27. Orsetti lavatori

Ho già smesso di uscire. Sono uscita solo una volta, da quando ci hanno dato il permesso di uscire. È stato il tentativo fallito della passeggiata sul Po. Dopodiché basta, mi sono convinta che è meglio non uscire. Diciamo che ho smesso di avere anche solo il pensiero, di uscire.

61° giorno che me ne sto rinchiusa.

Talpa Marta dice che sono pazza. Lei ha continuato a fare i suoi piccoli giri, comprare pane e giornale, fare la spesa al mercato, arrivare fino al ponte, vedere i nipotini. Ha fatto in modo che la vita continuasse il più possibile normale, e soprattutto che i bambini non percepissero, sul volto di loro adulti, ansia e preoccupazione.

Mi dice, al telefono, che non capisce tutta questa gente che non esce più, si barrica da mesi in casa, e ha il terrore di andare fuori, e dice che non uscirà mai più. Sostiene che si tratta di isteria collettiva, che ci hanno inoculato la paura e alcuni di noi faranno fatica a guarirne.

Tac! Mi sento colpita e affondata.

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Poi talpa Marta aggiunge: Invece bisogna lavarsi le mani di continuo, questo sì! E anche tenere pulitissima la casa, lavare tutti i giorni i pavimenti col Lysoform, lustrare tutte le superfici con alcol o gel alcolico o Amuchina o acqua ossigenata, e disinfettare, disinfettare sempre, comunque e ovunque.

Bene. Mi sento meglio. Ognuno se la gira come vuole. Ognuno si salva come può.

C’è chi sceglie: uscire e disinfettare.

C’è chi sceglie: non uscire e, quindi, non disinfettare.

Credo che dipenda da che animali siamo. Talpe o orsetti lavatori.

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