C’ERA UNA VOLTA...
...una bella giornata di giugno. Due bambini di cinque anni, un maschio e una femmina, osservavano dalla staccionata del giardino il gatto dei vicini che aveva catturato un uccellino. L’aveva bloccato sul prato, ci aveva giocato per un po’, poi gli aveva spaccato la testa con un morso.
La bambina distolse lo sguardo, disgustata, e strinse la mano del bambino.
«Sai una cosa?» disse. «Ci hanno detto una bugia.»
Il bambino la guardò senza capire. «Chi ci ha detto una bugia?»
«I grandi. Ci raccontano le favole, ma non sono mica vere.»
Indicò il gatto che aveva divorato la preda in due bocconi e stava trotterellando via soddisfatto. Dell’uccellino rimanevano soltanto un’ala strappata e un mucchietto di piume insanguinate.
«Se adesso apriamo la pancia del gatto, l’uccellino non volerà via. Non è possibile, è morto.»
Il bambino pensò alla favola che sua madre aveva letto loro la sera prima. «È vero. È quello che sarebbe successo anche a Cappuccetto Rosso e alla nonna, ma solo se il lupo se le fosse mangiate per davvero.»
«Proprio così.» La bambina annuì. «Il lupo ha denti molto più affilati di un gatto. Quindi la favola è una bugia e la tua mamma non ci ha detto la verità.»
«Forse voleva dire un’altra cosa» rifletté il bambino. «Le favole si raccontano per insegnare qualcosa.»
«Secondo te è così?»
«È quello che dice il mio papà.»
La bambina ci pensò su qualche istante, senza distogliere lo sguardo dal triste mucchietto di piume.
«Ma allora il lupo non è un vero lupo» disse alla fine. «Forse significa un’altra cosa?»
Il bambino si strinse nelle spalle. «Può darsi. Ma che cosa?»
«Il lupo è vivo» disse la bambina. «Forse significa che Cappuccetto Rosso ha fatto qualcosa di male. E visto che è stata cattiva viene punita. Viene mangiata come l’uccellino.»
Il bambino non era troppo convinto. «Ma la nonna non aveva fatto niente di male. Perché il lupo mangia anche lei?»
«Non è stata colpa sua» ribatté la bambina. «Ma, siccome Cappuccetto Rosso ha creduto al lupo e ha fatto qualcosa di male, anche alla nonna è capitato qualcosa di brutto.»
«Qualcosa di male» la corresse il bambino.
«Il male è da tutte le parti» dichiarò seria la bambina. «Lo dice sempre il mio papà. E che bisogna stare sempre in guardia.»
Il bambino aggrottò la fronte. «Ma allora che cosa c’entra il cacciatore? Se il lupo è il male, il cacciatore che cos’è?»
«Non ne ho idea» rispose la bambina. Poi lo prese per mano. «Vieni, mi sto annoiando. Torniamo a giocare.»
Ritornarono di corsa in terrazza e ben presto dimenticarono il gatto, l’uccellino e la fiaba.
Il vento poi spazzò via il mucchietto di piume. Solo guardando attentamente era ancora possibile scorgere una traccia di sangue nell’erba.