Castello di Middleham, contea dello Yorkshire, maggio 1483.

Solo verso metà maggio ricevo una lettera di mio marito, scritta di suo pugno e chiusa con il suo sigillo privato. La porto in camera mia, lontana dal rumore della casa e la leggo alla brillante luce della finestra.

Verrete a sapere che l’incoronazione di mio nipote avrà luogo il ventidue giugno, ma non venite a Londra, finché non vi scriverò di mio pugno per dirvi di farlo. Londra non è sicura per chiunque non sia un parente o un fedele seguace dei Woodville o dei loro amici. Ora lei sta mostrando la sua vera personalità e io sono pronto al peggio. Rifiuta di fare la parte della regina madre. Spera di diventare lei stessa re. Devo affrontarla come nemica e non dimentico mio fratello Giorgio, vostra sorella o il loro bambino.

Mi reco in cucina dove un grande fuoco arde giorno e notte, accartoccio la lettera e la spingo sotto i ciocchi incandescenti e aspetto che bruci completamente. Non c’è altro da fare che attendere notizie.

Nel cortile esterno della scuderia i bambini stanno guardando il maniscalco ferrare i loro pony. Tutto è tranquillo e normale: il bagliore della forgia, il fumo che si leva dallo zoccolo in una nuvola acre. Mio figlio regge la cavezza del suo nuovo cavallo, un bell’animale robusto, mentre il maniscalco stringe la zampa tra le ginocchia e martella i chiodi nei buchi del ferro. Incrocio le dita nel vecchio gesto contro la stregoneria e rabbrividisco quando un gelido spiffero arriva dalla porta del caseificio. Se la regina sta mostrando la sua vera indole e mio marito è preparato al peggio, allora tutti vedranno la sua ostilità. Forse proprio in questo momento sta sollevando con un fischio un vento che porterà la peste nella mia casa. Forse proprio in questo momento sta scagliando una maledizione contro il braccio della spada di mio marito, indebolendolo, subornando i suoi alleati, corrompendo gli animi degli uomini contro di lui.

Mi allontano ed entro nella cappella, m’inginocchio e prego che Riccardo sia risoluto contro Elisabetta Woodville, tutti i suoi parenti e i potenti rapporti che lei ha messo insieme. Prego che sappia agire con decisione e forza, che sappia usare qualsiasi arma gli capiti in mano, perché sono certa che lei non si fermerà davanti a niente per far salire suo figlio sul trono e vedere noi in rovina. Ricordo che Margherita d’Angiò mi aveva insegnato che ci sono momenti in cui bisogna essere pronti a fare qualsiasi cosa per difendere se stessi o la posizione che si merita e spero che mio marito sia pronto a tutto. Temo stia per iniziare una nuova guerra che metterà uno contro l’altra il sincero fratello del re e la sleale regina. Una guerra da cui dobbiamo uscire vincitori.

Aspetto. Mando tramite una delle nostre guardie una lettera a Riccardo, implorandolo di inviarmi notizie. Lo metto in guardia contro l’ostilità della regina.

Voi sapete che ha grandi poteri, per cui guardatevi da essi. Fate tutto ciò che dovete per proteggere l’eredità di vostro fratello e la nostra sicurezza.

Sola nel castello di Middleham, trascorro ogni pomeriggio con i ragazzi come se, soltanto sorvegliandoli costantemente, potessi evitare che da Londra soffi su di loro un caldo vento portatore di peste, potessi bloccare il volo di una freccia scagliata nel momento sbagliato e assicurarmi che il nuovo cavallo sia ben addestrato e che Edoardo lo sappia condurre. Non dubito affatto che i grigi occhi della regina siano puntati su di noi, che lei sia contro mio marito, che tramerà le nostre morti, in breve che si sia noi contro di lei.