San Gennaro ci ha messo una pezza

Un giorno leggevo distrattamente le news sul computer quando appresi che il miracolo di san Gennaro non era avvenuto. Il miracolo si ripete ogni anno in tre occasioni: il 19 settembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio, e il sedici dicembre. Cliccai sul titolo e, in effetti, l’articolo diceva che fino a quel momento il sangue non si era sciolto e che per questo c’erano moltissimi fedeli in ambasce.

Non oso definirmi un religioso, parola troppo complessa, ma un credente sì. Anzi “credente” mi sembra proprio il termine giusto, parola nobile che appartiene ai sognatori, che sono quelli che in genere spendono bene la loro vita. Ebbene, io credo innanzitutto che quelle maestose sfere che lassù girano in tondo in un seducente ballo debbano essere per forza di cose mosse da un grande giocoliere. E credo che anche le stelle facciano parte della scenografia voluta da Lui che, in fondo, dev’essere anche un romanticone. O magari mi sbaglio e le stelle sono messe lì a casaccio, frutto di un semplice starnuto del nostro marionettista magico. Credo, in ogni caso, che Lui di magia se ne intenda, perché se no come ha fatto a inventare la gravità, che è una cosa proprio magica, che non si vede e non si sente, eppure ci permette di avere il mare, che altrimenti se ne starebbe sospeso per aria, a vagare a zonzo per l’universo.

E poi credo nell’energia, che ci scorre dentro come sangue e ci fa sorridere, correre e amare. Già, il sangue. A oggi la liquefazione del sangue del santo resta un evento “prodigioso”, come lo definisce la Chiesa che, a differenza dei fedeli, è sempre rimasta prudente e non ha mai parlato di miracolo. Miracolo o no, prodigio o non prodigio, credenti o non credenti, per noi napoletani il sangue s’addà squaglià. Su questo non si discute. Perciò, sono sincero, la notizia mise in apprensione anche me, che non sarò un religioso doc ma sempre napoletano sono, e per questo superstizioso dalla nascita. D’altronde in questa città fede e scaramanzia camminano a braccetto, senza che la prima si senta offesa dalla presenza al suo fianco della seconda, come due vecchie zie che si sostengono a vicenda. Però poi pensai che, diamine, sono un uomo di oltre quarant’anni, non potevo farmi turbare da una notizia simile, che se anche si trattasse davvero di un miracolo, si è mai visto un miracolo a comando, tre volte l’anno? Sennonché l’occhio mi cadde su un altro titoletto che elencava le date nelle quali il sangue non si era sciolto: nel trentanove e nel quaranta, in prossimità della guerra mondiale, nel quarantatré, anno dell’occupazione nazista, nel settantatré, quando Napoli fu colpita dal colera, e nell’ottanta, pochi mesi prima del terremoto. Insomma, il piccolo elenco storico provocò in me un rigurgito di scaramanzia. “Va be’, dai, si scioglierà più tardi,” mi dissi per rincuorarmi prima di tornare alle mie cose.

La giornata poi mi avvinghiò con i suoi lunghi tentacoli e dimenticai san Gennaro e il suo sangue. Ero già a casa quando corsi a leggere la notizia, con un pizzico di apprensione che tornava a fare capolino. E se non si è sciolto, mi dicevo, come faremo? Vuoi vedere che deve arrivare qualche altro cataclisma? D’altronde san Gennaro mica è fesso, sa bene che quaggiù, nell’ultimo periodo, ci sta poco da salvare. Ma dai, non puoi credere a queste fandonie, rispondeva un’altra vocina mentre aprivo la pagina internet. Pochi secondi e appresi che il sangue del santo si era infine sciolto nel tardo pomeriggio, scatenando urla festanti fra i numerosi fedeli. Meno male, pensai, anche stavolta il nostro protettore ha deciso di metterci una pezza.

Chiusi il tablet con un sorriso e, quando mia moglie si avvicinò per domandarmi se il miracolo fosse avvenuto, le risposi con finta noncuranza. Lei tirò un sospiro di sollievo e domandò se anch’io non fossi stato un po’ in agitazione.

“Ma dai, lo sai che non credo a queste cose,” risposi con aria di superiorità mentre mi dileguavo in salotto.

Sarò pure un credente, ma di certo non sono un buon cattolico.

Dico le bugie.

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