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LA RIUNIONE DI FAMIGLIA
Quando la Range Rover imboccò il vialetto verso Sandringham House, Harry cominciò a essere nervoso. La tenuta, dove la regina risiedeva in quel periodo e dove la Royal Family aveva festeggiato così tanti Natali, sarebbe stata teatro della riunione più importante della sua vita da reale.
E anche della più difficile. Cercando uno stile di vita accettabile per sé e Meghan, si era ritrovato più in contrasto che mai con la sua famiglia. Ribellarsi alle antiche regole della monarchia non era una decisione facile, ma per Harry era l’unico modo per «sistemare le cose per la sua famigliola», rivela una fonte vicina al principe. «Questa storia lo sta distruggendo. Vuole bene alla regina, ma la moglie soffre molto, e lui adora suo figlio. Archie è tutto il suo mondo. Harry è un padre fantastico.»
Meghan non partecipò all’incontro del 13 gennaio, essendo appena tornata in Canada, dove Archie era rimasto con Jessica e la tata. Harry aveva con sé Fiona e Samantha Cohen, o «Sam», come la chiama il principe. Anche se la donna aveva lasciato il Palazzo a ottobre, dopo vent’anni di servizio, per diventare amministratrice delegata del Commonwealth Enterprise & Investment Council e condirettrice del consiglio della Cool Earth, era ancora una voce autorevole all’interno dell’istituzione, perché era stata una delle più strette collaboratrici della regina e aveva gestito l’ufficio dei Sussex. Harry aveva bisogno del suo aiuto. Sam era una delle poche persone a conoscere tutte le parti in causa e gli aveva sempre dato ottimi consigli.
I tre avevano passato la mattinata a esaminare i punti che Harry voleva discutere durante la riunione, a cui avrebbe partecipato perlopiù da solo. Era stata una sua richiesta. Aveva sperato che allontanando lo staff dalla stanza dopo le osservazioni iniziali si sarebbero evitate fughe di notizie. Benché per la Firm si trattasse di una questione d’affari, era anche un colloquio privato che il principe voleva tenere in famiglia.
Sebbene l’incontro fosse riservato ai soli membri della Royal Family, Harry avrebbe affrontato la regina, Carlo e William per la prima volta da quando lui e Meghan avevano comunicato i loro progetti al mondo (nonostante molti si aspettassero che fosse presente anche il principe Filippo, quest’ultimo partì per la sua fattoria nella tenuta poco prima che iniziassero i colloqui).
Dal lancio di SussexRoyal.com, lo sgomento di Buckingham Palace si era trasformato in ferma volontà di risolvere la situazione con un approccio adeguato, voltando pagina il prima possibile. Anche se il modello ibrido di royalty proposto da Harry e Meghan implicava ostacoli che molti giudicavano insormontabili, una fonte osservò: «Sono la tensione e le divisioni a causare i danni più gravi».
Prima dell’incontro gli aiutanti di Palazzo avevano assicurato al principe che la sovrana voleva aiutare i Sussex a trovare una soluzione, anche se forse non avrebbero ottenuto tutto ciò che volevano. Nonostante le rassicurazioni, Harry non sapeva più a chi credere, ma trasse un po’ di conforto dalla certezza che sua nonna sarebbe stata sensibile alle sue preoccupazioni.
Carlo, William e Harry raggiunsero la sovrana in biblioteca, una delle stanze più tranquille della tenuta. Il locale accogliente fu ricavato da una sala da bowling nel 1901, una conversione che la regina Alessandra (che risiedette a Sandringham fino alla sua morte nel 1925) rimpianse per tutta la vita. Meghan era in attesa a Vancouver, pronta a partecipare alla riunione in audioconferenza. Ma quando Harry si offrì di chiamarla, gli altri non lo ritennero necessario.
Le trattative si svolsero all’insegna di quello che una fonte definisce «un approccio pratico e competente». Harry, convinto da tempo che lui e Meghan fossero stati tagliati fuori dall’istituzione, pensava di non essere una parte fondamentale del suo futuro. Bastava guardare le fotografie di famiglia esposte durante il discorso della regina il giorno di Natale. Nella Green Drawing Room di Buckingham Palace, dove la sovrana si rivolgeva ai suoi sudditi, facevano bella mostra di sé le foto dei Cambridge e dei loro figli, di Carlo e Camilla, del principe Filippo e un’immagine in bianco e nero del padre di Elisabetta, re Giorgio VI. Il ritratto di Harry, Meghan e Archie brillava per la sua assenza. Le fonti di Palazzo sostenevano che le foto erano state scelte per rappresentare la linea di successione diretta, ma per i Sussex quella era un’ulteriore conferma della necessità di andare per la loro strada.
Carlo mise in chiaro che Harry e Meghan facevano parte del futuro della Royal Family nonostante le richieste di una «monarchia più snella», con meno membri senior attivi. Anche se William, per diritto di nascita, sarà sempre più importante all’interno della gerarchia istituzionale, la visione di Carlo comprende entrambi i suoi figli.
Benché William non avesse preso bene la notizia dei progetti di suo fratello, il destino di Harry dipendeva dalla regina, ed Elisabetta sapeva che l’esito della riunione avrebbe definito lo standard per le generazioni a venire.
Alla fine la sovrana disse che l’approccio pseudoreale proposto dai Sussex non avrebbe funzionato. «Era insostenibile» commenta una fonte interna al Palazzo. «Se Harry e Meghan fossero stati reali semiattivi, sarebbe stato necessario supervisionare tutte le loro iniziative autonome, nominare un comitato che approvasse eventi e accordi.»
Quando l’incontro finì, Harry chiamò immediatamente a rapporto i suoi collaboratori e poi inviò un messaggio a Meghan. Quella sera, la regina fece diramare una nota straordinariamente candida e personale. «Io e la mia famiglia appoggiamo totalmente il desiderio di Harry e Meghan di farsi una nuova vita» si legge nel comunicato. «Anche se avremmo preferito che restassero a tempo pieno membri attivi della Royal Family, rispettiamo e comprendiamo la loro volontà di condurre una vita più autonoma pur restando una parte importante della mia famiglia.»
La nota ufficiale annunciava anche che i Sussex non avrebbero più usato il denaro pubblico nell’imminente periodo di transizione, durante il quale avrebbero diviso il loro tempo tra Canada e Regno Unito.
«Sono questioni di famiglia complesse da risolvere, e c’è altro lavoro da fare» proseguiva la regina, «ma ho chiesto di arrivare a una decisione definitiva nei prossimi giorni.»
“Altro lavoro” era un eufemismo. Harry trascorse i giorni successivi tra riunioni frenetiche e audioconferenze con i principali funzionari dei tre uffici reali – Buckingham Palace, Clarence House e Kensington Palace –, guidati da Clive Alderton, il segretario privato di Carlo. William fu più che felice di lasciare che se ne occupasse lo staff. Secondo il Sunday Times, il duca di Cambridge disse a un amico: «Ho sostenuto mio fratello per tutta la vita, ma ora non posso più farlo; siamo due entità separate».
Ciò valeva anche per Meghan e Kate. Il rapporto tra le duchesse aveva faticato ad andare oltre la fredda cortesia del primo incontro. La scarsa affinità tra loro era diventata evidente quando avevano assistito insieme al King Power Royal Charity Polo Day l’estate precedente. Pur essendo state fotografate l’una accanto all’altra con i loro bambini, le due madri amorevoli non avevano scambiato nemmeno una parola. A ogni modo, avevano condiviso qualche altro momento quando gli aiutanti di Palazzo avevano suggerito loro di andare a Wimbledon insieme tre giorni dopo. Entrambe avevano intenzione di presenziare al torneo di tennis. Meghan voleva tifare per Serena Williams nella finale femminile, mentre Kate è la madrina dell’All England Lawn Tennis Club. Durante la partita, a cui partecipò anche Pippa, le donne risero e chiacchierarono insieme nel palco reale sul Centre Court. Kate accarezzò persino la schiena a Meghan per consolarla della sconfitta di Serena. «Si sono divertite molto» afferma una fonte vicina alla duchessa di Cambridge. «È stata una splendida giornata.»
La situazione tra loro era soltanto una conseguenza del vero problema: il conflitto tra Harry e l’istituzione. Il principe ricorda che durante le riunioni di quella settimana ebbe la sensazione di essere davanti a un plotone d’esecuzione. «Ci sono stati scambi di accuse e fughe di notizie» racconta un aiutante di Palazzo. «È stato tutto alquanto sgradevole.»
Quando Harry parla della mancanza di sostegno da parte della sua famiglia, si riferisce proprio a questo. Gli altri membri fecero la propria parte durante l’incontro a Sandringham, quindi lo lasciarono da solo a difendersi e a negoziare con i funzionari dello staff reale: esattamente ciò che il principe voleva evitare. «A suo parere, ci sono state parecchie occasioni in cui l’istituzione e la famiglia avrebbero potuto aiutarli, difenderli, sostenerli, e non l’hanno mai fatto» dice una fonte.
I collaboratori della casa reale giudicavano la posizione di Harry totalmente velleitaria. Dire che i Sussex non avrebbero più attinto al Sovereign Grant era facile, ma mettere in pratica tale proposito era un altro paio di maniche. «La discussione più accesa ha riguardato i soldi, come succede sempre» rivela una fonte informata sulle negoziazioni. Un aiutante di Palazzo fece una battuta maligna sulla possibilità che Meghan lanciasse una linea di cosmetici.
Più precisamente, la coppia sperava di guadagnarsi da vivere con conferenze efficaci, accordi di produzione e altre iniziative commerciali con un certo impatto sociale. Tuttavia c’erano alcuni calcoli complessi da fare. Se Harry e Meghan avessero ricoperto alcuni incarichi ufficiali, avrebbero dovuto capire quale parte delle spese – per esempio, i costi legati all’ufficio e i soldi per la sicurezza o i vestiti – fosse privata anziché soggetta a sgravi fiscali. «Hanno dato dei bei grattacapi a tutti» si lamentò un aiutante di Palazzo, esausto dopo cinque giorni di riunioni.
I sentimenti feriti da entrambe le parti costituivano un problema più intricato delle formule fiscali. Persino le fonti vicine a Harry e Meghan dovettero ammettere che la maniera in cui i Sussex furono costretti ad affrontare la situazione (perlopiù tenendo familiari e collaboratori all’oscuro del lancio del sito) «ha generato un notevole scontento in ufficio e soprattutto in famiglia».
«Harry e Meghan avrebbero raggiunto un accordo più vantaggioso che avrebbe permesso loro di vivere la vita che desideravano, se avessero gestito le cose in modo riservato e dignitoso» spiega un membro anziano del personale di Buckingham Palace. «La facevano troppo facile. Si illudevano di poter cedere il comando a Carlo, negoziare via e-mail, andare a Londra, dare tre mesi di preavviso e tornare in Canada» aggiunge un suo collega.
Harry e Meghan, tuttavia, ritenevano di essere stati trattati per troppo tempo con condiscendenza dalla famiglia e dallo staff, che li avevano assecondati quando avevano esposto le loro lamentele, senza mai credere che avrebbero fatto qualcosa di drastico. La reazione esplosiva era conseguenza diretta della loro crescente impazienza. Se il resto della Royal Family e i funzionari degli uffici avessero preso sul serio le loro richieste, non si sarebbe arrivati a quel punto.
In una maniera o nell’altra, dice la fonte, «il personale di corte, e anche alcuni membri della famiglia, incolpano Meghan».
I media ipotizzarono che dietro la decisione di abbandonare la monarchia ci fosse la duchessa, ma pochi sapevano quante rinunce avesse fatto per provare a far funzionare le cose. Come confidò in lacrime a un’amica a marzo, «ho sacrificato la vita per questa famiglia. Ero disposta a fare tutto il necessario. Ma eccoci qui. È molto triste».
Anche se spesso i media britannici addossano la colpa alle mogli reali, Harry era altrettanto ansioso di allontanarsi dai riflettori. È per questo che è entrato nell’esercito, ha evitato il più possibile lo sfarzo e non ha trasmesso un titolo a suo figlio. Desiderava da tempo una vita lontano dagli occhi indiscreti dei media. Meghan lo incoraggiò semplicemente a imboccare quella strada, appoggiandolo a qualunque costo. «Fondamentalmente, Harry voleva andarsene» conferma una fonte vicina alla coppia. «In cuor suo si era sempre sentito a disagio in quel mondo. Lei gli ha soltanto aperto la porta.»
Di sera, dopo ore di riunioni, il principe era sfinito. In Canada, Meghan fece del proprio meglio per tenersi occupata, arrivando persino a salire su un idrovolante il 14 gennaio per visitare il Downtown Eastside Women’s Center a Vancouver, un rifugio per donne e bambini in una delle regioni più povere del paese. Il lavoro la distraeva, ed era impaziente di conoscere le organizzazioni benefiche vicine alla sua nuova casa. Nel profondo si sentiva impotente quando riceveva aggiornamenti dall’Inghilterra. Cercava regolarmente di tirare su il morale a Harry inviandogli foto di Archie, oltre a un video della prima volta che aveva visto la neve.
Cinque lunghi giorni dopo il primo incontro, la regina fece diramare una nota per annunciare che avevano trovato «un modo costruttivo e generoso per aiutare mio nipote e la sua famiglia». Il provvedimento sarebbe entrato in vigore nella primavera del 2020. Seguì un comunicato di Harry e Meghan. Entrambe le dichiarazioni riassumevano le condizioni dell’accordo, secondo cui i due si sarebbero ritirati completamente dai doveri reali. Non essendo più membri attivi della Royal Family, non avrebbero più potuto usare il titolo di Altezze Reali né la parola “reale” per le loro iniziative future. Harry avrebbe perso sia le onorificenze militari sia il ruolo di Commonwealth Youth Ambassador.
I Sussex furono autorizzati a conservare i patrocini privati. Pur non potendo più rappresentare formalmente la regina, «si impegnano a far sì che tutti i loro progetti siano conformi ai valori di Sua Maestà».
Quanto alla questione del denaro, non avrebbero più ricevuto fondi pubblici in cambio dell’espletamento dei doveri reali. Spingendosi oltre, la coppia dichiarò in un comunicato: «Il duca e la duchessa di Sussex hanno espresso il desiderio di restituire al Sovereign Grant le spese per la ristrutturazione del Frogmore Cottage, che resterà la loro casa nel Regno Unito».
Si trattava dei 2,4 milioni di sterline di soldi dei contribuenti, che avevano suscitato le ire di parte dell’opinione pubblica britannica quando la cifra era stata confermata nel Sovereign Grant Report del 2018-2019, reso noto nel luglio precedente. I costanti commenti negativi della stampa sul restauro dell’edificio non avevano certo aiutato. Zittire i detrattori fu una bella soddisfazione. L’offerta di restituire i soldi indicava fino a che punto Harry e Meghan desiderassero troncare qualunque legame. In privato, Carlo disse che se ne avessero avuto bisogno, li avrebbe aiutati dal punto di vista economico, attingendo dal suo patrimonio personale. Così facendo, parlò in veste di padre affettuoso e non di principe di Galles.
Forse, tuttavia, la principale dimostrazione di solidarietà venne dalla regina in una nota ufficiale: «Riconosco le difficoltà che hanno dovuto affrontare negli ultimi due anni a causa delle intense pressioni, e comprendo il loro desiderio di una vita più indipendente».
Per tutto quel periodo teso e infelice per la coppia, la sovrana aveva sempre tentato di mostrarsi sensibile alle esigenze del nipote. Questo significava molto per Harry, poiché dimostrava che Elisabetta l’aveva ascoltato durante il summit quando, ancora una volta, aveva espresso rabbia e frustrazione perché riteneva che nessuno, a Palazzo, avesse mai capito davvero cosa lui e Meghan avessero passato da quando la loro relazione era diventata di dominio pubblico.
Se le parole di sua nonna furono un incoraggiamento, l’aspetto più sconfortante del nuovo accordo era la perdita delle nomine militari che gli erano state assegnate in quanto senior royal. Essendo un soldato in congedo, Harry avrebbe sempre potuto indossare le medaglie, ma non l’uniforme di capitano generale dei Royal Marines, comandante aereo onorario della RAF Honington e comandante delle piccole imbarcazioni e del servizio immersioni della Royal Navy. Ormai non rivestiva più quelle cariche. «È stato un boccone amaro da ingoiare, e per Meghan è stato molto doloroso vederlo costretto a questa rinuncia» racconta una fonte vicina alla coppia. «È l’unico sacrificio che gli è costato caro.»
Harry si commosse il 19 gennaio, il giorno dopo la pubblicazione delle note, quando, nel centro di Londra, si rivolse agli ospiti di una cena in favore della Sentebale. Ammise sinceramente di provare «tristezza» all’idea di non essere più un working member della famiglia reale, una decisione che lui e Meghan non avevano preso «alla leggera». Chiarì anche che non avrebbe «dimenticato» i suoi impegni, compreso quello con l’organizzazione, bensì avrebbe «continuato a lavorare per dare vita a cambiamenti concreti e duraturi per tutte le persone vulnerabili».
«È stato un privilegio servirvi, e seguiteremo a condurre una vita all’insegna del servizio. Avrò sempre il massimo rispetto per mia nonna, il mio comandante in capo, e sono profondamente grato a lei e al resto della famiglia per il sostegno che hanno dato a me e a Meghan negli ultimi mesi» disse durante il discorso, condiviso anche sull’account Instagram. «Continuerò a essere lo stesso uomo che ha a cuore il suo paese e dedica la propria vita a promuovere le cause, le organizzazioni benefiche e le comunità militari a cui tiene. Insieme, mi avete dato un’istruzione sulla vita.»
L’ultima frase ricorda quella pronunciata da sua madre nel dicembre del 1993, un anno dopo l’annuncio al Parlamento della separazione da Carlo. Anche Diana comunicò il suo ritiro dalla vita pubblica con un discorso a un evento benefico (un pranzo in favore di Headway, la National Head Injuries Association di cui era madrina).
«Posso dire sinceramente che negli ultimi dodici anni una delle mie soddisfazioni più grandi è stata il contatto con persone come voi» disse Lady D. «In questo periodo ho conosciuto migliaia di persone magnifiche e straordinarie, sia qui sia nel resto del mondo. Coloro che ricevono aiuto e coloro che lo danno. Al pubblico generale posso dire di aver trovato molti amici. Ho avuto la possibilità di condividere i vostri pensieri e sogni, le vostre delusioni e gioie. Mi avete anche dato un’istruzione, offrendomi più insegnamenti sulla vita di quanto avrebbe potuto fare qualunque libro o maestro.»
Le somiglianze tra i due discorsi non erano una coincidenza. Prima di scrivere il suo intervento, Harry rilesse ciò che aveva detto sua madre dopo aver deciso di abbandonare una vita che l’aveva fatta sentire insieme privilegiata e prigioniera.
A trentasei anni, più o meno l’età che aveva Diana quando morì, Harry aveva ricevuto la stessa istruzione.