CLXXXIX
La Vec[c]hia
“Se quel geloso la tien sì
fermata
Ch’ella non poss’andar là ov’ella vuole,
Sì gli faccia intendente che·ssi duole
D’una sua gotta, che d’averl’è usata:
Per ch’e’ convien ch’ella sia stufata,
Ché colla stufa guerir se ne suole;
Po’ bullirà ramerin e viuole
E camamilla e salvia, e fie bagnata.
E ‘l geloso dirà: “Va arditamente,
E mena teco buona compagnia”;
Ma molto ne fia nel su’ cuor dolente,
Ma vede ch’e’ desdir no·gliel poria.
Quella mena conseco alcuna gente,
La qual sapranno ben sua malatia.