ROBERTO GUIDUCCI
Una domanda passabilmente scomoda: quali aspetti stanno prendendo l’equilibrio e l’influenza reciproca (o braccio-di-ferro) tra la Forza delle Idee e la Forza delle Cose?... Più o meno implicita, qualche risposta potrebbe venire dalle avventure intellettuali fra gli anni Cinquanta Ideologici e gli anni Sessanta Tecnocratici della «sinistra illuministica» milanese, intenta a discutere i temi rinvenibili nell’indice dei volumi di Franco Fortini. Un vasto ventaglio: dal sartrismo all’urbanistica, dal ripensamento della fenomenologia alle tormentose soluzioni del rapporto personale con la grande industria.
Risponde in termini di Pianificazione, decisamente, Roberto Guiducci, ingegnere e politico e autore di acuti e perplessi «dialoghi filosofici». «Fino a non molto tempo fa i “piani” erano “particolari”. Riguardavano una città, un quartiere, la ricostruzione di un centro storico. Ma si è capito presto che dovevano estendersi a considerare dimensioni più vaste. I problemi di Milano interessano tutta la regione lombarda. Torino non può disinteressarsi delle iniziative di Digione o Marsiglia.
«E la recessione non ha certo arrestato questo processo: anzi, lo intensifica. Se infatti in periodo di boom le cose “andavano avanti” praticamente anche da sole, passata l’euforia e subentrata una certa saggezza – la crisi era inevitabile: dato il tasso esageratamente accelerato d’ogni fenomeno del boom –, una programmazione seria diventa ora molto più necessaria. Se ne avverte addirittura l’indispensabilità da parte degli amministratori locali: come è successo a Ravenna e a Taranto, nell’Alto Adige e nel Salento, di fronte a problemi di nuovo tipo e a trasformazioni senza precedenti».
Guiducci siede nel suo ufficio alla Tekne, una società di consulenze di tipo nuovo: prima di tutto centro di studi modernissimi, specialmente per la programmazione urbanistica, un tipo di lavoro professionale «ad alto livello» che su una scala artigianale non si reggerebbe più. Al piano di sopra, l’ILSES: cioè l’istituto per la programmazione in Lombardia. Finanziato dagli enti pubblici regionali, così come ne sorgeranno nei diversi capoluoghi dopo la legge per la programmazione. Gruppi di architetti, sociologi, economisti... «Il lavoro di équipe migliora straordinariamente; e non solo a Milano. Saltando via Roma, capitale politica “inutile”, anche nell’Italia meridionale la società civile sembra diventare continuamente migliore della società politica. Più preparata, più studiosa: costituendo una società “alternativa”, un’Italia “migliore”, di ricambio, per il momento clandestina. O meglio, “ombra”: come il gabinetto-ombra in Inghilterra rispetto a ogni governo in carica...
«Superata la crisi degli anni scorsi, questa nuova società civile che si sta formando in Italia a livello d’una formazione professionale modernamente specializzata potrebbe sfociare verso due possibilità. O il ricorso a lei della classe politica, dopo il discredito inevitabile del vecchio tipo di politicante, feudale e clientelistico. Oppure, una repubblica presidenziale basata sui tecnocrati: sull’esempio della Francia, dove questo non è certo successo per caso».
La Forza delle Idee? «Per quanto in larga misura “irrazionali”, gli intellettuali stanno indubbiamente portando “modelli” a una società profondamente, basicamente irrazionale. Ma piuttosto spesso sono loro a provare uno choc... E se ne ritraggono, fulminati».