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"Ormai tua cugina è adulta, quindi perché non la convinci a vivere per conto suo, e ti limiti a controllare l'uso che fa dei soldi?"

"Dovevi sentirti davvero molto sola, mi sento in colpa per non essermene accorta."

Capivo il suo punto di vista: a mia madre, che mi conosceva come una persona poco premurosa nei confronti degli altri, il mio cambiamento doveva apparire incomprensibile, e forse io stessa, se avessi potuto guardarmi in modo oggettivo, avrei espresso le medesime obiezioni.

Cosa ne era della visione della vita che avevo sempre affermato, tanto salda che non mi ero nemmeno sposata? Se avessi voluto evitare rischi come avevo fatto sino ad allora, continuare a essere libera, senza legami, la strada che avevo scelto poteva essere fatale.

Occuparsi di una persona ricevendo dei soldi non è una cosa che si possa fare per scherzo, comporta responsabilità. Io che da sola ero sempre stata libera di andare dappertutto, di colpo non potevo andare più da nessuna parte.

Ma se, ostinata com'è, Chiechan ha scelto così, in un certo senso tutto è già deciso, pensai, e mi arresi.

Con l'espressione più normale sul viso, presi la mano di Chiechan e risposi:

"Sì, va bene. Vieni da me. Vivremo assieme. Mi sembra la soluzione migliore. C'è una stanza di sei tatami accanto all'ingresso, che adesso utilizzo quasi solamente per tenerci i vestiti. Se ti va bene, posso svuotarla subito".

"Potrei tenere delle piante nella veranda?" chiese Chiechan.

"Non ho una veranda vera e propria, solo un piccolo balcone, ed è rivolto a nord. In più dovresti passare per la mia stanza, quindi non sarebbe l'ideale. Nel soggiorno però c'è un bow-window piuttosto grande. Se pensi che vada bene, potresti usare quello" dissi.

I presenti, sapendo che io e Chiechan ci conoscevamo a stento, erano sbalorditi. Quelli che vedevano le loro speranze svanire levarono subito voci di dissenso, e mia madre fu la prima a rimanere paralizzata dallo stupore. Come venni a sapere più tardi, tutti avevano pensato che io e Chiechan ci fossimo messe d'accordo in precedenza, comunicando per telefono o via mail.

Chiechan si limitò ad assentire. Poi non parlò più. Si voltò dall'altra parte e rimase in silenzio. Io feci dondolare dolcemente la sua mano. Lei strinse forte la mia, quindi disse:

Chie-chan e io
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