Capitolo 131
A proposito di una maldicenza
Non avevo ancora finito di pronunciare la parola dovuta al procedimento ventriloquo-mentale di cui sopra – e si trattava di semplice constatazione, senza alcun rimorso – che sentii una mano sulla spalla. Mi girai; era un vecchio amico, un simpatico ufficiale di Marina, di maniere un po’ rozze. Sorrise malizioso e disse: «Vecchio mascalzone! Ricordi i tempi andati, eh?».
«Evviva i tempi andati!».
«Sarai stato appena reintegrato in servizio».
«Ma vattene, svergognato!», gli dissi minacciandolo col dito.
Un dialogo veramente indiscreto, lo confesso – in particolare l’ultima replica. E lo confesso con tanto più piacere perché di solito sono le donne ad avere fama di indiscrete, né voglio arrivare in fondo a questo libro senza correggere una simile concezione dell’animo umano. Nei casi di illecito amoroso, ho conosciuto uomini capaci di negare di malavoglia sfoderando un sorriso, freddamente, a monosillabi e via dicendo, mentre le loro compagne uscivano fuori di testa e sarebbero state capaci di giurare sul Vangelo che erano tutte maldicenze. Il motivo di questa differenza è che le donne si consegnano all’amore anima e corpo (fatta salva l’ipotesi di cui al capitolo 101, e altre ancora) si tratti dell’amore-passione di Stendhal o di quello puramente fisico di certe romane, per esempio, o polinesiane, o lapponi, bantu, e magari anche di altre etnie e culture; gli uomini, invece – parlo degli uomini appartenenti a società colte ed eleganti –, a questo sentimento cumulano la vanità. Per una donna inoltre (mi riferisco sempre ai casi citati) amare un altro uomo è come infrangere un dovere, quindi va nascosto con il massimo degli artifici; mentre l’uomo, sentendosi causa dell’infrazione e vincitore sopra l’altro uomo, si riempie di legittimo orgoglio e passa ben presto a un diverso sentimento, meno ferocemente celato – la dolce fatuità di lasciar trasparire in modo lampante le proprie vittorie.
Comunque, vera o meno che sia la mia interpretazione, l’importante è lasciare nero su bianco, qui, a uso dei posteri, che l’indiscrezione femminile è una truffa inventata dagli uomini; in amore, se non altro, le donne sono un’assoluta tomba. Se si tradiscono è molto spesso per goffaggine, per nervosismo, per non aver saputo resistere a un gesto, a uno sguardo; ecco perché una gran dama di spirito, la regina di Navarra, sembra abbia impiegato molto tempo fa la seguente metafora, per dire che qualsiasi avventura è destinata a venire alla luce prima o poi: «Non c’è cagnolino così bene addestrato che presto o tardi non si faccia scappare un abbaio».