«…di procurarmi un catalogo, un opuscolo, perché quaggiù, madre mia, non arrivano le novità del gran mondo…»

 

(dalle Lettere Siberiane)

 

 

 

…1900-1905.

Le ultime scoperte scientifiche sulla struttura della materia segnano l’inizio del secolo atomico.

 

 

 

1906-1913.

Non troppe novità, nel gran mondo. Come già tutti i secoli e millenni che l’hanno preceduto sulla terra, anche il nuovo secolo si regola sul noto principio immobile della dinamica storica: agli uni il potere, e agli altri la servitù. E su questo si fondano, conformi, sia l’ordine interno delle società (dominate attualmente dai «Poteri» detti capitalistici) sia quello esterno internazionale (detto imperialismo) dominato da alcuni Stati detti «Potenze», le quali praticamente si dividono l’intera superficie terrestre in rispettive proprietà, o Imperi. Fra loro, ultima arrivata è l’Italia, che aspira al rango di Grande Potenza, e per meritarselo s’è già impadronita con le armi di alcuni paesi stranieri - di lei meno potenti - costituendosi una piccola proprietà coloniale, ma non ancora un Impero.

Pur sempre fra loro in concorrenza minacciosa e armata, le Potenze volta a volta si associano in blocchi, per comune difesa dei loro propri interessi (che vanno intesi, all’interno, per gli interessi dei «poteri». Agli altri, i soggetti alla servitù, che non partecipano agli utili ma che tuttavia servono, tali interessi vengono presentati in termini di astrazioni ideali, varianti col variare della pratica pubblicitaria. In questi primi decenni del secolo, il termine preferito è patria).

Attualmente, il massimo potere, in Europa, è conteso fra due blocchi: la Triplice Intesa, di Francia, Inghilterra, e Russia degli Zar; e la Triplice Alleanza, di Germania, Austria-Ungheria, e Italia. (L’Italia passerà poi all’Intesa).

Al centro di tutti i movimenti sociali e politici stanno le grandi industrie, promosse, ormai da tempo, col loro enorme e crescente sviluppo, ai sistemi delle industrie di massa (che riducono l’operaio «a un semplice accessorio della macchina»). Per le loro funzioni e i loro consumi, le industrie hanno bisogno di masse, e viceversa. E siccome il lavoro dell’industria è sempre al servizio di Poteri e Potenze, fra i suoi prodotti il primo posto, necessariamente, spetta alle armi (corsa agli armamenti) le quali, in base all’economia dei consumi di massa, trovano il loro sbocco nella guerra di massa.

 

 

 

1914.

Scoppio della Prima Guerra Mondiale, fra i due blocchi contrapposti di Potenze, a cui si aggregano successivamente altri alleati o satelliti. Entrano in azione i prodotti nuovi (o perfezionati) dell’industria degli armamenti, fra i quali i carri armati e i gas.

 

 

 

1915-1917.

Contro le maggioranze del paese che si oppongono alla guerra (e vengono perciò dette disfattiste) prevalgono il re, i nazionalisti e i vari poteri interessati con l’entrata in guerra dell’Italia - a fianco dell’Intesa. Fra gli altri si schiera poi con l’Intesa anche la Super-Potenza degli Stati Uniti.

In Russia, cessazione della guerra con le Potenze, in séguito alla grande rivoluzione marxista per il social-comunismo internazionale, diretta da Lenin e da Trotsky («Gli operai non hanno patria» «Muovere guerra alla guerra» «Trasformare la guerra imperialistica in guerra civile»).

 

 

 

1918.

La Prima Guerra Mondiale si conclude con la vittoria dell’Intesa e dei suoi presenti alleati (27 nazioni vincitrici, fra cui l’Impero Giapponese). Dieci milioni di morti.

 

 

 

1919-1920.

In rappresentanza delle Potenze vincitrici e dei loro alleati, al tavolo della pace siedono settanta personaggi, i quali stabiliscono fra loro la nuova spartizione del mondo, e tracciano la nuova carta d’Europa. Con la fine e lo smembramento degli Imperi Centrali vinti, si determina il passaggio di proprietà delle loro colonie alle Potenze vittoriose, e la definizione, in base al principio di nazionalità, di nuovi Stati europei indipendenti (Albania, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Polonia). Alla Germania, fra l’altro, viene imposta la cessione del corridoio di Danzica (valevole come accesso al mare per la Polonia) che taglia in due il suo territorio nazionale.

I termini della pace vengono contestati, quali insoddisfacenti e provvisori, da alcuni dei contraenti, fra cui l’Italia (pace mutilata) e risultano insostenibili per le popolazioni dei paesi vinti, condannate alla fame e alla disperazione (pace punitiva).

Al tavolo della pace è assente la Russia, attualmente accerchiata e ridotta a un campo di battaglia internazionale per l’intervento militare delle massime Potenze (Francia, Inghilterra, Giappone e Stati Uniti) nella guerra civile contro l’Armata Rossa. Attraverso questa prova cruciale, e sotto l’assedio delle stragi, delle epidemie e della miseria, a Mosca si fonda il Comintern (Internazionale Comunista) che chiama tutti i proletari del mondo, senza distinzione di razza, né di lingua, né di nazionalità, all’impegno comune di unità rivoluzionaria, verso la Repubblica Internazionale del proletariato.

 

 

 

1922.

Dopo anni di guerra civile, finita con la vittoria dei rivoluzionari, in Russia è sorto il nuovo Stato URSS. Il quale rappresenterà il segno della speranza per tutti i «dannati della terra» che dalla guerra - vinta o persa - non hanno ottenuto che un aggravamento dei loro mali; mentre invece rappresenterà il famoso spettro del comunismo, incombente ormai sull’Europa, per le Potenze e per i padroni della terra e dell’industria, a cui la guerra è servita, in massima, come una grandiosa speculazione.

Costoro, in Italia (sede di una delle loro filiali più sordide) si uniscono ai loro servitori, e ai generici rivendicatori della pace mutilata, per una riscossa a oltranza dei propri interessi. E non tardano a trovare un loro campione e strumento adatto in Benito Mussolini arrivista mediocre, e «impasto di tutti i detriti» della peggiore Italia: il quale, dopo aver tentato il proprio lancio sotto l’insegna del socialismo, ha trovato più vantaggioso di passare a quella contraria dei poteri in sede (i padroni, il re, e successivamente anche il papa). Sulla sola base programmatica di un anticomunismo garantito, minatorio e dozzinale, egli ha fondato i suoi fasci (d’onde fascismo), consorzio di vassalli e sicari della rivoluzione borghese. E in simile compagnia provvede agli interessi dei suoi mandanti con la violenza terroristica di povere squadre d’azione prezzolate e confuse. A lui il re d’Italia (uomo sprovvisto di qualsiasi titolo di menzione fuori di quello ereditato di re) volentieri consegna il governo della nazione.

 

 

 

1924-1925.

In Russia, morte di Lenin. Sotto il suo successore, che si è dato il nome di Stalin (Acciaio), le esigenze interne nazionali (collettivizzazione, industrializzazione, autodifesa contro le Potenze coalizzate nell’anticomunismo, eccetera) faranno accantonare fatalmente gli ideali del Comintern e di Trotsky (rivoluzione permanente) a favore della tesi staliniana (socialismo in un solo paese). Finché la dittatura del proletariato, prevista da Marx, dopo essersi ridotta a dittatura gerarchica di un partito, si degraderà a dittatura personale del solo Stalin.

In Italia, dittatura totalitaria del fascista Mussolini, il quale frattanto ha ideato una formula demagogica per il rafforzamento del proprio potere di base. Essa agisce specialmente sui ceti medii, che ricercano nei falsi ideali (per la loro dolorosa incapacità dei veri) una rivincita della propria mediocrità: e consiste nel richiamo alla stirpe gloriosa degli Italiani, eredi legittimi della Massima Potenza storica, la Roma Imperiale dei Cesari. Per merito di questa, e altre simili direttive nazionali, Mussolini verrà inalzato a «idolo di massa» e assumerà il titolo di Duce.

 

 

 

1927-1929.

In Cina, ha inizio la guerriglia dei rivoluzionari comunisti, guidati da Mao Tse Tung, contro il potere centrale nazionalista.

In URSS, disfatta dell’opposizione. Trotsky viene espulso dal Partito, e poi dall’Unione Sovietica.

A Roma, patti lateranensi del papato col fascismo.

 

 

 

1933.

In situazione analoga a quella italiana, in Germania i poteri costituiti consegnano il governo del paese al fondatore del fascismo tedesco (nazismo) Adolfo Hitler, un ossesso sventurato, e invaso dal vizio della morte («Lo scopo è l’eliminazione delle forze viventi») il quale a sua volta assurge a idolo di massa, col titolo di Führer, adottando come formula di strapotere la superiorità della razza germanica su tutte le razze umane. In conseguenza, il programma già previsto del grande Reich esige l’asservimento totale e lo sterminio di tutte le razze inferiori, a cominciare dagli Ebrei. Ha inizio in Germania la persecuzione sistematica degli Ebrei.

 

 

 

1934-1936.

Lunga marcia di Mao Tse Tung attraverso la Cina (12000 chilometri) per aggirare le forze preponderanti del Governo nazionalista (Kuomintang) Di 130 mila uomini dell’Armata Rossa, ne arrivano vivi 30 mila.

Nell’URSS Stalin (assunto ormai, lui pure, a «idolo di massa») dà inizio alla «Grande Purga», con la progressiva eliminazione fisica dei vecchi rivoluzionari del Partito e dell’Esercito.

Secondo la formula imperiale del Duce, l’Italia con la violenza armata si appropria dell’Abissinia (Stato africano indipendente) e si promuove a Impero.

Guerra civile in Spagna, provocata dal cattolico-fascista Franco (detto il Generalissimo e il Caudillo) per conto dei soliti poteri sotto la minaccia dello «spettro». Dopo tre anni di devastazioni e di massacri (fra l’altro, si instaura in Europa la distruzione dall’alto di intere città abitate) prevarranno i fascisti (falangisti) grazie al solido aiuto del Duce e del Führer e alla connivenza di tutte le Potenze del mondo.

Il Führer e il Duce si associano nell’Asse Roma-Berlino, consolidato in séguito nel patto militare detto d’acciaio.

 

 

 

1937.

Stretto un patto anti-Comintern coi paesi dell’Asse, il Giappone Imperiale invade la Cina, dove la guerra civile viene interrotta temporaneamente per opporre un fronte comune contro l’invasore.

Nell’URSS (politicamente isolata in un mondo di interessi ostili al comunismo) Stalin, mentre all’interno intensifica il sistema del terrore, nei rapporti esterni con le Potenze sempre più si applica alla strategia obiettiva di una real-politik.

 

 

 

1938.

Nell’URSS, il sistema staliniano del terrore dai vertici della burocrazia si estende alle masse popolari (milioni e milioni di arresti e di deportazioni nei campi di lavoro, condanne a morte indiscriminate e arbitrarie in una moltiplicazione parossistica, eccetera). Tuttavia, le moltitudini terrestri degli oppressi - del resto disinformate e mantenute nell’inganno - guardano sempre all’URSS come alla sola patria della loro speranza (difficile rinunciare a una speranza, quando non ce ne sono altre).

Accordi di Monaco fra i capi dell’Asse e le Democrazie Occidentali.

In Germania, con la notte sanguinosa detta dei cristalli, i cittadini tedeschi sono autorizzati in pratica al libero genocidio degli Ebrei.

Seguendo i dettami dell’alleata Germania, anche l’Italia proclama le proprie leggi razziali.

 

 

 

1939.

Nonostante gli impegni concilianti presi a Monaco di recente con le Potenze Occidentali, Hitler intende dar fondo al proprio programma, che esige in primo luogo la rivendicazione dei diritti imperiali tedeschi contro la pace punitiva di venti anni prima. Per cui, dopo l’annessione dell’Austria, il Führer procede all’invasione della Cecoslovacchia (sùbito imitato dal Duce che si annette l’Albania) e inizia quindi trattative diplomatiche con la Potenza staliniana.

Il risultato delle trattative è un patto di non-aggressione fra la Germania nazista e l’Unione Sovietica - il quale permette ai due contraenti la doppia aggressione e mutua spartizione della Polonia. All’azione immediata delle truppe hitleriane contro la Polonia d’occidente, risponde, da parte della Francia e dell’Inghilterra, la dichiarazione di guerra alla Germania, che dà inizio alla Seconda Guerra Mondiale.

A questa, provvederà l’attività indefessa e senza turni di riposo delle industrie belliche, le quali, applicando alla macchina milioni di organismi umani, già forniscono nuovi prodotti (fra i primi, i carri superarmati e supercorazzati detti panzer, gli aerei caccia e bombardieri di vasta autonomia, eccetera).

Frattanto, in attuazione dei propri piani strategici (che già prevedono un urto inevitabile con la Germania Imperiale) Stalin, dopo la concordata invasione da oriente della Polonia, ha proceduto alla sottomissione forzata degli Stati baltici, contro l’impossibile renitenza della Finlandia, che verrà infine piegata dalle armi sovietiche. Anche le industrie sovietiche, in un impegno totalitario, lavorano alla produzione bellica di massa, applicandosi in ispecie alla tecnica di moderni lanciarazzi di superiore potere dirompente, eccetera.

 

 

 

Primavera-Estate 1940.

La prima fase della Seconda Guerra Mondiale segna l’avanzata rapidissima del Führer, che dopo avere occupato Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio e Lussemburgo, travolge la Francia fino alle porte di Parigi. Rimasto fin qui semineutrale, ma fatto ormai sicuro della vittoria imminente, il Duce decide allora di tener fede in extremis al Patto d’acciaio («qualche migliaio di morti varrà la spesa, per sedermi al tavolo della pace» e fa la sua dichiarazione di guerra a Gran Bretagna e Francia, quattro giorni prima dell’entrata dei Tedeschi a Parigi. Né i successi trionfali di Hitler, né le sue proposte di pace, non ottengono, però, il ritiro della Gran Bretagna, che s’impegna anzi a una disperata resistenza, mentre d’altra parte l’intervento italiano determina l’apertura di un nuovo fronte nel Mediterraneo e in Africa. La blitz-krieg o guerra-lampo dell’Asse si allarga e si prolunga al di là del prevedibile. Battaglia aerea di Hitler contro l’Inghilterra, col bombardamento ininterrotto e la distruzione totale di vie, porti, installazioni e intere città abitate. Entra nel vocabolario il verbo coventrizzare, dalla città inglese di Coventry, polverizzata dalle incursioni tedesche. La battaglia terroristica, perseguita senza soste per settimane e mesi nell’intento di disarmare la resistenza britannica (in vista di un possibile sbarco risolutivo) non ottiene, tuttavia l’effetto richiesto.

L’azione in corso a occidente non distoglie frattanto il Führer da altri suoi piani segreti per una prossima azione a oriente contro l’Unione Sovietica (prevista nel disegno storico del Grande Reich, che esige insieme lo sterminio della razza inferiore slava e la scancellazione dalla terra dello spettro bolscevico). Ma anche qui il Führer sottovaluta le risorse dell’avversario, oltre che i rischi dell’operazione.

Patto Tripartito Germania-Italia-Giappone col disegno di stabilire un «nuovo ordine» (imperial-fascista) nell’Eurasia. Al patto aderiscono Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Jugoslavia.

 

 

 

Autunno-Inverno 1940.

Improvvisa aggressione dell’Italia alla Grecia, annunciata dai responsabili come «una facile passeggiata». L’impresa malcalcolata si rivela invece disastrosa per gli Italiani che, ricacciati dai Greci, in una rotta disordinata e senza mezzi vengono sorpresi dall’inverno fra le montagne dell’Epiro.

La flotta italiana subisce gravissime perdite nel Mediterraneo.

In Africa Settentrionale, difficile difesa dei presidii italiani minacciati dall’Armata Britannica del Deserto…