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Quando Chiechan non c'era, sembrava che su quel giardinetto si fosse abbattuta una maledizione.
In origine l'appartamento era mio, e conteneva solo cose belle, moderne, come piacciono a me. Ma, senza che me ne accorgessi, Chiechan vi si era mescolata e il mio appartamento si era trasformato in un luogo diverso e strano. Non sapevo più che cosa avrei voluto farci, e che cosa desideravo davvero. Era rimasta solo la mia stanza a dare vita al mio mondo.
Mantenere una parte del mio spazio, per una persona come me, che ha le sue nevrosi, era molto importante. Se non avessi avuto almeno quella, sarei impazzita.
Tuttavia, ora, quel paesaggio di piante ordinatamente allineate da Chiechan, lo trovavo bello. Aveva qualcosa di artistico. Possedeva quell'elemento ambiguo e vagamente indecente caratteristico dell'arte creata usando la vita.
Erano sei anni che Chiechan e io abitavano insieme.
Nel frattempo, lei aveva compiuto trentacinque anni e io quarantadue.
Non immaginavo che avrei passato così la mia età matura.
Due testarde ex ragazze che dividevano l'appartamento e la vita.
Alcuni anni prima i miei genitori si erano trasferiti in Malesia.
Molto tempo prima mio padre si era ammalato di cancro allo stomaco, aveva subito un'operazione, combattuto con successo gli effetti collaterali della chemioterapia e, non avendo più avuto ricadute, ormai si poteva considerare completamente guarito.
Ma quegli anni di lotta contro la malattia avevano lasciato in me e mio fratello più piccolo, che stavamo vivendo la delicata fase dell'adolescenza, delle piccole ferite. Non posso entrare nella mente di mio fratello, ma non ho dubbi che per questa ragione si sia attaccato ancora di più ai nostri genitori, mentre io, da allora, mi porto dentro una sottile inquietudine.
Non sono capace di tradurre questa sensazione in parole, ma se mi sforzassi di farlo, le parole sarebbero: "Da un momento all'altro potrebbe arrivare una cattiva notizia, e se quella cattiva notizia arrivasse, la mia vita di ora finirebbe di colpo". Penso che la mia sensibilità di ragazza abbia assorbito in pieno la paura di mia madre per la malattia di mio padre.
Quell'inquietudine si è attaccata alla mia vita come una macchia indelebile.
Mi resi conto per la prima volta di questa presenza dopo che Chiechan era venuta ad abitare a casa mia. È stato guardandola vivere ogni giorno,