GLOSSARIO

Accampamento da marcia: campo fortificato eretto dai legionari alla fine di una giornata di marcia.

Acta Diurna: l’equivalente romano del Daily News; il primo quotidiano mai apparso al mondo. Gli Acta, scritti a mano, venivano esposti sul Palatino e poi diffusi in tutto l’impero. La loro origine risale a Giulio Cesare (59 a.C.).

Aquila: la sacra insegna di una legione, originalmente in argento, più tardi in oro.

Aquilifer: il soldato che portava in battaglia l’aquila della legione.

Ausiliario: individuo privo della cittadinanza romana ma in servizio presso l’esercito imperiale, soprattutto nei reparti della fanteria leggera e della cavalleria. Gli ausiliari erano reclutati in tutte le province; il loro periodo di leva, in epoca imperiale, era di venticinque anni. La loro paga era inferiore a quella dei legionari. Dal I secolo d.C. in poi, gli ausiliari acquisivano la cittadinanza romana al momento del congedo. I loro comandanti erano i prefetti.

Ballista: macchina bellica in grado di scagliare giavellotti o pietre sferiche di un peso variabile dalle sessanta alle cento libbre (dai ventisette ai quarantacinque chilogrammi).

Campo invernale: campo permanente dove una legione risiedeva da ottobre a marzo.

Capo centurione (Primus pilus): il centurione di rango più elevato della legione.

Cavaliere: membro dell’ordine equestre, basato sul censo. Un cavaliere era qualificato per diventare prefetto o senatore, purché disponesse di un patrimonio di almeno 400 000 sesterzi. Durante l’età imperiale, i cavalieri avevano l’obbligo, tra i diciotto e i diciannove anni, di sottoporsi a sei mesi di addestramento militare nell’esercito.

Centuria: unità fondamentale della legione romana. In epoca repubblicana contava su un centinaio di uomini; in età imperiale su un’ottantina di effettivi, divisi in dieci squadre e al comando di un centurione.

Centurione: ufficiale di una legione o della guardia pretoriana. Ogni legione ne contava sessanta. Il ruolo si articolava in undici gradi, da – in termini moderni – sottotenente a capitano. Di solito il centurione proveniva dai ranghi delle truppe e diventava tale per promozione. Nell’ultimo scorcio della repubblica e nella prima epoca imperiale c’erano anche centurioni appartenenti all’ordine equestre.

Colonnello: vedi Tribuno.

Console: l’autorità più elevata dopo l’imperatore. Due consoli, eletti ogni anno, condividevano la presidenza del senato. Il console, inoltre, aveva il comando dell’esercito (con il grado, in termini moderni, di generale di corpo d’armata). Gli ex consoli erano i primi a parlare nei dibattiti in senato, e potevano aspirare al governo delle province più importanti.

Coorte: unità dell’esercito romano equivalente a un battaglione. Ogni legione ne contava dieci. Ai tempi di Giulio Cesare, una coorte era costituita da seicento uomini. In epoca imperiale, le coorti dalla seconda alla decima disponevano di quattrocento uomini, mentre la prima coorte anziana era formata da novecentosessanta effettivi. I veterani al secondo ingaggio prestavano servizio nelle coorti anziane.

Corona civica: corona di foglie di quercia che premiava il valore e il coraggio. Spettava a chi aveva salvato la vita a un cittadino romano nel corso di una battaglia. Era un riconoscimento molto ambito.

Corona muraria: corona d’oro con cui si premiava il primo soldato romano che avesse scalato le mura di una città nemica.

Cursus publicus: il servizio postale dell’impero, assicurato da veicoli a ruote e corrieri a cavallo. I cavalli venivano cambiati nelle stazioni di posta. Queste ultime erano controllate da ispettori ogni dieci miglia (o anche meno). Ostacolare il servizio di posta era un reato capitale.

Decimazione: letteralmente, eliminazione di uno ogni dieci. Estrema misura disciplinare per punire casi di ammutinamento o codardia. Il reparto soggetto a decimazione era diviso in gruppi di dieci legionari. Ciascun gruppo sceglieva a sorte un singolo soldato, che veniva ucciso dai suoi compagni. Per quanto ne sappiamo, la Nona legione (in seguito Nona Hispana) fu l’unica a subire due volte la decimazione.

Decurione: ufficiale della cavalleria legionaria. Ogni unità a cavallo ne comprendeva quattro. Il decurione poteva anche essere un ufficiale civile con compiti amministrativi.

Duplicarius: legionario che godeva di una paga raddoppiata per i servizi resi.

Evocati: in epoca imperiale, veterani richiamati in servizio, sotto le vecchie insegne, per casi di emergenza. Il loro nuovo impegno si protraeva, con ogni probabilità, per quattro anni (come nell’età repubblicana).

Fante di marina: soldato in servizio per ventisei anni su una nave da guerra. Di solito si trattava di un liberto. La sua paga era inferiore a quella di un ausiliario.

Fasci: portati dai littori, costituivano il simbolo del potere sanzionatorio dei magistrati romani. Si trattava di un insieme di bastoni di legno stretti attorno a una scure. I legati avevano cinque fasci; i pretori, sei; i consoli e molti imperatori, dodici; i dittatori e qualche imperatore, ventiquattro.

Fregata: nave da guerra di media grandezza (trireme e quinquereme). La quinquereme era lunga 120 piedi e larga 17 (circa trentacinque metri per cinque). L’equipaggio era composto da 270 rematori, 30 marinai e 160 fanti di marina.

Gemina legio: legione «gemella» prodotta dalla fusione di due legioni precedenti.

Gladius: la spada d’ordinanza dei legionari, lunga venti pollici (cinquanta centimetri), a doppio taglio e con l’estremità appuntita.

Guardia pretoriana: fondata in epoca repubblicana per proteggere Roma, la guardia pretoriana divenne durante l’impero una forza di polizia militare, di solito stanziata in Italia, a sud del fiume Po. I suoi componenti, reclutati in Italia, erano pagati meglio dei legionari e godevano di un periodo di servizio più breve (sedici anni). Nel 23 d.C., il quartier generale della guardia fu spostato nei castra praetoria di Roma. Le sue unità variavano da sette a quattordici coorti di un migliaio di uomini, più qualche reparto di cavalleria, di forza sconosciuta. La guardia scortava l’imperatore quando questi lasciava Roma e partecipava alle sue campagne militari.

Imperator: titolo onorifico. Letteralmente, capo o comandante. Costituiva l’onore più alto per un generale. Il titolo di «imperatore» deriva appunto da imperator.

Lancia d’oro: premio al valore militare, meno prestigioso della corona civica e della torque.

Legione: l’unità operativa per eccellenza dell’esercito romano. Il nome latino, legio, deriva dal verbo legere, cioè «raccogliere insieme». Nell’età repubblicana una legione era costituita da 6000 uomini; durante l’impero da 5345 soldati e 72 ufficiali. All’inizio del I secolo d.C. esistevano ventotto legioni, numerate da I a XXVIII. Dal 100 d.C. ci furono trenta legioni, ma nel frattempo cinque erano state spazzate via, undici cancellate e diciotto costituite ex novo.

Legionario: soldato di una legione, per lo più coscritto, ma sempre provvisto di cittadinanza romana. Durante l’impero, molti legionari erano reclutati fuori dai confini italiani. In epoca repubblicana l’età dei coscritti andava dai diciassette ai vent’anni, mentre il servizio di leva durava sedici anni. Nell’età imperiale, l’eta dei coscritti era di vent’anni. A partire dall’ultimo scorcio del regno di Augusto, il periodo di servizio fu allungato a venti anni.

Liberto: ex schiavo al quale era stata concessa ufficialmente la libertà.

Liburna: nave militare di piccolo tonnellaggio, molto veloce. Lunghezza: 108 piedi (quasi 32 metri), larghezza: 12 piedi (3 metri e mezzo). Equipaggio: 144 rematori, 10-15 marinai, 40 fanti di marina.

Littori: aiutanti dei più alti magistrati romani. Erano loro a portare i fasci.

Lustratio: la lustratio exercitatio («esercizio di purificazione») era un rito religioso celebrato dalle legioni nel mese di marzo. Prima di iniziare una nuova campagna, i legionari purificavano le loro insegne con essenze profumate e le adornavano di ghirlande.

Manipolo: unità legionaria equivalente all’odierna compagnia. In epoca imperiale un manipolo era costituito da 160 uomini. Ciascuna coorte comprendeva tre manipoli.

Onagro: una sorta di catapulta messa a punto dai greci nel III secolo a.C.

Optio: vicecomandante di una centuria o di uno squadrone di cavalleria; sottufficiale con compiti addestrativi, amministrativi e di segretariato.

Orbis: schieramento difensivo ad anello di una legione romana.

Palatino: residenza privata e quartier generale dell’imperatore a Roma. Il primo complesso architettonico fu fatto costruire da Augusto sul colle Palatino, da cui prese il nome. Da allora in poi il quartiere generale di tutti gli imperatori fu sempre chiamato così, anche quando non si trovava a Roma.

Paludamentum: mantello indossato da un generale romano. Durante la repubblica era di colore scarlatto; in epoca imperiale, a seconda dell’importanza gerarchica dei comandanti, era scarlatto oppure porpora.

Parola di riconoscimento: parola d’ordine in un campo militare romano. Veniva cambiata ogni giorno, al tramonto.

Pluteo: piccolo riparo mobile su tre ruote, particolarmente usato quando si cingeva d’assedio una città o una fortezza.

Porta decumana: porta principale di un campo legionario, orientata in direzione opposta a quella del nemico.

Porta pretoria: porta del campo legionario orientata in direzione del nemico.

Praetorium: quartier generale di un campo legionario.

Prefetto: comandante di unità ausiliarie, della guardia pretoriana o della guardia cittadina. Il prefetto doveva appartenere all’ordine equestre. Questa figura ha anche governato la provincia egizia e, dal 6 al 41 d.C., la Giudea.

Prefetto del campo (Praefectus castrorum): ufficiale legionario, ex centurione, terzo in comando dopo il comandante in capo e il tribuno anziano. Il prefetto del campo si occupava anche della fureria.

Pretore: magistrato anziano e generale di divisione. Esercitava il comando su legioni e armate.

Primi ordines: i sei centurioni con maggiore anzianità di servizio in una legione.

Procuratore: funzionario romano di rango superiore al prefetto, talvolta con il mandato di governatore di piccole province.

Quadriga: cocchio romano trainato da quattro cavalli. Durante i trionfi si usava una quadriga dorata.

Questore: magistrato romano di grado minore, responsabile per il tesoro e le finanze. Dall’anno 82 a.C. l’età minima per accedere a questa carica era di trent’anni. All’epoca di Giulio Cesare i questori erano quaranta. Augusto ne ridusse il numero a venti.

Scorpione: in latino, scorpio. Arma da getto, munita di dardi o giavellotti a punta metallica.

Senato: l’organo assembleare più importante dello stato romano. Per accedervi occorreva disporre di un patrimonio di un milione di sesterzi, essere qualificati per incarichi militari e consolari, e possedere un’età minima (in epoca imperiale) di 30 anni.

Septireme: nave da guerra romana, 145 piedi (43 metri) di lunghezza e 28 (8 metri e mezzo) di larghezza. L’equipaggio era composto da 572 rematori, 30 marinai e più di 250 fanti di marina.

Signifer: portatore delle insegne legionarie.

Stagione di campagna: il periodo delle campagne militari, tradizionalmente dai primi di marzo al 19 ottobre; dopodiché, le legioni facevano ritorno ai loro accampamenti invernali.

Tessera: tavoletta di cera che riportava la parola d’ordine del giorno.

Tesserarius: legionario che aveva il compito di distribuire la tessera ai suoi compagni.

Testudo: tecnica difensiva che consisteva nell’unire gli scudi sopra le proprie teste e ai propri lati, come una testuggine.

Tiro: recluta.

Toga virilis: toga dell’età adulta, che coincideva con il compimento dei quindici anni.

Torque: collare d’oro; uno dei più prestigiosi riconoscimenti romani al valor militare.

Tribunal: in un campo legionario, piattaforma situata di fronte agli alloggi dei tribuni. Era utilizzata per tenere discorsi o amministrare la giustizia.

Tribuno: ufficiale di una legione o della guardia pretoriana. Nella legione dell’età repubblicana, sei tribuni di grado eguale si dividevano il comando. Nella legione dell’età imperiale c’erano il tribunus angusticlavius (allievo ufficiale di stato maggiore con un periodo di servizio di sei mesi: ogni legione ne contava cinque) e il tribunus laticlavius (comandante in seconda). Non sappiamo quanti fossero i tribuni della guardia pretoriana. C’erano poi i tribuni della plebe, di nomina elettiva, i cui poteri di origine repubblicana furono poi assorbiti dall’imperatore.

Trionfo: prestigiosa parata attraverso Roma di un generale vittorioso, assiso su una quadriga dorata e accompagnato dalle sue truppe, dai nemici catturati e dal bottino di guerra. Il trionfo era autorizzato ufficialmente da un voto del senato.

Triumphalia: le decorazioni e le insegne di un condottiero vittorioso (mantello cremisi, corona di foglie d’alloro, bastone d’avorio, carro trionfale). In seguito, il conferimento di questi oggetti sostituì il trionfo vero e proprio.

Turni di guardia: in un campo militare romano, il tempo era scandito da turni di guardia della durata di tre ore, terminate le quali, al segnale di una tromba, nuove sentinelle sostituivano quelle precedenti. Il comandante delle guardie era un tribuno.

Uomini di secondo ingaggio: legionari che, terminato il loro servizio di leva, si offrivano volontariamente per un nuovo periodo sotto le armi. Questo periodo poteva andare dai sedici ai venti anni.

Uomini di terzo ingaggio: legionari che si offrivano volontariamente per un terzo periodo di servizio.

Tassa di licenza: negli accampamenti legionari, un soldato su quattro poteva ottenere una licenza pagando una tassa al suo centurione. Nel 69 d.C., questo pagamento divenne a carico dello stato.