ATTO PRIMO

 

 

Una piccola camera da letto al piano superiore della casa del reverendo Samuel Parris, a Salem, nel Massachusetts, nella primavera dell'anno 1692. A sinistra, un'angusta finestra. Attraverso i pannelli di vetro incorniciati di piombo splende la luce del sole mattutino. Una candela è ancora accesa vicino al letto, che si trova a destra. Un cassone, una sedia e un piccolo tavolo costituiscono il resto dell'arredamento. In fondo, una porta conduce al ballatoio della scala che scende al pianterreno. La camera dà un'impressione di semplicità e di pulizia. Ben visibili le travi del tetto, di legno grezzo e non ancora stagionato.

Quando si apre il sipario, il reverendo Parris è inginocchiato accanto al letto, nell'atto di pregare. Sua figlia, Betty Parris, di dieci anni, è distesa, inerte, sul letto.

Al tempo di questi fatti Parris era sulla quarantacinquina. Egli si comportò nella realtà in modo spregevole e ben poco si può dire in suo favore. Parris riteneva di essere stato sempre ingiustamente perseguitato nonostante gli sforzi che aveva fatto per conquistarsi la simpatia della gente e del Signore. Bastava che un fedele in chiesa si alzasse per chiudere la porta senza aver chiesto prima il suo permesso perché Parris si sentisse offeso. Parris era vedovo e non amava i bambini né sapeva come trattarli. Li considerava dei piccoli adulti; e prima di essere coinvolto in questa strana vicenda (come del resto ogni abitante di Salem), non gli sarebbe neppure passato per la mente che i bambini potessero fare altro che esser grati per il permesso che veniva loro concesso di camminar dritti, con gli occhi bassi, le braccia lungo i fianchi e la bocca chiusa fin quando non fossero sollecitati a parlare.

La sua abitazione si trovava al centro della «città» che oggi chiameremmo appena villaggio. La chiesa era lì accanto, e da quel punto (verso la baia come verso l'interno) si vedevano poche case scure, con le finestre minuscole, ammucchiate l'una contro l'altra quasi a proteggersi dal rigido inverno del Massachusetts. Salem era stata fondata appena quarantanni prima. Nel mondo europeo si diceva che l'intera provincia era una frontiera barbarica abitata da una setta di fanatici, i quali però esportavano prodotti che a poco a poco aumentavano in quantità e valore.

Non ci è dato di sapere con esattezza come si svolgesse la vita degli abitanti di Salem. Non c'erano romanzieri tra di loro; e d'altra parte nessuno avrebbe avuto il permesso di leggere un romanzo, ammesso che avesse potuto procurarselo. La religione proibiva qualsiasi attività che rassomigliasse a un teatro e simili «vuoti piaceri». A Natale non si facevano feste e il giorno di riposo comportava semplicemente il dovere di una maggiore dedizione alla preghiera.

Con ciò non vogliamo dire che nulla al mondo potesse variare questo modo di vivere sobrio e severo. Quando veniva ultimata la costruzione di una casa nuova ad esempio, si radunavano gli amici per fare «un po' di baccano». Si ammannivano cibi speciali e si arrivava a volte perfino al punto di far circolare una brocca di sidro. Esisteva a Salem un discreto numero di fannulloni che giocavano a shovelboard. nella taverna di Bridget Bishop. Probabilmente, più che la fede, era la durezza della vita a mantenere la rigidezza dei costumi: quella gente infatti era costretta a lottare con eroismo contro la terra per strapparle ogni chicco di grano. Non restava quindi a nessuno molto tempo per i divertimenti.

A Salem c'erano però delle persone frivole; prova ne sia ch'era stato necessario costituire una pattuglia di due uomini il cui compito era quello di «fare la ronda durante il servizio religioso per notare chiunque indugiasse nelle vicinanze della chiesa incurante delle leggi e degli avvertimenti, o chiunque restasse a casa o nei campi e non fosse in grado di darne una lecita giustificazione, e di registrare i nomi delle suddette persone e comunicarli ai magistrati onde potessero essere presi provvedimenti a loro carico».

Questa predilezione ad impicciarsi negli affari altrui era una tradizione del popolo di Salem, e indubbiamente contribuì non poco a creare quella diffidenza che senza dubbio alimentò la follia collettiva che sarebbe seguita. Essa costituiva anche, a mio parere, una delle cose contro cui un uomo come John Proctor doveva ribellarsi; il periodo di emergenza poteva infatti considerarsi superato. Il paese aveva raggiunto una certa (se non completa) sicurezza e le antiche misure disciplinari incominciavano a pesare. Ma come avviene sempre in situazioni di questo genere, l'esigenza non si presentò subito con evidenza, poiché il pericolo era ancora possibile, e l'intransigenza quindi poteva essere ancora la migliore garanzia di sicurezza. Il confine della foresta era vicinissimo. Il continente americano, che si estendeva sterminato verso occidente, era, agli occhi degli abitanti di Salem, pieno di mistero. Lo sentivano alle loro spalle, oscuro e minaccioso, di notte e di giorno, e da esso sbucavano fuori di tanto in tanto le tribù indiane che si davano al saccheggio. Alcuni parrocchiani del reverendo Parris avevano avuto dei parenti uccisi da quei selvaggi. La mentalità degli abitanti di Salem era, in parte, responsabile della mancata conversione dei pellirosse. Tutto sommato era preferibile rubare la terra a dei pagani piuttosto che a dei fratelli neo-cristiani. Sta di fatto che pochissimi indiani furono convertiti, e il popolo di Salem continuò a credere che la foresta vergine fosse l'ultima riserva di caccia del Diavolo, la sua fortezza, il suo estremo baluardo. A giudizio degli abitanti di Salem, la foresta americana era l'ultimo dei luoghi della terra dove non si rendeva omaggio a Dio.

Per queste ragioni, fra le tante altre, gli abitanti di Salem avevano l'aria di essere votati alla resistenza e perfino alla persecuzione. Non si può negare che i loro padri fossero stati perseguitati in Inghilterra. Di conseguenza essi e la loro chiesa si sentivano ora obbligati a negare la libertà alle altre sette, quasi temessero che la Nuova Gerusalemme potesse essere deturpata e corrotta da mali costumi e false idee.

In conclusione, gli abitanti di Salem credevano di tenere saldamente in mano la fiaccola che doveva portar la luce al mondo intero. Noi americani abbiamo ereditato questa fiducia, che ci è stata utile, e nello stesso tempo nociva. Fu utile al popolo di Salem perché contribuì a dargli una disciplina. Erano, per lo più, uomini pieni di devozione e non potevano essere che così, per sopportare la vita che si erano scelta, o alla quale erano nati, in quella terra.

La prova dei vantaggi che trassero dalla loro fede la troviamo nel carattere, del tutto diverso, della prima colonia di James-town, più a sud, nella Virginia. Gli inglesi che vi approdarono erano spinti soprattutto dalla sete di guadagno: non avevano altro obbiettivo che di raccogliere le ricchezze del nuovo mondo e di portarle in Inghilterra. Erano individualisti, e molto più simpatici degli uomini del Massachusetts, ma la Virginia li distrusse. Il Massachusetts tentò di distruggere i Puritani, ma questi si mantennero uniti, dando origine ad una società che inizialmente altro non fu se non un campo armato, governato in forma autocratica, ma con grande onestà. Questa società, non dimentichiamolo, era un'autocrazia per consenso, e i suoi componenti erano uniti, dal primo all'ultimo, da una comune ideologia la cui perpetuazione era la ragione e la giustificazione di qualsiasi sofferenza. L'abnegazione, la risolutezza, la diffidenza di fronte alle «vanità del mondo», la rude giustizia di questi uomini furono strumenti perfetti per la conquista di quella terra ingrata.

Il popolo di Salem del 1692 però non era costituito dalla stessa gente devota sbarcata dal Mayflower. Un profondo mutamento si era verificato: la rivoluzione aveva rovesciato il governo regio sostituendolo con una giunta che deteneva in quel momento il potere. Un periodo cioè che deve essere apparso addirittura caotico agli occhi del popolo di Salem. Alla gente semplice di quei tempi - come a quella di oggi - i problemi contemporanei debbono essere sembrati complessi e insolubili. Non è difficile quindi rendersi conto come sia stato possibile far credere a molti che la confusione dei tempi fosse il frutto di forze oscure e soprannaturali. Non c'è traccia di siffatta speculazione nei verbali del processo, ma è noto che in qualunque epoca i disordini sociali generano questi sospetti mistici; e quando, come accadde a Salem, si comincia a parlare di forze occulte che minano la compagine sociale, non si può pretendere che il popolo non sfoghi sulle vittime la violenza delle proprie delusioni. La tragedia di Salem, che sta per cominciare in queste pagine, ebbe origine da un paradosso. Viviamo tuttora nella morsa di questo paradosso, e la sua soluzione non è ancora in vista. In poche parole, ecco di che cosa si tratta: per fini buoni, anzi, per alti fini, il popolo di Salem si creò una teocrazia, un complesso di poteri statali e religiosi che teneva unita la comunità difendendola dagli elementi disgregatori materiali o ideologici. Questa teocrazia fu organizzata per un fine necessario, e quel fine venne raggiunto. Ma ogni organizzazione è, e non può non essere, imperniata su esclusioni e divieti, per il semplice fatto che due oggetti non possono occupare il medesimo spazio. A un certo momento, nella Nuova Inghilterra, le repressioni si fecero più violente di quanto i pericoli contro i quali l'ordine era stato costituito non giustificassero. La caccia alle streghe fu una tremenda manifestazione del panico che si diffuse in tutte le classi quando la bilancia incominciò a pendere in favore d'una maggiore libertà individuale.

Se si riesce ad esaminare con obbiettività le nefandezze commesse dagli individui, si finisce per compatirli tutti, come un giorno saremo compatiti anche noi. Ancora oggi, l'uomo non è in grado di organizzare la sua vita sociale senza ricorrere alle repressioni: l'equilibrio tra la libertà e l'ordine non è stato ancora raggiunto.

La caccia alle streghe non costituì, tuttavia, una repressione pura e semplice. Essa fu anche l'occasione a lungo attesa, da chi ne sentisse il bisogno, di confessare impunemente in pubblico le proprie colpe e i propri peccati rendendone responsabili gli accusati. D'un tratto sembrò plausibile (oltre che doveroso e santo), per un uomo, affermare che Martha Corey era entrata di notte nella sua camera da letto, mentre sua moglie dormiva accanto a lui, e che gli si era buttata addosso quasi soffocandolo. Naturalmente, si trattava dello spirito di Martha, ma la soddisfazione che l'uomo provava nel confessarlo non era minore di quella che avrebbe provato se si fosse trattato di Martha in carne ed ossa. Normalmente non si poteva parlare di queste cose in pubblico.

Gli odii tra vicini, soffocati per lungo tempo, potevano finalmente avere sfogo e vendetta, nonostante le prescrizioni della Bibbia. La sete di terra che prima di allora si era manifestata negli incessanti contrasti sui confini poteva finalmente essere portata sul piano della moralità. Si poteva insomma accusare di stregoneria il proprio vicino e sentirsi perfettamente giustificati. Era lecito sfogare vecchi rancori, in nome della lotta fra Lucifero e il Signore. La diffidenza e l'invidia dei poveri verso i più ricchi poterono esplodere in una vendetta generale.

Il reverendo Parris sta pregando, e sebbene non possiamo udire le sue parole, ci accorgiamo della sua confusione, del suo turbamento. Parris borbotta qualche cosa e sembra che stia per piangere; poi piange e ricomincia a pregare. Ma sua figlia non si muove. La porta si apre ed entra la schiava negra. Tituba ha una quarantina d'anni. Parris l'ha portata con sé dalle Isole Barbados dov'era vissuto alcuni anni facendo il commerciante prima di votarsi al sacerdozio.

Si ha l'impressione che Tituba non sopporti di rimanere esclusa più a lungo dalla presenza della sua diletta. La donna è anche molto intimorita; la sua esperienza di schiava le insegna che, come sempre, i guai domestici ricadranno prima o poi sulle sue spalle.

tituba (già indietreggiando di un passo) La mia Betty guarirà?

parris Vattene!

tituba ( indietreggiando verso la porta) La mia Betty non morirà...

parris ( scattando in piedi, furioso) Fuori di qui! (Tituba è scomparsa). Fuori! Fuori! (È sopraffatto dai singhiozzi. Serra i denti nello sforzo di dominarsi. Chiude la porta e vi si appoggia, esausto) O Dio mio! Dio mio, aiutami! (Tremando dalla paura e mormorando tra i singhiozzi, si accosta al letto e prende con dolcezza la mano di Betty) Betty, bambina, bambina cara. Svegliati, apri gli occhi. Betty... cara... (Sta per inginocchiarsi di nuovo).

Entra sua nipote, Abigail Williams, un'orfana di diciassette anni. È una ragazza di eccezionale bellezza e dotata di un'estrema capacità di dissimulazione. Ora si mostra tutta preoccupata, spaventata e rispettosa.

abigail Zio? (Parris la guarda). Susanna Walcott è stata dal dottor Griggs.

parris Falla entrare, falla entrare.

abigail (affacciandosi alla porta e chiamando Susanna che si trova per le scale) Vieni, Susanna.

Entra Susanna Walcott. È una ragazza nervosa e frettolosa, un po' più giovane di Abigail.

parris (con ansia) Allora, che cosa dice il dottore?

susanna (allungando il collo per vedere Betty dietro a Parris) Mi ha ordinato di venirvi a dire che nei suoi libri, per un caso come questo, non riesce a trovare nessuna medicina.

parris Allora, deve continuare a cercare. Susanna Sì, signore. Non ha fatto che cercare nei suoi libri da quando vi ha lasciato. Mi ha detto di dirvi che dovete pensarci voi perché deve esserci qualche causa soprannaturale. parris ( spalancando gli occhi) No... no. Non ci sono cause soprannaturali. Digli che ho mandato anche a chiamare il reverendo Hale di Beverly, e che il signor Hale mi darà certamente ragione. Che lui si limiti a cercare una medicina e non pensi a cause soprannaturali. Non ce ne sono.

susanna Sì, signore. Però mi ha ordinato di dirvelo. (Si volta per andarsene). abigail Non parlarne in paese, Susanna.

parris Va' subito a casa e non parlare di cause soprannaturali.

susanna Sì, signore. Pregherò per Betty. (Esce).

abigail Zio, dappertutto si parla di stregoneria. Penso sia meglio che voi andiate giù a smentire personalmente queste voci. Il salotto è pieno zeppo di gente. Resterò qui io, con Betty.

parris (esasperato, prendendosela con lei) E che cosa dirò loro? Che ho scoperto mia figlia e mia nipote nella foresta a ballare come delle invasate?

abigail Zio, è vero; abbiamo ballato. Dite pure che l'ho confessato... e magari mi frusteranno in pubblico. Ma la gente parla di stregoneria. Betty non è stregata.

parris Abigail, io non posso presentarmi alla congregazione quando so che tu non mi hai detto tutto. Che cosa facevate nella foresta?

abigail Abbiamo ballato, zio; e quando voi siete saltato fuori dal cespuglio all'improvviso, Betty si è spaventata ed è svenuta. Non c'è altro.

parris Siediti.

Abigail (con voce tremula, sedendosi) Non farei mai del male a Betty. Le voglio troppo bene.

parris Senti, Abigail. La punizione per te verrà, a suo tempo. Ma se tu hai avuto a che fare con gli spiriti nella foresta devi dirmelo subito perché i miei nemici verranno certamente a saperlo e ne approfitteranno per rovinarmi.

abigail Ma non abbiamo evocato gli spiriti.

parris E allora, perché da mezzanotte Betty non si muove più? La sua condizione è disperata. (Abigail abbassa gli occhi). Voglio sapere la verità o saranno i miei nemici a scoprirla. Dimmi che cosa avete fatto! Abigail, ti rendi conto che ho molti nemici?

abigail L'ho sentito dire, zio.

parris C'è una fazione che è decisa a buttarmi giù dal pulpito. Lo capisci?

abigail Credo di sì, signore.

parris E ora, proprio in piena lotta, si viene a scoprire che la mia casa è un focolaio di pratiche oscene. Si commettono atti abominevoli nella foresta...

abigail Ma si scherzava, zio!

parris ( indicando Betty) E lo chiami scherzare? (Abigail abbassa gli occhi. Parris la supplica) Abigail, se tu sai qualcosa che può essere di aiuto al dottore, per amor di Dio, dimmelo. (Abigail tace). Quando vi ho sorprese, ho visto Tituba che agitava le braccia sul fuoco. Perché? E l'ho sentita urlare frasi sconnesse. Si dondolava su quel fuoco come una bestia ferita!

abigail Tituba canta sempre le sue canzoni delle Barbados, e noi balliamo.

parris Non posso fingere di ignorare ciò che ho visto, Abigail. E neanche i miei nemici lo ignoreranno. C'era una veste buttata sull'erba.

abigail ( innocentemente) Una veste?

parris ( parlando a mezza bocca) Sì, una veste. E mi è sembrato di vedere... una persona nuda che correva tra gli alberi!

abigail ( con terrore) Nessuna di noi era nuda, zio! Vi sbagliate!

parris ( con ira) L'ho vista con i miei occhi. (Si allontana da lei, poi le dice risolutamente) Dimmi la verità, Abigail. E cerca di sentire su di te tutto il peso della responsabilità che hai! Perché è in giuoco il mio sacerdozio... il mio sacerdozio e forse la vita di tua cugina. Qualunque atto abominevole abbiate commesso, dimmelo perché non posso rischiare di farmi sorprendere quando andrò giù davanti a loro.

Abigail Non c'è nient'altro. Ve lo giuro, zio.

parris (la osserva, poi annuisce, quasi convinto) Abigail, per tre lunghi anni ho lottato per piegare questa gente caparbia, ed ora, proprio ora che cominciavo a godere di un po' di rispetto nella parrocchia, tu vieni a compromettere la mia reputazione. Ti ho dato una casa, figliola, ti ho dato di che coprirti, ho diritto ad una risposta sincera. In paese, il tuo nome... è assolutamente senza macchia, è vero?

abigail (con una punta di risentimento) Certo. Ne sono sicura, il mio nome è senza macchia.

parris (deciso) Abigail. Non c'è stato nessun altro motivo oltre quelli che mi hai detto per il tuo licenziamento dal servizio della signora Proctor? Ho sentito dire, e ti ripeto quello che mi è stato riferito, che la signora Proctor viene in chiesa così di rado quest'anno perché non vuol trovarsi a sedere accanto a qualcosa di immondo. A chi si riferisce questo... apprezzamento?

abigail Quella mi odia, zio, mi odia, perché mi sono rifiutata di farle da schiava. È una donna astiosa, bugiarda, falsa e senza cuore, e io non voglio lavorare per una donna simile!

parris Può darsi. Tuttavia, mi preoccupa il fatto che da sette mesi che hai lasciato la sua casa, nessun'altra famiglia ti abbia voluto a servizio.

Abigail È perché tutte vogliono delle schiave e non una come me. Che se le prendano alle Barbados le schiave! Io non voglio ammazzarmi per nessuna di loro. (Con malcelato risentimento) Siete pentito di avermi ospitata, zio?

parris No... no.

Abigail (indignata) Il mio nome è onorato in paese! Non tollero che si dica che il mio nome è macchiato! La signora Proctor è una pettegola bugiarda!

Entra la signora Ann Putnam, un'anima confusa e tormentata di quarantacinque anni. È una donna in preda ad incubi e sembra che abbia la morte sempre accanto.

parris ( appena si apre la porta) No... no, non può entrare nessuno. (Scorgendola, mostra una certa deferenza, ma la sua preoccupazione rimane) Oh, signora Putnam, siete voi? Entrate. signora (con lo sguardo allucinato e trattenendo il respiro) Che cosa incredibile! È certo un colpo infernale sulla vostra casa!

parris No, signora Putnam, è soltanto...

signora (lanciando uno sguardo a Betty) A che altezza volava? A che altezza?

parris No, no, non ha volato...

signora (compiaciuta) Ma sì che ha volato. Il signor Collins l'ha vista passare sopra la stalla di Ingersoll, e poi... l'ha detto... è scesa giù leggera come un uccellino!

parris Signora Putnam, Betty non ha mai... (Entra Thomas Putnam, un prospero, duro proprietario di terre, sulla cinquantina). Oh, buon giorno signor Putnam.

putnam è una vera provvidenza che la cosa sia stata scoperta! Una provvidenza! (Va direttamente presso il letto).

parris Che cos'è stato scoperto, che...?

La signora Putnam va vicino al letto.

putnam (guardando Betty) Ma ha gli occhi chiusi! Guarda, Ann.

signora Strano. (A Parris) La nostra ha gli occhi aperti.

parris (scosso) Anche Ruth è ammalata?

signora (con feroce certezza) Ammalata non è la parola giusta. Il tocco del Diavolo è ben peggio di una malattia! È la morte! È la morte con l'unghia forcuta che la distrugge.

parris Oh, Dio non voglia! Ma che cos'ha Ruth? signora Che cos'ha? Stamattina non si è svegliata, ma ha gli occhi aperti e cammina. Non sente niente, non vede niente, e non vuol mangiare. È come se la sua anima se ne fosse andata.

Parris è scosso.

putnam ( come per sollecitare altri particolari) Dicono che avete mandato a chiamare il reverendo Hale, a Beverly?

parris ( con sempre minore convinzione) Solo per precauzione. Egli ha molta esperienza in tutte le questioni... demoniache... ed io...

signora Sì, è vero. Vi ricordate? L'anno scorso scoprì una strega a Beverly!

parris No, signora Ann. Ci fu solo il sospetto che fosse una strega. Sono sicuro che qui non c'è nessun elemento di stregoneria.

putnam Nessun elemento di stregoneria? Ma signor Parris... sentite.

parris Thomas, Thomas, vi prego, non parlate di stregoneria. Sono sicuro che voi... voi meno di tutti, Thomas... mi vorreste vittima di un'accusa così tremenda. Non possiamo parlare di stregoneria, mi caccerebbero da Salem, come un cane idrofobo, se la mia casa fosse contaminata.

Qualche parola su Thomas Putnam. Era un uomo che covava molti risentimenti almeno alcuni dei quali potevano essere giustificati. Anni prima al cognato di sua moglie, James Bayley, era stata rifiutata la parrocchia di Salem. Bayley riteneva di avere tutti i requisiti necessari per un buon pastore e aveva ottenuto il voto dei due terzi degli abitanti. Ma una fazione, per ragioni non chiare, si oppose alla nomina. Thomas Putnam era primogenito dell'uomo più ricco del villaggio. Aveva combattuto contro i pellirosse a Narragansett e si prendeva molto a cuore gli affari della parrocchia. Certo egli era stato profondamente offeso dal rifiuto che i concittadini avevano opposto al suo candidato ad una delle cariche più importanti della comunità; e l'offesa gli doveva essere sembrata tanto più intollerabile in quanto egli si considerava intellettualmente superiore alla maggior parte delle persone che lo circondavano.

La sua natura vendicativa si era manifestata già molto tempo prima del processo alle streghe. Un ex parroco di Salem, George Burroughs, aveva dovuto ricorrere a prestiti per pagare le spese dei funerali della moglie, e poiché la parrocchia tardava a pagargli lo stipendio, si era trovato ben presto in cattive acque. Thomas Putnam e suo fratello John fecero mandare il povero Burroughs in prigione per debiti. L'episodio è degno di rilievo in quanto Burroughs era riuscito a diventare parroco mentre Bayley, il cognato di Thomas Putnam, era stato bocciato. Qui il motivo di risentimento appare chiaro. Thomas Putnam sentiva che il proprio nome e l'onore della famiglia erano stati offesi dagli abitanti del villaggio, ed era deciso a far pari in un modo o nell'altro.

Un altro motivo che contribuiva a far di lui un uomo profondamente invelenito va cercato nell'inutile tentativo di far annullare il testamento del padre, il quale aveva lasciato una parte rilevante dell'eredità ad un fratellastro. Come negli altri casi in cui aveva cercato d'imporsi, Putnam fallì anche in questo. Non c'è quindi da meravigliarsi che tanti atti di accusa portassero la firma di Thomas Putnam, né che il suo nome figurasse tanto spesso in qualità di teste nelle deposizioni su fatti soprannaturali. Né che fosse proprio sua figlia a dare l'avvio alle isteriche accuse pubbliche, nei momenti più critici del processo, e soprattutto quando... Ma ne parleremo a tempo debito.

putnam (in questo momento, poiché nutre solo disprezzo per Parris, sta cercando di spingerlo verso l'abisso) Signor Parris, in ogni contrasto mi sono schierato dalla vostra parte, e vorrei continuare a farlo; sempre che, s'intende, voi non continuiate a negare l'evidenza dei fatti. Qui si tratta di spiriti maligni e vendicativi che aggrediscono i nostri figli.

parris Ma, Thomas, non potete...

putnam Avanti, Ann! Racconta al signor Parris quello che ti è successo.

signora Ho avuto sette bambini, reverendo, e li ho dovuti seppellire tutti senza battesimo. Mai si erano visti nascere bambini così robusti. Eppure, mi sono morti tutti fra le braccia la notte stessa del parto. Non ho mai detto niente, ma nel cuore nutrivo dei sospetti terribili, finché quest'anno, la mia Ruth, la mia unica... incomincia stranamente a cambiare: è diventata una bambina chiusa e si consuma, come se una bocca le succhiasse la vita; così ho pensato di mandarla dalla vostra Tituba...

parris Tituba? Che c'entra Tituba...?

signora Tituba sa parlare con i morti, signor Parris.

parris Evocare i morti è un peccato mortale, signora Ann.

signora Ne rispondo io con la mia anima; ma chi altro potrebbe rivelarci con certezza l'assassino dei miei bambini?

parris ( inorridito) Donna!

signora Sono stati assassinati, signor Parris! Giudicate dalle prove! Ascoltatemi bene! Ieri sera la mia Ruth era vicina vicina ai loro spiriti! Ne sono convinta, reverendo. Altrimenti, come si spiega che si sia ammutolita se non per opera di una forza oscura che le paralizza la lingua? È un segno prodigioso, signor Parris!

putnam Ma non vi rendete conto, reverendo? C'è in mezzo a noi una strega assassina che si nasconde nell'ombra. (In preda a un terrore frenetico, Parris si volta verso Betty). Lasciate che i vostri nemici dicano quello che vogliono, ma voi non potete più ignorare questi fatti.

parris (ad Abigail) Allora, questa notte tu evocavi gli spiriti?

Abigail (sussurrando) Io no, signore. Erano Tituba e Ruth.

parris (in preda a nuovi timori, si volta e va verso Betty; la guarda e poi fissa lo sguardo avanti) Oh, Abigail, così hai compensato la mia generosità! Sono un uomo finito!

putnam Non siete un uomo finito, se prendete l'iniziativa! Non aspettate che vi accusino ma dichiarate voi stesso di avere scoperto delle pratiche di stregoneria...

Harris In casa mia? In casa mia, Thomas? Mi distruggerebbero! Ne farebbero un...

Entra Mercy Lewis, la domestica dei Putnam. È una fanciulla di diciotto anni, grassa, furba e spietata.

mercy Scusate. Volevo solo vedere come sta Betty.

putnam Perché non sei rimasta a casa? Chi c'è con Ruth?

mercy È venuta la nonna. Ruth sta un po' meglio, credo. Poco fa ha fatto un fortissimo starnuto. signora Ah, un segno di vita!

mercy Non starei più in pensiero, signora Putnam. Era uno starnuto magnifico! Un altro così le rimetterà la testa a posto, ne sono sicura. (S'avvicina al letto per guardare).

parris Vi dispiacerebbe di andarvene adesso, Thomas? Vorrei restare solo per pregare un po'.

abigail Zio, è da mezzanotte che pregate. Perché non andate giù a...?

parris No... no. (A Putnam) Non so che cosa dire a quella gente. Aspetterò che arrivi il reverendo Hale. (Cercando di far uscire la signora Putnam) Se non vi dispiace, signora Ann...

putnam Ascoltatemi, reverendo. Accettate questa battaglia contro il Diavolo e il paese vi benedirà! Venite giù, parlate con i vostri fedeli... pregate insieme a loro. Attendono ansiosi una vostra parola, signore! Mi auguro che vorrete pregare con loro.

parris (cedendo) Canteremo un salmo, tutti insieme. Ma non parlate di stregoneria. Mi rifiuto di discuterne. La cosa non è ancora sicura. Ne ho avuto abbastanza di liti in questa parrocchia e non ne voglio più.

signora Mercy, vai a casa e resta con Ruth, hai capito?

mercy Sì, signora.

La signora Putnam esce.

parris (ad Abigail) Se cerca di avvicinarsi alla finestra, chiamatemi subito.

abigail Sì, zio.

parris Oggi ha una forza soprannaturale, nelle braccia. (Esce insieme a Putnam).

Abigail ( con trepidazione, sussurra) Ma che cos'ha Ruth?

mercy Cose dell'altro mondo! Non so... da ieri sera cammina come una morta.

Abigail (si volta immediatamente e va presso Betty: poi con voce impaurita) Betty. (Betty non si muove. La scuote) Adesso basta! Betty! Alzati subito!

Betty rimane immobile. S'avvicina Mercy.

mercy Hai provato a dargliene? A Ruth gliene ho date e forte e si è svegliata per un minuto. Dài, lascia fare a me!

abigail (trattenendo Mercy) No, può tornare lo zio. Ora senti: se ti fanno delle domande, di' pure che abbiamo ballato... tanto gliel'ho già detto.

mercy Va bene. E nient'altro?

abigail Lui sa che Tituba ha chiamato dal sepolcro le sorelline di Ruth.

mercy E poi?

Abigail Ti ha visto nuda.

Mercy (battendo le mani con una risata isterica di spavento) Oh, Gesù!

Entra Mary Warren, ansante. È una ragazza di diciassette anni, docile, ingenua, malinconica.

Mary Cosa facciamo? Il paese è in subbuglio. Vengo adesso dai campi e anche là si parla di stregoneria dappertutto. Vedrai, Abby, diranno che siamo streghe!

Mercy (additando Mary Warren e fissandola) Pensa già a fare la spia, lei, lo so!

Mary Abby, dobbiamo parlare. La stregoneria è un delitto che porta alla forca, com'è successo a Boston due anni fa! Abby, dobbiamo dire la verità! Tutt'al più ti frusteranno in pubblico per aver ballato, e per le altre cose!

Abigail Oh, ci frusteranno!

mary Io non ho fatto niente, Abby. Ho soltanto guardato!

mercy ( avvicinandosi minacciosa a Mary) Oh, sei brava tu a guardare, eh, Mary Warren? Bel coraggio da spia!

Betty, sul letto, comincia a piagnucolare.

abigail (si volta subito verso di lei) Betty? (Si avvicina a Betty) Su, Betty, cara, alzati! Sono Abigail. (Solleva Betty a sedere, poi la scuote con violenza) Te le do, sai, Betty! (Betty piagnucola). Su, che stai meglio! Ho parlato con il tuo papà e gli ho raccontato tutto. Cosi non c'è nulla da...

Betty (spaventata da Abigail si precipita giù dal letto e si appoggia, rigida, con le spalle al muro) Voglio la mamma!

abigail (allarmata, si avvicina cautamente a Betty) Betty, sei matta? La tua mamma è morta e sepolta!

Betty Voglio volare dalla mia mamma. Lasciatemi volare! (Solleva le braccia come per volare, si slancia verso la finestra e sporge fuori una gamba).

abigail (trascinandola via dalla finestra) Gli ho già detto

tutto. Sa tutto, sa tutto quello che abbiamo... betty Hai bevuto sangue, Abby! Questo non glielo hai detto!

abigail Betty, non devi dirlo, mai più... mai più!

betty È vero, è vero! Hai bevuto sangue stregato per far morire la moglie di John Proctor! Hai bevuto sangue per far morire la signora Proctor!

abigail (schiaffeggiandola) Basta! Adesso, basta!

betty (lasciandosi cadere sul letto) Mamma, mamma! (Scoppia in pianto).

abigail Adesso, voi! Voi due. Sentite. Abbiamo ballato. E Tituba ha chiamato le sorelline morte di Ruth Putnam. E basta! E attente: se una di voi dice una sola parola o fa il minimo accenno alle altre cose, io vengo in una notte terribile e nera a invocare su di voi una tale punizione da farvi agghiacciare. E voi sapete che sono capace di farlo. Ho visto gl'Indiani fracassare le teste ai miei cari genitori, sul guanciale proprio vicino a me. Ho visto succedere cose tremende di notte per cui mi sento capace di farvi desiderare di non aver mai visto tramontare il sole! (Va presso Betty e con violenza la mette a sedere sul letto) E ora, tu, tirati su, e finiscila!

Ma Betty le si accascia nelle mani e giace inerte sul letto.

mary ( spaventata, isterica) Cosa le prende? (Abigail, spaventata, guarda Betty). Abby, muore! È un peccato chiamare gli spiriti, e noi...

abigail ( avvicinandosi a Mary) Ti dico piantala, Mary Warren.

Entra John Proctor. Appena lo vede, Mary Warren sobbalza impaurita.

mary Oh! Vado subito a casa, signor Proctor.

proctor Sei impazzita, Mary Warren? O sorda? Non ti ho proibito di allontanarti da casa? Perché ti do uno stipendio? Devo badare più a te che alle mie vacche.

Mary Volevo solo vedere le strane cose che succedono in paese.

Proctor era un contadino di trentacinque anni. Non risulta che avesse bisogno di parteggiare per questa o quella fazione nel paese, ma la documentazione lascia capire ch'egli aveva verso gli ipocriti un atteggiamento sprezzante. Fisicamente forte, di natura equilibrata, e difficilmente influenzabile, Proctor era persona tale da non poter negare il proprio appoggio a uomini di parte, senza che questo suscitasse in loro il più profondo risentimento. Alla presenza di Proctor, un imbecille si sentiva imbecille subito, ragion per cui un uomo come Proctor era destinato ad essere oggetto di calunnie.

Come vedremo, nonostante la sua ferma condotta Proctor non aveva un'anima serena. Era un peccatore, un peccatore non solo a norma della moralità corrente ma secondo la sua coscienza. Quella gente non aveva nessun rito che potesse purgarla dei loro peccati. È questa un'altra caratteristica da noi ereditata e che se ha contribuito a darci una disciplina ha pure generato fra noi l'ipocrisia.

Rispettato, e perfino temuto, a Salem, Proctor è arrivato al punto di considerarsi una specie di impostore. Ma nessuna traccia di questa sua convinzione è ancora evidente tanto che quando dal salotto affollato egli sale per entrare in scena, noi vediamo in lui un uomo nel pieno rigoglio della vita, dotato di una fiducia serena e di una forza interiore non ancora minata. La sua domestica, Mary Warren, per l'imbarazzo e il timore che prova, riesce appena a parlare.

proctor Te le faccio vedere io le cose che succedono con una buona sculacciata uno di questi giorni. Fila a casa. Mia moglie ti aspetta e c'è da fare!

Cercando di conservare una parvenza di dignità, Mary esce lentamente.

mercy ( impaurita e stranamente eccitata dalla presenza di Proctor) Meglio che vada anch'io! Devo sorvegliare Ruth. Addio, signor Proctor. (Indietreggia lentamente ed esce).

Sin dall'entrata di Proctor, Abigail è rimasta quasi come in punta di piedi, spiando la sua presenza con occhi spalancati. Lui la guarda poi si avvicina a Betty sul letto.

abigail Mi ero quasi dimenticata come sei forte, John Proctor.

proctor ( guardando Abigail con un sorriso significativo, appena accennato) Cos'è quest'altro guaio?

abigail ( con una risata nervosa) Fa la stupida, niente altro.

proctor Sulla strada davanti a casa mia c'è un vero pellegrinaggio verso Salem, da stamattina. In paese non si parla che di stregoneria.

abigail Che sciocchezze. (Si avvicina con fare mellifluo e con aria maliziosa e confidenziale) Stanotte siamo state a ballare nel bosco, e lo zio ci ha sorprese. Lei si è spaventata. Ecco!

proctor (con sorriso più aperto) Ah, fai ancora la cattiva, eh? (Abigail scoppia in una risata significativa, osa avvicinarsi di più, guardandolo negli occhi avidamente). Finirai sulla forca prima di avere vent'anni. (Fa un passo per uscire, ma Abigail gli sbarra il cammino).

Abigail Dimmi una parola, John. Una parola dolce... (Il suo acceso desiderio spegne il sorriso di Proctor).

proctor No, no, Abby. È finita!

Abigail (tagliente) Hai fatto cinque miglia per veder volare questa stupida? Ti conosco troppo bene...

proctor (spingendola indietro con fermezza) Sono venuto a vedere che altri guai sta combinando tuo zio. (Con enfasi) Levatelo dalla testa, Abby.

abigail ( afferrandogli la mano prima che lui possa liberarsi) John... Tutte le notti ti aspetto.

proctor Abby, non ti ho mai promesso niente...

abigail ( incredula, comincia ad indignarsi) Mi hai promesso molto, invece... mi pare.

proctor Abby, levatelo dalla testa. È finita. Non verrò mai più da te.

abigail Ti piace scherzare.

proctor No. Mi conosci. Lo sai.

abigail Io so come mi abbracciavi dietro la tua casa, e che sudavi come uno stallone quando ti venivo vicino! O forse l'ho sognato? È stata tua moglie a buttarmi fuori, non puoi pretendere di essere stato tu. Ti ho guardato in faccia quando lei mi ha cacciata via: mi amavi e mi ami ancora adesso!

proctor Abby, sei pazza!

Abigail Una pazza ha ben il diritto di dire delle pazzie. Ma non sono così pazza. Ti ho rivisto dopo che lei mi ha cacciata via. Ti ho rivisto di notte.

proctor Non ho quasi mai lasciato la fattoria in questi ultimi sette mesi!

Abigail Io me ne accorgo quando ti viene la voglia, John, e mi sento attirata alla finestra. Ti ho visto che guardavi su, consumato dalla tua solitudine. Vuoi negare di aver guardato su alla mia finestra?

proctor Può darsi che abbia guardato...

abigail ( intenerendosi) Devi guardare! Tu non sei di ghiaccio. Ti conosco, John. Ti conosco. (Piange) I sogni non mi lasciano riposare, e non voglio sognare perché poi mi trovo sveglia a camminare per casa e ad aspettare che tu entri da qualche porta. (Gli si aggrappa disperatamente).

proctor ( respingendola con grande comprensione, ma con fermezza) Sei una bambina...

abigail ( con un lampo di sdegno) Non chiamarmi bambina!

proctor Abby, può darsi che ogni tanto io pensi a te con tenerezza. Ma mi taglierei una mano prima di toccarti ancora. Levatelo dalla testa. Non ci siamo mai toccati, Abby.

abigail Oh! Sì e come!

proctor Mai, Abby, mai toccati.

abigail ( con sdegnosa amarezza) Mi meraviglio che un uomo così forte si lasci intimidire da una moglie malata.

proctor ( incollerito, anche con se stesso) Lascia stare Elisabetta.

abigail Lei sputa sul mio nome, in paese! Dice tante bugie sul mio conto! Quella è una donna fredda e piagnucolosa, e tu ti lasci dominare. Ti fai trattare come un...

proctor ( scuotendola) Ti frusto, sai? Dal pianterreno si ode il canto di un salmo.

abigail ( piangendo) Dov'è il John Proctor che mi ha svegliata dall'incoscienza ed ha acceso un fuoco nel mio cuore! Prima non mi ero mai accorta dell'ipocrisia di Salem, non capivo l'insegnamento di menzogne che mi davano tutte quelle brave donne cristiane e i loro mariti devoti! E ora tu mi chiedi di spegnere questa luce nel mio cuore? Non voglio; non posso! Mi hai amata, John Proctor, e anche se è peccato tu mi ami ancora! (Proctor si volta bruscamente per uscire, ma lei si slancia verso di lui). John, abbi pietà, pietà di me! (S'odono del salmo le parole «salendo da Gesù». Tutt'a un tratto, Betty si copre le orecchie con le mani e comincia a lamentarsi). Betty? (Corre vicino a Betty che, seduta ora sul letto, urla. Anche Proctor si avvicina mentre Abigail tenta di tirare giù le mani di Betty dalle orecchie). Betty!

proctor ( agitandosi) Cosa fa? Betty cosa ti piglia? Non urlare! Basta!

Nel frattempo il canto è cessato e Parris rientra precipitosamente.

parris Cos'è successo? Cosa le fai? Betty! (Si slancia verso il letto, gridando) Betty, Betty!

Entra la signora Putnam, in preda a una curiosità morbosa, seguita da Thomas Putnam e Mercy Lewis. Accanto al letto, Parris ha incominciato a dare degli schiaffi leggeri sul viso di Betty, mentre lei si lamenta e tenta di alzarsi.

abigail Quando ha sentito cantare si è tirata su di colpo e ha cominciato a gridare!

signora Il salmo! Il salmo! Non sopporta di sentire il nome del Signore!

parris No, Dio ci liberi! Mercy, corri dal dottore! Digli quello che è successo.

Mercy Lewis esce di corsa.

signora È la prova. Sentite me, è la prova!

Entra Rebecca Nurse, una donna di settantadue anni. Ha i capelli bianchi. Si appoggia ad un bastone.

putnam ( indicando Betty che piagnucola) Signora Nurse, è un chiaro segno di stregoneria, un segno straordinario!

signora Mia madre me lo diceva sempre! Quando non sopportano di sentire il nome del...

parris ( tremando) Rebecca, Rebecca, aiutatela. Siamo perduti! Non sopporta di sentire il nome del Signore...

Entra Giles Corey. Ha ottantatré anni, ma è ancora forte e muscoloso. È astuto, e pieno di curiosità.

rebecca è un caso grave, Giles Corey; perciò vi prego di stare quieto.

giles Non ho detto una parola. Nessuno qui presente può affermare ch'io abbia detto una sola parola. Volerà ancora? Ho sentito dire che vola.

putnam Silenzio, uomo.

Silenzio. Rebecca attraversa la stanza per raggiungere il letto. Dalla sua persona emana un senso di dolcezza. Betty, con gli occhi chiusi, piagnucola sommessamente. Rebecca rimane in piedi ad osservare la bambina che a poco a poco si acquieta.

E mentre sono così assorti, diremo due parole su Rebecca. Rebecca era la moglie di Francis Nurse, il quale - stando alla documentazione - era uno di quegli uomini che in un dissidio gode il rispetto di entrambe le parti contendenti. Era spesso chiamato a fungere da arbitro nelle dispute come se fosse un giudice ufficioso, e anche Rebecca godeva dell'ottimo rispetto in cui era tenuto il marito. All'epoca di cui trattiamo, i coniugi Nurse possedevano trecento acri di terra, divisa in poderi affidati ai loro figli. Una volta, però, Francis era solo l'affittuario di queste terre, e secondo una delle ipotesi, proprio perché era riuscito a comprarsele un po' alla volta e quindi ad elevare la sua condizione sociale molta gente gli era avversa. Un'altra ipotesi che potrebbe spiegare la sistematica campagna condotta contro Rebecca, e per conseguenza anche contro Francis, è quella della lotta per la terra che questi aveva sostenuto contro i suoi vicini, uno dei quali era un Putnam. Questa lite sfociò in una vera battaglia in mezzo ai boschi, tra partigiani delle due parti, che si dice fosse durata ben due giorni. Quanto a Rebecca, la stima di cui godeva era così elevata, che un'accusa di stregoneria - e addirittura che degli uomini abbiano potuto metterle le mani addosso - può essere spiegata soltanto esaminando i problemi della ripartizione della proprietà in quell'epoca.

Come abbiamo detto, il candidato di Thomas Putnam a parroco di Salem era stato Bayley. La famiglia Nurse si era a suo tempo schierata nel gruppo avverso a Bayley. Si aggiunga che alcune famiglie legate ai Nurse per consanguineità o per amicizia, e le cui tenute confinavano o erano vicine a quelle dei Nurse, si erano accordate per sottrarsi all'autorità del comune di Salem e fondare il nuovo villaggio di Topsfield, fatto questo che aveva suscitato il più vivo risentimento fra i vecchi abitanti di Salem.

Che nello scandalo ci fosse la mano di Putnam, appare chiaro dal fatto che fin dall'inizio i componenti della fazione Topsfield-Nurse si tennero lontani dalla chiesa in segno di protesta e scetticismo. Edward e Jonathan Putnam furono i primi a firmare la deposizione contro Rebecca; e fu la figlia di Thomas Putnam a cadere in convulsioni durante il processo e ad accusare Rebecca di averla stregata. Come non bastasse, fu la signora Putnam (che ora guarda la bambina distesa sul letto) a dichiarare che lo spirito di Rebecca l'aveva «indotta all'iniquità», accusa più vera di quanto la signora Putnam non potesse sospettare.

signora ( meravigliata) Cosa avete fatto?

Rebecca, pensierosa, si allontana dal letto e si siede.

parris ( meravigliato e sollevato) Come si spiega, Rebecca?

putnam ( con ansia) Signora Nurse, perché non venite anche dalla nostra Ruth per vedere se potete svegliarla? Rebecca ( seduta) Al momento opportuno si sveglierà. State calmi, per piacere. Ho undici figli e sono ventisei volte nonna, e ho visto tutti i bambini attraversare dei periodi di stranezza. Quando ci si trovano riescono a stancar perfino il Diavolo. Si sveglierà quando si sarà stancata di dormire. L'anima di un bambino è proprio come un bambino; non si riesce mai ad afferrarlo se gli si corre dietro. Bisogna star fermi e, dopo un poco, tornerà da solo per amore.

proctor Sì, questo è vero, Rebecca.

signora Non è questione di periodo di stranezza, Rebecca. La mia Ruth è svanita. E non vuol mangiare.

rebecca Forse non ha fame. (A Parris) Spero che non abbiate intenzione di andare in cerca di spiriti maligni, signor Parris. In giro, se ne sente parlare.

parris Nella parrocchia si è diffusa l'opinione che tra noi si nasconda il Diavolo. Io vorrei convincerli che si sbagliano.

proctor Allora, uscite e dite loro che si sbagliano. Avete consultato gli amministratori della parrocchia prima di mandare a chiamare quel sacerdote perché venga a dar la caccia ai Diavoli?

parris Non viene a dare la caccia ai Diavoli!

proctor E allora, perché viene?

putnam Perché nel villaggio ci sono dei bambini che muoiono, signore!

proctor Io non ho visto nessun moribondo. La congregazione non esiste solo per fare il vostro comodo, signor Putnam. (A Parris) Avete convocato una riunione prima di...?

putnam Ne ho abbastanza di riunioni. Non si può fare un passo senza dover convocare una riunione?

proctor Un passo sì, purché non sia in direzione dell'Inferno!

rebecca Vi prego, John, calma. (Pausa. Proctor s'inchina con deferenza). Sentite, reverendo Parris, io credo sia meglio rimandare a casa sua il signor Hale appena arriva, o avremo nuovi contrasti in seno alla congregazione mentre avevamo tutti sperato in un po' di pace per quest'anno. Io penso che dobbiamo avere fiducia nel medico. E nella preghiera. signora Rebecca, ma anche il medico ha dei dubbi!

rebecca Quando è così, rivolgiamoci a Dio perché ci indichi Lui la giusta via. È troppo pericoloso mettersi a caccia di spiriti. Ho paura, capite? Ho paura. Prendiamoci le nostre colpe.

putnam Perché dovremmo addossarci delle colpe? Io vengo da una famiglia di nove figli. Il seme dei Putnam ha popolato la provincia. Eppure, mi resta una sola figlia - su otto... e adesso anche lei se ne va.

rebecca Non so spiegarmelo.

signora ( con crescente sarcasmo) Ma io voglio spiegarmelo! Pensate che sia la volontà di Dio se voi non avete perduto uno solo dei vostri figli, neppure un nipote, mentre a me sono morti tutti tranne uno? Ci sono dunque due pesi e due misure? O misteri così profondi e terribili...

putnam ( a Parris) Appena il reverendo Hale sarà qui procederemo subito alla ricerca di indizi di stregoneria.

proctor (a Putnam) Non avete nessun diritto di dar ordini al signor Parris. Nella nostra congregazione si vota per appello nominale, e non in ragione degli acri di terra che uno possiede.

putnam Non vi ho mai sentito tanto preoccupato per la nostra congregazione, signor Proctor. E sì che credo di non avervi visto in chiesa dall'ultima volta che ha nevicato.

proctor Ho già abbastanza guai per potermi permettere il lusso di fare cinque miglia solo per sentir predicare di fuoco dell'Inferno e di dannazione eterna. Ve lo dico sinceramente, signor Parris: ci sono molti altri oltre me che in questi ultimi tempi non hanno frequentato la chiesa perché voi non vi nominate quasi più il nome di Dio.

parris ( colpito) Questa è un'accusa grave!

Rebecca È abbastanza vero. Molti esitano a portarvi i loro bambini...

parris Io non predico per i bambini, Rebecca. Del resto, non sono i bambini che trascurano i loro obblighi verso questo ministero.

Rebecca Pensate davvero che ci siano delle persone che trascurano...?

Parris Sì; direi più della metà del villaggio di Salem...

putnam Molto di più, di più, di più!

Parris Dov'è la mia legna? Nel mio contratto è stabilito che mi si deve fornire legna a sufficienza. Da novembre aspetto la consegna di un solo fastello. Ho dovuto esibire le mie mani piene di geloni come un mendicante di Londra!

giles Avete diritto a un'indennità di sei sterline all'anno per comprarvi la vostra legna, signor Parris.

parris Quelle sei sterline fanno parte del mio stipendio. È già così poco quello che mi pagate senza ch'io spenda sei sterline per la legna da ardere.

proctor Sessanta più sei per la legna.

parris Lo stipendio è di sessantasei sterline, signor Proctor. Non sono uno di quei predicatori ambulanti che vanno in giro col libro sotto il braccio. Sono un laureato del Collegio di Harvard.

giles Sì, e ben ferrato in aritmetica!

parris Signor Corey, ne dovreste fare di strada prima di trovare un altro uomo come me a sessanta sterline all'anno. Non sono abituato a vivere di stenti. Per poter servire il Signore ho abbandonato un fiorente commercio nelle Barbados. Io non riesco a capire perché debba essere così malvisto qui. Qualunque proposta io faccia, solleva un putiferio di discussioni. Mi sono spesso domandato se non ci sia di mezzo lo zampino del Diavolo; altrimenti non riesco proprio a spiegarmi il vostro contegno.

proctor Signor Parris, siete il primo parroco che abbia richiesto la dotazione documentata di questa casa...

parris Non vi sembra che un sacerdote abbia diritto ad una casa per abitarvi? proctor Per abitarvi, sì. Ma pretendere i documenti di proprietà è come pretendere lo stesso diritto sulla chiesa. Nell'ultimo sermone che vi ho sentito fare avete parlato tanto a lungo di ipoteche e di proprietà che sembrava di assistere a un'asta.

parris Voglio una prova di fiducia, ecco tutto! Sono il terzo predicatore che avete avuto in sette anni. Io non intendo essere cacciato via come un cane per il capriccio di una maggioranza occasionale. Sembra non vogliate capire che un ministro rappresenta il Signore nella parrocchia. È intollerabile che con tanta leggerezza un sacerdote venga contrariato e contraddetto...

putnam Già!

parris O si obbedisce, o la chiesa brucia come l'Inferno!

proctor Non siete capace di parlare un solo minuto senza nominare l'Inferno. Sono stufo dell'Inferno!

parris Non sta a voi decidere quello che vi piacerebbe sentire!

proctor Credo però di avere il diritto di parlare a cuore aperto.

parris ( furioso) Ah, sì? Siamo dunque diventati Quaccheri? No. Qui non siamo ancora Quaccheri, signor Proctor. E potete informarne i vostri seguaci.

proctor I miei seguaci?

parris ( vuotando il sacco) C'è una fazione in seno alla chiesa. Non sono cieco; esiste una fazione, un vero partito.

proctor Contro di voi?

putnam Contro di lui e contro l'autorità costituita!

proctor Ah sì?... allora voglio proprio trovarlo questo partito e iscrivermi subito.

Tutti inorridiscono.

Rebecca Non dice sul serio.

putnam Lo ha dichiarato ora!

proctor Lo dico con la massima serietà, Rebecca! Non mi piace l'odore di questa «autorità».

Rebecca Ma non potete mancare di carità verso il vostro ministro. Siete di tutt'altra natura, John. Stringetegli la mano, fate la pace.

proctor Ho ancora da seminare, e la legna da trasportare in casa. (S'avvia indignato verso la porta e si rivolge a Giles con un sorriso) Che ne dite, Giles? Andiamo in cerca di questo partito? Visto che esiste un partito?

giles Io dico: perché tante liti fra noi in tutti questi anni? (A tutti) Rifletteteci. Perché ci trasciniamo in tribunale gli uni con gli altri? Rifletteteci bene... È un mistero oscuro come un pozzo. Quest'anno, io sono finito in tribunale per ben sei volte...

proctor ( con familiarità e affetto, pur sapendo che sta per stuzzicare il vecchio Giles) È forse colpa del Diavolo se non vi si può salutare senza che voi sporgiate querela per diffamazione? Siete vecchio Giles, e non ci sentite più bene come una volta.

giles ( non sopporta di essere contrariato) John Proctor, solo un mese fa ho avuto quattro sterline di risarcimento per danni alla mia reputazione, dopo che voi mi avevate accusato pubblicamente di aver appiccato il fuoco al tetto di casa vostra, ed io...

proctor ( ridendo) Non avevo mai detto una cosa simile, ma vi ho pagato lo stesso, per questo spero di potervi dire che siete sordo senza più rimetterci di tasca mia. Andiamo, Giles, venite ad aiutarmi a trasportare la legna in casa.

putnam Un momento, signor Proctor. Posso chiedervi di quale legna si tratta?

proctor Della mia legna tagliata nel mio bosco lungo il fiume.

putnam Ma siete impazziti tutti quest'anno? Questa è anarchia! Quel bosco è dentro i miei confini, i miei confini, signor Proctor.

proctor I vostri confini? (Indicando Rebecca) Ma se ho comprato quel terreno cinque mesi fa dal marito della signora Nurse!

putnam Che non aveva nessun diritto di venderlo. è detto chiaro e tondo nel testamento di mio nonno che tutto quel tratto che va dal fiume alla...

proctor Se posso dirvelo sinceramente, vostro nonno aveva una brutta abitudine di lasciare in eredità terre che non aveva mai possedute.

putnam Toccate una sola delle mie querce e farete i conti con me prima di poterla portare in casa! giles Bene Putnam, e vinceremo noi... io e questo pazzo qui. Andiamo! (Si volta verso Proctor e si avvia alla porta).

putnam Vi farò cacciare dai miei uomini, Corey! Vi trascinerò in tribunale!

Entra il reverendo John Hale, parroco del villaggio di Beverly.

Hale ha quasi quarant'anni. È un intellettuale, con gli occhi vivaci e il volto scarno. Inviato per un'indagine sulla stregoneria, egli si comporta con l'orgoglio dello specialista le cui qualità eccezionali vengono finalmente riconosciute e sfruttate. Come quasi tutti gli studiosi Hale dedicava la maggior parte del suo tempo a meditare sul mondo invisibile, soprattutto da quando, non molto tempo prima, aveva avuto occasione di affrontare una strega nella sua parrocchia. In realtà, sottoposta al suo esame rigoroso, questa donna era risultata semplicemente una seccatrice. Quanto alla bambina che, stando all'accusa era stata da lei stregata, riacquistò il suo aspetto normale dopo che Hale l'ebbe ospitata per qualche giorno nella propria casa, in un'atmosfera di riposo e di serenità.

Purtuttavia, quell'esperienza non era valsa a suscitare dubbi sulla realtà dell'Inferno o sull'esistenza dei multiformi luogotenenti di Lucifero. Questa sua fede non implica alcun discredito per lui, giacché vi furono, e vi sono tuttora, ingegni di molto superiori al suo, convinti che esista oltre i confini della nostra comprensione un mondo popolato di spiriti. Non si può fare a meno di rilevare come nel pubblico che fino ad oggi ha assistito allo spettacolo non c'è stato nessuno che abbia riso alla battuta di Hale: «Non è il caso di parlare di superstizione, qui. Il Diavolo è un'entità reale...» Evidentemente ancor oggi riteniamo che il culto del Diavolo sia cosa soprannaturale che non può essere derisa. E non è un puro caso che ne restiamo così perplessi.

Anche noi - come Hale e gli altri personaggi in questo dramma - vediamo il Diavolo come un elemento indispensabile per una visione seria della cosmologia. Il nostro è un mondo diviso, dove certe idee e certe azioni ed emozioni appartengono a Dio, e i loro opposti a Lucifero. Alla maggior parte degli uomini è possibile concepire una moralità senza peccato come una terra senza «cielo».

Dal 1692 in poi, un notevole, sebbene superficiale, mutamento ha fatto sparire la barba di Dio e il piede forcuto del Diavolo; ma il mondo si trova ancora nella morsa di due assoluti, diametralmente opposti. Il concetto dell'unità, in cui il polo positivo e il negativo costituiscono gli attributi di un'unica forza, in cui il bene e il male sono entità relative, costantemente mutevoli e sempre dipendenti dallo stesso fenomeno, è tuttora riservato alle scienze fisiche e a quei pochi che abbiano compreso la storia del pensiero. Se si pensa che fino all'èra cristiana il mondo sotterraneo non era stato considerato un luogo di pena, ma che tutti gli dèi erano utili ed essenzialmente amichevoli all'uomo nonostante qualche occasionale incoerenza, ci renderemo conto che soltanto gradualmente e metodicamente è stata inculcata nel genere umano l'idea della indegnità innata dell'uomo, finché non si sia redento, e risulterà chiaro il bisogno di un Diavolo da usare come arma, un'arma atta a costringere ripetutamente, in ogni epoca, gli uomini ad arrendersi ad una determinata chiesa o stato-chiesa.

La difficoltà che proviamo a credere nella «ispirazione politica» del Diavolo (non ho una definizione migliore) è dovuta in gran parte al fatto che egli viene evocato e condannato non solo dai nostri avversari sociali, ma anche dagli uomini che sono dalla nostra parte, qualunque essa sia. Durante l'Inquisizione la Chiesa Cattolica s'adoprò a coltivare Lucifero come arcidemonio, ma i nemici della Chiesa, non meno di lei, si servirono del Vecchio Forcuto per tener schiava la mente umana. Lo stesso Lutero fu accusato di essersi alleato con l'Inferno ed egli, a sua volta, lanciò quella stessa accusa contro i suoi nemici. Per complicare le cose ancora di più, Lutero credette di aver avuto contatti con il Diavolo e di aver disputato con lui sulle questioni teologiche. Ciò non mi sorprende, giacché alla mia università un professore di storia - luterano - soleva riunire i suoi studenti in un'aula, dove, a tende chiuse, egli comunicava con Erasmo. Per quanto io sappia, quel professore non fu mai ufficialmente ripreso, per questo suo comportamento. I dirigenti dell'università - come gran parte di noi - sono figli di una storia che succhia ancora il latte ai capezzoli del Diavolo. Oggigiorno soltanto l'Inghilterra è riuscita a resistere alla tentazione del diabolismo contemporaneo. Nei paesi di ideologia comunista, qualsiasi opposizione viene sempre accusata di aver legami con i capitalisti, esseri maligni. Negli Stati Uniti un cittadino che non si dimostri reazionario è esposto all'accusa di complicità con l'Inferno Rosso. Cosi si dà all'opposizione un aspetto disumano che poi serve a giustificare l'abrogazione di ogni costume normale nei rapporti civili. Si pretende che un atteggiamento politico equivalga al diritto morale, e ogni critica è una malignità diabolica. Quando si traduce in atto una simile equazione, la società diventa una congerie di complotti e controcomplotti e la funzione precipua di un governo, da quella di arbitro, si trasforma in quella di flagello di Dio. I risultati di questo processo, oggi, non sono molto dissimili da quelli del passato, se si fa eccezione talvolta per il grado di crudeltà impiegato, che del resto non è sempre tanto dissimile. Normalmente, la società si contentava di giudicare l'operato e le azioni di un uomo. I motivi reconditi di un'azione erano considerati competenza di pastori, preti e rabbini. Quando si incomincia a parlare di diabolismo, però, le azioni costituiscono la manifestazione meno importante della vera natura dell'uomo. Il Diavolo, come diceva il reverendo Hale, è furbo, e fino ad un'ora prima della sua caduta persino Dio lo reputava bello in Paradiso. L'analogia può sembrare debole, quando si consideri che mentre allora le streghe non esistevano, oggi invece esistono comunisti e capitalisti, e che in entrambi i campi si hanno prove certe che spie avversarie sono all'opera per minare l'ordinamento avversario. Ma questa è un'obbiezione grossolana, e per nulla giustificata dai fatti. Non dubito che a Salem esistessero delle persone che comunicavano con il Diavolo e che lo adoravano perfino; e se potessimo sapere l'intera verità su questa vicenda, come si è potuto saperla in altri casi, scopriremmo che venivano praticati regolari riti di propiziazione dello spirito degli abissi. È una prova di questo la confessione di Tituba, la schiava del reverendo Parris; e un'altra, il comportamento delle ragazze che avevano partecipato con lei a pratiche di stregoneria.

Vi è notizia di identici convegni in Europa dove le ragazze delle città si riunivano la notte, e, servendosi talvolta di feticci, talaltra di un giovane ben scelto, si davano a pratiche amorose che a volte davano come risultato una progenie bastarda. La Chiesa, sempre vigile com'è suo dovere quando vede che gli dèi da molto tempo morti risorgono, condannò queste orge come stregonerie, e le interpretò, giustamente, come una risurrezione delle forze dionisiache ch'essa aveva schiacciato tanto tempo prima. Sessualità, peccato e Diavolo furono ben presto fegati in un mazzo, così lo erano a Salem, e così continuano a esserlo anche oggi. Da quanto si dice, non esisterebbe al mondo Coralità più puritana di quella che i comunisti hanno imposto in Russia; la moda femminile, a esempio, è ispirata a tale pudore che sarebbe accettabile da qualunque americano di fede battista. Le disposizioni sul divorzio attribuiscono al padre enormi responsabilità per la cura della prole. La mancanza di severità nell'applicazione di queste leggi negli anni che seguirono la rivoluzione, rappresentava indubbiamente una reazione contro il concetto dell'indissolubilità del matrimonio del vittorianesimo ottocentesco e contro l'ipocrisia che n'era risultata. Comunque sia, uno stato così forte e così geloso dell'uniformità dei suoi cittadini non poteva tollerare a lungo la disgregazione della famiglia. Eppure, almeno agli occhi degli americani, rimane la convinzione che in Russia la donna è oggetto di lascivia. Insomma, il Diavolo è di nuovo al lavoro, e lavora anche sullo slavo che prova disgusto alla sola idea di una donna che si esibisce nello «spogliarello» in una volgare rivista di varietà. I nostri avversari vengono avvolti sempre nel peccato sessuale, ed è da questa convinzione inconscia che il culto del demonio acquista non soltanto la sua affascinante sensualità ma anche la sua capacità di indignare e spaventare. Entrando ora a Salem, il reverendo Hale si sente un po' come il giovane medico chiamato per la prima visita. Il suo armamentario di sintomi, di frasi fatte, e di procedure diagnostiche, acquisito con tanta dura fatica, sta per essere finalmente messo alla prova. La strada da Beverly era insolitamente movimentata quella mattina e il reverendo Hale ha udito centinaia di commenti che lo hanno fatto sorridere dell'ignoranza dei contadini nei riguardi di una scienza così precisa. Il reverendo Hale si sente simile ai migliori ingegni d'Europa: sovrani, filosofi, scienziati ed ecclesiastici di tutte le chiese. La sua meta è la luce della verità e la difesa del bene, ed egli prova l'esaltazione del beato la cui intelligenza, raffinata dall'esame minuzioso di enormi trattati, è stata chiamata finalmente ad affrontare una situazione che forse provocherà una lotta a sangue con la Brutta Bestia in persona.

hale ( porta cinque o sei pesanti volumi) Prego, qualcuno... prenda questi.

parris ( contento) Signor Hale! Che piacere rivedervi! (Prende qualche libro) Oh, sono pesanti!

hale ( posando i libri) Naturale. È il peso dell'autorità.

parris (un po' spaventato) Siete venuto ben preparato!

hale Avremo bisogno di uno studio profondo se c'è da scovare il Vecchio maligno. (Scorgendo Rebecca) Rebecca Nurse?

rebecca Sì, signore. Mi conoscete?

hale È strano come ho potuto riconoscervi subito. Suppongo sia perché avete l'aspetto che si addice a un'anima generosa. A Beverly abbiamo tutti sentito parlare delle vostre grandi opere di carità.

parris Conoscete questo signore? È Thomas Putnam. E sua moglie, la brava signora Ann.

hale Putnam! Non mi aspettavo di trovarmi in così eletta compagnia, signore.

putnam ( compiaciuto) Non sembra che ciò abbia molto peso qui oggi, signor Hale. Noi speriamo che possiate venire a casa nostra per guarire la nostra bambina.

hale Anche vostra figlia è sofferente?

signora Si direbbe che la sua anima sia volata via. La bambina dorme, eppure cammina.

putnam E non mangia.

hale Non mangia? (Riflette. Poi rivolgendosi a Proctor e Giles Corey) Anche voi avete dei figli ammalati?

parris No, no, questi sono contadini. John Proctor...

giles Lui non crede alle streghe.

proctor (a Hale) Non ho mai parlato di streghe né in un modo né nell'altro. Venite, Giles?

giles No... no, John, credo di no. Ho qualche domanda da rivolgere a questo signore.

proctor Ho sentito dire che siete un uomo pieno di buon senso, signor Hale. Spero che avrete la generosità di lasciarne un po' a Salem. (Esce).

Per un istante Hale resta impacciato.

parris ( subito) Volete visitare la mia bambina, reverendo? (Accompagna Hale vicino al letto) Ha tentato di buttarsi dalla finestra. Stamattina l'abbiamo trovata sulla strada maestra che agitava le braccia come se volesse volare.

Hale (aggrottando le sopracciglia) Cerca di volare?

putnam E non sopporta di sentire il nome del Signore, reverendo. Questo è segno sicuro di stregoneria.

Hale (alzando le mani) No, no. Ora lasciate che vi spieghi. Non bisogna lasciarsi sviare dalla superstizione. Il Diavolo è inequivocabile; i segni della sua presenza sono concreti, come la pietra, e devo avvertirvi che mi rifiuterò di agire se non siete disposti ad accettare il mio giudizio anche nel caso in cui io non trovassi sulla ragazza nessun indizio del marchio dell'Inferno.

parris D'accordo, signore... siamo tutti d'accordo... accetteremo il vostro giudizio.

hale Intesi. (Si avvicina al letto e osserva Betty. Poi a Parris) Dunque, reverendo, qual è il primo sintomo che avete notato di queste stravaganze?

parris Ecco signore... io l'ho sorpresa... con mia nipote (indicando Abigail) e una decina di altre ragazze, a ballare nella foresta, la notte scorsa.

hale (sorpreso) Voi permettete il ballo?

parris No, no, lo facevano di nascosto...

signora (impaziente) La schiava del signor Parris è pratica di fatture, signore.

parris (alla signora Putnam) Non possiamo esserne certi, signora Ann...

signora (intimorita, sommessamente) Lo so io, signore. Ho mandato la mia bambina... perché si facesse dire da Tituba chi è stato a uccidere le sue sorelline.

rebecca (inorridita) Signora Ann! Avete mandato una bambina a evocare i morti?

signora Lasciate che sia Dio a giudicarmi, non voi, Rebecca, non voi! Non permetterò più che voi mi giudichiate! (A Hale) È forse naturale perdere sette figli prima che abbiano vissuto un solo giorno?

parris Ssst!

Rebecca, con profonda pena, volta la testa. Pausa.

hale Sette. Morti appena nati?

signora (sottovoce) Sì. (La sua voce si spezza; rivolge lo sguardo a Hale. Silenzio).

Hale è impressionato. Parris lo guarda. Hale si accinge a consultare i suoi libri; ne apre uno, volta le pagine, poi legge. Tutti attendono, avidamente.

parris (sommessamente) Che libro è?

signora Ci trovate qualche cosa, signore?

hale (con aria compiaciuta per la propria attività intellettuale) Qui c'è raccolto tutto il mondo invisibile: studiato, calcolato e definito. Da questi libri il Diavolo esce spogliato di tutti i suoi travestimenti. Qui dentro ci sono catalogati tutti gli spiriti che conoscete, la causa dei vostri incubi e delle vostre debolezze; ci sono le streghe che strisciano sulla terra, e vanno per aria e per mare, gli stregoni della notte e quelli del giorno. Ma non dovete aver più paura... Se un demonio si è nascosto in mezzo a noi lo scoveremo. E io lo schiaccerò, annientandolo non appena avrà mostrato la sua grinta. (Si avvia verso il letto).

rebecca La bambina soffrirà, signore?

hale Non lo so. Se è veramente in potere del Diavolo, sarà forse necessario squartare ed estirpare per liberarla.

rebecca Allora io me ne vado. Sono troppo vecchia per assistere a cose simili. (Si alza).

parris (cercando di convincerla) Ma Rebecca, oggi forse riusciremo a eliminare finalmente la causa di tutti i nostri mali.

Rebecca Lo spero. E pregherò Dio per voi, signore.

parris ( turbato e risentito) Spero non vorrete insinuare che qui ci si voglia rivolgere a Satana!

Rebecca (una breve pausa) Chi lo sa? (Esce).

Gli altri si risentono del suo tono di superiorità morale.

putnam (bruscamente) Su, signor Hale, procediamo. Sedetevi qui.

giles Signor Hale, signor Hale, c'è una domanda che ho sempre desiderato rivolgere ad un uomo istruito. Che cosa vuol dire quando si leggono dei libri?

Hale Che libri?

giles Non saprei. Perché li nasconde.

hale Chi li nasconde?

giles Martha, mia moglie. Molte volte quando mi sveglio la notte la trovo in un angolo a leggere un libro. Che cosa ne pensate?

hale Non è detto che...

giles La cosa mi turba! Ieri sera... badate... ho provato, ho provato e non sono riuscito a dire le mie preghiere. Poi mia moglie chiude il libro e va fuori di casa, e subito... badate!... io riesco a pregare!

Bisognerà pur dire una parola sul conto del vecchio Giles, se non altro perché la sua sorte è stata molto diversa da quella degli altri. Egli aveva più di ottanta anni, e nella realtà, di tutti i personaggi egli fu il più comico. Nessuno fu tenuto responsabile infatti di tante colpe. Se mancava una mucca, il primo pensiero di tutti era di andare a cercarla nelle vicinanze della casa di Giles Corey; se di notte scoppiava un incendio, il sospetto di incendio doloso cadeva sopra di lui. Giles si infischiava dell'opinione pubblica, e soltanto negli ultimi anni - dopo aver sposato Martha - prese a frequentare un po' la chiesa. Che Martha gli impedisse di pregare è anche probabile, ma Giles dimenticò di dire che egli aveva imparato soltanto di recente qualche preghiera; e non ci voleva molto a giocarlo sulle parole. Sebbene il vecchietto fosse un tipo capriccioso e scocciante, era ingenuo e coraggioso. Una volta, in tribunale, gli fu chiesto se era vero ch'egli era stato spaventato dallo strano comportamento di un maiale, e avesse poi dichiarato di essere sicuro che si trattava del Diavolo. «Che cosa vi fece spaventare?» gli chiesero. Giles dimenticò tutto meno che quella parola «spaventare», e replicò sull'istante: «Non credo di avere mai pronunciato quella parola in vita mia».

hale Impedimento alla preghiera... Strano. Ne riparleremo più tardi.

giles Ora, non voglio dire che mia moglie abbia rapporti col Diavolo, ma mi piacerebbe proprio di sapere che libri legge e perché poi li nasconde. Mia moglie non vuole dirmelo.

hale Va bene, ne riparleremo. (A tutti) Ora statemi a sentire. Se il Diavolo si è impossessato di lei, assisterete, in questa camera, a cose terrificanti, perciò vi prego di stare attenti. Signor Putnam, state pronto lì vicino per il caso in cui si mettesse a volare. Adesso Betty, cara, vuoi tirarti su? (Putnam si avvicina, pronto a tutto. Hale solleva Betty a sedere, ma lei si affloscia, inerte, tra le sue braccia). Hmmmm. (L'osserva attentamente. Gli altri guardano, quasi senza fiatare). Mi senti? Sono John Hale, il pastore di Beverly. Sono venuto per aiutarti, cara. Ti ricordi delle mie due bambine a Beverly?

Betty non si muove.

parris ( in preda allo spavento) Ma perché dovrebbe essere il Diavolo? Perché avrebbe scelto proprio la mia casa per manifestarsi... quando c'è tanta gente dissoluta nel paese?

hale Che vittoria sarebbe per il Diavolo conquistare un'anima già perduta? Il Diavolo vuole sempre conquistare il migliore. E chi può essere considerato migliore del Sacerdote?

giles Questo è profondo, signor Parris, profondo, profondo!

parris ( ora risoluto) Betty! Rispondi al signor Hale! Betty!

hale C'è qualcuno che ti perseguita, bambina? Può anche non essere una donna o un uomo. Magari è un animale che ti viene vicino restando invisibile agli altri... forse un maiale, un topo, o qualunque altro animale. Senti la presenza di qualcuno che ti ordina di volare? (La fanciulla resta inerte nelle sue mani. Silenziosamente la riappoggia sul guanciale. Ora, stendendo le mani verso Betty, intona) In nomine Domini Sabaoth sui filiique ite ad infernos. (Betty non si muove. Socchiudendo gli occhi, lui si rivolge ad Abigail) Abigail che genere di balli facevi con lei nella foresta?

Abigail Mah!... un ballo qualunque...

parris Credo di avere il dovere di dire che sull'erba del prato dove le ragazze ballavano, ho veduto una pentola.

Abigail C'era la minestra...

hale Che genere di minestra c'era in quella pentola, Abigail?

Abigail Minestra di fagioli, di lenticchie, mi sembra, e...

hale Signor Parris, non avete notato, per caso, qualche cosa di vivo nella pentola? Un topo, un ragno, o una rana?...

parris ( spaventato) Credo... di aver notato qualcosa che si muoveva nella minestra.

abigail È saltata dentro da sola, non ce l'abbiamo messa noi.

hale ( subito) Che cosa è saltato dentro?

abigail Una piccola rana...

parris Una rana? Abby!

hale ( afferrando Abigail) Abigail, tua cugina sta forse per morire. Avete evocato il Diavolo ieri sera?

abigail Io no! Tituba, Tituba...

parris ( impallidendo) Ha evocato il Diavolo?

hale Vorrei parlare con Tituba.

parris Signora Ann, volete condurla su?

La signora Putnam esce.

hale Come ha fatto a chiamarlo?

abigail Non lo so... parlava in dialetto delle Barbados.

hale Non hai sentito nulla di strano quando lo ha evocato? Un improvviso vento freddo, la terra che tremava sotto i piedi?

abigail Non ho visto nessun diavolo! (Scuotendo Betty) Betty, svegliati! Betty! Betty!

hale Non devi cercare di sfuggirmi, Abigail. Tua cugina ha forse bevuto un po' del brodo che era in quella pentola?

abigail No.

hale E tu, ne hai bevuto?

abigail No signore!

hale Ma Tituba ti ha chiesto di berne?

abigail Ha tentato, ma io non ho voluto.

hale Perché cerchi di imbrogliarmi? Ti sei venduta a Lucifero?

abigail No, no! Sono una brava ragazza! Sono una ragazza onesta! (Entra la signora Putnam con Tituba, e subito Abigail punta il dito accusatore verso Tituba)

È stata lei a farmelo fare! E anche a Betty!

tituba (meravigliata, indignata) Abby!

abigail Mi ha obbligato a bere il sangue!

parris Sangue!!

signora Il sangue delle mie bambine?

tituba No, no, sangue di gallina. Le ho fatto bere del sangue di gallina!

hale Donna! Hai messo queste ragazze al servizio del Diavolo?

tituba No, no, signore. Io non traffico con nessun diavolo!

hale E allora perché non si sveglia? Sei tu che la costringi a dormire?

tituba Io voglio bene alla mia Betty!

hale Tu hai fatto una fattura a questa bambina, vero? Stai reclutando anime per il Diavolo!? È vero?

abigail Mi ha fatto una fattura in chiesa. Mi fa ridere durante le preghiere!

parris Difatti, l'ho vista ridere spesso durante le preghiere!

Abigail Viene a prendermi tutte le notti per portarmi a bere del sangue!

tituba Me lo hai chiesto tu! È stata lei a supplicarmi di fare una fattura...

Abigail Bugiarda. (A Hale) Viene da me quando dormo. Mi fa sognare cose oscene!

tituba Ma che cosa dici, Abby?

Abigail Mi sveglio e sono in piedi davanti alla porta aperta, e senza niente addosso. La sento sempre ridere mentre dormo. La sento cantare le sue canzoni delle Barbados, e mi tenta con...

Tituba Signor reverendo, non ho mai...

hale (con risolutezza) Tituba, ti ordino di svegliare questa bambina.

Tituba Non ho nessun potere sulla bambina, reverendo. hale Sì che lo hai, e devi liberarla! Quando hai firmato il patto col Diavolo?

Tituba Mai, mai, mai.

Harris Tituba, confessa, o io ti porto fuori e ti frusto fino a farti morire.

putnam Questa donna deve essere impiccata. Dev'essere presa e impiccata!

tituba ( terrorizzata, cade in ginocchio) No, no, non impiccate Tituba! Gli dirò che non voglio più lavorare per lui, signore.

parris Il Diavolo?

hale Allora l'hai visto. (Tituba piange). Senti Tituba, io so che quando ci si è legati con l'Inferno è molto difficile liberarsene. Ma noi ti aiuteremo a tornare libera...

tituba ( spaventata da quello che sta per avvenire) Signor reverendo, io credo che ci sono altre persone che stregano queste bambine.

hale Chi?

tituba Non lo so, signore, ma il Diavolo si serve di molte streghe.

hale Davvero? (Intravvede uno spiraglio) Tituba, guardami negli occhi. Avvicinati e guardami negli occhi. (Tituba leva gli occhi, impaurita). Tu vuoi essere una onesta cristiana, non è vero, Tituba?

tituba Sì, signore, una onestissima cristiana.

hale E vuoi bene a queste bambine?

tituba Oh sì, signore, non voglio far del male alle bambine.

hale E ami Dio, Tituba?

tituba Amo Dio con tutta l'anima.

hale Allora, nel Santo Nome di Dio...

tituba Sia benedetto. Sia benedetto. (Si dondola sulle ginocchia mentre piange, in preda al terrore).

hale E alla sua Gloria...

tituba Gloria eterna. Sia benedetto. Sia benedetto!...

hale Confessati, Tituba, lascia che la luce benedetta del Signore ti illumini.

tituba Oh! Sia benedetto il Signore.

hale Quando il Diavolo viene da te, viene... con qualche altra persona? (Tituba lo guarda fisso). Forse con qualcuno del paese? Qualcuno che tu conosci?

parris Con chi viene?

putnam Con Sarah Good? Lo hai mai visto con Sarah Good? O con la Osburn?

parris Chi c'è con lui? Uomo o donna?

tituba Uomo o donna. È... è donna.

parris Chi è? Hai detto donna, chi è?

tituba È molto buio, e io...

parris Se puoi vedere lui, perché non puoi vedere anche lei?

tituba Ecco: parlano sempre, e corrono di qua e di là, e si dànno un gran da fare...

parris Ma sono di Salem? Streghe di Salem?

tituba Credo: sì, signore.

Hale la prende per la mano. Tituba è sorpresa.

hale Tituba, non devi aver paura di dirci chi sono, hai capito? Noi ti proteggeremo. Il Diavolo non può prevalere su un ministro di Dio. Questo lo sai, è vero?

tituba (gli bacia la mano) Sì, signore, oh, lo so.

hale Tu hai confessato il tuo peccato di stregoneria, e con questo dimostri il tuo desiderio di sposare la causa del Paradiso. Noi ti benediremo, Tituba.

tituba (profondamente sollevata) Oh, Dio benedica voi, signor Hale!

hale ( con crescente esaltazione) Tu sei lo strumento che Dio ci ha messo nelle mani per scoprire gli agenti del Diavolo che sono in mezzo a noi. Tu sei l'eletta, Tituba, sei stata scelta per aiutarci a purificare il nostro villaggio. Perciò, parla senza paura, Tituba. Volta le spalle al Diavolo e guarda verso Dio. Guarda verso Dio, Tituba, e Dio ti proteggerà.

Tituba (unendosi a lui) Oh Dio, proteggi Tituba!

Hale (dolcemente) Chi è venuto da te col Diavolo? Due? Tre? Quattro? Quanti?

Ansando Tituba comincia di nuovo a dondolarsi, gli occhi fissi in avanti.

Tituba Erano quattro. Erano quattro!

parris ( incalzando) Chi? Chi? I nomi! I nomi!

tituba ( prorompe all'improvviso) Oh, quante volte mi ha comandato di uccidervi, signor Parris!

parris Uccidermi!

tituba (farneticando) Diceva: «Il signor Parris deve essere ucciso! Il signor Parris non è uomo di buon cuore, il signor Parris è uomo cattivo e spietato» e mi comandava di alzarmi dal letto e tagliarvi la gola! (Tutti trattengono il respiro). Ma gli ho detto: «No! Io non odio quell'uomo. Non voglio uccidere quell'uomo». Ma lui diceva: «Tu lavori per me, Tituba, e io ti darò la libertà. Ti darò un bel vestito e ti manderò su, su in cielo e potrai tornare volando alle Barbados!» Io gli dicevo: «Non è vero, Diavolo, non è vero!» Ma poi, lui viene in una notte di tempesta e mi dice: «Guarda! Ho anche gente bianca che lavora per me». Ho guardato... e lì c'era la signora Good.

parris Sarah Good!

tituba (dondolandosi e piangendo) Sì, signore, e la signora Osburn.

signora Lo sapevo! La signora Osburn è stata la mia levatrice per ben tre volte. Ti avevo pregato, Thomas, è vero?... lo avevo pregato di non chiamare più la signora Osburn perché mi faceva paura. Le mie bambine morivan sempre nelle sue mani!

hale Dio ti benedirà per il tuo aiuto.

abigail (si alza in piedi e fissa gli occhi avanti come se fosse ispirata, e grida) Voglio confessarmi. (Tutti si voltano sorpresi. È estasiata, come se scendesse su di lei una luce perlacea) Voglio che la luce di Dio mi illumini, voglio l'amore di Gesù! Ho ballato per il Diavolo. L'ho visto. Ho firmato il suo libro. Voglio tornare a Gesù. Gli bacio la mano. Ho visto Sarah Good col Diavolo! Ho visto la signora Osburn col Diavolo! Ho visto Bridget Bishop col Diavolo!

Nel frattempo Betty ha incominciato ad alzarsi dal letto. Ha la febbre negli occhi. Si unisce alla cantilena.

betty ( con gli occhi fissi in avanti) Ho visto George Jacobs col Diavolo! Ho visto la signora Howe col Diavolo!

parris Parla! Parla! (Si slancia verso Betty per abbracciarla).

hale Sia gloria a Dio! L'incantesimo è sciolto, sono libere!

betty ( gridando istericamente e con grande sollievo) Ho visto Martha Bellows col Diavolo!

Abigail Ho visto la signora Sibber col Diavolo!

La cantilena sta culminando in un crescendo di gioia.

putnam L'ufficiale giudiziario! Vado a chiamare l'ufficiale giudiziario.

Parris sta gridando ad alta voce una preghiera di ringraziamento.

betty Ho visto Alice Barrow col Diavolo!

Il sipario comincia a calare.

hale (mentre Putnam esce) Dite all'ufficiale giudiziario di portare qui i ferri!

Abigail Ho visto la signora Hawkins col Diavolo!

Betty Ho visto la signora Bibber col Diavolo!

Abigail Ho visto la signora Booth col Diavolo!

Sulle loro grida estatiche cala il sipario.