che fare col problema in discussione?»
«Moltissimo,» disse Baley, che cominciava a sentirsi più sicuro. «Non potevate costringere il dottor Fastolfe a fornirvi le informazioni. Non potevate ordinare ai vostri robot di fargli del male, di torturarlo per farvi rivelare i suoi segreti. Non potete colpirlo voi stesso, a causa della protezione dei suoi robot. Però potete isolare un robot, e farlo prendere da altri robot quando l’essere umano presente si sente troppo male per poter prendere le necessarie misure. Tutti gli eventi di ieri pomeriggio facevano parte di un piano improvvisato in tutta fretta per mettere le mani su Daneel. Avete visto questa possibilità non appena io ho insistito per incontrarvi. Se non avessi mandato via i miei robot, se non fossi stato abbastanza in me per mandare i vostri robot nella direzione sbagliata, l’avreste preso. E alla fine sareste riuscito a strappargli il segreto attraverso una analisi prolungata del suo comportamento e delle sue reazioni.»
«Signor Presidente, protesto!» gridò Amadiro. «Non ho mai sentito una calunnia espressa con tanta malignità. Si basa tutto quanto sulle fantasie di un uomo malato. Non possiamo sapere, e forse non lo sapremo mai, se la macchina è stata davvero danneggiata, e da chi, e se esistevano davvero questi robot inseguitori. Il Signor Baley sta semplicemente accumulando supposizioni su supposizioni, basate tutte su un evento di cui egli è il solo testimone, in un momento in cui era semifolle dalla paura, e poteva benissimo avere allucinazioni. Il tutto non reggerebbe neppure per un momento davanti a un tribunale.»
«Questo non è un tribunale, signor Amadiro,» disse il Presidente, «ed è mio dovere ascoltare tutto ciò che può avere riferimento con la questione in discussione.»
«Qui non c’è alcun riferimento. Solo fantasie.»
«E tuttavia non prive di senso. Non mi pare di cogliere alcuna decisiva contraddizione nel ragionamento del signor Baley. Se si ammette la realtà della sua esperienza, allora le conclusioni non sono prive di senso. Negate tutte queste accuse, dottor Amadiro? Il sabotaggio alla macchina, l’inseguimento, l’intenzione
di appropriarvi del robot umanoide?»
«Certo! Assolutamente. Non c’è nulla di vero!» disse Amadiro che da un po’ non sorrideva più. «Il Terrestre può esibire una registrazione della nostra conversazione, e senza dubbio affermerà che lo stavo trattenendo parlando a lungo, invitandolo a visitare l’Istituto, a fermarsi a cena... ma tutto questo può essere ugualmente interpretato come un gesto di cortesia e ospitalità. Sono stato mal consigliato da una certa simpatia che nutro per i Terrestri, forse, e questo è tutto. Respingo le sue illazioni, e nulla di quanto egli dice può reggere, contro il mio diniego. La mia reputazione è tale che, nessuna insinuazione potrà persuadere qualcuno che io sia quell’intrigante che dipinge il Terrestre.»
Il presidente si grattò pensierosamente il mento. «Sì,» disse. «Di certo non ho l’intenzione di accusarvi sulla base di quello che ha detto il Terrestre finora. Signor Baley, se questo è tutto quello che avete, è interessante, ma non sufficiente. Avete qualcos’altro di sostanziale da dire? Vi avverto che se così non è, ho speso per questa faccenda tutto il tempo che posso permettermi.»