Palazzo di Westminster, Londra, gennaio 1485.

È la dodicesima notte, l’Epifania, l’ultimo giorno dei lunghi festeggiamenti natalizi, che quest’anno paiono non finire mai. Mi vesto con particolare cura in rosso e oro ed Elisabetta, pure lei in rosso e oro, mi segue nella sala del trono e mi resta accanto, come per mostrare al mondo il contrasto tra la vecchia regina e la giovane amante. C’è un masque che racconta la storia del Natale e dell’Epifania. Ci sono musiche e danze. Riccardo ed Elisabetta ballano insieme, tanto ben allenati che i loro passi si accordano perfettamente. Lei possiede la grazia di sua madre; nessuno riesce a toglierle gli occhi di dosso e io vedo il calore di cui Riccardo la circonda e mi chiedo di nuovo se è un corteggiamento o una farsa.

La dodicesima notte è quella in cui si ha uno scambio di generi e identità. Una volta ero la figlia del creatore di re, cresciuta sapendo che sarei diventata una delle grandi dame del regno. Ora sono regina e ciò dovrebbe soddisfare mio padre e me, ma quando penso al prezzo che abbiamo pagato mi rendo conto che il destino ci ha truffati. Sorrido alla sala così che tutti vedano che sono contenta che mio marito balli con sua nipote, gli occhi fissi sul volto acceso di Elisabetta. Devo far capire a tutti che sto bene e che l’insidioso gocciolio del veleno di Elisabetta Woodville nel mio cibo, nel vino, forse addirittura nel profumo sui miei guanti, non mi sta uccidendo lentamente.

Il ballo finisce e Riccardo torna accanto a me. Elisabetta va a chiacchierare con le sorelle. Per quest’ultima festa, Riccardo e io portiamo la corona per far vedere a tutti che siamo il re e la regina d’Inghilterra, per far sapere alle contee più lontane che siamo al massimo splendore. Dietro di noi si apre una porta ed entra un messaggero che porge a Riccardo un foglio. Lui lo legge rapidamente e mi fa un cenno come se fosse stata confermata una sua scommessa.

«Cosa c’è?»

«Notizie su Enrico Tudor», sussurra. «Quest’anno nessun annuncio di matrimonio. Ho vinto io questo giro. Lui ha perso la principessa di York e l’appoggio dei parenti Woodville. Sa di non poterla pretendere come moglie, tutti la credono la mia cortigiana. Gli ho rubato sia lei sia i suoi seguaci.»

Lancio un’occhiata a Elisabetta: sta provando dei passi con le sorelle, in impaziente attesa che la musica ricominci. Attorno a lei un gruppo di giovani che sperano che ballerà con loro.

«L’avrete rovinata se in tutto il regno si diffonderà la voce che è merce avariata, la cortigiana del re.»

C’è un prezzo da pagare, se ci si avvicina troppo al trono. Lei questo lo sa. Sua madre lo sa. Ma c’è dell’altro…»

«Cos’altro?»

«Ho una data per l’invasione di Enrico Tudor. Arriverà quest’anno.»

«Lo sapete? Quando?»

«Quest’estate.»

«Come fate a saperlo?»

Sorride. «Ho una spia nella sua sgangherata corte.»

«Chi?»

«Il figlio maggiore di Elisabetta, Thomas Grey. Anche lui è in mio possesso e lei si sta dimostrando un’ottima amica.»