Il libro è finito, ma le storie continuano a vivere attraverso di noi.
Alcune fiabe sono piaciute di più e i bambini, come i miei nipoti, vi chiederanno di leggerle ancora o di raccontarle.
Posso salutarvi lasciando qualche idea per leggere insieme, rileggere, riflettere con le fiabe?
Sono sicura che avrete adottato spontaneamente un ritmo e un modo di lettura, perché le fiabe ci guidano a cambiare passo e ritmo nei diversi momenti della storia. Bene, affidatevi alla fantasia per immergervi completamente nel mondo della fiaba: usate toni di voce diversi, caratterizzate i personaggi e quelli, vedrete, usciranno dalle pagine per accompagnarvi durante la giornata. «Come dice il gatto?» vi chiederanno i bambini, e voi, che ormai conoscete la storia potrete rispondere con l’espressione del racconto (magari in tono un po’ miagolante): «Fidati di me!». Oppure sarete voi a porre la domanda ai vostri bambini quando stanno piantando un capriccio perché non vogliono assaggiare una nuova pietanza o non se la sentono di iniziare un nuovo sport. Insomma, le fiabe vi verranno in aiuto in tanti momenti, perché hanno la straordinaria capacità di raccontare il presente pur nel passato remoto in cui sono ambientate.
Ve ne sarete accorti, leggendo. Le fiabe vi hanno trascinato dentro la vicenda, vi hanno sorpresi e divertiti, e vi hanno fatto rivivere sensazioni di stupore dell’infanzia. Leggendo ai vostri figli, ai vostri nipoti, leggete anche alla vostra anima bambina, rimasta intatta nel tempo, come lo sono queste storie che appartengono a un passato lontano, a culture molto antiche. Appena pronunciamo la fatidica formula “c’era una volta” la nostra mente si apre alla fantasia, e abbandona il nostro continuo bisogno di razionalizzare e controllare tutto. È una porta che si apre su un mondo diverso, da immaginare anziché “vedere” su schermi: già organizzato, disegnato, filmato. Questo mondo si costruisce attraverso le parole legate nella linea sinuosa del racconto verbale, che richiama l’attivazione dell’ascolto e della capacità di fantasticare.
Che piacere e che relax per i bambini! Loro, nelle fiabe, si sentono a casa propria. Perché vi ritrovano il loro paesaggio sentimentale fatto di emozioni anche violente, contrastanti, generate da impulsi. Incontrano le loro paure, i loro desideri, la loro logica e il loro senso di verità e giustizia privi di compromessi e di sfumature. E tutto con un linguaggio semplice, diretto, senza fronzoli, senza spiegazioni noiose, né raccomandazioni, né ricette. Chi è invidioso appare ridicolo, chi è borioso finisce male, punto. Invece, ha successo chi è gentile e chi usa l’intelligenza, chi è coraggioso, intraprendente e anche un po’ fortunato. Perché la fortuna, si sa, non guasta.
Insomma, in questa nostra realtà contraddistinta da linguaggi complessi, infarciti di tecnicismi, la fiaba ci restituisce il piacere della comprensibilità nella comunicazione umana, senza scadere in una modalità dozzinale. La fiaba non ha un pubblico “mirato”, ma si rivolge a grandi e piccoli, offre dignità di ascolto, comprensione, partecipazione a tutti, abbracciandoci nella bellezza di una narrazione scaturita, come una fonte pura, dalla roccia solida del tempo.
Capirete allora perché raccomando di rilassarci, prima di iniziare a leggere. E perché credo che il momento migliore per leggere le fiabe sia prima di andare a letto. Prima di tutto, il nostro corpo deve accogliere la fiaba, e permettere di calmare la mente. Lo farà allentando le tensioni, le difese, le rigidità delle nostre piccole e grandi incombenze giornaliere, le nostre e quelle dei nostri figli.
Così la mente si predispone alla fantasticheria, piacevole facoltà che introduce al sogno, quando le storie lette si espandono nel cuore dei bambini, e anche nel nostro, affannato da temi di certo più pressanti e complicati, ma rasserenato dal sostegno di una narrazione molto antica, che ha saputo affrontare in termini semplici la grande paura umana di soccombere, con la speranza di soluzioni che a volte arrivano dal cielo e dalla magia, ovvero dalla fantasia umana.
Sono tantissime le storie che incontriamo nel corso della vita grazie a libri, film, spettacoli, recital, mostre e così via, ma sono poche, in realtà, quelle che ricordiamo. Le fiabe sono indimenticabili perché sono essenziali, rappresentano cioè l’essenza del racconto: semplice, lineare, che parla però con grande potenza espressiva di forze e conflitti interiori. Perciò non invecchiano, né passano di moda, né è facile sostituirle, anche se ogni tanto qualcuno ci prova, dichiarandole sorpassate o antiquate e chiedendosi se è proprio necessario conoscere le fiabe, a cosa servano. La necessità è quella di nutrire la nostra conoscenza e soprattutto la nostra immaginazione, che altrimenti resta sempre affamata. La fiaba serve per comprenderci meglio, sapere che pulsioni distruttive, istinti anche violenti sono umani, che la crescita è un percorso a ostacoli, con varie tappe, e che gentilezza, solidarietà, compassione sono disposizioni d’animo e comportamenti utili a intrecciare relazioni e per la convivenza sociale. I nostri bambini hanno bisogno di questi strumenti per essere sereni, liberi, fiduciosi. È attraverso la trasmissione di parole e temi che scegliamo insieme il nostro percorso e inventiamo la nostra speciale storia nel mondo.