71
Ancora nudo, e con addosso la freschezza della doccia, Baley si spazzolò i capelli e studiò criticamente il risultato allo specchio. Gli sembrava naturale far colazione con Gladia, e non era sicuro di come sarebbe stato accolto. Forse la cosa migliore era far finta che non fosse successo niente, e vedere cos’avrebbe detto la donna. Forse, pensò, sarebbe stato utile avere un aspetto ragionevolmente buono, ammesso che la cosa fosse possibile. Fece una smorfia insoddisfatta di fronte alla sua immagine.
«Daneel!» chiamò.
«Sì?»
Parlando con in bocca il dentifricio, Baley disse: «Hai dei vestiti nuovi, vedo.»
«Non sono miei. Erano dell’amico Jander.»
Baley alzò le sopracciglia. «Te li ha dati Gladia?»
«La signorina Gladia non desiderava che rimanessi senza vestiti, in attesa che i miei abiti si asciugassero. Adesso sono pronti, ma la signorina Gladia mi ha detto che posso tenere questi.»
«Quando l’ha detto?»
«Questa mattina.»
«E sveglia, allora?»
«Certo. Ti aspetta a colazione, quando sarai pronto.»
Baley strinse le labbra. Era strano che in quel momento fosse più preoccupato di dover affrontare Gladia che il Presidente. La questione col Presidente era, dopo tutto, nelle mani del Fato. Aveva deciso la sua strategia, e questa avrebbe funzionato, oppure no. Quanto a Gladia... non aveva alcuna strategia per lei.
Bene, avrebbe dovuto affrontarla.
Con l’aria più indifferente che gli riuscì di assumere, disse: «Come sta la signorina Gladia questa mattina?»
Daneel disse: «Mi sembra che stia bene.»
«È allegra o depressa?»
Daneel esitò. «È difficile giudicare i sentimenti di un essere umano. Nel suo comportamento non c’è nulla che indichi un turbamento interiore.»
Baley diede una rapida occhiata a Daneel, chiedendosi ancora una volta se si riferisse agli avvenimenti della notte prima. E ancora una volta escluse quella possibilità. Né serviva a qualcosa studiare la faccia del robot. Non si potevano indovinare i pensieri di un robot dalla sua espressione, poiché non aveva pensieri nel senso umano.
Entrò nella camera da letto e guardò i vestiti che gli erano stati preparati, osservandoli attentamente, e cercando di capire se sarebbe riuscito a indossarli senza errori, e senza aver bisogno dell’aiuto dei robot. Il temporale era passato, e voleva tornare ad assumere un ruolo adulto e indipendente.
«Cos’è questo?» Prese in mano una lunga sciarpa, con un intricato arabesco a colori.
«È una sciarpa da camera,» disse Daneel. «Ha una funzione puramente ornamentale. Passa sopra la spalla sinistra e viene annodata a destra della vita. Viene indossata a colazione su alcuni Mondi Spaziali, ma su Aurora non è molto di moda.»
«E allora perché dovrei metterla?»
«La signorina Gladia ha pensato che ti si adatti. Il sistema per annodarla è piuttosto complicato, ma sarò contento di aiutarti.»
“Vuole che sia carino,” pensò Baley preoccupato. “Cos’ha in mente?”
Non pensarci!
«Non importa,» disse. «Me la caverò con un nodo da cravatta: Un’altra cosa, Daneel. Dopo colazione andrò a casa del dottor Fastolfe, dove mi incontrerò con lui, Amadiro e il Presidente del Congresso. Non so se ci sarà anche qualcun altro.»
«Sì, lo so. Non credo che vi saranno altri presenti.»
«Bene,» disse Baley cominciando a indossare la biancheria intima, con molta calma, in modo da non dover chiedere aiuto a Daneel. «Parlami del Presidente.»
«So dalle mie letture che è quanto di più simile esista su Aurora a un governante, ma dalle stesse letture ho appreso che la sua posizione è puramente onorifica.»
«Non ha alcun potere, cioè.»
Daneel disse: «Temo, Elijah...»
Giskard lo interruppe. «Signore, io sono più al corrente della situazione politica di Aurora dell’amico Daneel. Sono in funzione da molto più tempo. Volete che risponda io alla domanda?»
«Ma certo Giskard.»
«Quando è stato fondato il governo di Aurora,» cominciò Giskard in tono didattico, come se riproducesse un nastro registrato, «si è stabilito che il capo dell’esecutivo svolgesse una funzione puramente cerimoniale. Doveva accogliere personalità di altri mondi, aprire le sedute del Congresso, presiedere alle discussioni e votare solo in caso di parità. Tuttavia dopo la controversia fluviale...»
«Sì, so cos’è,» disse Baley. Era un episodio particolarmente oscuro della storia di Aurora, in cui una complicata controversia a proposito della divisione di un impianto idroelettrico, aveva portato il pianeta al punto più vicino a una guerra civile nella sua storia. «Non occorre che entri nei dettagli.»
«Sì, signore. Dopo la controversia fluviale, ci fu una generale determinazione a non permettere più che situazioni del genere minacciassero la società di Aurora. È perciò diventato costume dirimere tutte le dispute in modo pacifico, al di fuori del Congresso. Quando i parlamentari alla fine votano, lo fanno in maniera preordinata, di modo che c’è sempre una larga maggioranza. La figura chiave nel risolvere le dispute è il Presidente del Congresso. Egli viene ritenuto al di sopra delle parti, e il suo potere, nullo in teoria ma considerevole in pratica, si conserva solo fino a quando effettivamente si mostra tale. Perciò il Presidente tutela gelosamente la sua obiettività, e fino a quando ci riesce è lui che di solito prende le decisioni e risolve ogni controversia.»
«Vuoi dire che il Presidente ascolterà me, Fastolfe, Amadiro, e poi prenderà
una decisione?» disse Baley.
«Forse. Oppure potrà rimanere nell’incertezza, e richiedere ulteriori testimonianze, o un periodo di tempo per riflettere, o entrambe le cose.»
«E se il Presidente arriverà a una decisione, Amadiro l’accetterà anche se è contro di lui... o lo farà Fastolfe, se sarà contraria a lui?»
«Questo non è assolutamente necessario. C’è quasi sempre qualcuno che non accetta le decisioni del Presidente. Il dottor Fastolfe e il dottor Amadiro, sono entrambi tipi ostinati... a giudicare dalle loro azioni. Ma la maggior parte dei parlamentari seguirà le indicazioni del Presidente, qualunque siano. Il dottor Fastolfe o il dottor Amadiro, a seconda del caso, si troveranno senza dubbio solo con una piccola minoranza, al momento del voto.»
«È una cosa certa?»
«Praticamente sì. Il Presidente dura normalmente in carica trent’anni, con la possibilità di essere rieletto dal Congresso per altri trenta. Tuttavia se ci fosse una votazione contraria alle raccomandazioni del Presidente, egli sarebbe costretto a dimettersi immediatamente; ci sarebbe una crisi di governo, mentre il Congresso deve cercare un altro Presidente. Pochi parlamentari sono disposti a rischiare una cosa del genere, e la possibilità di avere una maggioranza anti-Presidente, date le conseguenze, è praticamente zero.»
«Quindi,» disse Baley con un sospiro, «tutto dipende dall’incontro di questa mattina.»
«È molto probabile.»
«Grazie, Giskard.»
Baley pensò e ripensò cupamente alla sua linea di condotta. Gli sembrava piuttosto promettente, ma non aveva idea di quello che avrebbe detto Amadiro, o di che tipo fosse il Presidente. Era stato Amadiro a volere l’incontro, e quindi doveva sentirsi molto sicuro di sé.
Fu allora che Baley si ricordò che per la terza volta, mentre si addormentava, con Gladia fra le braccia, aveva compreso, o aveva creduto di comprendere, il significato degli eventi succedutisi su Aurora. Tutto gli era sembrato chiaro, ovvio.
E per la terza volta, la comprensione gli era sfuggita di mano, come se non fosse mai esistita.
E con questo pensiero, anche le sue speranze parvero sfuggirgli.