Capitolo 29
BROOKE
Dicembre
Ci sposammo a Stone Church una settimana dopo, il due di dicembre. Solo nonna e Herman parteciparono alla cerimonia, come testimoni. Anzi, in qualità di sindaco, fu Herman stesso a sposarci.
Dopo gli eventi da incubo avvenuti al ballo, io e Caleb decidemmo che il nostro matrimonio sarebbe stato esattamente come entrambi volevamo che fosse e come avevamo bisogno che fosse.
Una cerimonia privata, all’imbrunire, nella piccola cappella di pietra sulla baia, con il sole infuocato del tramonto che ricopriva tutto di oro; anche questa, una cosa che entrambi desideravamo.
Avevo scelto un abito lungo di batista di seta, rosa pallido, con lunghe maniche di pizzo francese. Al posto del velo, avevo appuntate quattro peonie sui capelli, che portavo sciolti sulle spalle, come piacevano a Caleb.
Lui indossava un completo nero di Brioni, con una cravatta a righe sottili argentate e un fazzoletto da taschino di seta, di suo padre. Era così bello da farmi male agli occhi.
Il vecchio pavimento di legno della chiesa era cosparso di petali di rosa che profumavano l’aria mischiandosi all’odore di vaniglia delle candele, l’unica illuminazione.
Dopo aver firmato i documenti, Herman lesse i voti, che noi ci ripetemmo l’un l’altra con parole dense di amore e promesse per il futuro. Ci scambiammo le fedi di platino, che avevamo scelto insieme e che avremmo indossato per sempre. Tutto fu come doveva essere.
Caleb e Brooke che si giuravano amore eterno, diventando Mr e Mrs Blackstone.
***
Dopo la cerimonia, festeggiammo con cupcakes e champagne.
Giusto un sorso per me, ma mi gustai appieno tutta la bontà zuccherosa di quei dolcetti deliziosi. Nonna ci fece delle foto con il telefono di Caleb e poi arrivò il momento di salutarci.
«Ti voglio bene, mia adorata Brooke. Mi facesti un dono enorme quando arrivasti qui la prima volta. Nulla potrebbe rendermi più felice di come lo sono ora nel vedere te e Caleb così innamorati e felici.»
E in procinto di renderti bisnonna, aggiunsi tra me e me.
Non trattenne le lacrime, e neanche io lo feci. Non occorreva dire altro, perché entrambe sapevamo già tutto.
«Ti voglio bene, nonna.»
«Lo so, tesoro. Adesso forza, andate a vivere la vostra meravigliosa vita insieme» ci disse prima degli ultimi abbracci e baci.
Caleb guidò fino all’aeroporto di Blackstone Island, nella nuova Range Rover Autobiography che aveva comprato per uso insulare, come diceva lui. Non avrei mai eliminato Woody, ma amavo guidare la nuova auto, che era morbida e scorrevole anche sul terreno dissestato. Fu un viaggio breve fino all’aeroporto.
Ci attendeva un aereo privato, già acceso e con i nostri bagagli a bordo, pronto a portarci alle Hawaii per la nostra luna di miele.
Dovevamo solo salire.
«Aspetta, Mrs Blackstone» mi disse Caleb. «Ferma dove sei.»
«Va bene, amore» risposi prendendolo in giro, perché sapevo che gli piaceva.
Caleb arrivò davanti alla mia portiera e l’aprì. Mi aiutò a scendere, mentre sorreggevo un lato della gonna.
Eravamo ancora in abiti da cerimonia e dovevamo metterci comodi per le undici ore di viaggio che ci attendevano, prima di arrivare alle Hawaii. L’aereo aveva una camera da letto privata di cui, immaginai, avremmo fatto buon uso. Undici ore per aria sarebbero state lunghissime e avremmo dovuto riempire il tempo, in qualche modo. Ecco, riempire era proprio il termine giusto.
«Voglio fare questo» disse prendendomi in braccio. «Far varcare la soglia di casa alla mia bellissima sposa. In questo caso è la soglia di un aereo, ma va bene lo stesso.»
«Mio marito è un uomo davvero forte per riuscire a portarmi di peso, senza alcuna fatica» replicai, guardandolo negli occhi, mentre mi portava verso il velivolo.
«Mia moglie diventa una piuma quando devo sollevarla» ribatté prima di posare un bacio passionale sulle mie labbra.
In cima alla scaletta, fummo accolti calorosamente dallo staff e dal pilota, che ci fecero le congratulazioni per le nozze. Caleb non mi mise giù finché non arrivammo in fondo all’aereo e dentro l’enorme stanza privata. Chiuse la porta a chiave e il suo volto si illuminò di un sorrisetto malizioso e invitante.
«Non hai nemmeno il fiatone.»
Si spinse contro di me e guardò in basso. «Mi vedrai ansimante e col fiatone in un attimo, Mrs Blackstone. Ma prima dobbiamo occuparci di un paio di cose.»
«Tipo?»
«Dobbiamo scegliere una foto del matrimonio da condividere col mondo» rispose.
«È vero» annuii, d’accordo con lui.
«E prima ancora dovremmo mandare un messaggio ai familiari stretti e agli amici. Credo si sentirebbero offesi, se lo sapessero dai giornali.»
«Sei tremendo, Caleb. Hai un pensiero per ogni cosa.» Mi sedetti sul letto e lo tirai vicino a me. Guardammo le foto che ci aveva fatto nonna, finché non trovammo quella che entrambi volevamo condividere. Caleb la mandò a Victoria, dicendole di inviarla al capo delle pubbliche relazioni della Blackstone Global perché la desse alla stampa.
Il messaggio allegato era molto semplice.
Caleb Blackstone e Brooke Casterley si sono uniti in matrimonio questa sera, in una cerimonia privata a Stone Church, sull’isola di Blackstone.
La foto ci ritraeva all’ingresso di Stone Church, sullo sfondo l’atmosfera calda della chiesa, illuminata dalle candele e il pavimento cosparso di rose. Le labbra di Caleb sulla mia mano, e il mio sguardo innamorato su di lui.
Ai nostri amici stretti e ai familiari, mandammo un messaggio diverso: Dando ascolto al consiglio di un uomo saggio, abbiamo deciso di tenere stretta la nostra felicità e suggellarla ufficialmente, a partire da stasera. Con immenso amore, Caleb & Brooke Blackstone xoxo
Dopo aver inviato il secondo messaggio, Caleb spense il telefono e mi tirò a sé.
Poi, mi mostrò quanto mi amasse, come aveva sempre fatto sin dal primo momento.
Il mio amante gentiluomo, sboccato, ma dall’animo romantico, che non ricordava cosa fosse una polpetta e che non aveva mai fatto shopping da Target, prima di conoscere me.
Il mio miliardario ricco sfondato, che si preoccupava di più di costruire pozzi d’acqua nei villaggi dell’Africa, che del prossimo dollaro che avrebbe guadagnato.
Mio marito, che mi amava e che sarebbe stato il padre del nostro adorato bambino.
Il mio uomo meravigliosamente perfetto.