81.
... mi venne da vomitare. Mi voltai su un fianco e tossii fuori l’acqua. Il pavimento sotto di me era sempre liscio e umido, ma non era più irregolare e viscido. Non era di pietra, ma di normali piastrelle antiscivolo.
Quando finalmente riuscii di nuovo a respirare, anche la vista mi si schiarì a poco a poco. Il nero scomparve lasciando spazio al blu scuro della piscina. L’acqua era ancora leggermente increspata e il galleggiante bianco e rosso che delimitava la zona per i non nuotatori ondeggiava piano.
«Nikka?»
Mi girai di schiena e vidi la faccia di Sascha. Era inginocchiato su di me, gocciolante, il respiro corto mentre mi guardava. Aveva le guance in fiamme.
«Stai bene?»
Annuii, mi sollevai faticosamente puntellandomi sui gomiti. A ogni movimento le costole mi dolevano e i polmoni mi bruciavano da morire. Ogni respiro era una sofferenza, ma ero indicibilmente contenta di avere di nuovo aria da inspirare.
«Sì» gracchiai. «Sì, sto bene.»
Sollevato, Sascha fece un sospiro, poi si alzò e si appoggiò le mani sulle cosce. I vestiti bagnati gli aderivano addosso producendo schiocchi attutiti. Non doveva aver perso neppure un istante e non si era tolto nemmeno le scarpe prima di tuffarsi a salvarmi.
«Sei impazzita?» mi rimproverò tutto a un tratto. «Hai rischiato di annegare!»
«Sascha, io...»
«Hai perso del tutto la ragione! Il tuo è stato un suicidio, Nikka! Ho rischiato di non farcela a riprenderti.»
La voce gli si incrinò sull’ultima parola trasformandosi in un lamento. Si alzò, mi voltò le spalle e si nascose il viso tra le mani. Cominciò a singhiozzare muovendo convulsamente le spalle.
«Mi spiace» dissi, sollevandomi lentamente. «Non volevo...»
Lui si girò di scatto e mi guardò pieno di rabbia. «Invece sì! Lo volevi eccome! Volevi morire per poter parlare con lo spirito di Zoe o roba del genere. E ti sei fidata del fatto che sarei riuscito a riportarti indietro. Ti sei servita di me, Nikka! E mi hai terrorizzato ancora una volta!»
Ero riuscita ad alzarmi in piedi, ma avevo le gambe ancora deboli. Provai a muovere qualche passo, ma stramazzai di lato. Sascha mi prese al volo prima che ricadessi nella vasca.
Mi aggrappai a lui che mi strinse tanto da farmi male alle costole. Ma non mi interessava. Alzai la testa e ci guardammo negli occhi. I suoi erano feriti, preoccupati e impauriti.
«Non farlo più! Mai più, hai capito?»
«Mai più» mormorai. «Promesso.»
Poi mi allungai verso di lui e lo baciai.
All’inizio esitò, ma poi ricambiò il bacio. Ci aggrappammo l’uno all’altra bagnati e tremanti e per un attimo ci fummo solo noi due. La mia terza vita cominciava nella maniera più meravigliosa possibile.
La propria metà con la quale si diventa un intero.
Quando ci staccammo, mi passò teneramente la mano tra i capelli. «Ho temuto sul serio che non ce la facessi» bisbigliò. «Sei proprio tutta matta.»
«È vero» risposi con un sorriso. «E grazie a te adesso so dov’è.»
Lui mi guardò sgranando gli occhi. «Zoe?»
Annuii.
«Ma come...» Si bloccò, poi scrollò la testa incredulo.
«Volevi un segno, giusto?» dissi.
«Significa che lei era... dall’altra parte?»
«No, però c’era Vanessa.»
«Sei davvero convinta di aver parlato con lei?»
«Be’, parlato non è il termine giusto» replicai. «Più che altro mi ha mostrato dov’è sua sorella. E poi non voleva più lasciarmi andare. Voleva che rimanessi con lei.»
«In effetti stava per riuscirci.»
«Sascha, credimi, il mio non è stato un tentativo di suicidio. Almeno non come pensi tu. Era l’ultima possibilità che mi rimaneva per trovare Zoe.»
«Hai rischiato di morire per la tua amica.» In parte era un rimprovero, ma nella sua voce c’era anche una sfumatura di ammirazione.
«Tu che cosa avresti fatto al posto mio? Avresti aspettato finché non fosse stato troppo tardi?»
Mi guardò sconcertato.
«Dobbiamo andare» dichiarai infine. «È già passato troppo tempo. Vanessa ha detto che Zoe non è più dall’altra parte. Spero davvero che non significhi che è già andata nella luce.»
Colsi un lampo di dubbio e anche di preoccupazione nel suo sguardo.
«D’accordo, dove dobbiamo andare?»
«Al club.»
Inarcò le sopracciglia stupito. «Al club?»
Annuii. «Te lo spiego strada facendo. Ma dobbiamo sbrigarci. Se Zoe è ancora viva, ogni minuto è importante.»