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«Mio caro Felix, il buon Dio l’ha sottoposta a una prova davvero difficile.»

Il vescovo Hagen sospirò pensieroso e si appoggiò al sottomano di pelle della sua massiccia scrivania. Era un uomo imponente, con i capelli radi e gli occhi infossati che ora esaminavano il giovane prete con espressione crucciata.

«Proprio così» confermò lui massaggiandosi le tempie. Il rivestimento di legno scuro dell’ampio studio emanava un profumo di cera che gli causava emicrania e una leggera nausea. Ma certo il malessere era in parte dovuto all’agitazione. «Non so proprio come comportarmi.»

«Ebbene, da un punto di vista umano, posso comprendere bene il suo dilemma» osservò il vescovo. «Lei teme che questa persona possa fare del male a qualcun altro e, dalla sua esposizione dei fatti, non è un’ipotesi da escludere. Ma non spetta a noi intrometterci nel piano divino. Noi siamo solo degli esecutori. In ogni caso è stato Lui a condurre questa donna da lei. È già un inizio. Chissà, forse ben presto mostrerà segni di sincero pentimento e sarà pronta ad ammettere la propria colpa non solo di fronte al Signore.»

«Su questo ho forti dubbi, eccellenza. A me ha dato piuttosto l’impressione di volersi semplicemente levare un peso dall’anima. Pentimento o rimorso autentici non ne ho proprio riconosciuti.»

Il vescovo tornò ad appoggiarsi alla spalliera della sedia con un cenno d’assenso pensieroso e un sospiro. «Certo, mi rincresce molto, ma non saprei proprio come aiutarla. Lei deve rendersi conto che il segreto della confessione va rispettato a qualunque costo, indipendentemente che la peccatrice sia pentita della propria colpa o no. Questa donna le ha dato un pesante fardello da portare, Felix, ma dovrà portarlo da solo. Naturalmente con l’aiuto di nostro Signore.»

«Ma se commettesse un nuovo delitto? Se nella sua follia uccidesse ancora, mentre io avrei potuto impedirlo?» Thanner dovette fare uno sforzo per non alzare la voce. «Non posso restare a guardare senza far niente, sperando che sia lei ad andare dalla polizia.»

«Ma lei ha la certezza che abbia commesso questi delitti? Ha altre prove, a parte la confessione?»

«No, ma tutto ciò che mi ha detto concordava. Non ci sono motivi per dubitare delle sue parole. E come le ho già raccontato le mie ricerche mi hanno condotto al secondo omicidio che deve aver commesso.»

«Ne è davvero tanto sicuro, figliolo? Non mi aveva forse detto di ritenere questa donna... mentalmente confusa?»

«Sì, è vero, ma mi creda: ho controllato il suo racconto. E ho l’assoluta certezza che abbia detto la verità.»

Il vescovo Hagen increspò le labbra e si guardò le mani che teneva intrecciate sul ventre. «Se le cose stanno così, posso solo consigliarle di provare a convincerla a costituirsi durante il vostro prossimo incontro. Si appelli alla sua coscienza. Le faccia capire come deve comportarsi in questo frangente una brava cristiana. Solo se accetterà il suo castigo terreno, potrà sperare nel perdono il giorno del giudizio.» Poi alzò un dito in un gesto ammonitorio. «Tuttavia, mio caro Felix, e questo lo sa anche lei, potrà farlo soltanto se la donna tornerà volontariamente sull’argomento.»

«E se non lo facesse?» domandò Thanner con la tenacia di un uomo che spera possa esserci un’altra soluzione al suo dilemma. «Che cosa devo fare se non ne vorrà parlare di nuovo, se non vorrà ascoltare il mio consiglio? Oppure se non tornasse più da me?»

«Felix, Felix.» Il vescovo scosse la testa. «Lei si lascia trasportare dal suo zelo giovanile. Provi prima a riflettere con calma. Che cosa si aspettava da me? Che la sollevassi dall’obbligo di rispettare il segreto della confessione? Non la facevo tanto ingenuo.»

Thanner balzò in piedi. «Ingenuo?» ripeté indignato. «Da qualche parte c’è un uomo su cui questa donna ha messo gli occhi. Me lo ha fatto capire chiaramente. Come devo comportarmi? Non possiamo proteggere solo la colpevole. Bisogna pensare anche alle altre potenziali vittime. Devo forse ignorare la cosa? Non può essere questa la volontà di Dio!»

Anche il vescovo si alzò, ergendosi con autorevolezza in tutta la sua statura.

«Mi ascolti bene, Felix» disse con la massima gravità. «Capisco bene che questo episodio le ha causato un conflitto di coscienza. Ma la esorto ancora una volta a non superare i limiti delle sue competenze. Il segreto della confessione è inviolabile. È stato istituito per proteggere i peccatori pentiti che si affidano al Signore. Ciò che le viene raccontato e la sua opinione in proposito non hanno alcuna importanza. Lei ha aderito a Santa Romana Chiesa e non solo: ne è un rappresentante! Prima che alzi ulteriormente il tono rischiando di offendere anche Dio, le ricordo quali compiti ha accettato di svolgere. Se non si sente alla loro altezza, le consiglio di prendere un congedo. Forse un periodo di esercizi spirituali potrebbe servirle per confidare i suoi crucci al Signore? Potrebbe essere molto utile.»

«No» rispose Thanner energico. «Non mi sottrarrò al mio dovere.»

«Si attenga a ciò che reputa giusto, Felix, ma non dimentichi che tutto quanto il resto a proposito di questa donna non sta nelle nostre mani, bensì in quelle di Dio. Lei è un parroco, non un poliziotto. Sono stato abbastanza chiaro?»

Thanner fu scosso da un violento tremore. «Ma quest’uomo... deve pur esserci una possibilità di aiutarlo.»

Il vescovo annuì assorto e guardò Thanner come un professore che si rivolge a uno studente particolarmente ottuso. «Certo che c’è, figlio mio, e lei la conosce bene.»

«Che cosa intende?»

«Preghi per lui» rispose il vescovo tornando a sedersi alla scrivania. «E preghi per la salvezza dell’anima della povera peccatrice. Nella preghiera sta la forza, non lo dimentichi. Nella Lettera agli Ebrei sta scritto: ‘Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno’. In questo senso dovremmo confidare nel Signore. Soprattutto lei, mio caro Felix.» Prese la cartelletta che era sulla scrivania, l’aprì e alzò di nuovo lo sguardo sul giovane prete. «Con questo il nostro colloquio è concluso. Vada in pace.»

Thanner si alzò tremante. Si sentiva solo e abbandonato in mezzo a quello studio immenso dove ci sarebbe stato spazio sufficiente per tenere un ricevimento. L’insopportabile odore di cera inoltre gli sembrava più intenso di prima. Gli bruciava lo stomaco e gli martellava la testa, ma non poteva andarsene. Qualcosa dentro di lui – una sensazione, un presentimento, sì, forse persino la voce di Dio – lo tratteneva.

Hai trascurato qualcosa, diceva questa voce. Qualcosa di molto importante. Il vero motivo che ti ha condotto qui. Non è stato il vescovo. È stato qualcos’altro.

Per un istante Thanner pensò che fosse colpa della sua disperazione, unita all’assurda speranza che il vescovo ci ripensasse e gli offrisse un aiuto più concreto che la fede e la giustizia divina.

Guarda meglio. C’è qualcosa qui che hai già visto spesso. E ora è importante!

Il suo sguardo si posò sulle immagini di santi incorniciate che erano appese in fila sulla parete dietro la scrivania del vescovo Hagen. Il prelato era un appassionato collezionista di arte sacra e quella galleria era il suo orgoglio, come aveva sottolineato tempo prima in un’intervista al giornale della chiesa.

Alcuni dipinti erano molto vecchi. Ritraevano Afra di Augusta, sant’Antonio, san Giorgio e il drago e... san Cristoforo con Gesù bambino sulla spalla.

Sì, è quello!

Thanner avvampò e raggelò. Era proprio quello ciò che cercava. Ora comprendeva perché quella voce interiore non aveva voluto lasciarlo andar via; sì, forse era stato un segno del Signore che offriva un aiuto a chi disperava.

«Non mi ha sentito, Felix?»

Solo in quel momento si rese conto che il vescovo si era rivolto a lui.

«Le ho chiesto se c’era qualcos’altro.»

Thanner annuì. «Come padre confessore non posso aiutarla. Ma come consigliere spirituale sì.»

Il vescovo lo guardò con aria scettica. «Certo, a patto che la donna si sia rivolta a lei in queste vesti. Ma solo in quel caso. Lo ha fatto?»

Thanner tornò a guardare il dipinto di san Cristoforo e pensò alla statua nella cappella della chiesa. Al mare di candele e allo scialle rosso che aveva trasformato il bambino in una bambina. «Indirettamente, sì.»

La donna non aveva chiesto il suo aiuto a parole, ma si era rivolta a lui comunque al di fuori del confessionale. Questa udienza dunque non era stata del tutto inutile, pensò.

Imbottigliato nel traffico pomeridiano poco tempo dopo, Felix Thanner osservava le persone sul marciapiede.

Pensò alla sconosciuta e all’uomo sul quale lei aveva posato gli occhi. Erano come i passanti su quella strada. Due persone di cui non sapeva niente.

Ma forse le cose ben presto sarebbero cambiate. Infatti, più rifletteva sull’idea che aveva avuto – o sull’intuizione, chi poteva dirlo? – più la sua fiducia aumentava.

C’era un modo per scoprire chi fosse quella donna. Anche se Thanner non poteva avere la certezza che funzionasse, era comunque una possibilità. E non avrebbe infranto alcuna regola.

Ma, mentre guidava, nella sua mente si affacciò un altro pensiero meno piacevole. Quella donna era stata nella sua chiesa almeno due volte. Gli aveva dato un segnale con la statua e gli aveva parlato nel confessionale per essere sicura del suo silenzio. E se fosse stato proprio lui la sua prossima vittima?

Follia profonda
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