II
L’Amante e Amore
Sentendomi ismagato malamente
Del molto sangue ch’io avea perduto,
E non sapea dove trovar aiuto,
Lo Dio d’Amor sì venne a me presente,
E dissemi: “Tu·ssai veramente
Che·ttu mi se’ intra·lle man caduto
Per le saette di ch’i’ t’ò feruto,
Sì ch’e’ convien che·ttu mi sie ubidente”.
Ed i’ risposi: “I’ sì son tutto presto
Di farvi pura e fina fedeltate,
Più ch’asses[s]ino a·Veglio o a Dio il Presto”.
E quelli allor mi puose, in veritate,
La sua boc[c]a a la mia, sanz’altro aresto,
E disse: “Pensa di farmi lealtate”.