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spuntati, uno dopo l'altro, il desiderio di bere qualcosa guardando il mare, il desiderio di toccare i delfini, il desiderio di viverci, in quel luogo, il desiderio di un'imbarcazione per uscire in mare, e tutti questi desideri hanno cominciato a creare tante cose concrete: il tè, i cibi, gli insediamenti turistici... eppure tutto è nato da pensieri come 'sarebbe bello avere una cosa così'. Questi pensieri, questi desideri, a un certo punto hanno preso la forma di edifici, bicchieri, sedie, tavoli, letti, no? Tutte cose che prima non esistevano.
Pensando che quegli edifici pazzeschi che esistono sono nati solo dal desiderio di bere qualcosa guardando il tramonto, ho concluso che l'uomo è davvero un essere incredibile. Insomma, per farla breve, mi sono detta che bisogna avere più fiducia nell'essere umano. È una sensazione che, quando si è in Giappone, soffocati dai troppi problemi legati al denaro, si finisce col dimenticare. Anche perché si è presi dalla fretta."
"Anche tu, Chiechan, sei presa dalla fretta?" dissi.
"Non è proprio che io sia presa dalla fretta, ma siccome mi circonda da tutte le parti, ne sento l'odore e ne sono influenzata anch'io" disse. "In Giappone tutto è diverso. La vita che conosco io in Australia è, se il tempo lo permette, uscire nei campi sin dal mattino presto, godermi moderatamente il piacere della raccolta, fare dei pasti frugali, accendere le luci quando arriva il tramonto, solo questo. Non vi è nessun miraggio di un domani superiore.
Guardavo le persone che facevano surf, nuotavo, bevevo birra, mi divertivo anche in altri modi, e quando si faceva buio andavo a dormire, nient'altro. Ma a continuare questa vita in eterno, ci si annoia. Anche i rapporti umani erano complicati. E poi vedevi solo gente pelosa.
Però, poiché pensavo di non poter fare in Giappone la vita che io conoscevo, mi ero rassegnata a non ritornarci.
Ma quel giorno, quando ho incontrato te, Kaori, ho avuto una specie di illuminazione: certo, c'è lei, con lei il tempo potrebbe scorrere in modo diverso. E così ho provato a chiederti di vivere con te, e penso sia stata davvero una buona idea.
A stare con te ho ritrovato un po' il profumo del tempo in cui da piccola vivevo con mia madre. C'era quella sensazione di libertà che amavo e che ricordavo con nostalgia. Perciò, finché vivrò con te, penso di poter restare in questa città.
Ora che ho lavorato nei campi quanto volevo, e che il mio desiderio e la mia nostalgia della campagna sono spariti, vorrei dedicarmi seriamente,