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Il PM Gaspare Brogi era partito da Pisa mezz’ora dopo essere stato avvisato da Rambaldi. Al telefono si erano scambiati poche parole, concordando sul fatto che la gravità della situazione richiedesse la presenza del magistrato sul posto. Durante il tragitto in auto, Brogi aveva rintracciato, al cellulare, la moglie della vittima, Paola Corsi. La donna era parsa sorpresa dalla telefonata. Disse di trovarsi a Livorno dove era andata a far visita a un’amica in casa della quale aveva trascorso la notte precedente. Brogi era rimasto sul vago, chiedendole di raggiungerlo a Peccioli per questioni legate all’indagine sulla morte di Roberta Savio che coinvolgevano sia lei che il marito. Si era offerto di mandarla a prendere da una pattuglia ma la donna aveva rifiutato. Il sostituto procuratore aveva specificato che si trattava di semplici ma urgenti informazioni. La donna, benché contrariata, aveva risposto che sarebbe partita subito, per essere a Peccioli a metà mattinata. Non aveva chiesto del marito e non aveva fatto altre domande.

Dopo aver visitato la scena del crimine con Rambaldi, Gaspare Brogi si era sistemato nell’ufficio del comandante di stazione, ad attendere l’arrivo della donna. Per prima cosa l’avrebbe informata del vero motivo di quella convocazione, per studiare la sua reazione in diretta. Voleva valutare la possibilità che fosse coinvolta nell’orribile delitto.

Il sindaco, Duccio Mascagni, era irreperibile. Non rispondeva al cellulare e non era a casa. Nemmeno al municipio avevano sue notizie.

Mauro Rambaldi entrò nell’ufficio senza bussare. «È arrivato il maggiore Tosti, coordinerà la squadra rilievi scientifici. Da questo momento è lui che dirige le danze.»

«Bene» rispose Brogi. «Chi ha lasciato dei suoi sul posto?»

«Santamaria e Corda. Con i due agenti stanno battendo il circondario per capire se qualcuno ha visto o sentito qualcosa. Ho chiesto due pattuglie, da Pontedera e da Ponsacco. Si occuperanno della viabilità e dell’ordine pubblico. Stanno arrivando i giornalisti, fra poco laggiù sarà un casino.»

«Serse Barani era un uomo importante, questo omicidio farà scalpore. E verrà automaticamente collegato a quello di sei giorni fa. Si prepari alla marea di letame che ci scaricheranno addosso.»

«Senta, dottor Brogi,» disse Rambaldi lasciandosi cadere su una delle poltroncine di fronte alla scrivania «non sono abituato a mollare il colpo, ma devo ammettere che non ho fatto nessun progresso e non ho nemmeno una linea investigativa precisa da seguire. Se vuole affidarsi a qualcun altro si senta libero di farlo.»

«Vuole lasciarmi nella merda proprio adesso? Abbandonare la nave che affonda come uno Schettino qualsiasi? Non glielo permetterò! L’ho scelta perché la ritengo il migliore e non ho cambiato idea negli ultimi giorni. Lei resta al suo posto, perdio, e risolverà questo casino.»

Rambaldi annuì. L’offerta di passare l’indagine in altre mani era stata un atto dovuto, così come la veemente reazione di Brogi che sottolineava, senza inutili sviolinate, la stima che il pubblico ministero avesse di lui.

«Marra è ancora qui?» chiese Brogi.

«Sì, ma mi sa che ha trovato la cella scomoda. Ha chiesto di andare via e non possiamo impedirglielo. L’unica alternativa sarebbe disporre un fermo, ma come le ho già detto, ritengo che sia inutile.»

«Lo lasci andare, ma gli dica di restare a disposizione e di non allontanarsi da Peccioli. Non abbiamo tempo di discutere con gli avvocati, ora. E comunque, il fatto che abbia passato la notte qui lo esclude dalla lista dei sospettati. Almeno per questo delitto.»

«Sono d’accordo, lo rimando a casa. È spaventato, non andrà lontano. E comunque, il brigadiere Corda ha avuto un’idea per tenerlo sotto controllo.»

«Quale idea?»

«Meglio che lei non lo sappia… Non sarebbe del tutto legale, ma me ne assumo io la responsabilità.»

Brogi fece un’espressione contrariata, ma era parte di una recita. Si fidava di Rambaldi e dei suoi metodi, in passato avevano prodotto solo risultati positivi.

«A proposito, di là c’è Palombini,» tagliò corto il capitano «il fruttivendolo, quello che ha trovato il corpo. Vuole sentirlo?»

«Sì, fino a che non arriva la moglie di Barani, non so che altro fare.»

«Il sindaco è sempre irreperibile.»

«Lo so. Ho provato a chiamarlo anch’io.»

«Non voglio giungere a conclusioni affrettate, ma la signora Corsi ha dormito fuori casa, lui è irreperibile… Come le ho riferito prima, in paese gira voce che abbiano una relazione ed è logico pensare che ieri sera potessero essere insieme. D’altronde, chi ha ucciso il professor Barani ha avuto bisogno di tempo e di un luogo tranquillo per preparare la scena del crimine.»

«Pensa che sia stato ucciso nella sua villa?» chiese Brogi.

«Appena arriva la moglie mandiamo un uomo della squadra rilievi scientifici per cercare eventuali tracce.»

«Può darsi che l’assassino abbia approfittato del fatto che fosse solo. A meno che…»

«Certo. A meno che» rispose Rambaldi. «Verificheremo se ci sono di mezzo eredità, assicurazioni sulla vita, qualcosa che possa costituire un movente valido per un atto così estremo. Per ora è inutile fare ipotesi. Dobbiamo prima sentire la moglie e il suo amante, verificare gli alibi e completare i rilievi.»

Gaspare Brogi annuì. «Tenga conto che Paola Corsi è una donna ricchissima. Molto più di quanto lo fosse suo marito. Il movente legato ai soldi mi pare si possa escludere.»

«Per principio non escludo nulla quando seguo una indagine.»

«Ha ragione, fa bene. Mi porti Palombini. Facciamogli ripetere la sua versione dei fatti per la quinta volta.»

«Ero a fare asparagi. In questo periodo ci vado quasi tutte le mattine. Mi son seduto sulle gradinate come sempre, per farmi una fumata in santa pace. E poi l’ho visto. Ci ho messo un po’ a capire cos’era, perché ’un era ancora giorno fatto.»

«L’orario?» chiese Brogi.

Mauro Rambaldi assisteva all’interrogatorio seduto sul lato corto della scrivania, alla destra di Palombini.

«Non porto l’orologio ma potevano essere le sei e un quarto. Minuto più, minuto meno.»

«Ha incontrato qualcuno per strada? Ci pensi bene.»

«Ci ho pensato benissimo, maremma bufalina! Da stamattina me l’avete chiesto cento volte. Nessuno, nemmeno un cristiano da casa mia a Fonte Mazzola.»

«Quando ha visto il corpo che cosa ha fatto?»

«Mi sono avvicinato, per capire se era quello che sembrava. Poi, quando mi trovavo più o meno a due metri di distanza ho capito che ’un c’era più nulla da fare, che l’era bello che andato. Allora ho chiamato i Carabinieri.»

«Con questo?» chiese Rambaldi appoggiando sulla scrivania un piccolo cellulare.

«Sì. Non lo uso mai ma la mi’ figliola che vive a Firenze vuole che lo porto sempre dietro. Dice che mi può servire a chiamare aiuto se mi sento male. Oggi è la prima volta che l’uso, dopo du’ anni che me l’ha regalato.»

«Conosceva la vittima?» domandò Rambaldi.

«Sapevo chi era. Ma sul momento ’un l’avevo mica riconosciuto. Con quel colore… e poi gli hanno fatto qualcosa alla faccia, non aveva più i capelli, i peli sugli occhi… l’hanno conciato uguale alla statua del gigante, quel poveretto.»

«Che cosa ne pensa?» chiese il PM. «Chi può fare una cosa del genere?»

Gino Palombini scrollò le spalle. «E che ne so… Qualcuno che ce l’aveva su con lui. O qualcuno a cui piace fare il bischero.»

«In che senso?»

«Non lo so, dico così per dire. Prima quella povera ragazza sotto vetro, dentro al museo. Poi questo. A me mi pare opera di uno che ’un ci sta con la testa. Insomma, se vuoi ammazzare un cristiano lo ammazzi e basta. Non stai a farci intorno il teatrino. A meno che ’un voi dare un messaggio.»

«E lei che messaggio ci ha letto?»

«Io? Io faccio il fruttivendolo. Questa è roba per gente istruita come voi.»

«Mi risponda, per favore.»

Gino Palombini inspirò a fondo e rifletté qualche secondo. «Be’, se proprio ci tiene a saperlo… Per me l’è tutta una gran presa per il culo.»

«Cosa? Per chi?»

«Per voi. Per chi fa le indagini. Qualcuno vi sta pigliando in giro, diobòno.»

Brogi incrociò lo sguardo con quello di Rambaldi. Tutto sommato, quella del fruttivendolo non era un’ipotesi da scartare.

L’agente Balugani si affacciò alla porta: «Dottore, c’è la signora Corsi».

«Sì, le dica che arrivo subito.»

La ragazza rimase immobile, titubante.

«C’è altro?» le chiese Brogi.

«Insieme alla signora c’è il sindaco.»

Brogi sospirò rumorosamente. «Palombini, lei può andare, ma resti a disposizione.»

«Come nei film del tenente Colombo, eh?»

«Sì, una specie» rispose Rambaldi porgendogli il piccolo cellulare.