Personaggi in ordine di rilevanza
 (in corsivo i personaggi storici) 

Victor: originario di Merseen, nel territorio dei Franchi. Spia al soldo dei servizi segreti di Costanzo II, inviato come maestro d’armi e guardia del corpo di Giuliano, Cesare d’Occidente.

Filopatròs: greco, originario di Antiochia e guardia del corpo del Cesare d’Occidente Giuliano. L’identità di questo soldato è, con tutta probabilità, frutto di una congettura medievale, dove il nome simbolico di Filopatròs, “colui che ama il padre”, viene attribuito in origine a san Mercurio di Cesarea.

Murrula: schiava originaria di Aquincum in Pannonia, costretta a prostituirsi in una taverna fuori dalle mura di Mediolanum.

Flavio Claudio Giuliano: meglio noto come Giuliano l’Apostata (Costantinopoli, 6 novembre 331 – Strada per Samarra, 26 giugno 363). Imperatore, filosofo e scrittore della dinastia costantinide, ultimo regnante di fede pagana. Durante il suo regno concesse la libertà di culto e cercò di ripristinare gli antichi riti politeisti, contrastando apertamente l’opera iniziata da suo zio Costantino I e dal cugino, Costanzo II, che avevano favorito il cristianesimo.

Flavio Giulio Costanzo: meglio noto come Costanzo II (Sirmio, 7 agosto 317 – Cilicia, 3 novembre 361). Imperatore della dinastia costantinide, cugino di Giuliano. Salito al trono nel 337 alla morte del padre Costantino I detto “il Grande”. Rimase al potere per 24 anni, difendendo l’impero con una politica militare debole che causò malcontento tra le file dell’esercito e lo portò a contrastare diversi usurpatori attraverso una rete di spie. Assunse un ruolo attivo nelle dispute teologiche del cristianesimo e promosse diversi concilii favorendo apertamente la corrente ariana.

Flavio Claudio Giulio Costanzo Gallo: meglio noto come Costanzo Gallo (Massa Veternensis, 325/326 – Pola, 354), fratellastro di Giuliano e Cesare d’Oriente dal 351. Il suo comportamento violento e sconsiderato gli attirò l’odio del popolo e della corte imperiale. L’imperatore Costanzo II, suo cugino e cognato, ne ordinò l’arresto e l’esecuzione. Ebbe poi un ripensamento, ma il messaggero che portava il contrordine fu trattenuto da un intrigo degli eunuchi di corte e non arrivò in tempo.

Flavia Eusebia: data e luogo di nascita sono sconosciuti, risulta morta a Tessalonica nel 360. Seconda moglie dell’imperatore Costanzo II e principale sostenitrice di Giuliano, cugino del marito, fu lei a convincerlo a nominarlo Cesare d’Occidente.

Elena: nata presumibilmente nel 325/326 in luogo sconosciuto e morta a Vienne nel novembre 360. Figlia di Costantino I, sorella di Costanzo II, cugina e moglie di Giuliano. Fu data in sposa da Costanzo II al cugino Giuliano quando questi fu nominato Cesare d’Occidente. Perse due figli durante il parto e, secondo lo storico Ammiano Marcellino, entrambe le morti furono causate dall’imperatrice Eusebia. Fu sepolta nel mausoleo costruito per lei sulla via Nomentana a Roma, l’attuale chiesa di Santa Costanza.

Eusebio: alto funzionario dell’Impero romano, praepositus sacri cubiculi (“responsabile della sacra camera da letto”) sotto l’imperatore Costanzo II. Era a tutti gli effetti l’occulta eminenza grigia dell’impero. Esercitò il suo potere in modo malvagio e fu condannato a morte al processo di Calcedonia.

Paolo Catena: notabile imperiale passato alla storia con il nome di “Catena” per gli spietati metodi usati per tenere sotto controllo gli elementi sovversivi che potevano minacciare il potere dell’imperatore Costanzo II. Fu condannato al rogo per i suoi crimini al processo di Calcedonia.

Apodemio: alto funzionario dell’Impero romano e agente segreto, coinvolto nella morte del Cesare d’Oriente Costanzo Gallo. Fu condannato a morte al processo di Calcedonia.

Flavio Sallustio: politico dell’Impero romano di religione pagana, prefetto del pretorio della Gallia dal 361 al 363. Amico dell’imperatore Giuliano, con cui condivise gli esaltanti momenti della campagna di Gallia.

Saturnino Secondo Saluzio: alto funzionario dell’Impero romano di religione pagana e filosofo. Sostenne il programma di restaurazione della religione romana ideato da Giuliano, ma fu così equilibrato che fu prefetto del pretorio d’Oriente sotto quattro imperatori.

Flavio Nevitta: comandante del seguito di Giuliano. Di origine franca e di religione pagana. Le fonti lo descrivono come un uomo coraggioso, leale e al tempo stesso rozzo e crudele. Capeggiò con Dagalaifo la fazione gallica, che voleva un regnante pagano come successore di Giuliano. Dopo la morte di questi, Nevitta non è più nominato dalle fonti ed è probabile che abbia abbandonato la vita militare dopo l’allontanamento dall’esercito dei fedelissimi di Giuliano di religione pagana.

Dagalaifo: comandante militare dell’Impero romano, pagano di origini germaniche. Benché fedelissimo di Giuliano, sopravvisse alla riorganizzazione dell’esercito dopo la morte dell’imperatore. Fu nominato comandante in capo dell’esercito da Gioviano e servì anche Valentiniano I, sotto il quale ricevette l’onore del consolato.

Flavio Vittore: generale romano di origine sarmata e di fede cristiana. Sostenitore della fazione cristiana che favorì l’elezione di Gioviano a imperatore dopo la morte di Giuliano. Dopo Gioviano servì sotto Valentiniano I e Valente.

Flavio Arinteo: generale romano di fede cristiana. Anch’egli sostenitore della fazione cristiana che favorì l’elezione di Gioviano a imperatore dopo la morte di Giuliano. Servì sotto gli imperatori Giuliano, Gioviano, Valentiniano I e Valente.

Cnodomario “Gigas”: temuto sovrano degli Alemanni, soprannominato “gigas” il gigante. Condusse continue incursioni oltre il Reno fino a quando non fu sconfitto da Giuliano nella battaglia di Argentoratum. Catturato, fu spedito come trofeo a Costanzo II, che lo imprigionò in una tenuta imperiale sul colle Celio, dove morì pochi anni dopo.

Flavio Florenzio: militare e politico dell’Impero romano. Seguì le disposizioni di Costanzo II, contrastando Giuliano durante la campagna di Gallia. Venne processato in contumacia a Calcedonia e condannato a morte, ma sopravvisse a Giuliano.

Barbazione: generale romano, coinvolto nelle cospirazioni volte a far cadere Giuliano.

Ammiano Marcellino: (Antiochia, 330 circa – Roma, 400 circa). Ufficiale e maggiore degli storici romani del IV secolo. Nella sua opera Res gestae descrive gli anni che vanno dal 96 al 378 d.C.

Ursicino: generale romano, fu falsamente coinvolto in un intrigo di corte da Eusebio e, in un primo momento, condannato a morte. La condanna fu poi abolita e Costanzo II utilizzò Ursicino per eliminare l’usurpatore Claudio Silvano.

Claudio Silvano: generale dell’Impero romano, usurpatore in Gallia contro l’imperatore Costanzo II. La sua condanna a morte fu decretata da una lettera falsificata da Eusebio, che lo accusava di ordire un colpo di stato.

Flavio Claudio Gioviano: fu il comandante nominato dalla fazione cristiana a sostituire Giuliano come imperatore dopo la sua morte. Condusse una disastrosa ritirata dalla campagna di Persia e firmò con re Sapore un’ignominiosa resa. Morì dopo soli otto mesi di regno, probabilmente soffocato dalle esalazioni di un braciere.

Sapore II di Persia: fu re dei Sasanidi dalla nascita alla morte. Durante il suo lungo regno combatté numerose guerre, tutte vittoriose, e garantì un periodo di prosperità al suo impero.

Libanio: filosofo e amico di Giuliano durante la sua permanenza ad Antiochia, città natale del retore nella quale trascorse la sua esistenza assorto negli studi. Dopo la morte di Giuliano fu esiliato a Nicomedia.

Massimo di Efeso: teurgo che iniziò Giuliano ai misteri di Mitra. L’imperatore lo accolse a corte come suo consigliere spirituale. Dopo la morte di Giuliano gli furono vietate le pratiche mistiche e successivamente fu condannato alla pena capitale.

Oribasio: medico personale di Giuliano, che seguì in Gallia e in Persia. Cadde in disgrazia dopo la morte dell’imperatore e andò a professare la sua arte tra i Goti. Fu richiamato in tarda età in patria dall’imperatore Valente.

Euterio: funzionario nativo dell’Armenia, venne catturato in giovane età e castrato prima di essere venduto ai Romani. Fece parte della corte di Costantino I e del figlio Costante I. Servì poi Giuliano in qualità di ambasciatore presso l’imperatore Costanzo II a Mediolanum per difenderlo dalle accuse mosse da Marcello.