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Nel giro di una frazione di secondo tutto era cambiato. La consapevolezza colpì Jan come un pugno allo stomaco. Si era sbagliato un’altra volta. La sconosciuta non era Julia. Quella voce distorta dall’odio al telefono apparteneva a un’altra.
Jan corse alla finestra. Evidentemente lei stava spiando la porta di casa sua e in effetti la vide sull’altro lato della via. Si nascondeva all’ombra della casa di Rudi e di lei si riconosceva solo l’impermeabile.
«Ti ha sedotto?» sibilò nella cornetta. «Voleva farsi scopare?»
Era la sua occasione, ma non voleva inseguirla mezzo nudo com’era, né voleva farla entrare in casa. Doveva trattenerla dov’era.
«No, è solo una conoscente.» Si sforzò di parlare con un tono di voce tranquillo, ma aveva la mente in subbuglio. Doveva tenerla al telefono e intanto chiamare la polizia.
Il cellulare. Dov’è il mio cellulare?
Corse al guardaroba e frugò nelle tasche del giubbotto. Niente.
«Una conoscente» ripeté lei con disprezzo. «Stai mentendo. Naturale che voleva farsi scopare. Che lurida sgualdrina! Vi ho visto bene. Allora, è stato bello?»
Jan si precipitò nello studio e rovistò nella borsa. Dov’è il mio maledetto cellulare?
«Ascoltami» disse mentre si guardava freneticamente intorno. «Ti prego, credimi. Non c’è motivo di agitarsi. Tra me e quella donna non c’è niente. Tu volevi parlare con me, giusto? Per questo sei venuta.»
I pantaloni! Corse in bagno e tastò le tasche dei jeans, dove tuttavia trovò soltanto le chiavi della macchina. Poi si ricordò. Quel pomeriggio, subito dopo il dialogo con Bettina, il suo cellulare aveva dato il segnale di batteria scarica, così Jan lo aveva messo in carica. Lo aveva posato sulla scrivania, per non dimenticarlo. E lì era rimasto.
Grandioso!
«No, ora stammi a sentire tu» disse la sconosciuta con una voce pericolosamente calma. «Non può andare avanti così, capisci? Non permetterò a una come quella di avvicinarsi a te. Mi fa stare male. Ti rendi conto di quanto mi fa stare male?»
Mentre lei parlava, Jan gettò per terra la salvietta e si infilò i jeans. Poi indossò anche il pullover e si premette il telefono all’orecchio.
«Io non volevo assolutamente...»
Ammutolì. L’apparecchio dava il segnale di linea libera.
«Merda!»
Corse alla finestra. La donna se n’era andata. Da qualche parte si sentì il rombo di un motore, ma lui non riuscì a vedere nessuna auto.
Una frazione di secondo dopo capì dove fosse diretta la sconosciuta.