41

«Ecco dove ti eri cacciato.»

Spaventato, Simon alzò gli occhi verso il fratello. Non lo aveva sentito scendere le scale.

Mike tirò fuori un grosso vaso panciuto da sotto il banco da lavoro del nonno, lo rovesciò e ci si sedette.

«Possiamo parlare?»

Simon si strinse nelle spalle, senza lasciare il libro che teneva tra le braccia. Gli dava sostegno e un po’ di sicurezza.

«Ascoltami, Simon» disse Michael schiarendosi la voce. «Mi dispiace per quello che è successo prima. Non sarebbe dovuta andare così. Volevo parlarti del trasloco. Sul serio. Fin dall’inizio. Ma per qualche motivo non c’è mai stata l’occasione giusta e non volevo renderti le cose ancora più difficili, capisci? Ne abbiamo passate tante, tu ancora più di me. Volevo che prima ti ambientassi almeno un po’. Perché mi rendo conto che per te non sarà facile.»

«Non importa.» Simon chinò lo sguardo sul pavimento, dove un batuffolo di polvere danzava nella corrente d’aria creata dalla porta aperta. «Tu hai una vita da vivere, l’ho sempre saputo. Non posso aspettarmi che tu sia sempre a mia disposizione. Le cose cambiano.»

«No, Simon. Per noi non è cambiato niente. Io ci sarò sempre per te, lo sai. Fahlenberg non è in capo al mondo, puoi venirci a trovare tutte le volte che vuoi. E ovviamente anch’io verrò qui spesso.»

«Sì, certo» disse Simon senza guardarlo. Non sopportava lo sguardo di Mike. Un addio a rate era l’ultima cosa che avrebbe potuto affrontare adesso. «Ci telefoneremo e ci vedremo. Va bene.»

Michael sospirò e si massaggiò le tempie. «Prima o poi anche tu conoscerai qualcuna che sarà più importante di tutto il resto» disse. «A me è successo con Melina. È una cosa seria. Andiamo d’accordo, anzi, io la amo. Non mi sarà facile andarmene da qui, puoi credermi, ma vorrei stare insieme a lei.»

Simon pensò a Caro e annuì. Valutò brevemente se fosse il momento giusto di parlarne con Mike, ma poi preferì non farlo. Caro non c’entrava niente con quello che stava accadendo tra lui e Mike.

«Ti capisco, non immagini quanto» disse. «Ma perché dovete trasferirvi proprio a Heidelberg? Potreste anche rimanere qui.»

«Non è possibile.»

«E perché?»

«Perché qui non c’è l’università per Melina» rispose Mike tracciando con la punta del piede un motivo a zigzag sul pavimento. «Per lei è importante laurearsi e la voglio sostenere in ogni modo possibile. Ha dovuto impegnarsi molto per ottenere la borsa di studio ed ero così orgoglioso, quando gliel’hanno data. Allora abbiamo subito cercato un appartamento che costasse poco. Cavolo, è stato difficile. Non sai quanto sono stato contento quando poi ho trovato anche un lavoro per me. Mi pagano persino meglio che qui a Fahlenberg, e inoltre ho la possibilità di frequentare un tirocinio.»

«Che bello per voi» disse Simon. «Sono proprio contento. Sul serio.»

«A sentirti non si direbbe» replicò Mike.

Simon scrollò le spalle. «Che cosa ti aspetti? Che faccia le capriole dalla gioia?»

«No, però potresti mostrarti un po’ più comprensivo.»

Simon si strinse ancora più forte il libro al petto. «E chi si mostra comprensivo con me? Dici di sapere quello che ho passato, ma non credo che tu te ne renda conto nemmeno lontanamente. Altrimenti non mi lasceresti qui da solo.»

«Ma Tilia...»

«Sì, Tilia è qui per me» lo interruppe Simon. «Finché non mi spedirà in collegio. Fino ad allora si occuperà di me e di sicuro non morirò di fame. Ma lei non fa parte della famiglia di cui ho bisogno. Quello sei tu, Mike. Sei l’unico che mi conosce davvero adesso. E proprio per questo dovresti sapere quanto sia difficile per me. Se te ne andrai, rimarrò completamente solo. E qualche visita e un paio di telefonate non cambieranno certo le cose.»

Michael chinò lo sguardo sulle mattonelle coperte di polvere. «Tu non puoi ancora capire adesso, picc...» Si interruppe, si passò una mano sul viso e riprese. «Simon, tu non sei l’unico ad avere bisogno di me. Anche Melina ne ha altrettanto. Per lei non è stato facile. Diversamente da noi, non ha mai conosciuto sua madre. È morta quando lei era appena nata. E suo padre era un alcolizzato che le ha creato solo problemi. A questo si aggiunge il suo ex, che era e rimane uno stronzo. Per Melina Heidelberg rappresenta un nuovo inizio. E anche per me è importante. L’incidente mi ha scombussolato profondamente. Ci sono tante cose che devo rimettere in ordine. Sai bene che non ho mai avuto un buon rapporto con papà e mamma. Mi hanno buttato fuori di casa e, se non fosse stato per Tilia, la mia vita avrebbe preso un’altra strada.»

«Perché sei sempre stato così ribelle?» chiese Simon. «Papà e mamma ti volevano bene. Quando te ne sei andato, abbiamo sentito tutti la tua mancanza.»

«Secondo me l’hai sentita soprattutto tu» disse Michael con una sfumatura triste nella voce. «Proprio come tu sei mancato a me. Insieme siamo stati davvero bene.»

Simon lo guardò e gli occhi gli si riempirono di nuovo di lacrime. Sembrava che dovesse piangere tutte le lacrime mai versate fino ad allora.

«Possiamo tornare a stare insieme come prima» disse.

«Ah, fratellino» sospirò Mike. «C’è ancora molto che devi imparare. Non si può riportare in vita il passato. Non sarebbe la stessa cosa, capisci?»

«Però potremmo provarci, Mike. Tu e io, la coppia invincibile. Dicevi sempre così, ricordi?»

Mike sorrise. «Già, e lo eravamo. La coppia invincibile. Per certi versi lo siamo ancora, ma in maniera diversa, più adulta. Non siamo più bambini, Simon. E tu non sei più il piccolo, l’ho capito stasera. Per questo non possiamo far tornare in vita i vecchi tempi. Sarebbe come riutilizzare due volte la stessa capsula di caffè. Come quella volta, per la festa della mamma, quando volevamo preparare la colazione, ma era finito il caffè. Te lo ricordi?»

Simon annuì in silenzio. Ovvio che se lo ricordava.

«E ti ricordi che cosa disse la mamma al primo sorso di caffè? Che sapore aveva il nostro caffè?»

Simon sorrise suo malgrado. «Disse che sapeva di calzini vecchi.»

«Bravo» confermò Mike con un cenno del capo. «Calzini vecchi. Non possiamo fingere che tutto sia come prima. Perché non è così. La vita va avanti, fratello mio. Sempre più avanti, senza fermarsi mai. Perciò cerchiamo di seguirla. Tu, io e Melina. Di entrare in un nuovo futuro.»

Simon esaminò il libro che teneva tra le braccia, riflettendo sulle parole di Mike.

«Non voglio perderti» disse alla fine. «E non voglio neppure che un giorno ti dimentichi di me, perché la tua nuova vita è diventata più importante.»

«Non succederà» dichiarò Michael prendendogli la mano. «Te lo prometto.»

Si guardarono a lungo, senza parlare. Le parole non erano necessarie: Simon sapeva che anche stavolta la promessa di Michael non sarebbe durata, non poteva durare. Quel genere di promessa valeva solo finché le circostanze della vita non mutavano. Ora lo aveva capito.

Quando si erano giurati di restare insieme per sempre, erano ancora due ragazzini. Adesso erano due giovani e un giorno sarebbero stati due adulti. E tutte le volte la vita sarebbe cambiata per loro, insieme alle cose e alle persone importanti.

Michael non poteva promettergli niente, non poteva offrirgli nessuna garanzia. Poteva consolarlo, ma per poco tempo. Gli unici che si sentono traditi sono coloro che si aspettano stabilità e sicurezza. Faceva male, ma era la verità.

Dopo essere rimasti seduti in silenzio per quella che sembrò un’eternità, Mike lasciò la mano di Simon e si alzò.

«Bene, sarà meglio che riporti la macchina in officina, prima che qualcuno si accorga che è sparita» disse rimettendo a posto il vaso sotto il banco da lavoro. «Poi andrò a vedere come sta Melina. Prima abbiamo litigato di brutto. A volte è un po’ brusca, ma non devi prendertela con lei, capito? È fatta così. Melina preferisce affrontare le cose di petto. Non è sempre la strategia migliore, secondo me, ma se non altro con lei sai sempre cosa aspettarti.»

Simon annuì. «Assomiglia un po’ alla mamma, non trovi?»

«Spero proprio di no» ribatté Mike facendogli l’occhiolino. «Altrimenti mi toccherebbe di nuovo rimanere chiuso in casa con il divieto di guardare la televisione.»

«E dovresti anche rimettere in ordine l’appartamento» aggiunse Simon.

Michael finse di spaventarsi a morte e agitò la mano con enfasi esagerata.

«Puah! Pulizie! Riordinare! Il mio incubo!»

In altre circostanze Simon avrebbe riso delle doti istrioniche di Mike. Ma ora riuscì ad abbozzare solo un sorriso.

Il suo incubo, pensò. Che cosa ne sai tu di incubi, fratellone?

«In ogni caso vorrei che tu rimanessi qui» disse una volta che Mike fu tornato di sopra.

Quel desiderio rimase da solo con lui in cantina.

Incubo
titlepage.xhtml
part0000.html
part0001.html
part0002.html
part0003.html
part0004.html
part0005.html
part0006_split_000.html
part0006_split_001.html
part0007_split_000.html
part0007_split_001.html
part0007_split_002.html
part0007_split_003.html
part0007_split_004.html
part0007_split_005.html
part0007_split_006.html
part0007_split_007.html
part0007_split_008.html
part0007_split_009.html
part0007_split_010.html
part0007_split_011.html
part0007_split_012.html
part0007_split_013.html
part0007_split_014.html
part0007_split_015.html
part0007_split_016.html
part0007_split_017.html
part0007_split_018.html
part0007_split_019.html
part0007_split_020.html
part0007_split_021.html
part0007_split_022.html
part0008_split_000.html
part0008_split_001.html
part0009_split_000.html
part0009_split_001.html
part0009_split_002.html
part0009_split_003.html
part0009_split_004.html
part0009_split_005.html
part0009_split_006.html
part0009_split_007.html
part0009_split_008.html
part0009_split_009.html
part0009_split_010.html
part0009_split_011.html
part0009_split_012.html
part0009_split_013.html
part0009_split_014.html
part0009_split_015.html
part0009_split_016.html
part0009_split_017.html
part0009_split_018.html
part0009_split_019.html
part0009_split_020.html
part0009_split_021.html
part0009_split_022.html
part0009_split_023.html
part0009_split_024.html
part0009_split_025.html
part0009_split_026.html
part0009_split_027.html
part0009_split_028.html
part0010_split_000.html
part0010_split_001.html
part0011_split_000.html
part0011_split_001.html
part0011_split_002.html
part0011_split_003.html
part0011_split_004.html
part0011_split_005.html
part0011_split_006.html
part0011_split_007.html
part0011_split_008.html
part0011_split_009.html
part0011_split_010.html
part0011_split_011.html
part0011_split_012.html
part0011_split_013.html
part0011_split_014.html
part0011_split_015.html
part0011_split_016.html
part0011_split_017.html
part0011_split_018.html
part0011_split_019.html
part0011_split_020.html
part0011_split_021.html
part0011_split_022.html
part0011_split_023.html
part0011_split_024.html
part0011_split_025.html
part0012_split_000.html
part0012_split_001.html
part0013_split_000.html
part0013_split_001.html
part0013_split_002.html
part0013_split_003.html
part0013_split_004.html
part0013_split_005.html
part0013_split_006.html
part0013_split_007.html
part0013_split_008.html
part0013_split_009.html
part0013_split_010.html
part0013_split_011.html
part0013_split_012.html
part0013_split_013.html
part0013_split_014.html
part0013_split_015.html
part0013_split_016.html
part0014.html
part0015.html
part0016.html
part0017.html