85

Era la vigilia di Natale al Mount Mercy Hospital. Un piccolo abete, decorato con addobbi di plastica, era stato allestito nella sala d’attesa vicino alla guardiola. Dall’interno dell’ospedale si sentivano arrivare in lontananza canti natalizi registrati. Per il resto, l’edificio vasto e labirintico era avvolto in un silenzio nostalgico. I pazienti – omicidi, avvelenatori, stupratori, piromani, torturatori e sociopatici – erano immersi nei ricordi dei Natali passati, dei regali ricevuti e, più spesso, di quelli fatti agli altri.

Il dottor John Felder percorreva uno dei corridoi interni della struttura, al fianco del dottor Ostrom. Nelle ultime settimane le costole rotte erano quasi completamente guarite, così come la commozione cerebrale. L’unica ferita che gli aveva lasciato la traumatica esperienza nella tenuta dei Wintour era il taglio sulla tempia, una linea scarlatta e frastagliata.

Ostrom scosse la testa. «È un caso molto strano. Mi sembra che non abbiamo nemmeno scalfito la superficie.»

Felder non rispose.

Ostrom si fermò di fronte a una coppia di porte a doppio battente che, come la maggior parte di quelle del Mount Mercy, non avevano insegne. All’esterno c’era una sola guardia.

«È qui?» chiese Felder.

«Sì. Se ha bisogno di qualcosa, chiami la sicurezza.»

Felder tese la mano. «Grazie, dottore.»

«È un piacere.» Ostrom si voltò e tornò nel corridoio.

Felder fece un cenno alla guardia, trattenendo il respiro. Poi aprì le porte ed entrò.

Era la cappella del Mount Mercy. Risaliva ai tempi in cui l’ospedale era stato un sanatorio per ricchi; Felder, che non l’aveva mai vista prima, ne fu colpito. Era rimasta immutata dai fasti del tardo Diciannovesimo secolo, quando i lasciti di pazienti spaventati e sofferenti avevano arricchito ben bene gli architetti. Era un capolavoro in miniatura, un gioiello di assoluta perfezione, con una navata centrale di sole sei colonne; tuttavia i costruttori avevano ricreato abilmente le nervature di una cattedrale gotica, decorando entrambe le pareti laterali e l’ambulacro di delicate vetrate dai colori intensi, che lasciavano filtrare la luce del tardo pomeriggio. Felder avanzava incerto. Era come trovarsi in un caleidoscopio.

Procedette lungo la fila di panche, guardando a destra e a sinistra. In quel silenzio sembrava non esserci nessuno. Poi, avvicinandosi al santuario, vide un piccolo altare laterale sulla sinistra. Lì, sull’unica panca, era seduta Constance Greene. Era immobile, avvolta nella semioscurità; gli ci volle un minuto per distinguerne i tratti. Le si avvicinò. La ragazza era leggermente china in avanti, assorta nella lettura del libro che teneva con entrambe le mani; aveva le labbra socchiuse, così come gli occhi, e le lunghe ciglia davano l’impressione che stesse dormendo. Ma Felder capì che era sveglia e lui si chiese se quel volume fosse una Bibbia. Cercò di controllare il battito del cuore.

Lei si voltò e lo vide. «Buongiorno, dottor Felder» lo salutò.

Il dottore fece un cenno con il capo. «Posso sedermi?»

Constance gli rivolse un lieve sorriso, facendogli posto sulla panca. Quando chiuse il libro, lui notò che non si trattava di una Bibbia, ma del Satyricon di Petronio.

«È passato del tempo dalla sua ultima visita» gli disse. «Come sta?»

«Abbastanza bene, grazie. E lei?»

«Anch’io. Spero che le vacanze…»

«Constance» la interruppe Felder. «Le dispiacerebbe se lasciassimo perdere le formalità?»

Lei lo guardò sorpresa. Lo psichiatra tirò fuori due buste dalla tasca interna della giacca: una vecchia e sbiadita, l’altra candida e nuova. Le appoggiò di fronte a lei, una accanto all’altra.

Dopo un istante lei prese quella più vecchia. Felder si accorse che aveva le pupille dilatate. Senza una parola, la aprì e ne esaminò il contenuto.

«Il mio ricciolo» disse con un tono di voce piuttosto diverso da quello che aveva usato per salutare Felder.

Ora Constance gli si rivolse animata da qualcosa che somigliava all’entusiasmo. «Dove mai lo ha trovato?»

«Nel Connecticut.»

Lei parve perplessa. «Connecticut? Ma…»

Felder anticipò la domanda alzando una mano. «Meno dettagli saprà, meglio sarà. Per entrambi.»

Lo sguardo di Constance si spostò sul taglio che il medico aveva sulla tempia. «Quando ho accennato all’esistenza di questo ricciolo, dottore, non era mia intenzione suggerirle di correre rischi per ottenerlo.»

«Lo so.»

La ragazza prese il ricciolo dalla busta e se lo posò sul palmo della mano. Guardandolo, lo accarezzò con un movimento delicatissimo. In quello strano acquario di colori e silenzio, l’espressione di Constance sembrò vagare lontano, molto lontano. Per alcuni minuti, restò in silenzio. Felder non disse nulla.

Infine, all’improvviso, Constance si ricompose. Rimise il ricciolo nella busta e la restituì a Felder. «Mi perdoni» gli disse.

«Non ce n’è bisogno.»

«Spero che non sia stato… troppo provato dall’impresa.»

«Si è rivelata un’esperienza interessante.»

Poi Constance prese l’altra busta. C’era scritto l’indirizzo di un laboratorio di Saratoga Springs. «E questo cos’è?»

«I risultati degli esami del Dna sul ricciolo di capelli.»

«Capisco.» Constance stava ritrovando la consueta formalità. «E cosa dice?»

«Guardi la busta» rispose Felder. «Come vede non l’ho aperta.»

Lei la girò. «Non capisco.»

Felder fece un profondo respiro. Iniziò a tremare, seppur lievemente. «Non ho bisogno di leggere i risultati. Le credo, Constance. Credo a tutto.»

Lei guardò prima la busta, poi lui.

«So quanti anni ha… e quanto è giovane. Non mi serve che un’analisi del Dna me lo confermi. So che ha detto la verità quando ha raccontato di essere nata negli anni Settanta dell’Ottocento. Non so come sia possibile, ma le credo.»

Constance non rispose.

«So anche che non ha ucciso il suo bambino. Senza dubbio ha avuto una ragione per ordire l’inganno; non appena si sentirà pronta a rivelarmela, potremo procedere.»

Un lampo attraversò lo sguardo di Constance. «Procedere?»

«Al suo rilascio. E a far cadere le accuse di omicidio.» Felder le si avvicinò. «Constance, è stata mandata qui dietro mia raccomandazione. Ora capisco che si è trattato di un errore. Lei non è pazza. E non ha ucciso il suo bambino, quello era un espediente. Se mi dice dove si trova il piccolo, farò effettuare una verifica dalle autorità. E poi possiamo dare avvio alle pratiche per ottenere il suo rilascio.»

Constance esitò. «Io…» cominciò, ma sembrava smarrita. Felder aveva meditato, pianificato e sognato quel momento. Ma ora che stava succedendo davvero, lui era sorpreso quanto Constance. «Ho corso rischi terribili per ottenere quel ricciolo.» Si toccò la cicatrice. «E questo è stato il male minore.»

Tacque per un momento.

«Dovevo sapere. Certo, non è colpa sua, ma ora che è tutto finito, voglio dirle che lo rifarei. Mi getterei tra le fiamme per lei, Constance. No, no, mi lasci parlare, la prego. Lo farei di nuovo per via… dei sentimenti che provo nei suoi confronti. E non è soltanto perché sono stato ingiusto facendola rinchiudere qui dentro. È per quello che provo per lei. Voglio riparare al mio errore e farla uscire di qui, poiché la mia speranza è che, quando sarà libera, e saremo sullo stesso piano, con il tempo potrà guardarmi non come un medico, ma come un… un…» Felder esitò, più confuso che mai. «E naturalmente a quel punto, per motivi di etica professionale, dovrei smettere di curarla… se, ovvio…»

Infine tacque, sopraffatto dall’emozione, poi, incerto, le prese la mano. Alzò lo sguardo per incontrare quello di Constance. Gli bastò. Abbassò di nuovo gli occhi e le lasciò la mano, sentendosi venir meno.

«Dottore» cominciò Constance con dolcezza. «John. Sono commossa… lo sono davvero, nel profondo. La sua fiducia in me significa più di quanto non riesca a spiegare con le parole. Ma la verità è che non posso ricambiare i suoi sentimenti, perché il mio cuore appartiene a un altro.»

La voce di Constance si fece sempre più bassa e turbata, finché le ultime parole divennero un sospiro appena udibile.

Lui ripensò a quando, nella biblioteca del Mount Mercy, Constance gli aveva parlato per la prima volta dell’esistenza del ricciolo, e gli aveva fatto capire che recuperarlo e riportarlo alla luce non solo le avrebbe reso giustizia, ma sarebbe stata una prova d’amore, per dimostrarle la profondità dei suoi sentimenti, cancellando il passato con tutti i passi falsi e le errate valutazioni cliniche.

Ma ora si accorse che era stato tutto frutto della sua immaginazione, che le intenzioni della ragazza erano completamente diverse. Aveva proiettato le sue speranze su ciò che lei gli offriva: una semplice opportunità di trovare conferma al suo racconto. E soltanto perché era stato Felder a chiederglielo.

Constance gli prese la mano. Lui la guardò e la vide sorridere. Era tronata perfettamente in sé: nei suoi occhi c’erano la consueta fredda cordialità e una benevola distanza.

«Non posso ricambiare i suoi sentimenti, dottore» concluse la ragazza stringendogli la mano con delicatezza. «Ma posso fare qualcos’altro. Posso raccontarle la mia storia. Non l’ho mai rivelata a nessuno, almeno non completamente.»

Felder sbatté le palpebre. Impiegò qualche istante a capire il significato di quelle parole.

Lei proseguì. «Tuttavia quanto le dirò dovrà restare strettamente confidenziale. È interessato?»

«Interessato?» ripeté Felder. «Certo che lo sono.»

«Bene. Allora la prego di considerarlo come il mio dono.» Constance si fermò. «Dopotutto, è la vigilia di Natale.»

Due tombe
9788858641743_epub_cvi_r1.htm
9788858641743_epub_abs_r1.htm
9788858641743_epub_ata_r1.htm
9788858641743_epub_fm01_r1.htm
9788858641743_epub_tp_r1.htm
9788858641743_epub_cop_r1.htm
9788858641743_epub_htp_r1.htm
9788858641743_epub_ded_r1.htm
9788858641743_epub_fm02_r1.htm
9788858641743_epub_pt01_r1.htm
9788858641743_epub_c01_r1.htm
9788858641743_epub_c02_r1.htm
9788858641743_epub_c03_r1.htm
9788858641743_epub_c04_r1.htm
9788858641743_epub_c05_r1.htm
9788858641743_epub_c06_r1.htm
9788858641743_epub_c07_r1.htm
9788858641743_epub_c08_r1.htm
9788858641743_epub_c09_r1.htm
9788858641743_epub_c10_r1.htm
9788858641743_epub_c11_r1.htm
9788858641743_epub_c12_r1.htm
9788858641743_epub_c13_r1.htm
9788858641743_epub_pt02_r1.htm
9788858641743_epub_c14_r1.htm
9788858641743_epub_c15_r1.htm
9788858641743_epub_c16_r1.htm
9788858641743_epub_c17_r1.htm
9788858641743_epub_c18_r1.htm
9788858641743_epub_c19_r1.htm
9788858641743_epub_c20_r1.htm
9788858641743_epub_c21_r1.htm
9788858641743_epub_c22_r1.htm
9788858641743_epub_c23_r1.htm
9788858641743_epub_c24_r1.htm
9788858641743_epub_c25_r1.htm
9788858641743_epub_c26_r1.htm
9788858641743_epub_c27_r1.htm
9788858641743_epub_c28_r1.htm
9788858641743_epub_c29_r1.htm
9788858641743_epub_c30_r1.htm
9788858641743_epub_c31_r1.htm
9788858641743_epub_c32_r1.htm
9788858641743_epub_c33_r1.htm
9788858641743_epub_c34_r1.htm
9788858641743_epub_c35_r1.htm
9788858641743_epub_c36_r1.htm
9788858641743_epub_c37_r1.htm
9788858641743_epub_c38_r1.htm
9788858641743_epub_c39_r1.htm
9788858641743_epub_c40_r1.htm
9788858641743_epub_c41_r1.htm
9788858641743_epub_c42_r1.htm
9788858641743_epub_c43_r1.htm
9788858641743_epub_c44_r1.htm
9788858641743_epub_c45_r1.htm
9788858641743_epub_c46_r1.htm
9788858641743_epub_c47_r1.htm
9788858641743_epub_c48_r1.htm
9788858641743_epub_c49_r1.htm
9788858641743_epub_c50_r1.htm
9788858641743_epub_c51_r1.htm
9788858641743_epub_c52_r1.htm
9788858641743_epub_c53_r1.htm
9788858641743_epub_c54_r1.htm
9788858641743_epub_c55_r1.htm
9788858641743_epub_c56_r1.htm
9788858641743_epub_c57_r1.htm
9788858641743_epub_c58_r1.htm
9788858641743_epub_c59_r1.htm
9788858641743_epub_c60_r1.htm
9788858641743_epub_c61_r1.htm
9788858641743_epub_c62_r1.htm
9788858641743_epub_c63_r1.htm
9788858641743_epub_c64_r1.htm
9788858641743_epub_c65_r1.htm
9788858641743_epub_c66_r1.htm
9788858641743_epub_c67_r1.htm
9788858641743_epub_c68_r1.htm
9788858641743_epub_c69_r1.htm
9788858641743_epub_c70_r1.htm
9788858641743_epub_c71_r1.htm
9788858641743_epub_c72_r1.htm
9788858641743_epub_c73_r1.htm
9788858641743_epub_c74_r1.htm
9788858641743_epub_c75_r1.htm
9788858641743_epub_c76_r1.htm
9788858641743_epub_c77_r1.htm
9788858641743_epub_c78_r1.htm
9788858641743_epub_c79_r1.htm
9788858641743_epub_c80_r1.htm
9788858641743_epub_c81_r1.htm
9788858641743_epub_c82_r1.htm
9788858641743_epub_c83_r1.htm
9788858641743_epub_c84_r1.htm
9788858641743_epub_c85_r1.htm
9788858641743_epub_c86_r1.htm
9788858641743_epub_c87_r1.htm
9788858641743_epub_c88_r1.htm
9788858641743_epub_c89_r1.htm
9788858641743_epub_c90_r1.htm
9788858641743_epub_c91_r1.htm
9788858641743_epub_c92_r1.htm
9788858641743_epub_c93_r1.htm
9788858641743_epub_c94_r1.htm
9788858641743_epub_c95_r1.htm
9788858641743_epub_c96_r1.htm
9788858641743_epub_c97_r1.htm
9788858641743_epub_c98_r1.htm
9788858641743_epub_c99_r1.htm
9788858641743_epub_c100_r1.htm
9788858641743_epub_bm01_r1.htm
9788858641743_epub_bm02_r1.htm