Principi di autorinnovamento equilibrato
A volte quando considero quali straordinarie conseguenze derivano da piccole cose... sono tentato di pensare... che non esistano piccole cose.
Bruce Barton
Supponiamo che in un bosco v’imbattiate in un uomo intento febbrilmente a segare un albero.
“Cosa sta facendo?” chiedete.
“Non vede?” è la secca risposta. “Sto segando questo albero”.
“Ma lei sembra sfinito!” esclamate. “Da quanto sta segando?”.
“Più di cinque ore”, è la risposta, “e non ne posso proprio più! È un lavoro massacrante”.
“Beh, perché non si ferma per qualche istante per affilare la lama della sega?” suggerite. “Sono sicuro che farebbe molto più in fretta”.
“Non ho tempo di affilare la lama”, risponde l’uomo in tono irritato. “Sono troppo impegnato a segare!”.
La regola 7 consiste nel prendere del tempo per affilare la lama. Nel paradigma delle Sette Regole questa è la regola che sorregge tutte le altre, rendendole possibili.
7.1 Le quattro dimensioni del rinnovamento
La regola 7 è il CP personale. Mantiene in forma e allenato il più forte asset che voi avete. Rinnova continuamente le quattro dimensioni della vostra natura fisica, spirituale, mentale, e socio-emozionale.
Pur usando parole diverse, la maggior parte delle filosofie della vita si rivolge esplicitamente o implicitamente a queste quattro dimensioni. Il filosofo Herb Shepherd descrive la vita bilanciata in modo sano come impostata su quattro valori: prospettiva (spirituale), autonomia (mentale), coesione (sociale) e tono (fisico). George Sheehan, il guru della corsa, descrive quattro ruoli: essere un buon animale (fisico), un buon lavoratore (mentale), un buon amico (sociale) e un santo (spirituale). La teoria sulle motivazioni e sull’organizzazione abbraccia queste quattro dimensioni, o motivazioni: economica (fisica), come le persone vengono trattate (sociale), come le persone vengono fatte crescere e vengono impiegate (mentale), e il servizio, il lavoro, il contributo che l’organizzazione dà (spirituale).
“Affilare la lama” significa sostanzialmente esprimere tutte e quattro le motivazioni. Significa esercitare tutte e quattro le dimensioni della nostra natura, regolarmente e costantemente in modo saggio ed equilibrato.
Per fare questo, dobbiamo essere proattivi. Investire del tempo per “affilare la lama” è decisamente un’attività da Quadrante II, e il Quadrante II richiede la nostra attività. Il quadrante I, a causa della sua urgenza, agisce su di noi, ci pressa costantemente. Dobbiamo lavorare continuamente sulla nostra CP personale perché diventi una seconda natura, una specie di salutare assuefazione. Dal momento che si trova al centro della nostra sfera d’influenza, nessuno può farlo per noi. Siamo noi che dobbiamo farlo per noi stessi.
Questo è l’unico investimento veramente potente che possiamo fare nella nostra vita, un investimento su noi stessi, sull’unico strumento che abbiamo per destreggiarci nella vita e dare il nostro contributo. Noi siamo gli strumenti della nostra stessa performance, e per essere efficaci dobbiamo riconoscere l’importanza di dedicare del tempo regolarmente per affilare la lama in tutte e quattro le direzioni.
7.2 La dimensione fisica
La dimensione fisica richiede attenzione efficace al nostro corpo: mangiando il cibo giusto, concedendoci il giusto riposo e relax, e tenendoci costantemente in esercizio.
L’esercizio è una di quelle attività ad alto potenziale del Quadrante II che la maggior parte di noi non compie regolarmente perché non è urgente. E poiché non lo facciamo regolarmente, prima o poi ci troveremo nel quadrante I, alle prese con problemi di salute e crisi che saranno il naturale risultato della nostra incuria.
La maggior parte di noi pensa di non avere abbastanza tempo per esercitarsi. Che paradigma distorto! Non abbiamo tempo per non farlo. Parliamo di dedicare da tre a sei ore a settimana, o un minimo di trenta minuti al giorno, tutti i giorni. Non sembra affatto una spropositata quantità di tempo, se consideriamo gli enormi benefici che si riflettono sulle altre 162-165 ore della settimana.
E non c’è bisogno di nessuna speciale attrezzatura per farlo. Se volete andare in palestra o in un centro per usare le attrezzature o per praticare sport come il tennis o lo squash, è un’opportunità in più. Ma non è necessario per affilare la lama.
Un buon programma di esercizi può essere svolto in casa vostra e deve sviluppare il vostro corpo sotto tre aspetti: resistenza, flessibilità, e forza.
La resistenza si ottiene attraverso esercizi di aerobica, attraverso l’efficienza cardiovascolare, la capacità del vostro cuore di pompare sangue nel corpo.
Sebbene sia un muscolo, il cuore non può essere esercitato in modo diretto. Può essere esercitato solo tramite le grandi fasce muscolari, in particolare i muscoli delle gambe. E per questo che esercizi come la marcia, la corsa, la bicicletta, il nuoto, lo sci e il jogging sono così benefici.
Possiamo considerarci in forma se siamo in grado di portare il nostro ritmo cardiaco almeno a cento battiti al minuto, e di mantenerci a questo livello per trenta minuti.
L’ideale sarebbe quello di cercare di portare il nostro battito cardiaco almeno al sessanta per cento del ritmo massimo delle nostre pulsazioni, ovvero alla massima velocità a cui il nostro cuore può battere continuando a pompare sangue nel nostro corpo. Comunemente si ritiene che il ritmo massimo dei battiti cardiaci di una persona corrisponda a 220 meno la sua età. Quindi, se avete quarant’anni, dovreste cercare di raggiungere un quoziente di esercizio del vostro cuore pari a 108 (220-40 = 180 x 0.6 = 108). L’effetto training viene generalmente considerato come una percentuale compresa tra 72% e 87% del vostro massimo quoziente personale.
La flessibilità si ottiene con lo stretching. Molti esperti raccomandano di riscaldare i muscoli prima degli esercizi di aerobica e di farli raffreddare e tenderli dopo. Prima, aiuta a sciogliere e riscaldare i muscoli per prepararli a esercizi più impegnativi. Dopo, aiuta a smaltire l’acido lattico in modo da non sentirsi duri e indolenziti.
La forza si ottiene con esercizi che aumentano la resistenza muscolare come la semplice ginnastica ritmica, stiramenti, flessioni, piegamenti, ed esercizi con i pesi. L’impegno dedicato a sviluppare la vostra forza dipende dalla vostra situazione. Se svolgete un lavoro fisico o un’attività atletica, una maggiore forza migliorerà le vostre capacità. Se avete un lavoro fondamentalmente sedentario e il successo nel vostro stile di vita non richiede una gran quantità di forza, potrà essere sufficiente tonificare l’organismo con un po’ di ginnastica, oltre che con esercizi di aerobica e stiramenti.
Una volta mi trovavo in palestra con un mio amico laureato in fisiologia sportiva. Si stava impegnando in modo particolare sulla forza. Mi chiese di seguirlo mentre faceva esercizi di sollevamento e mi disse che a un certo punto mi avrebbe chiesto di prendere il peso. “Ma non prenderlo finché non te lo dico”, disse deciso.
Così lo osservai, e aspettavo, pronto a prendere il peso. Il peso si alzò e si abbassò, più e più volte. E mi rendevo conto che diventava sempre più pesante. Ma il mio amico andava avanti. Cominciava a sollevarlo e io pensavo: “Non ce la può fare”. E invece ce la faceva. Poi riabbassava lentamente il peso e ricominciava a sollevarlo. Su e giù, su e giù.
Alla fine, guardai il suo volto tirato per lo sforzo, le vene sul punto di uscire dalla pelle, e pensai: “Questo adesso cade e mi collassa qui. Forse dovrei prendere il peso. Magari ha perso il controllo e non sa neanche più cosa sta facendo”. Eppure riuscì ad abbassare il peso in modo sicuro. Poi riprese a sollevarlo. Non potevo crederlo.
Quando finalmente mi disse di prendere il peso, gli chiesi:
“Perché hai aspettato così tanto?”.
“Il beneficio dell’esercizio viene quasi tutto in fondo, Stephen”, rispose. “Io cerco di acquistare forza. E questo non avviene finché la fibra del muscolo non si rompe e la fibra del nervo non registra il dolore. Poi la natura compensa ampiamente e in 48 ore la fibra è più forte”.
Lo capivo. Lo stesso principio vale anche per i muscoli emotivi, come la pazienza. Quando esercitate la pazienza oltre i limiti precedenti, la fibra emotiva si spezza, la natura compensa e in 48 ore la fibra sarà più forte.
Ora, il mio amico voleva aumentare la sua forza muscolare. E sapeva come farlo. Ma non tutti abbiamo bisogno di sviluppare quel tipo di forza per essere efficaci. “No pain, no gain” vale in alcune circostanze, ma non può rappresentare l’essenza di un efficace programma di esercizi.
L’essenza del rinnovamento della dimensione fisica è affilare la lama, esercitare con regolarità i nostri corpi, in modo da mantenere e accrescere la nostra capacità di lavorare, di adattarci, e di provare soddisfazione.
Ci vuole molta accortezza nell’elaborare un programma di esercizi. Il rischio, specie se non si sono mai fatti esercizi fisici, è quello di voler strafare. E questo può provocare dolore non necessario, lesioni, e anche danni permanenti. E meglio cominciare lentamente. Qualsiasi programma di esercizi dovrebbe essere in sintonia con le indicazioni delle ultime ricerche, le raccomandazioni del vostro medico, e con la vostra autoconsapevolezza.
Se non siete abituati a esercitarvi, il vostro corpo protesterà vivacemente contro questo cambiamento rispetto alle consuete comode regole. All’inizio non vi piacerà. Forse addirittura lo detesterete. Ma siate proattivi. Fatelo comunque. Anche se la mattina in cui pensavate di fare jogging dovesse piovere, fatelo comunque. “Oh, bene! Piove! Così esercito la mia forza di volontà oltre al mio corpo!”.
Non avete a che fare con un rimedio istantaneo; avete a che fare con un’attività da quadrante II che vi porterà formidabili risultati a lungo termine. Chiedete a chiunque l’abbia fatto con costanza. A poco a poco, il ritmo cardiaco in condizione di riposo diminuisce, mentre il cuore e il sistema di utilizzo dell’ossigeno diventano più efficienti. Aumentando la capacità del vostro corpo a fare cose sempre più impegnative, vi accorgerete che le vostre normali attività sono molto più facili e piacevoli. Avrete molta più energia nel pomeriggio, e la fatica che in passato vi aveva reso “troppo stanchi” per esercitarvi sarà sostituita da un’energia che darà vigore a tutto ciò che farete.
Probabilmente il maggior beneficio che otterrete con l’esercizio sarà lo sviluppo dei vostri muscoli della proattività (regola 1). Nella misura in cui agirete in base al valore del benessere fisico invece di reagire a tutte le forze che v’impediscono di esercitarvi, il vostro paradigma, la vostra autostima, la vostra fiducia in voi stessi, e la vostra integrità ne saranno profondamente influenzate.
7.3 La dimensione spirituale
Rinnovare la dimensione spirituale conferisce leadership alla vostra vita. C’è una grande correlazione con la regola 2.
La dimensione spirituale è il vostro nucleo, il vostro centro, il vostro impegno verso il vostro sistema di valori. È un’area molto privata e molto importante. Attinge alle fonti che ci ispirano e ci elevano, e che ci legano alle verità eterne dell’intera umanità. E le persone si rinnovano nei modi più diversi.
Io trovo il rinnovamento meditando in preghiera sulle Scritture perché esse rappresentano il mio sistema di valori. Mentre leggo e medito, mi sento rinnovato, rafforzato, riconfermato nel mio impegno a servire.
Per qualcuno immergersi nella grande letteratura o nella grande musica può portare un simile rinnovamento dello spirito. Altri lo trovano nel modo in cui comunicano con la natura. La natura trasmette le sue benedizioni a chi ci si immerge. Quando ve la sentite di voltare le spalle ai rumori e alla confusione della città e vi dirigete verso l’armonia e il ritmo della natura, ne tornate rinnovati. Per un certo tempo vi sentite tranquilli, quasi imperturbabili, finché gradualmente i rumori e la confusione esterni cominciano a invadere quel senso di pace interiore.
Arthur Gordon racconta la meravigliosa, intima storia del suo rinnovamento spirituale in un breve racconto intitolato “L’arrivo della marea”. Racconta di un periodo della sua vita in cui egli cominciò a sentire che ogni cosa era trita e monotona. Il suo entusiasmo scemava; non riusciva più a scrivere. E la situazione peggiorava di giorno in giorno.
Alla fine decise di rivolgersi a un medico. Non trovando problemi fisici, il dottore gli chiese se sarebbe stato capace di seguire le sue istruzioni per un giorno.
Gordon rispose di sì, e il medico gli disse di trascorrere il giorno seguente nel posto dov’era stato più felice da bambino. Avrebbe potuto portarsi dietro qualcosa da mangiare, ma non avrebbe dovuto parlare con nessuno, né leggere o scrivere, o ascoltare la radio. Poi gli scrisse quattro ricette e gli disse di aprirle una per una alle nove, alle dodici, alle tre e alle sei.
“Dice sul serio?” fece Gordon.
“Quando riceverà la mia parcella si accorgerà che non scherzo!” fu la risposta.
La mattina dopo Gordon andò sulla spiaggia. Aprì la prima ricetta e lesse; “Ascolta attentamente”. Pensò che il medico fosse matto. Come avrebbe potuto ascoltare per tre ore? Ma aveva accettato di seguire gli ordini del medico, e così ascoltò. Udì i consueti suoni del mare e degli uccelli. Dopo un po’ riuscì ad avvertire gli altri suoni che all’inizio non riusciva a distinguere. Mentre ascoltava, cominciò a pensare alle lezioni che il mare gli aveva impartito da piccolo; pazienza, rispetto, la consapevolezza dell’interdipendenza delle cose. Cominciò ad ascoltare i suoni - e il silenzio - e a sentire una pace crescente.
A mezzogiorno aprì il secondo foglietto e lesse “Cerca di tornare indietro”. “Tornare indietro a dove?” si domandò. Forse all’infanzia, forse a ricordi di momenti felici. Pensò al suo passato, ai molti piccoli momenti di gioia. Si sforzò di ricordarli fin nei minimi particolari. E nel ricordarli, sentì un crescente calore interiore.
Alle tre aprì il terzo foglietto. Fino a quel momento, le prescrizioni erano state facili da seguire. Ma questa era diversa; diceva “Esamina le tue motivazioni”. All’inizio si mise sulla difensiva. Pensò a quello che voleva - successo, riconoscimento, sicurezza - e le giustificò tutte. Ma dopo si trovò a pensare che quelle motivazioni non erano abbastanza buone, e che forse stava proprio lì la risposta alla sua situazione di blocco.
Considerò profondamente le sue motivazioni. Pensò alla felicità del passato. Alla fine, trovò la risposta.
“In un lampo di certezza” scrisse, “io vidi che se anche una sola motivazione è sbagliata, niente può essere giusto. Non c’è differenza tra l’essere un postino, un parrucchiere, un agente di assicurazioni, una casalinga, qualsiasi cosa. Fino a quando senti che stai servendo gli altri, fai il lavoro bene. Quando sei impegnato solo ad aiutare te stesso, lo fai meno bene, è una legge inesorabile come la gravità”.
Allo scoccare delle sei, seguire l’ultima ricetta non fu difficile. Diceva “Scrivi i tuoi guai sulla sabbia”. S’inginocchiò e scrisse alcune parole con un pezzo di conchiglia; poi si voltò e se ne andò. Non guardò indietro; sapeva che la marea sarebbe arrivata.
Il rinnovamento spirituale richiede un investimento in termini di tempo. Ma è un’attività da quadrante II che veramente non abbiamo il tempo di trascurare.
Il grande riformatore Martin Lutero affermò: "Oggi ho tanto da lare, dovrò passare un’altra ora in ginocchio.” Per lui, pregare non era un dovere meccanico, ma una fonte di potere che liberava e moltiplicava le sue energie.
Qualcuno una volta chiese a un maestro zen dell’Estremo Oriente, che aveva una grande serenità e una grande pace indipendentemente dalle difficoltà che doveva affrontare: “Come mantiene questa serenità e questa pace?”. Rispose: “Non lascio mai il mio luogo di meditazione”. Meditava di prima mattina, e per il resto della giornata portava con sé, nella mente e nel cuore, la pace di quei momenti.
L’idea è che quando ci concediamo il tempo per disegnare il centro che guida la nostra vita, quello che in ultima analisi è il vero significato della vita, esso si apre come un ombrello su qualsiasi altra cosa. Ci rinnova, ci rinfresca, specialmente se rinnoviamo il nostro impegno nei suoi confronti.
Questo è il motivo per cui io credo che una dichiarazione di mission personale sia così importante. Se abbiamo una profonda comprensione del nostro centro e del nostro scopo, possiamo rivederla e rinnovare il nostro impegno frequentemente. Nel nostro rinnovamento spirituale quotidiano, possiamo visualizzare e “vivere” gli eventi del giorno in armonia con quei valori.
Il leader religioso David O. McKay insegnava: “Le più grandi battaglie della vita si svolgono quotidianamente nelle stanze silenziose dell’anima”. Se vinciamo le nostre battaglie in questo campo, se risolviamo le questioni che provocano un conflitto interiore, avvertiamo un senso di pace, il senso del sapere ciò che facciamo. E scopriamo che le vittorie pubbliche - quando pensiamo in modo cooperativo, promuoviamo il benessere e la serenità delle altre persone, e siamo sinceramente felici dei successi degli altri - ne conseguiranno naturalmente.
7.4 La dimensione mentale
Il nostro sviluppo mentale e la nostra disciplina nello studio derivano per la maggior parte dall’istruzione formale. Ma nel momento in cui abbandoniamo la disciplina della scuola, molti di noi lasciano che le loro menti si atrofizzino. Non ci dedichiamo più seriamente alla lettura, non approfondiamo nessun nuovo argomento al di fuori del nostro campo d’azione, non pensiamo in modo analitico, non scriviamo, almeno non criticamente, o in modo da provare la nostra capacità di esprimerci con un linguaggio appropriato, chiaro e conciso. Invece, passiamo il nostro tempo a guardare la televisione.
Frequenti sondaggi indicano che nella maggior parte delle case la televisione rimane accesa tra le trentacinque e le quarantacinque ore alla settimana. Questo equivale al tempo che molti dedicano al loro lavoro, ed è maggiore di quello che la maggior parte dei ragazzi dedica alla scuola. È il più potente mezzo di influenza sociale che esista. Quando la guardiamo, siamo soggetti a tutti i valori insegnati attraverso di essa. Questo può influenzarci moltissimo in modi davvero sottili e impercettibili.
Il buon senso nel guardare la televisione necessita dell’efficace autogestione della regola 3, che vi permette di selezionare e di scegliere i programmi informativi, educativi, e d'intrattenimento che meglio servono ed esprimono il vostro scopo e i vostri valori.
Nella nostra famiglia, limitiamo le ore in cui guardiamo la televisione a circa sette la settimana, una media di circa un’ora al giorno. Abbiamo tenuto una riunione familiare in cui ne abbiamo parlato, e in cui abbiamo guardato alcuni dati su ciò che succede nelle case a causa della televisione. Abbiamo scoperto che quando una famiglia ne parla senza atteggiamenti difensivi o argomentativi, le persone cominciano a vedere la malattia della dipendenza che deriva da indigestioni di soap opera, o da diete regolari di un particolare programma.
Io sono grato alla televisione e a molti dei suoi programmi educativi e ricreativi di grande qualità. Possono arricchire la nostra vita e contribuire in modo significativo ai nostri scopi e ai nostri obiettivi. Ma ci sono molti programmi che semplicemente ci fanno perdere tempo, e cervello, e molti che ci influenzano in modo negativo, se glielo consentiamo. Come il corpo, la televisione è un buon servitore ma un cattivo padrone. Dobbiamo praticare la regola 3, e gestirci in modo efficace per massimizzare l’uso di qualsiasi risorsa utile a soddisfare le nostre missioni.
Educazione - quel processo di apprendimento continuo che allarga le nostre menti - significa rinnovamento mentale vitale. A volte questo coinvolge la disciplina dell’aula scolastica o programmi di studio sistematici; più spesso non lo fa. Le persone proattive sono in grado di trovare molti modi per educare se stesse.
E molto utile allenare la mente a stare da parte ed esaminare il proprio programma. Questa è per me la definizione di educazione liberale: la capacità di esaminare i programmi della vita in considerazione di questioni e obiettivi più ampi e di altri paradigmi. L’addestramento, senza una simile educazione, restringe e chiude la mente, in modo che gli assunti che sottendono all’insegnamento non vengono mai esaminati. Questo è il motivo per cui è importante leggere molto e confrontarsi con le grandi menti.
Non c’è modo migliore d’informare e di aprire la propria mente con regolarità che acquisire l’abitudine di leggere buoni libri. Questa è un’altra attività di grande impatto da Quadrante II. Ci permette di entrare nelle menti migliori che esistano e che siano mai esistite al mondo. Raccomando caldamente di cominciare con l’obiettivo di un libro al mese, poi di un libro ogni due settimane, e poi di uno alla settimana. “La persona che non legge non sta meglio di quella che non sa leggere”.
La letteratura di qualità, come le grandi opere, i Classici di Harvard, le autobiografie, National Geographic, e le altre pubblicazioni che accrescono la nostra consapevolezza culturale, e la letteratura contemporanea nei vari campi, possono allargare i nostri paradigmi e affilare la nostra lama mentale, in modo particolare se applichiamo la regola 5, leggendo e cercando prima di capire. Se usiamo la nostra autobiografia per emettere giudizi prematuri ancora prima di capire quello che un autore ha da dire, limitiamo i benefici che ci derivano dal leggere.
Scrivere è un altro potente modo per affilare la lama mentale. Tenere un diario dei nostri pensieri, esperienze, scoperte, e di ciò che impariamo, promuove la chiarezza mentale, il rigore e la visione d'insieme. Scrivere buone lettere, comunicare al livello più profondo dei pensieri, dei sentimenti, e delle idee, anziché al livello superficiale degli eventi - influenza la nostra capacità di pensare con chiarezza, di ragionare in modo accurato e di essere effettivamente compresi.
Organizzare e pianificare rappresentano altre forme di rinnovamento mentale associato alle regole 2 e 3. Significa iniziare con la fine in testa, ed essere capaci mentalmente di organizzarsi per raggiungere quella fine. Significa esercitare il potere immaginifico e di visualizzazione della vostra mente per vedere la fine sin dal principio, e per vedere l’intero viaggio, almeno in termini di principi se non di passi. Si dice che le guerre si vincono nella tenda del generale. Affilare la lama nelle prime tre dimensioni - fisica, spirituale e mentale - è una pratica che io chiamo “Successo Privato Quotidiano”. E vi raccomando semplicemente di dedicarvi un’ora al giorno tutti i giorni, un’ora al giorno per il resto della vostra vita.
Non esistono modi migliori di spendere un’ora, per valore e risultati, del Successo Privato Quotidiano. Influenzerà ogni decisione, ogni relazione. Migliorerà enormemente la qualità e l’efficacia, di ogni altra ora del giorno, comprese quelle che dedicherete al riposo e al sonno. Costruirà la forza fisica, spirituale e mentale che ci permetterà di affrontare nel tempo le difficili sfide a cui la vita ci porrà di fronte.
Con le parole di Phillips Brooks:
Un giorno, negli anni a venire, ti troverai a lottare con la grande tentazione, o a tremare per il grande dolore, della tua vita. Ma la vera lotta è qui, ora... Ora si decide se, nel giorno del tuo supremo dolore, o tentazione, fallirai miseramente, o vincerai gloriosamente. Il carattere non può essere plasmato che tramite un lungo, costante processo.
7.5 La dimensione sociale/emozionale
Mentre la dimensione fisica, quella spirituale e quella mentale sono strettamente connesse con le regole 1, 2 e 3 - centrate sui principi della visione e della leadership personale e della gestione di sé stessi - la dimensione sociale/emozionale si focalizza sulle regole 4, 5, e 6, centrate sui principi di leadership interpersonale, comunicazione empatica e cooperazione creativa.
Le dimensioni sociale ed emozionale della nostra vita sono legate fra loro perché la nostra vita emotiva si sviluppa e si manifesta principalmente, ma non esclusivamente, in seguito alle nostre relazioni con gli altri.
Rinnovare la dimensione sociale/emozionale non richiede tempo nel modo in cui lo richiede il rinnovamento delle altre dimensioni. Possiamo farlo nelle nostre normali interazioni quotidiane con le altre persone. Ma indubbiamente richiede esercizio. Potremmo doverci sforzare perché molti di noi non hanno raggiunto il livello del Successo Privato e le capacità del Successo Pubblico necessari perché le regole 4. fi e 6 possano manifestarsi naturalmente in tutte le nostre interazioni.
Supponiamo che voi siate una persona chiave nella mia vita. Potreste essere il mio capo, un mio dipendente, collaboratore, amico, vicino, coniuge, figlio, o un membro della mia famiglia; uno con cui voglio, o devo, interagire. Supponiamo di avere bisogno di comunicare tra noi, di lavorare insieme, di discutere di un tema vitale, di raggiungere un obiettivo o di risolvere un problema. Ma noi vediamo le cose in modo diverso; guardiamo attraverso occhiali diversi. Voi vedete la giovane donna, e io vedo la vecchia.
Così io pratico la regola 4. Vengo da voi e dico “Vedo che approcciamo questa situazione in modo diverso. Perché non ci mettiamo d’accordo per comunicare fino a quando siamo in grado di trovare una soluzione soddisfacente per entrambi? Vorrete farlo?”. La maggior parte delle persone risponderebbe “Sì”.
Allora passo alla regola 5. “Lascia che prima ti ascolti”. Invece di ascoltare con l’intenzione di replicare, ascolto empaticamente per poter comprendere in modo veramente profondo il vostro paradigma. Quando sono in grado di spiegare il vostjo punto di vista esattamente come lo spieghereste voi, mi concentro nel comunicarvi il mio, in modo che lo possiate capire altrettanto bene.
Impegnati nella ricerca di una soluzione che soddisfi entrambi, e della profonda comprensione reciproca dei rispettivi punti di vista, passiamo alla regola 6. Lavoriamo insieme per elaborare terze soluzioni alternative che entrambi, io e voi, riconosciamo migliori di quelle proposte individualmente in precedenza.
Il successo nelle regole 4, 5 e 6 non è una questione d’intelletto; è principalmente una questione di emozione. Ha una forte relazione con il nostro senso di sicurezza personale.
Se la nostra sicurezza personale ci viene dal profondo di noi stessi, allora abbiamo la forza per mettere in pratica le regole del Successo Pubblico. Se siamo emotivamente insicuri, pur essendo di notevole livello intellettuale, mettere in pratica le regole 4, 5 e 6 con persone che la pensano diversamente da noi su questioni vitali può risultare assai pericoloso.
Da dove proviene la sicurezza interiore? Non da quello che gli altri pensano di noi o da come ci trattano. Non dai copioni che ci hanno consegnato. Non dalle circostanze, o dalla nostra posizione.
Viene da dentro. Viene da paradigmi accurati e da principi corretti che si trovano nel profondo della nostra mente e del nostro cuore. Viene dalla coerenza con il paradigma “Inside-Out”, dal condurre una vita di integrità nella quale le nostre abitudini giornaliere riflettono i nostri più profondi valori.
Credo che una vita basata sull’integrità sia la principale fonte di valore personale. Non sono d’accordo con quei libri di successo popolare secondo i quali l’autostima è principalmente una questione di disposizione mentale, di atteggiamento che possiate raggiungere la pace della mente con dei trucchetti psicologici.
La pace della mente si ottiene solamente quando la vostra vita si trova in armonia con i principi e i valori veri.
Anche la sicurezza interiore arriva come risultato di un’efficace vita interdipendente. Infonde sicurezza sapere che le soluzioni Vincere/Vincere esistono, che la vita non è sempre “bianco o nero", che ci sono quasi sempre Terze Alternative reciprocamente vantaggiose. Acquisite sicurezza sapendo che potete astrarvi dal vostro modo di vedere le cose senza dovervi rinunciare, che potete capire realmente e profondamente un altro essere umano. Acquisite sicurezza quando interagite con gli altri in modo autentico, creativo e cooperativo, toccando con mano le regole dell’interdipendenza.
La sicurezza interiore viene dal servizio, dagli aiuti veri che offriamo agli altri. Lina fonte importante è il vostro lavoro, quando vi vedete sotto la luce del contributo e della creatività, facendo davvero la differenza. Un’altra fonte è il servizio anonimo, nessuno ne è al corrente e non è necessario che lo sia. Ma non è questo il punto; quello che conta è fare del bene per la vita di altre persone. La motivazione è l’influenza, non il riconoscimento.
Victor Frankl si è focalizzato sulla necessità di dare un significato e di avere uno scopo nella vita, qualcosa che trascenda l’esistenza e attinga alle nostre migliori energie. Il compianto dottor Hans Selye, nella sua monumentale ricerca sullo stress, afferma sostanzialmente che una vita lunga, sana e felice è il risultato dei contributi dati, della ricchezza di progetti significativi personalmente eccitanti, e della capacità di fare del bene alla vita di altre persone. La sua etica era “guadagnati l’amore del tuo vicino”.
Con le parole di G.B. Shaw,
Questa è la vera gioia nella vita: utilizzare la propria esistenza per uno scopo alto. Essere una forza della natura, invece di un frenetico, egoistico, piccolo ammasso di amarezze e di lamentazioni per il fatto che il mondo non si pone lo scopo della vostra felicità. Io sono dell’opinione che la mia vita appartenga all’intera comunità, e fintanto che io vivo è mio privilegio fare tutto quello che è in mio potere per essa. Desidero morire completamente esausto. Più lavoro duramente, più mi sento vivo. Amo la vita in sé e per sé. Per me la vita non è una candela corta. È una splendida torcia che mi è stata data da reggere in questo momento, e che io voglio far risplendere il più possibile prima di consegnarla alle future generazioni.
N. Eldon Tanner ha detto: “Il servizio è l’affitto che paghiamo per il nostro posto sulla terra”. E ci sono innumerevoli modi di servire. Che noi apparteniamo o meno a una chiesa, o a un’organizzazione di assistenza, o abbiamo un lavoro che ci offre splendide occasioni per fare del bene, non passa giorno che non possiamo servire almeno un altro essere umano facendo depositi di amore incondizionato.
7.6 Dare copioni agli altri
Molte persone vivono in funzione del loro specchio sociale, scritto dalle opinioni, percezioni, paradigmi di chi sta intorno a loro. In quanto individui interdipendenti, voi ed io proveniamo da un paradigma che comprende la presa di coscienza del fatto che facciamo parte di questo specchio sociale.
Possiamo scegliere di riflettere verso gli altri una visione chiara e non distorta di loro stessi. Possiamo riconoscere la loro natura proattiva e trattarli come persone responsabili. Possiamo aiutarli a darsi un copione da persone incentrate su principi, con una base di valori, indipendenti, degne di fiducia. E, con la Mentalità dell’Abbondanza, ci rendiamo conto che fornire un riflesso positivo agli altri non ci sminuisce per nulla. Ci accresce, perché accresce le nostre possibilità di stabilire un’interazione efficace con altre persone proattive.
In un certo periodo della vostra vita, probabilmente avete avuto qualcuno che credeva in voi mentre voi non credevate in voi stessi. Questo qualcuno vi ha fornito un copione. Questo ha fatto la differenza nella vostra vita?
E se voi foste uno scrittore positivo, uno che conferisce sicurezza agli altri? Quando gli altri sono spinti dallo specchio sociale ad imboccare il sentiero basso, voi li spronate verso quello alto perché credete in loro. Li ascoltate ed entrate in empatia con loro. Non gli togliete responsabilità; li incoraggiate ad essere proattivi.
Forse conoscerete il musical L’uomo della Mancia. È una storia meravigliosa su un cavaliere medievale che incontra una donna di strada, una prostituta. Tutti la riconoscono come tale.
Ma questo cavaliere poeta vede qualcos’altro in lei, qualcosa di bellissimo e dolce. Vede anche la sua virtù, e la riconosce ripetutamente. Le dà un nuovo nome - Dulcinea - un nuovo nome associato a un nuovo paradigma.
In un primo tempo essa lo nega completamente; i suoi vecchi copioni sono troppo potenti. Cancella quel sognatore dagli occhi folli. Ma egli è tenace. Fa continui depositi di amore incondizionato e a poco a poco fa breccia nel copione della donna. Entra profondamente nella sua vera natura, nel suo potenziale, e lei comincia a rispondere. Comincia a poco a poco a cambiare il suo stile di vita. Ci crede, e si comporta secondo il suo nuovo paradigma, tra la costernazione iniziale di tutte le altre persone intorno a lei.
In seguito, quando essa comincia a tornare al suo vecchio paradigma, egli la chiama al suo letto di morte e canta quella stupenda canzone, “Il sogno impossibile”, la guarda negli occhi, e sussurra, “Non dimenticare, tu sei Dulcinea”.
Una delle classiche storie sulle profezie che si autoavverano parla di un computer in Inghilterra che era stato programmato male. Una classe di alunni “intelligenti fu classificata come “tarda”, e una di ragazzi “tardi” venne etichettata come “intelligente”. E il rapporto del computer fu il primo criterio con cui gli insegnanti si crearono i paradigmi sui loro allievi.
Quando l’amministrazione scolastica scoprì l’errore, cinque mesi e mezzo dopo, decise di sottoporre gli studenti a nuovi test senza dire a nessuno cos’era successo. I risultati furono sbalorditivi.
I ragazzi “intelligenti” avevano diminuito il loro punteggio nei test sul QI. Erano stati visti e trattati come mentalmente limitati, restii a collaborare, e scarsamente ricettivi all'insegnamento. I paradigmi degli insegnanti erano diventati una profezia che si autoavvera.
Invece i punteggi conseguiti dal gruppo dei supposti “tardi erano saliti. I professori avevano trattato questi alunni come se fossero stati intelligenti, e la loro energia, la loro speranza, il loro ottimismo e il loro entusiasmo avevano riflesso per questi ragazzi elevate aspettative individuali.
A questi insegnanti fu chiesto com’era andata nelle prime settimane. “Per qualche motivo”, risposero, “i nostri metodi non hanno funzionato. Abbiamo dovuto cambiarli”. L’informazione del computer rivelava che i ragazzi erano intelligenti; se le cose non andavano bene voleva dire che erano sbagliati i metodi d’insegnamento. Così lavorarono sui metodi. Furono proattivi; lavorarono nella loro Sfera d’influenza. L’apparente incapacità ad apprendere non era altro che scarsa flessibilità degli insegnanti.
Che cosa riflettiamo agli altri circa loro stessi? E in che misura tale riflesso influenza le loro vite? Abbiamo così tanto da investire nei Conti Correnti Emozionali degli altri. Più riusciamo a vedere le persone rispetto al loro potenziale nascosto, più possiamo usare la nostra immaginazione, anziché la nostra memoria, con il coniuge, i figli, i collaboratori, i dipendenti. Possiamo rifiutarci di etichettarli, possiamo “vederli” in modi nuovi ogni volta che siamo con loro. Possiamo aiutarli a diventare persone indipendenti e realizzate, capaci di costruire relazioni con gli altri profondamente soddisfacenti, arricchenti, e produttive.
Goethe insegnò, “Tratta un uomo per quello che è ed egli rimarrà quello che è. Tratta un uomo per come può e deve essere ed egli diventerà come può e deve essere”.
7.7 Equilibrio nel rinnovamento
Il processo di autorinnovamento deve comprendere un rinnovamento equilibrato in tutte e quattro le dimensioni della nostra natura: fisica, spirituale, mentale e sociale/emozionale.
Anche se il rinnovamento è importante in ogni singola dimensione, esso diventa efficace in modo ottimale solo quando ci si dedica in modo saggio ed equilibrato a tutte e quattro le dimensioni. Trascurare anche una sola area impatta negativamente sulle altre.
Io trovo che ciò sia vero sia nelle organizzazioni sia nella vita dei singoli individui. In un’organizzazione, la dimensione fisica si esprime in termini economici. La dimensione mentale o psicologica riguarda il riconoscimento, lo sviluppo, e l’uso del talento. La dimensione socio/emozionale ha a che fare con le relazioni umane, con il modo in cui le persone vengono trattate. E la dimensione spirituale ha a che fare con la ricerca di un significato attraverso uno scopo, o il contributo, e attraverso la coerenza dell’organizzazione.
Quando un’organizzazione trascura una o più di queste aree, ne subisce un impatto negativo. Le energie creative che potrebbero produrre una formidabile sinergia positiva vengono invece usate per combattere l’organizzazione e diventano zavorre per la crescita e la produttività. Ho conosciuto organizzazioni la cui unica motivazione è economica: fare soldi. Normalmente questo obiettivo non viene pubblicizzato. A volte addirittura pubblicizzano qualcos’altro. Ma in fondo il loro unico desiderio è quello di fare soldi.
Ogni volta che mi capita, scopro nella cultura anche una gran quantità di sinergia negativa che genera disfunzioni come rivalità fra i vari uffici, comunicazione di tipo difensivo e protettivo, politiche personali, e metodi tirannici. Non possiamo prosperare davvero senza fare soldi, ma questo non è un motivo sufficiente perché un’organizzazione esista. Non possiamo vivere senza mangiare, ma non viviamo per mangiare.
D’altra parte, ho conosciuto organizzazioni che si concentravano quasi esclusivamente sulla dimensione socio/emozionale. In un certo senso rappresentano una sorta di esperimento sociale, e non hanno criteri economici nel loro sistema di valori. Non misurano né giudicano la loro efficacia operativa, e di conseguenza perdono di efficienza e, in ultima analisi, della capacità di sopravvivere sul mercato.
Ho conosciuto molte organizzazioni che sviluppano tre delle quattro dimensioni: possono avere buoni criteri di servizio, economici, e di relazioni umane, ma non sono veramente interessate a identificare, sviluppare, utilizzare, e riconoscere il talento delle persone. E se mancano queste forze psicologiche, lo stile rifletterà una benevola autocrazia, e la cultura risultante registrerà diverse forme di resistenza collettiva, antagonismi, un eccessivo turnover, e altri profondi e cronici problemi culturali.
Sia l’efficacia organizzativa che quella individuale richiedono lo sviluppo e il rinnovamento di tutte e quattro le dimensioni, in modo saggio ed equilibrato. Ogni dimensione trascurata creerà un campo di resistenza di segno negativo che va contro l’efficacia e la crescita. Le organizzazioni e gli individui che valorizzano ciascuna di queste quattro dimensioni nelle loro dichiarazioni di missione personale creano una poderosa struttura per il rinnovamento equilibrato.
Questo processo di continuo miglioramento è il marchio di garanzia del “Movimento della Qualità Totale” e una delle chiavi della crescita economica giapponese.
7.8 Sinergia nel rinnovamento
Il rinnovamento equilibrato è sinergico in modo ottimale. Le cose che fate per affilare la lama in una qualsiasi delle dimensioni hanno un impatto positivo sulle altre perché sono fortemente interrelate. La vostra salute fisica si riflette sulla vostra salute mentale; la vostra forza spirituale influisce sulla vostra forza socio/emozionale. Migliorare in una dimensione significa migliorare le vostre capacità nelle altre.
Le Sette Regole per Avere Successo creano un'ottima sinergia fra queste dimensioni. Il rinnovamento in una qualsiasi dimensione migliora la nostra capacità di vivere almeno una delle Sette Regole. E sebbene le regole siano sequenziali, migliorare in una di esse aumenta la vostra capacità di vivere le altre.
Più siete proattivi (regola 1), più efficacemente potete esercitare la leadership personale (regola 2) e il management (regola 3) nella vostra vita. Più efficacemente gestite la vostra vita (regola 3), maggiori saranno le attività rinnovatrici del Quadrante II che potete svolgere (regola 7). Se cercate prima di capire (regola 5), più efficacemente potete ottenere soluzioni sinergiche Vincere/Vincere (regole 4 e 6). Più migliorate in una delle regole che conducono all’indipendenza (regole 1, 2, e 3), più efficaci sarete in situazioni di interdipendenza (regole 4, 5 e 6). E il rinnovamento (regola 7) è il processo che rinnova tutte le altre regole.
Quando rinnovate la vostra dimensione fisica, rinforzate la vostra visione personale (regola 1), il paradigma dell'autoconsapevolezza e della libera volontà, della proattività, della certezza di essere liberi di agire anziché subire l’azione altrui, di scegliere la vostra risposta personale a qualsiasi stimolo. Questo probabilmente è il più grande beneficio dell’esercizio fisico. Ogni Successo Privato Quotidiano rappresenta un deposito sul vostro conto di sicurezza interiore.
Nel rinnovare la vostra dimensione spirituale, rinforzate la leadership personale (regola 2). Aumentate la vostra capacità di vivere sulla base dell’immaginazione e della coscienza anziché solo sulla base della memoria, di comprendere profondamente i vostri più intimi paradigmi e valori, di creare all’interno di voi un centro di principi corretti, di definire la vostra unica missione nella vita, di riscrivervi per vivere la vostra vita in armonia con giusti principi e attingere alle vostre fonti personali di forza. La ricca vita privata che create con il rinnovamento spirituale effettua enormi depositi sul vostro conto di sicurezza personale.
Nel rinnovare la vostra dimensione mentale, rafforzate il management personale (regola 3). Pianificando, costringete la vostra mente a riconoscere attività ad alto potenziale da Quadrante II, obiettivi prioritari e attività volte a massimizzare l’uso del vostro tempo e della vostra energia, e organizzate e agite in base alle nostre priorità. Se siete coinvolti in un programma di apprendimento continuo, allargate la vostra base di conoscenza e aumentate le opzioni. La vostra sicurezza economica non sta nel vostro lavoro; risiede nella vostra capacità di produrre, di pensare, d’imparare, di creare, di adattare. Questa è la vera indipendenza finanziaria. Non significa avere ricchezza; significa avere la capacità di produrre ricchezza. E intrinseco.
Il Successo Privato Quotidiano - un minimo di un’ora al giorno dedicata al rinnovamento fisico, spirituale e mentale - è la chiave che vi permette di sviluppare le sette regole ed è completamente all’interno della vostra Sfera d’influenza. È il tempo focalizzato sul Quadrante II necessario per integrare queste regole nella vostra vita, per mettere i principi al centro.
È anche il fondamento del Successo Pubblico Quotidiano. È la fonte di sicurezza interiore di cui avete bisogno per affilare la lama nella dimensione socio/emozionale. Vi dà la forza personale per focalizzarvi sulla vostra Sfera di
Influenza in situazioni interdipendenti, per guardare gli altri attraverso il paradigma della Mentalità dell'Abbondanza, per apprezzare sinceramente le differenze, e per essere felici del loro successo. Vi fornisce la base per lavorare verso una vera comprensione e verso soluzioni sinergiche Win/Win, per praticare le regole 4, 5 e 6 in una realtà interdipendente.
7.9 La spirale ascendente
Il rinnovamento è il principio - e il processo - che ci spinge a muoverci in una spirale ascendente di crescita e di cambiamento, di miglioramento continuo.
Per ottenere progressi sensibili e costanti lungo questa spirale, dobbiamo considerare un altro aspetto del rinnovamento che si riflette sulla facoltà esclusivamente umana che dirige questo movimento ascensionale: la nostra coscienza. Con le parole di Madame de Stael: “La voce della coscienza è così delicata che è facile soffocarla: ma è anche così chiara che è impossibile fraintenderla.”
La coscienza è la facoltà che ci permette di avvertire la nostra coerenza o meno con i giusti principi, e che ci innalza verso di loro quando è in forma.
Allo stesso modo in cui l’educazione dei nervi e dei tendini è d’importanza vitale per il grande atleta e l’educazione della mente lo è per lo studioso, l’educazione della coscienza è vitale per la persona veramente proattiva. Allenare ed educare la coscienza, però, richiede una concentrazione ancora più grande, una disciplina più equilibrata, uno stile di vita più coerentemente onesto. Richiede che ci nutriamo regolarmente di letteratura in grado d’ispirarci, che concepiamo nobili pensieri e che, soprattutto, viviamo in armonia con la sua ancor piccola voce.
Così come il cibo malsano e la mancanza di esercizio possono rovinare le condizioni di un atleta, le cose oscene, crude o pornografiche possono generare una tenebra interiore che oscura la nostra superiore sensibilità e sostituisce alla coscienza di origine naturale o divina (“Che cos’è giusto o sbagliato?”) la coscienza sociale (“Verrò scoperto?”).
Nelle parole di Dag Hammarskjòld:
Non possiamo scherzare con l’animale che è in noi senza diventare completamente animali, scherzare con la menzogna senza rinunciare al nostro diritto alla verità, scherzare con la crudeltà senza perdere la nostra sensibilità intellettuale. Chi vuol tenere il giardino pulito non riserva un appezzamento alle erbacce.
Una volta che siamo autoconsapevoli, dobbiamo scegliere obiettivi e principi con cui vivere; in caso contrario il vuoto sarà riempito, e noi perderemo la nostra autoconsapevolezza, diventando come le bestie che vivono principalmente per la sopravvivenza e la riproduzione. Le persone che si trovano a questo livello non stanno vivendo; sono “esseri vissuti”. Reagiscono, inconsapevoli delle facoltà uniche che sonnecchiano latenti e non sviluppate dentro di loro.
Non esistono scorciatoie per svilupparle. Comanda la legge del raccolto; raccogliamo sempre quanto abbiamo seminato, né più, né meno. La legge della giustizia è immutabile, e maggiormente ci allineiamo a principi corretti, meglio sapremo valutare come funziona il mondo, e più accurati saranno i nostri paradigmi, le nostre mappe del territorio.
Sono convinto che nel crescere e svilupparci sulla spirale ascendente, dobbiamo essere diligenti nel processo di rinnovamento, educando la nostra coscienza e ubbidendole. Una coscienza sempre più educata ci condurrà sul sentiero della libertà personale, della sicurezza, della saggezza e del potere.
Muoversi lungo la spirale ascendente significa imparare, impegnarsi e agire su piani sempre più elevati. Inganniamo noi stessi se pensiamo che una sola qualsiasi di queste cose sia sufficiente. Per continuare a progredire dobbiamo imparare, impegnarci e fare, imparare, impegnarci e fare, e poi imparare, impegnarci e fare nuovamente.'