XXIII

Pepè Alletto si era spiegato l'impegno posto da Ciro nel condurre a buon fine l'impresa, come effetto dell'eccessiva indole di lui. Quando però lo vide tutto inteso a sgomberar la casa della mobilia vecchia per comperarne altra nuova, cominciò a entrar davvero in sospetto non gli avesse dato di volta il cervello.

"" Intanto non ardiva domandargli nulla. Dopo la vittoria, Ciro, anziché mostrarsi lieto, diventava di giorno in giorno più cupo.

— gli disse una mattina, tirandolo per la giacca, in disparte, con gli occhi foschi. —

Pepè, contento in fondo che si venisse a una spiegazione, benché il modo un po' lo apprensionisse, promise.

— riprese Ciro, —

— rispose Pepè, cercando con un sorrisetto d'appianar la ruga minacciosa su la fronte di Ciro.

— esclamò questi.

— disse Pepè. —

Ciro si mise a passeggiare per lo studio, col mento sul petto e le mani in tasca; insoddisfatto, fosco.

— riprese Pepè. —

— gli gridò Ciro, fermandosi a fulminarlo con gli occhi.

Pepè si strinse nelle spalle.

— irruppe Ciro, col volto contratto dalla rabbia. —

— ammise Pepè, —

— lo interruppe Ciro, furibondo. —

— disse Pepè, cercando le parole, —

— rispose, cupo, Ciro.

— riprese Ciro, fermandosi in mezzo allo scrittojo e appuntando come un'arma l'indice d'una mano contro Pepè, —

Pepè lo guardò, allocchito.

— gli disse Ciro, sprezzante. —

— poté a mala pena balbettare Pepè. —

Sentì mancarsi la terra sotto i piedi; si portò le mani su le tempie, quasi temendo non gli scoppiassero, e chiuse gli occhi per trattener due lagrime che gli colarono però giù per le guance smorte.

— riprese poi, quasi tra sé, con voce rotta e le labbra tremanti. —

— gli gridò Ciro. —

— disse Pepè, esasperato, senza porre più freno alle lagrime.

— inveì Ciro allora, —

— gli gridò Pepè, col coraggio della disperazione, svincolandosi. —

— tonò il Coppa, slanciandosi addosso al cognato.

Pepè si schermì; poi gli si parò davanti, con audacia insolita.

— fremette Ciro, con occhi feroci.

— ripeté l'Alletto. —

— replicò Ciro, —

— gemette Pepè tra le braccia del Coppa. —

— rispose Pepè. —

Prese dall'attaccapanni il cappello, lo pulì più volte con la manica, e se ne andò, come intronato.

Ciro rimase con le pugna serrate su le guance, gli occhi da belva, a passeggiare in sù e in giù per lo studio.