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«Ci sono novità» annunciò Rutger Stark una volta raggiunta la casa del dottore. Durante il breve tragitto aveva telefonato al commissariato di Fahlenberg, ingoiando un sacco di confetti alla menta che dovevano fungere da succedaneo per la dipendenza da nicotina.

«È stato rinvenuto il cadavere di Thanner» proseguì. «Non ne è rimasto granché, dato che è stato per così dire l’innesco dell’incendio.»

Jan rabbrividì a questa immagine. «Si sa se era già morto quando lei gli ha dato fuoco?»

«Se ne sta occupando il medico legale. Posso solo sperarlo.»

«Ha parlato di novità al plurale.»

«Sì, la seconda notizia è che Mirko Davolic ha cercato di togliersi la vita. Ha provato a impiccarsi con una maglietta. Tuttavia non c’è riuscito. Lo strangolamento gli lascerà molto probabilmente dei danni cerebrali, secondo il medico.»

Jan ripensò al suo ex paziente con emozioni contrastanti. Da una parte provava soddisfazione all’idea che Davolic pagasse per le conseguenze di ciò che aveva fatto a Carla, ma nel contempo nutriva anche compassione per lui. Davolic aveva cercato di trovare il suo posto in un mondo che giudicava gli uomini dal successo e dalle qualifiche e non offriva alcuna opportunità a uno come lui. La disperazione lo aveva spinto al punto di prostituirsi, e così, senza saperlo, era diventato strumento della malata gelosia di Jana.

«Che cosa mi può dire di Carla? Ci sono nuovi indizi?»

«Mi spiace» disse Stark con sincero rincrescimento. «Finora non abbiamo alcuna traccia per stabilire dove si trovi.»

«E questa è una notizia buona o cattiva?»

«Da un punto di vista puramente statistico, ancora buona.»

«Per favore, deve trovare Carla! Ho già vissuto un’esperienza del genere, anni fa, quando scomparve mio fratello. Non ce la faccio ad affrontarla di nuovo.»

«Le prometto che faremo tutto il possibile.»

Jan si morse il labbro inferiore facendo un cenno d’assenso. Dovette fare uno sforzo di volontà per scacciare il pensiero che Carla potesse farsi del male.

«Ora guardi qui. Un allevatore» disse Stark cambiando argomento. Indicò fuori dal finestrino l’insegna sull’edificio principale di un’azienda agricola. ALLEVAMENTO BOVINI GESSING c’era scritto.

«Potrebbe essere» osservò Jan. «Ricorda ciò che le ho raccontato dei due disegni che mi ha mandato Jana? In uno di essi c’erano delle mucche al pascolo.»

«Allora andiamo a dare un’occhiata.»

Stark prese l’ultima mentina dalla scatola e scese dall’auto.

Follia profonda
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