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GLI ALTRI DISAPPROVANO
Ogni dettaglio era stato curato meticolosamente prima del loro arrivo nel Botswana il 4 agosto, un viaggio che Harry aveva programmato così che coincidesse con il trentaseiesimo compleanno di Meghan.
Scartando il primo dei tanti regali di Harry durante l’ultimo tratto del volo in aereo a turboelica, Meghan non poté fare a meno di sorridere quando notò l’angolo del dipinto su tela che spuntava dall’accurato imballaggio di pluriball.
Solo due mesi dopo che avevano iniziato a frequentarsi nell’estate del 2016, Harry le aveva regalato la metà di un dittico di Van Donna, raffigurante un bambino e una bambina che si tengono per mano. Aveva acquistato quell’opera da 4500 dollari durante una visita privata alla galleria Walton Fine Arts di Chelsea, a Londra, e tenuto la seconda parte, contenente soltanto il titolo, Everybody Needs Somebody to Love (Tutti hanno bisogno di qualcuno da amare), per quello che sarebbe stato il loro primo anniversario. Sembrava aver sempre saputo che la loro storia sarebbe durata.
Quando atterrarono all’aeroporto di Maun, si sentirono entrambi immediatamente sollevati ed emozionati. La vacanza non era soltanto un modo per festeggiare il compleanno di Meghan, ma anche una pietra miliare della loro relazione. Rappresentava la possibilità di chiudere il cerchio, di tornare nel paese in cui si erano rifugiati solo quattro settimane dopo essersi conosciuti, nel 2016. Erano entusiasti all’idea di accamparsi di nuovo nelle terre selvagge del Botswana come avevano fatto all’incirca un anno esatto prima.
I festeggiamenti cominciarono non appena toccarono terra. A bordo di SUV con i finestrini oscurati furono trasferiti rapidamente alla loro prima destinazione: la casa di un amico di Harry, Adrian Dandridge, un designer di gioielli che il principe aveva conosciuto durante un soggiorno in Botswana nel 2004 e che li avrebbe ospitati per quella notte. Lì, in una rustica dépendance nascosta accanto a una piantagione di peperoncini nell’area di Tsutsubega, c’era una festa a sorpresa in attesa di Meghan. Affamati dopo le quindici ore di volo da Londra, i due si illuminarono quando furono accolti dal profumo del cibo grigliato su un grande barbecue e di diversi piatti locali preparati dalla moglie di Adrian, Sophie, tra cui la specialità preferita di Harry, il seswaa, uno stufato di manzo cotto con cipolle e peperoni e servito su un letto di semolino denso.
Per Meghan, erano momenti come quello a definire Harry. Ovunque si trovassero, o con chiunque fossero, lui faceva sempre tutto il possibile per farla sentire importante e partecipe. E le organizzava sempre qualche gradita sorpresa.
Qualche settimana prima, quando, all’insaputa di tutti, erano fuggiti in Turchia per un soggiorno di cinque notti in una villa privata a Bodrum affacciata sulla baia di Yalikavak e sulle montagne circostanti, in città Meghan aveva notato una gioielleria che vendeva le creazioni di una delle sue designer preferite. Kismet by Milka, un marchio famoso per i suoi delicati gioielli d’oro realizzati a mano, è molto apprezzato da celebrità come Beyoncé, Madonna e Cameron Diaz. La coppia aveva curiosato nel negozio, che la proprietaria (essendosi resa conto che i due avventori erano Harry e Meghan) si era affrettata a chiudere affinché potessero guardarsi intorno senza essere disturbati. Una volta usciti, Meghan aveva detto a Harry che le piacevano un paio di cose e che sarebbe voluta tornare. L’indomani il principe era andato al negozio per comprare i due gioielli. «Ha detto: “Vorrei farle una sorpresa” e ha acquistato gli articoli» racconta la designer Milka Karaagacli, riferendosi all’anello con la mano di Fatima e al braccialetto con i ciondolini d’oro.
Il gesto di Harry durante la festa in Africa fu più semplice, ma non meno premuroso. Vedendolo sorridere mentre portava fuori una piccola torta di compleanno, Meghan si sentì più amata e innamorata che mai.
Il mattino dopo furono svegliati all’alba dall’allegro coro di un chiassoso stormo di uccelli. Emozionati, fecero una colazione veloce prima di salire su una jeep scoperta e percorrere sessantacinque chilometri verso est fino al remoto Makgadikgadi Pans National Park.
Tornarono al Meno A Kwena, il resort di lusso dove avevano alloggiato l’anno precedente. Ora sì che potevano godersi un po’ di tempo da soli.
Non che siano mai stati davvero soltanto loro due. Ad accompagnarli durante quel viaggio romantico c’erano due guardie del corpo di Harry. Quegli uomini in borghese, addestrati nell’SAS e provenienti dall’SO14 Royalty Protection Group del Servizio di polizia metropolitana, portavano sempre pistole Glock 17 da nove millimetri, radio e kit di pronto soccorso, e non erano mai più lontani di qualche passo. Avevano un unico compito: proteggere il principe in qualunque momento e a qualsiasi costo. Meghan trovava un po’ imbarazzante la loro presenza durante i tête-à-tête ma, come disse una volta la duchessa di Cambridge ad alcuni amici, «a un certo punto non ci fai più caso».
Dato che in quell’area isolata un’aggressione era improbabile, il team della sicurezza fu trasferito in un alloggio dall’altra parte del resort, concedendo a Harry e Meghan una privacy più che sufficiente. Erano anche lontani dalle distrazioni dei social, e prendevano in mano raramente i telefoni se non per scattare una foto di tanto in tanto.
Nel Botswana passarono le giornate a conoscere meglio la natura e le serate a conoscersi meglio l’un l’altra. Ogni sera, dopo una cena a base di bistecche o stufato di selvaggina preparati dallo storico chef Baruti, la coppia si spostava nella zona dei fuochi di bivacco, sprofondando in basse sedie di tela e sorseggiando vino locale davanti alle fiamme scoppiettanti.
Sotto la luce delle stelle ebbero l’occasione di riflettere attentamente. Negli ultimi tempi i pensieri di Meghan ruotavano intorno al lavoro, ormai inadatto alla vita che stava costruendo con Harry. Doveva comunicare il prima possibile ai dirigenti del network se sarebbe tornata in Suits per l’ottava stagione, ma non voleva prendere decisioni affrettate. Dopotutto era un ruolo che quasi tutte le attrici sognano.
Benché lei e Harry non si fossero impegnati formalmente l’uno con l’altra, aveva la sensazione di potergli parlare di qualunque cosa. Nella calma del delta dell’Okavango, dove le conversazioni erano interrotte solo dagli occasionali ruggiti dei leoni, gli rivelò le sue speranze per il futuro e il ruolo di Harry al loro interno. Per il principe era un argomento facile da affrontare: si erano promessi di non lasciarsi mai, e intendeva mantenere la parola data.
Se al primo appuntamento Harry si rese conto di voler frequentare l’attrice, fu circa tre mesi dopo che capì di volerla sposare. «Il fatto di essermi innamorato così in fretta di Meghan mi ha confermato che tutte le stelle erano allineate» avrebbe detto durante l’intervista rilasciata dopo il fidanzamento ufficiale. «Ogni cosa era semplicemente perfetta. Questa donna bellissima era inciampata e caduta nella mia vita, e io ero caduto nella sua.»
Il corteggiamento filò liscio. Avevano parecchie passioni in comune, per esempio i viaggi e il fitness, anche se Meghan, il tipo di ragazza che beve uno smoothie dopo una lezione di hot yoga o di pilates, spinse Harry a diventare molto più salutista. Il suo rituale mattutino iniziava con una tazza d’acqua calda e una fettina di limone, seguite dalla sua colazione preferita: fiocchi d’avena (di solito preparati con latte di mandorle o di soia), accompagnati da banane e addolciti con sciroppo d’agave. Per gli spuntini tra un pasto e l’altro prediligeva fette di mela e burro di arachidi. Tutto un altro paio di maniche rispetto alla pizza da asporto che Harry mangiava quando era single, ma il principe aveva già cominciato a nutrire interesse per uno stile di vita sano e trovò divertente farlo assieme a Meghan.
Amavano entrambi i manuali di self-help, anche se il preferito di Harry era Eight Steps to Happiness di Kelsang Gyatso, quello di Meghan The Motivation Manifesto di Brendon Burchard.
Condividevano i valori più profondi che sono alla base del matrimonio, compresa l’importanza di aiutare i meno fortunati e rispettare l’ambiente (molto sensibile ai temi dell’ecologia grazie agli insegnamenti paterni, Harry ha sempre evitato la plastica per quanto possibile, per esempio assicurandosi che non gli mettessero il coperchio sul bicchiere del caffè o rinunciando al cellophane della lavanderia).
Spesso era il principe a prendere iniziative romantiche, ma Meghan faceva in modo di dimostrare la sua gratitudine e di ricambiare le premure. Memorizzando i suoi gusti, tentava di sorprenderlo con i suoi piatti preferiti ogni volta che le faceva visita a Toronto. In un’occasione gli cucinò un tradizionale Sunday roast britannico anche se era un giorno infrasettimanale, perché Harry le aveva detto che era la sua pietanza preferita. «Non c’è mai un momento sbagliato per l’arrosto» avrebbe scherzato Meghan in seguito.
L’attrice ampliò il mondo spirituale di Harry, iniziandolo allo yoga e comprandogli un libro sulla mindfulness che, come tutti i suoi regali, era accompagnato da un biglietto scritto a mano. Spronato dal suo esempio, il principe cominciò presto a meditare ogni giorno.
Nel giugno del 2017 i due parlavano ormai di matrimonio non tanto come possibilità, quanto come certezza. Arrivarono persino a coinvolgere il Palazzo, consultandosi con gli aiutanti di Harry sul periodo migliore per una cerimonia.
Pur dovendo ancora chiedere la mano di Meghan, il principe aveva accennato questa intenzione a quasi tutti i membri della sua cerchia interna. A loro insaputa, stava già facendo preparare l’anello di fidanzamento. A maggio era andato da solo nel Botswana come testimonial della Rhino Conservation Botswana. Mentre era in Africa, aveva cercato di nascosto un diamante con un amico che l’aveva aiutato a selezionare una perfetta pietra etica.
Non tutti erano sicuri quanto lui dell’unione con Meghan. Un mese dopo le proprie nozze Skippy gli esternò la propria preoccupazione: a suo avviso, Harry e Meghan stavano bruciando le tappe. Secondo una fonte, fu «piuttosto schietto» con Harry, sconsigliandogli di «affrettare le cose».
Skippy, che come la maggior parte dei più cari amici di Harry non conosceva bene Meghan, gli suggerì di «stare attento».
A suo parere sarebbe stato meglio che andassero a convivere prima di «intraprendere qualcosa di più serio». Le sue intenzioni erano buone, precisò, ma Harry la pensava diversamente. Era come se il suo amico volesse insinuare che Meghan non era degna di fiducia e che aveva un secondo fine. «Constatare che una persona a cui voleva bene non si fidava della sua capacità di giudizio l’ha ferito nel profondo» riferisce la fonte.
Skippy e Harry, che si erano sempre messaggiati e parlati regolarmente, interruppero i contatti per qualche tempo dopo quella spiacevole conversazione.
Sia gli amici di William sia quelli di Harry erano preoccupati per il ritmo spedito a cui procedeva la relazione. In un certo senso, Meghan non veniva trattata in maniera differente da chiunque altro – uomo o donna – entrasse nella loro orbita. Dalla morte di Diana i principi erano molto cauti verso chiunque potesse provare ad approfittarsi di loro.
Più o meno nello stesso periodo della conversazione con Skippy il principe William decise di far presenti le sue preoccupazioni al fratello.
«È raro che Harry sia felice e soddisfatto, perciò vederlo praticamente saltellare qua e là è stata una gioia» racconta una fonte che ha ancora contatti regolari con i fratelli. «Ma al contempo William ha sempre sentito il bisogno di proteggerlo, non come futuro monarca, bensì come fratello maggiore. Da quando sono diventati adulti, si sente in dovere di tenerlo d’occhio e di assicurarsi che non si cacci nei guai e che non prenda cattive strade.»
Avendo incontrato Meghan in poche occasioni, William voleva accertarsi che l’attrice americana avesse le intenzioni giuste. «Dopotutto questi due fratelli sono sempre stati circondati da persone che cercavano di approfittarsi di loro» osserva la fonte. «Hanno sviluppato entrambi un sesto senso per identificare gli individui di questo tipo ma, poiché William non sapeva molto di Meghan, voleva sincerarsi che Harry non fosse accecato dal desiderio.»
Come tutti i reali, William deve barcamenarsi tra due ruoli. Quando si tratta di Harry, non è solo suo fratello, ma anche l’erede al trono e, come futuro re, il suo compito è valutare il rischio di eventuali nuovi ingressi nella Firm. Quest’ultima è un’istituzione con decine di dipendenti coinvolti nella vita della Royal Family, alcuni dei quali sussurravano parole allarmate all’orecchio del duca di Cambridge. Per loro natura i collaboratori anziani del Palazzo e i funzionari del personale di corte sono persone che, avendo dedicato l’intera vita all’istituzione della monarchia, non amano che gli estranei mandino in tilt questa macchina accuratamente tarata. È loro dovere individuare potenziali crisi quando uno sconosciuto entra nella Firm, a prescindere che sia un nuovo membro dello staff a capo di un’iniziativa benefica o un futuro consorte.
Meghan era totalmente estranea al gruppo di consiglieri, che a volte tendono a essere più conservatori dell’istituzione su cui vigilano.
Era questa la situazione quando William si apprestò a discutere con suo fratello della relazione con Meghan.
«Non sentirti costretto ad affrettare le cose» disse secondo alcune fonti. «Prenditi tutto il tempo che ti serve per conoscere questa ragazza.»
Nelle ultime due parole, questa ragazza, Harry percepì il tono snob che tanto strideva con la sua visione del mondo. Durante i dieci anni di carriera militare fuori dalla campana di vetro reale aveva imparato a non dare giudizi avventati sulle persone in base all’accento, al livello di istruzione, all’etnia, alla classe o alla professione.
Meghan a parte, era stanco anche della dinamica che si era creata tra lui e William. Ormai sentiva di non aver più bisogno di essere accudito. Il confine tra affetto e condiscendenza è molto labile. Il semplice fatto che il suo approccio alla vita fosse diverso da quello di suo fratello non significava che fosse sbagliato.
Forse William credeva di agire a fin di bene, ma Harry si offese vedendo che lo trattava ancora come se fosse un immaturo. «Era stizzito» ricorda un’altra fonte, «perché suo fratello gli aveva dato un consiglio simile. Alcuni la ritenevano una reazione esagerata. Ma, d’altro canto, l’episodio li descrive perfettamente come persone: William, calmo e razionale, e Harry che non può fare a meno di prendere le cose troppo sul personale.»
«Harry ha un cuore d’oro, ma è anche incredibilmente sensibile» dichiara un vecchio amico di famiglia.
Un altro amico aggiunge: «Harry ha intuito il vero significato delle parole di William. Suo fratello si stava comportando da snob».
Benché William volesse soltanto proteggerlo, Harry era sconcertato, se non addirittura arrabbiato. William non conosceva ancora bene Meghan e temeva che Harry si stesse isolando da molti vecchi amici. «Ma forse semplicemente non voleva rassegnarsi al fatto che Harry fosse cresciuto e diventato autonomo» osserva una fonte.
William disse a un aiutante di Palazzo di esserci «rimasto male» perché suo fratello si rifiutava di capire che, in realtà, voleva soltanto tutelare i suoi interessi. In fondo, dopo la morte di Lady D avevano sempre contato l’uno sull’altro.
«William e Kate vogliono bene a Harry. Pensavano di doversi prendere cura di lui. William ha cresciuto Harry per gran parte del tempo, facendosi carico di un ruolo genitoriale e delle relative conseguenze» afferma una fonte vicina ai Cambridge.
Almeno altri due membri senior della famiglia confidarono di essere in pensiero per la velocità a cui procedeva la relazione. Meghan era stata spesso oggetto di pettegolezzi e conversazioni. Quando entrò nella vita del principe, un reale senior la chiamò «la showgirl di Harry» e un altro disse a un aiutante di Palazzo: «Ha un sacco di trascorsi». E qualcuno sentì un funzionario di corte d’alto rango dire a un collega: «Semplicemente ha qualcosa che non mi ispira fiducia».
«Harry era a conoscenza delle chiacchiere» afferma un buon amico. «È estremamente protettivo verso Meghan. Sa che molti sono contro di loro e farà il possibile per tenerla al sicuro ed evitare che qualcuno la ferisca, anche a costo di prendere le distanze da queste persone.»
Nei mesi successivi a quella conversazione, William e Harry non si rivolsero la parola. Se prima avevano sempre trovato tempo l’uno per l’altro, ora non si frequentavano quasi più. Harry aveva sempre amato andare a Palazzo per vedere i suoi nipoti, portando regali come un SUV elettrico per George e un triciclo per Charlotte. Ma quelle visite praticamente cessarono nell’estate del 2017. Anzi, Harry aveva passato meno tempo degli altri con il principe Louis proprio a causa delle tensioni tra lui e suo fratello dopo la nascita del bambino, il 23 aprile 2018. La freddezza fu reciproca. Harry vide molto più di rado i bambini, ma gli inviti da parte di William e Kate furono i primi a venir meno.
Anche se non era necessariamente colpa sua, Kate non fece granché per sanare la frattura, dimostrando una strenua fedeltà al marito e alla sua famiglia.
Benché lei e Meghan fossero quasi coetanee, si conobbero in fasi differenti delle loro esistenze. Kate era profondamente coinvolta nella vita della Royal Family da quando aveva conosciuto William al college. Siccome era madre di tre figli (e dell’erede al trono), la sua esistenza ruotava intorno alla famiglia e ai doveri verso la monarchia e il paese.
Kate e Meghan vengono da ambienti diversi e hanno avuto esperienze molto differenti. La Middleton non è mai stata interessata alla carriera, da sempre fondamentale invece per Meghan. Hanno anche personalità diverse. Se Kate è timida e taciturna, Meghan è estroversa.
A Harry non importava cosa pensavano o dicevano i suoi familiari. «Nulla avrebbe intralciato la sua felicità» dice una fonte vicina alla coppia. «Era certo che Meghan fosse la donna giusta. Il loro amore era palpabile e i loro sentimenti reciproci erano sinceri. Tutto il resto era rumore.»
Mentre Harry lottava contro coloro che, nella sua cerchia, pensavano che non dovesse chiedere a Meghan di sposarlo, lei respingeva le domande pubbliche sullo stesso argomento.
La possibilità di un royal wedding era la priorità della stampa l’11 giugno, quando Meghan prese posto accanto al resto del cast di Suits all’ATX Television Festival a Austin, in Texas. Intervenuta per promuovere il centesimo episodio della serie, si ritrovò a evitare le domande sul suo possibile matrimonio con il principe, limitandosi a sorridere quando un reporter le chiese esplicitamente se non vedesse l’ora di sposare Harry.
I suoi colleghi cercarono di aiutarla colmando le lacune. «Meghan è al settimo cielo» disse Patrick J. Adams, il suo fidanzato sul piccolo schermo. «Si merita tutte le cose fantastiche che le stanno succedendo nella vita.»
In seguito Aaron Korsh, il produttore esecutivo della serie, rivelò che pur non essendosi mai interessato agli sviluppi della relazione di Meghan, aveva tacitamente programmato l’uscita di scena di Rachel dall’inizio del 2017. «Di comune accordo con gli autori abbiamo deciso di rischiare, facendo in modo che i due personaggi [Rachel e Mike] si innamorassero e che la love story funzionasse» raccontò a BBC Radio 4.
Meghan non discusse con nessuno dei suoi progetti matrimoniali, ma gli amici più cari avevano intuito il suo stato d’animo. Forse è per questo che, a giugno, Jessica si mostrò così ansiosa di effettuare un cambio di rotta nel bel mezzo di una prova costumi destinata sia a serate personali sia alle future scene di Suits. Adocchiando alcuni vestiti da sposa su un espositore, la stylist suggerì a Meghan di provarne qualcuno. Anche se i produttori non avevano ancora reso noto il copione, le due sapevano che di lì a poco ci sarebbe stata la scena delle nozze di Rachel. Forse fu per ragioni di lavoro, ma le amiche non poterono fare a meno di ridacchiare mentre Meghan si infilava un paio di vestiti, apparendo splendida con ogni modello.
La relazione non procedeva solo nella sfera privata. Alla fine di giugno, con il consenso di Harry, Meghan invitò Sam Kashner, allora redattore di Vanity Fair e illustre scrittore, a casa sua a Toronto. Era pronta a parlare, ma alle proprie condizioni.
Per una coppia che aveva implorato la stampa di rispettare la sua privacy, era una mossa azzardata. Benché in passato Meghan fosse stata falsamente accusata di aver cercato l’attenzione dei giornalisti, in quel caso non c’era possibilità di equivoco: si sarebbe seduta davanti a un reporter con la benedizione di Harry. Nessuna royal girlfriend aveva mai parlato in pubblico della propria relazione o, cosa ancora più sorprendente, aveva dichiarato il suo amore in una rivista patinata.
L’unica richiesta di Meghan per il servizio con il fotografo Peter Lindbergh fu che non photoshoppassero le sue lentiggini. Voleva sembrare naturale e mostrare il suo vero io. Fu talmente soddisfatta del risultato che inviò biglietti di ringraziamento scritti a mano all’allora caporedattore Graydon Carter e ad altri membri del team coinvolti nel progetto. «Mi piace moltissimo» scrisse.
Prima dell’arrivo di Kashner, Meghan preparò un pranzo a base di verdure fresche, pasta con peperoncini e pane caldo. Le peonie, i suoi fiori preferiti, facevano bella mostra di sé accanto a libri di vario tipo, tra cui un’antologia di Vogue, il memoir di Grace Coddington e, opportunamente, una voluminosa edizione di lusso dei ritratti pubblicati da Vanity Fair nel corso degli anni. Il divano bianco era disseminato di cuscini d’ispirazione britannica, con una coperta in posizione strategica perché gli amati Bogart e Guy potessero sdraiarsi senza sporcare il tessuto.
Durante l’intervista Meghan affermò che Harry era la ragione per cui riusciva a restare lucida nonostante il circo mediatico. «È difficile e arriva a ondate. In certi giorni può sembrare più complicato che in altri. Ed è sorprendente come le cose siano cambiate di punto in bianco. Ho però ancora l’appoggio delle persone che mi circondano e, naturalmente, del mio ragazzo.»
L’articolo, arrivato in edicola il 7 settembre, apparve rivoluzionario per la franchezza con cui Meghan parlava del rapporto con Harry. «Posso dire che, in fin dei conti, secondo me è davvero semplice. Siamo due persone veramente felici e innamorate.»
Affermava che uscire con Harry non aveva cambiato la persona che era sempre stata: una donna indipendente, e non definita dagli uomini della sua vita. L’unica cosa diversa era la «percezione» che gli altri avevano di lei.
«Sicuramente prima o poi ci faremo avanti, ci presenteremo e daremo delle spiegazioni» aggiungeva, «ma spero che gli altri capiscano che questo è il nostro momento, ed è solo per noi. È questo a renderlo così speciale. Ma siamo felici. Personalmente, adoro le grandi storie d’amore.»
La loro è una storia d’amore che si consolidò in Africa, dove Meghan, nell’ultimo giorno di un’incredibile vacanza di tre settimane, si allungò in una perfetta posizione del guerriero.
Contemplò in silenzio il panorama dal loro ultimo alloggio, una moderna villa a Livingstone, nello Zambia, a meno di quindici chilometri dalle cascate Vittoria. Il sole nascente inondò il giardino mentre uno stormo di uccelli esotici che sembravano aver appena immerso le code in secchi di vernice multicolore le faceva la serenata.
Il ritorno nel luogo in cui si erano innamorati un anno prima era stato magico. Avevano esplorato la natura incontaminata del Botswana con l’aiuto di David Dugmore, un conservazionista amico di Harry, che dirige il Meno A Kwena. Dalle perlustrazioni in auto nel Makgadikgadi Pans, una delle più grandi piane di sale del mondo, agli avvistamenti di zebre, facoceri e ippopotami durante romantiche gite in barca lungo il Boteti, ogni giorno aveva regalato loro un’emozione diversa. Anche solo svegliarsi nella tenda costituiva un’esperienza indimenticabile, con elefanti, giraffe e zebre che punteggiavano il magnifico paesaggio visibile dalla finestra di fronte al letto.
Una volta Harry paragonò la vita a Londra a quella di un animale in gabbia, perciò non c’è da meravigliarsi che la vista di leoni, elefanti e ghepardi immersi nella natura selvaggia facesse sentire libero anche lui. «Il mio amore per l’Africa non svanirà mai. E spero di trasmetterlo ai miei figli» dice, aggiungendo che coglie volentieri «ogni opportunità di restituire qualcosa a un paese che mi ha dato così tanto.»
È un sostenitore instancabile degli sforzi compiuti dal Botswana per tutelare gli habitat naturali, tanto che nel gennaio del 2017 diventò testimonial della Rhino Conservation Botswana. Durante la seconda settimana del soggiorno mostrò a Meghan il lavoro dell’organizzazione benefica. Il direttore, Martin «Map» Ives, accompagnò la coppia a vedere alcuni rinoceronti neri, una specie a rischio di estinzione, che il principe aveva aiutato a trasferire e a dotare di dispositivi di tracciamento elettronico nel settembre del 2016.
«Harry ha visto con i suoi occhi i maltrattamenti crudeli e assurdi inflitti dai bracconieri a questi rarissimi animali» afferma Map. «La tutela dei rinoceronti è una questione assai seria e il Botswana non può farcela da solo. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per combattere questa battaglia.»
Il fatto che Harry abbia portato Meghan a vedere il suo lavoro per l’RCB fu un’altra dimostrazione della profondità dei loro sentimenti. Voleva condividere con lei qualunque cosa importante della sua vita. «Tengono molto alla conservazione dell’ambiente» spiega Map, «ma è anche un fattore che li unisce sul piano emotivo.»
Durante la vacanza Harry presentò a Meghan anche il dottor Mike Chase, il fondatore di Elephants Without Borders, un’organizzazione che insegna alle comunità locali a convivere con gli elefanti. La coppia passò un po’ di tempo con Mike e Kelly, la sua compagna, che sbalordirono Meghan insegnandole come mettere un collare per il tracciamento satellitare a un mammifero di cinque tonnellate.
Mentre Meghan praticava yoga al mattino accanto alle verdeggianti rive dello Zambesi, era difficile non deconcentrarsi. Non aveva mai immaginato di poter stendere il tappetino mentre i bufali brucavano dall’altra parte dell’acqua e le barche rientravano in porto dopo la pesca mattutina.
Né aveva mai osato sognare che durante quella vacanza magica l’uomo al suo fianco, il quinto in linea di successione al trono britannico, avrebbe promesso di sposarla. Rivelando i suoi pensieri più intimi sotto il cielo stellato del Botswana, Harry dichiarò apertamente le sue intenzioni, e Meghan non desiderava altro. Alla fine del soggiorno si sentivano più legati che mai. Erano migliori amici, partner, anime gemelle.
Ben presto Harry dimostrò di essere un uomo di parola. Poco dopo il rientro a Londra ufficializzò la promessa. Mentre Meghan preparava la cena al Nottingham Cottage, dove non aveva tardato a sentirsi a casa, il principe si piegò su un ginocchio e chiese la sua mano. Fu un istante che non avrebbero mai dimenticato. Ma sarebbe trascorso un po’ di tempo prima che dessero l’annuncio al resto del mondo. Per il momento sarebbe stato il loro piccolo segreto.