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Baley si alzò e le si avvicinò. Si accorse vagamente, ma con un certo fastidio, che le gambe gli tremavano e che aveva un tic ai muscoli della coscia destra.
«Gladia,» disse con intensità, «non piangere.»
«Non preoccuparti, Elijah,» mormorò lei. «Passerà.»
Lui rimase in piedi senza sapere cosa fare. Allungò una mano, ma si arrestò. «Non ti tocco,» disse. «Non so se...»
«Oh, toccami. Toccami pure. Il mio corpo non è poi tanto importante, e non prenderò nessuna malattia da te. Non sono più... come una volta.»
Così Baley le toccò il braccio, accarezzandolo molto delicatamente e goffamente, con la punta delle dita. «Domani farò quello che potrò, Gladia. Farò del mio meglio.»
Lei si alzò, si voltò verso di lui e disse: «Oh, Elijah.»
Automaticamente, rendendosi appena conto di quello che faceva, Baley allargò le braccia. E altrettanto automaticamente Gladia gli andò incontro, e Baley la strinse al petto. La tenne stretta il più delicatamente Possibile, aspettando che si rendesse conto che stava abbracciando un Terrestre. (Anche se aveva abbracciato un robot umanoide, questi non era un Terrestre.)
Gladia tirò su col naso, e parlò con la bocca seminascosta dalla camicia di Baley. «Non è giusto. È perché sono Solariana. A nessuno importa di sapere quello che è successo a Jander, ma se fosse implicata un’auroriana sarebbe diverso. Alla fine si tratta solo di pregiudizi e di politica.»
“Gli Spaziali sono uomini come gli altri,” pensò Baley. “Esattamente quello che direbbe Jessie in una situazione simile. E se ci fosse Gremionis a stringere fra le braccia Gladia, direbbe esattamente quello che dirò io... se sapessi cosa dire.” E poi disse: «Non è proprio così. Sono sicuro che al dottor Fastolfe importa quello che è successo a Jander.»
«No. Neanche a lui. Non sul serio. Lui vuole solo vincere la sua battaglia politica, e Amadiro la sua, e tutt’e due sarebbero disposti a sacrificare la verità su Jander per questo.»
«Ti prometto, Gladia, che non sacrificherò la verità per nessuna cosa.»
«No? Se ti dicessero che puoi tornare sulla Terra con la tua carriera assicurata, senza nessun danno per il tuo mondo, a patto che tu dimentichi tutto su Jander, cosa faresti?»
«È inutile immaginarsi situazioni ipotetiche che non possono avverarsi. Non hanno intenzione di darmi niente per abbandonare le ricerche su Jander. Stanno solo cercando di rispedirmi via, con in più la rovina per me e per il mio mondo. Ma se dovessero lasciarmi fare, troverei l’uomo che ha distrutto Jander, e farei in modo che venisse adeguatamente punito.»
«Cosa significa “se dovessero lasciarti fare”? Costringili a lasciarti fare»
Baley fece un sorriso amaro. «Se credi che gli Auroriani non ti prestino attenzione perché sei Solariana, pensa quanto poca te ne presterebbero se venissi
dalla Terra, come me.» La strinse più forte, dimenticando di essere un Terrestre, proprio mentre lo diceva. «Ma tenterò, Gladia. È inutile suscitare speranze, ma ho ancora qualche carta da giocare. Tenterò...»
«Continui a dire che tenterai. Ma come?» Si staccò un po’ da lui, per guardarlo in faccia.
Confuso, Baley disse: «Be’, posso...
«Trovare l’assassino?»
«Qualcosa... Ti prego, Gladia, devo sedermi.» Allungò una mano verso il tavolo, appoggiandosi.
«Cos’hai, Elijah?»
«Ho avuto una giornata difficile. Credo di non essermi ancora ripreso.»
«Allora è meglio che tu vada a letto.»
«A dire la verità, ne ho proprio voglia.»
Lei lo lasciò andare, con un’espressione preoccupata, ma senza più lacrime. Alzò un braccio, fece un rapido movimento e Baley si trovò circondato da robot.
E quando fu finalmente a letto, e l’ultimo dei robot se ne fu andato, si trovò a fissare il buio.
Non poteva dire se stava ancora piovendo, se qualche pallido lampo illuminasse ancora il cielo, ma non sentiva più tuonare.
Tirò un profondo respiro e pensò: “Che cosa ho promesso a Gladia? Cosa succederà domani? Sarà un fallimento?”
E mentre Baley scivolava oltre i confini della veglia, pensò a quell’incredibile lampo di comprensione che gli era venuto prima del sonno.