Tappa finale
L’odissea delle firme: una storia kafkiana
DF Veniamo alle elezioni. Non è stato facile raccogliere le firme necessarie alla presentazione della lista. Voi siete stati gli unici a dovervi arrampicare sui vetri per farcela, e in pochissimo tempo, anche questo è strano, perché la data di febbraio è stata decisa solo a dicembre.
GC Sì, con le dimissioni di Monti, a dicembre, hanno accorciato molto, di due mesi, il termine della consegna delle firme. Abbiamo dovuto raccoglierle in tutte le circoscrizioni elettorali presenti sul territorio nazionale e nelle quattro circoscrizioni estere. Siamo riusciti a preparare i moduli con le liste elettorali per Camera e Senato e a inviarli in tutta fretta ai delegati del M5S in ogni parte d’Italia alle quattro di notte di sabato 15 dicembre e a organizzare il cosiddetto «Massacro Tour» con Beppe che ha fatto venti comizi in due fine settimana nelle regioni dove temevamo di non raccogliere le firme sufficienti.
Va ricordato che siccome non erano ancora state dimezzate le firme necessarie, come è avvenuto solo dopo Natale, il M5S ne ha raccolte circa 120.000 nei banchetti al freddo, spesso sotto la neve. Lo scioglimento delle Camere è stato improvviso, un fulmine a ciel sereno. La sfiducia a Monti non è mai stata votata dal parlamento. Si è dimesso sulla base di una dichiarazione di Alfano. Incredibile.
Il M5S ha organizzato tavoli di raccolta in tutta Italia con pubblici ufficiali, consiglieri, notai presenti per validare le firme. È stato massacrante. Se non ci fossimo preparati per tempo, dal luglio 2012, non avremmo potuto partecipare alle elezioni. Abbiamo utilizzato due studi legali, uno in particolare preparato in materia elettorale, e due studi notarili che ci hanno assistito giorno e notte, weekend compresi, anche in seguito: sia al deposito del simbolo elettorale al Viminale sia al deposito delle firme raccolte nei vari tribunali regionali.
Siamo stati sorpresi dalla velocità della crisi, ma non eliminati, che è forse quello che qualcuno sperava. Fino a qualche giorno prima, il presidente della Repubblica dichiarava che non si poteva andare alle elezioni con il Porcellum, e poi ha sciolto il parlamento mentre Monti veniva osannato: tutti volevano la sua mitica agenda o lo indicavano premier nella loro coalizione. Incomprensibile. Le elezioni si terranno per la prima volta nella storia della Repubblica a febbraio, in pieno inverno, con il rischio che nevichi paralizzando il paese. Ma non era fondamentale evitare una crisi di governo perché lo spread non aumentasse? Da quando Monti si è dimesso lo spread è migliorato.
BG C’è una rabbia tra la gente, una rabbia che io non ho mai visto, una rabbia che se succede qualcosa può diventare incontenibile. Oggi i poliziotti sul treno mi dicevano che erano con me e che dovevo fare qualcosa, me lo dicono non solo loro, anche la Digos, i carabinieri, è un segnale allarmante, vuol dire che lo Stato non lo capiscono più. Se si voltano dall’altra parte, per i nostri politici è finita. I politici non si rendono conto di cosa stanno rischiando.
GC Viviamo in un sistema burocratico nel quale la burocrazia ha preso il sopravvento sulla logica, sul buon senso. La burocrazia giustifica se stessa, si autolegittima. Il caso del deposito del simbolo del M5S è surreale. Neppure l’immaginazione di Kafka lo avrebbe concepito. Per depositare il simbolo elettorale e i documenti correlati è necessario recarsi al Viminale. Sono esentati i partiti già presenti in parlamento, ma non chi ha partecipato con il simbolo a ben cinque elezioni regionali e qualche centinaio di elezioni comunali, come il MoVimento 5 Stelle.
Dopo verifiche di legge, consultazioni con studi legali, firme dai notai, ordini, contrordini, gazzette ufficiali, interpretazioni e controinterpretazioni, giunge il giorno fatidico del deposito. Il deposito è aperto a tutti, anche a chi non ha raccolto una sola firma. I moduli con le firme vanno infatti depositati la settimana successiva nei vari tribunali delle circoscrizioni, quindi chiunque può partecipare alla farsa. Il deposito arriva quando arriva, a sua discrezione, è come la sorpresa dell’uovo di Pasqua. All’improvviso vengono poste le transenne davanti al ministero dell’Interno. Una volta lì, in piedi, come uno stoccafisso, nessun pubblico ufficiale ti lascia un riscontro della tua posizione: devi difendere il posto come in trincea.
La fila si è formata il pomeriggio di lunedì 7 gennaio, ma gli uffici potevano accettare il deposito solo dalle ore 8 di venerdì 11. Novanta ore al freddo, di giorno e di notte, con i turni e le tazze di caffè caldo, con gli amici a darti il cambio. Un mercato del pesce ha più dignità. Un suk orientale è meglio organizzato.
Venerdì 11 gennaio due nostri avvocati e un tecnico di supporto del M5S si sono presentati all’ufficio elettorale. Salutati i funzionari, i nostri vedono nel tabellone elettorale due simboli quasi identici. Chi era in fila, prima di noi, ha consegnato all’ufficio il simbolo del M5S senza l’indirizzo del sito. Un simbolo assolutamente confondibile dall’elettore.
Abbiamo fatto ricorso e lo abbiamo vinto, ma non era scontato. Nessun paese civile accetterebbe un simile spettacolo, con centinaia di questuanti di fronte al ministero dell’Interno che si spintonano tra loro, vocianti, qualcuno sotto una tenda improvvisata. I giornali lo hanno dipinto come uno spettacolo di folclore, invece di chiederne le ragioni ai responsabili. Già, ma chi è responsabile?
BG Io intanto vado in giro col mio camperino tra la gente, mi tocca farmi tutta l’Italia con lo Tsunami tour per la campagna elettorale, l’affetto della gente è travolgente.
A Lecce a gennaio c’erano 10.000 persone. La foto dall’alto è impressionante.
Sono seguito da Walter, che fa da autista, Pietro, che gestisce i social media in diretta, e da Salvatore, che manda in onda in streaming i comizi e le interviste. Negli uffici di Milano di Casaleggio abbiamo fatto partire un web channel che copre quattordici ore al giorno con due conduttori, Matteo e Flavio, e con Filippo,che svolge tutte le funzioni tecniche. È un web channel interattivo, integrato con i social media, e chiunque può chiedere di partecipare da casa, è sufficiente che disponga di una webcam. Si basa su YouTube, il primo web channel del suo genere in Italia, e nei primi giorni di avvio è stato il più visto al mondo. Casaleggio lo ha battezzato «La cosa» ispirandosi al film La cosa da un altro mondo di John Carpenter. Non preoccupatevi, è nel suo stile.
GC Vorrei aggiungere qualcosa sui consolati all’estero. Anzi, vorrei che siano i nostri stessi emigrati a descrivere le peripezie che hanno dovuto affrontare per raccogliere le firme. Un calvario. La fotografia di un paese che sembra ritornato ai secoli bui. Abbiamo ricevuto decine e decine di testimonianze. Ne riporto due. Sembra il paese di Fantozzi.
Stamattina, vado al viceconsolato di Arad: chiuso! Chiamo il numero fisso, poi viene trasferita la chiamata su un cellulare! Mi risponde una signora (sembrava si fosse appena svegliata), le dico che vorrei attivare il consolato per la raccolta firme per i simpatizzanti del MoVimento 5 Stelle. La signora mi risponde che non è possibile adesso perché è tutto chiuso fino al 15 gennaio. «Ok, grazie, buon anno!» ho risposto. Vuol dire che i residenti di Arad per firmare dovranno fare circa 130 chilometri andata e ritorno fino a Timisoara, quando sarebbe stato molto più semplice firmare sotto casa! Mi chiedo, ma questi viceconsolati a cosa servono, visto che dobbiamo raggiungere sempre i consolati più lontani? Organizzerò una trasferta a Timisoara per raccogliere alcuni voti che possono essere fondamentali!
Giuseppe Asselti
Il 13 dicembre mi sono recata presso gli uffici del consolato a Stoccarda per richiedere un certificato di residenza all’estero da allegare alla documentazione relativa alla mia candidatura alle politiche. Un impiegato mi consiglia telefonicamente di portare un non ben specificato Aufenthaltserlaubnis-Bestätigung-Bescheinigung e così lo porto. Ma non basta. Occorre anche un Meldebestätigung. Faccio presente all’impiegata di aver percorso 100 chilometri e di aver perso una giornata di lavoro, ma non serve: devo tornare. Ma non posso permettermi di perdere un’altra giornata di lavoro. L’impiegata avrebbe ottenuto conferma della mia residenza attuale, semplicemente contattando telefonicamente il Comune in cui sono registrata (sono regolarmente iscritta all’Aire). Purtroppo un’altra collega le ha fatto presente di «non essere al nostro...» [frase non completata: «servizio»? «comodo?», nda]. L’impiegata preferisce così discutere mezz’ora con il suo superiore e naturalmente al suo ritorno la risposta è no. Mi arrendo. Una giornata di lavoro persa e 200 chilometri percorsi inutilmente. Egregio signor console, insegno lingua e cultura italiana da più di vent’anni in diverse istituzioni pubbliche e private tedesche, sono socia della Società italo-tedesca di Karlsruhe, ma non riesco proprio a sentirmi rappresentata dalla Sua istituzione, né come cittadina italiana né come cittadina europea. Vorrei concludere questa mia inviando anche un caldo abbraccio italiano alla signora sulla sedia a rotelle che quel giorno aspettava impotente e umiliata in fondo alle scale non essendo in grado di raggiungere il piano superiore.
Loredana Quinterno
Non credo sia così complicato prevedere una firma elettronica per i nostri emigrati, o forse sì. Questo Stato che straparla di digitale nei convegni va sburocratizzato e modernizzato al più presto.
DF La base è incazzata, ma i segnali che arrivano dai politici sono sempre gli stessi. Sperare che la politica si autoriformi è illusorio, lo dimostra anche l’incapacità o la non volontà di cambiare la legge elettorale.
CasaPound
BG Io le battaglie le faccio, vado avanti, ce la metto tutta, per questo non accetto che si formino correnti dentro il MoVimento. O dentro o fuori. Se qualcuno pensa che io sia un disonesto, che vada via, da sei anni siamo in trincea per costruire un MoVimento veramente autonomo, se qualcuno pensa che le finalità siano altre si accomodi pure. Le venti domande che mi hanno fatto come provocazione e non per informazione se le possono tenere. In un momento così difficile, in cui tutti mirano a dividerci, dobbiamo essere uniti. Io non posso occuparmi di chi insinua e mette veleno.
DF D’accordo, ma bisogna evitare di cadere nelle trappole, come quella tesa da un iscritto al movimento di CasaPound, noto gruppo neonazista, che è venuto a raccontarti dei loro programmi – le lotte di quartiere, l’occupazione di spazi abbandonati a vantaggio dei senzatetto, la denuncia delle banche che fanno solo gli interessi del mondo dei grandi affari, come dire «Noi siamo uguali a voi» – e poi ti ha chiesto: «Gente che la pensa in questo modo ha la possibilità di entrare nel vostro movimento?». E tu gli hai risposto testuale: «E perché no, noi siamo un movimento ecumenico, cioè universale. Se un ragazzo di CasaPound volesse entrare nel M5S e avesse i requisiti, ci entra, sempre che rispetti la nostra linea e le nostre regole». E il ragazzo: «Molti di noi non sono incensurati, ma hanno denunce per manifestazioni non autorizzate, interruzione di servizio pubblico, occupazione di un ufficio...». E tu: «Per avere una carica politica uno deve essere “puro” anche da queste cose. Reati d’opinione non rientrano, di patrimonio sì. Io ho 86 procedimenti, nessuno in Italia vanta questo record».
Apriti cielo! Su tutti i telegiornali, i siti internet, la stessa breve scena viene riproposta mille volte con commenti velenosi e sfottò come piovesse. Nota bene: la registrazione originale durava più di un quarto d’ora. Tu e i ragazzi discutevate tranquillamente delle vostre opinioni, della condizione politica generale e loro, i gestori delle televisioni, giornali, radio, hanno tagliato e ritagliato come in un collage e hanno riportato solo un minuto.
Ecco, io dico che accettare di impostare dialoghi in questa forma, per puro amore della dialettica, sia un grave errore. Sulla fronte, quel ragazzo aveva palesemente scritto «nazista», che significa lager, migliaia di donne, bambini, uomini bruciati dentro i forni, e ti viene a presentare il suo movimento, truccato da populista umanitario.
BG È vero, c’è chi ha detto che io ho aperto a Casa-Pound. Chi lo ha scritto è in totale malafede, un «leccaculo» del sistema. Io non ho aperto a nessun partito e non sono fascista né simpatizzante del fascismo.
In galera!
DF Tu sei generoso, nella valanga di persone che intorno ti pongono quesiti a raffica, patapumfete, non ti tiri indietro, tu accetti la conversazione. Ti è difficile scansarla, sei un generoso catartico. Ma così rischi che ti sbattano in croce con chiodi su mani, piedi e in testa. Speriamo che tu abbia anche il potere della resurrezione! Io non dovrei venire qui a farti le pulci perché anche a me è successo. In seguito a un comportamento da disarmato patibolista come il tuo, sono finito dritto in galera.
BG Ecco, mi manca quest’esperienza.
DF Eravamo in Sardegna, a Sassari, nel 1973 con la compagnia e facevamo un pezzo che aveva un successo incredibile: fingevamo che in quel momento anche in Italia si stesse organizzando un colpo di Stato dopo la Grecia, dove c’era il regime dei colonnelli, e il Cile. In effetti allora in Italia, nei primi anni Settanta, la voce di un colpo di Stato c’era davvero, come è poi venuto fuori. C’erano già i piani preparati per catturare gli oppositori, portarli in luoghi speciali, e uno di questi era proprio la Sardegna.
Così noi cominciamo lo spettacolo e a un certo punto arriva un corpo di polizia con tanto di commissario che vuole entrare. Io dico di no, e gli spiego che dovrebbe iscriversi al nostro circolo con tutti i suoi uomini. Ma dal momento che la Costituzione impedisce che forze dell’ordine si iscrivano a organizzazioni culturali autonome, non posso che oppormi. Al che ci spintonano e poi m’arrestano, mi mettono le manette e mi trascinano in galera. Ci hanno denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Violenza, capisci? Loro erano in quaranta e noi in sei, scozzonati come stracci! Intanto a teatro la gente ci aspettava e quando ha saputo che ero in galera è venuta a protestare davanti alle carceri.
Alla fine, dopo una notte, mi hanno liberato, mentre i poliziotti sono stati condannati da un giudice come si deve, coi coglioni. L’intento della provocazione da parte dei poliziotti era quello di farmi reagire, di portarmi all’esasperazione in modo che li insultassi così da avere un pretesto un po’ meno assurdo... Ma avevo intuito la loro tecnica e ho accettato di mettere da parte l’orgoglio e trasformarmi in un catorcio da sbattere in cella.
La forza di Francesco
BG Noi abbiamo l’arma della comicità che è straordinaria, ma la coesione deve essere per forza una regola da rispettare.
Ritorno a san Francesco, è il nostro riferimento. Tu hai fatto uno spettacolo su di lui. Se san Francesco avesse avuto all’interno del suo gruppo, che so, tre prelati di Roma, come sarebbe andata? Sarebbe finito il francescanesimo se lui li avesse accettati?
DF No, non li ha accettati, ma li aveva, e proprio dentro il suo movimento. Quelli che l’hanno cacciato! Lui con la neve è arrivato al suo convento e dall’alto gli hanno gridato: «Che cosa vieni a fare qua? Vattene! Vai in giro a parlare di Cristo come se tu l’avessi conosciuto. Non sei niente! Sei un ignorante! Non conosci nemmeno il latino! Fai credere ai poveri che sei un santo! Sloggia, via di qui!». E lui ha dovuto prendere e andarsene sulla montagna in una catapecchia ed è rimasto per un mese e mezzo fuori al gelo, esiliato come un lebbroso.
Poi è tornato. Il papa costernato: «Cazzo! Questo qui è più forte di noi. Ha la gente dalla sua parte». C’è il cardinale Colonna, famoso rappresentante della nobiltà romana, che adora Francesco perché è troppo candido e sprovveduto, ed è lui che lo presenta al papa. «Di che hai bisogno?» chiede Innocenzo III. E Francesco: «Vorrei avere il permesso di andare intorno e raccontare il Vangelo parlando la mia lingua, cioè il volgare». Una pratica allora del tutto proibita. Bene, dice il papa, allora mandiamolo a predicare tra i porci e vediamo come reagisce. «Lì fuori le mura c’è proprio una porcilaia adatta, Francesco, vai a parlare con loro, vai a convertirli!» Quando Francesco torna, puzza di sterco come un maiale e dice: «È stato meraviglioso, li ho abbracciati e baciati e loro hanno fatto altrettanto con me» e abbraccia il papa, che schifato si ritrae: «Cazzo, sei pieno di merda!». «Scusa, scusa. Ho abbracciato dei maiali.» E allora interviene Colonna e mette sull’avviso il papa che voleva schiaffare Francesco in galera: «Così tu pensi di buttarlo in galera e farlo picchiare dai tuoi sbirri, magari ammazzarlo? Attento a te! Lui non è uno qualsiasi, lui è figlio ed è anche padre di tutti quelli che stanno qui fuori e lo aspettano. Guai se togli solo un pelo a uno che ha una famiglia così!». Davvero Francesco era conosciuto in tutto il mondo cristiano di allora.
BG Bellissima storia!
DF Te l’ho raccontata perché tu la prendessi a esempio. Il non reagire li fa impazzire, perché quello che vogliono è che tu vada fuori di matto. Non cadere in questa trappola. Sei troppo troppo più forte. Gli altri non sanno cosa sia la convinzione delle idee...
BG C’è da dire che noi abbiamo due facce: una è costituita da un’organizzazione manageriale, di strategia e di comunicazione, l’altra è quello che sono io, la strada, la piazza, la gente.
Qual è il sogno del MoVimento?
DF Credo che sia utile a questo punto ricordare I viaggi di Gulliver, un altro libro davvero prezioso. L’autore sostiene che l’umanità non è pronta ad accettare immagini che siano fuori dalla portata di tutti, cioè l’umanità vuole la banalità. L’ovvio, il risaputo.
Il libro racconta del ritorno in Inghilterra di un naufrago che ha vissuto in un mondo stupefacente. Il redivivo dice di aver parlato con un cavallo, che questo cavallo era straordinariamente intelligente, che aveva capito l’inutilità della violenza e del potere, l’inutilità di mentire, delle leggi che opprimono e condizionano ogni libertà. Ed ecco che gli ascoltatori cominciano ad avere paura, sono sconvolti, lo giudicano pazzo. Gli uomini di legge e di religione lo processano: «Questo demente – dicono – è uno che si porta dentro un veleno, che cerca di incantarci, di toglierci la purezza che è in noi, la fede nelle nostre leggi e nell’Altissimo», e di fatto lo condannano a essere rinchiuso in un sotterraneo senza finestre, e lo vanno spingendo verso l’antro buio. Mentre lo portano via, lui cosa fa? Per caso si infila la mano in una tasca e ne estrae un piccolo animale, è un cavallo di dimensioni minime, che parla. Tutti fuggono terrorizzati e lo lasciano libero.
Ecco, qual è il vostro sogno? Fateci vedere il vostro cavallo e fatelo parlare.
GC Il sogno è che la democrazia diretta si affermi e che il M5S, raggiunti i suoi obiettivi, non abbia più ragione di essere. Nel senso che noi vogliamo cambiare il Sistema, non vogliamo fare un nuovo partito. Se introduciamo la democrazia diretta non abbiamo più bisogno di partiti: su base egualitaria decidi qualunque cosa, sia a livello locale sia a livello nazionale. Questo come tendenza.
DF Sapete che c’è un santo che diceva proprio così: dal momento che tutti diventeranno veramente cristiani e seguiranno la parola di Cristo, non ci sarà più bisogno della religione e nemmeno del paradiso, saremo già nel paradiso.
BG Renzi ha detto che se il Pd avesse fatto tutto quello che ha detto Grillo, Grillo non potrebbe esistere.
DF Be’, è spiritoso.
GC Comunque, questo è il nostro obiettivo reale: introdurre strumenti di democrazia diretta all’interno dell’istituzione, il che vuol dire introdurre referendum propositivi senza il quorum, l’obbligatorietà della discussione delle leggi di iniziativa popolare depositate in parlamento: se non vengono discusse, automaticamente scatta il referendum e, contestualmente, l’associazione tra elettori ed eletto, in modo assolutamente trasparente e continuo, attraverso la rete. L’attuale struttura del parlamento è ovviamente in antitesi alla democrazia diretta. La democrazia diretta non ha bisogno di delegati, mentre l’attuale organizzazione, anche quella degli altri paesi, è una struttura di delega piramidale.
BG L’introduzione del referendum propositivo senza quorum va fatta subito.
GC Noi non vogliamo sostituirci alle decisioni dei cittadini. Vogliamo che i cittadini decidano. Noi possiamo avere le nostre idee sull’euro, però sarebbe più corretto che gli italiani decidessero cosa vogliono fare. A suo tempo lo decisero due governi, quello di Prodi e di Berlusconi, loro hanno deciso per gli altri. Cioè hanno cambiato la moneta senza chiedercelo e soprattutto senza mettere il problema in discussione per cercare di convincerci. Allora uno si domanda: ma dove sta la democrazia? E che cos’è la politica? Per i politici di oggi è l’«esperienza» da vendere ai talk show come un valore. La politica, invece, esaurisce la sua spinta ideale in un talk show dove il dibattito è finto e impossibile.
DF A proposito di esperienza, molti dicono che voi non ne avete e che per questo non saprete come muovervi in parlamento. Pensate alle commissioni, ai regolamenti...
GC Ma se i meccanismi della Camera, ammesso che ci voglia tanto a capirli, sono così complicati, vuol dire che bisogna cambiarli.
DF Certo, se vai a leggerti un disegno di legge o un decreto t’accorgi che sono centinaia le pagine con discorsi incomprensibili, però stranamente, a un certo punto, tra mille parole c’è una proposta di cui, guarda caso, nessuno ha parlato: mille case da gioco da dislocare sul territorio nazionale e nessuno se n’era accorto... Una bisca di cui lo Stato è il biscazziere. Ecco l’importanza di vigilare e controllare, i trabocchetti sono sempre possibili.
GC Io ho letto il testo dell’ultima Finanziaria di Monti, la cosiddetta Legge di stabilità. È un delirio sintattico, incomprensibile. Un esempio tra i tanti, l’inizio del comma 11 dell’articolo «Finanziamento di esigenze indifferibili» così spiega: «Al fine di finanziare interventi di natura assistenziale in favore delle categorie di lavoratori di cui gli articoli 24, commi 14 e 15, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, 6. comma 2-ter, del decreto legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14 e 22 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135...».
I cittadini contribuenti – sono loro a pagare la Finanziaria – hanno diritto a un documento comprensibile, di non più di dieci pagine.
BG A proposito di Finanziaria. Ci sono dei dati, secondo me, molto interessanti sul debito e anche un po’ sorprendenti. Non è vero che siamo così spendaccioni: da vent’anni a questa parte (tranne il 2009 e il 2010) le entrate sono state sempre maggiori delle spese, quindi ci siamo comportati in un modo virtuoso, tanto è vero che nel 2011 abbiamo avuto un avanzo primario di 16 miliardi. Cioè abbiamo speso meno di quello che abbiamo incassato, ma abbiamo anche speso 75 miliardi di interessi sul debito e siamo andati a debito di 60.
Quindi non è vero che gli italiani hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, è il debito che si mangia tutto. Dall’80 a oggi, abbiamo risparmiato 480 miliardi di euro ma il debito, cioè gli interessi sul debito, si sono portati via 2350 miliardi! Allora che spending review è?
Monti non è stato corretto a far approvare all’ultimo un patto di stabilità che condiziona i prossimi vent’anni. Stabilendo che bisogna trovare 45 miliardi all’anno ha già deciso il programma che il futuro governo dovrà fare. Ma è pazzesco! Tu firmi e te ne vai? Fanno tutti così, Prodi prima di andare via ha fatto una leggina che stabiliva che i rifiuti nucleari e l’energia sono di interesse nazionale, quindi le decisioni in materia del governo scavalcano qualsiasi altra disposizione regionale o comunale. E possono essere imposte anche con l’uso dell’esercito. Se tu dai fuoco a un cassonetto, mentre fai una manifestazione contro un inceneritore, rischi quattro anni di galera. Questa gente è fuori!
Le elezioni presidenziali
DF Cosa farete quando ci saranno le elezioni presidenziali?
GC Chiunque sia candidato alle presidenziali sarà un presidente di garanzia, quindi sarà ancora più di garanzia della presidenza del Consiglio e dovrà avere una legittimazione internazionale, perché sappiamo – e ne abbiamo già parlato – che i soldi del nostro debito sono francesi e tedeschi, per lo più. Il M5S deciderà sulla base delle candidature e se potrà esprimere un proprio candidato, certo non voterà per un politico di professione o per Monti.
Se il MoVimento 5 Stelle non vincesse, ma fosse determinante per la votazione al presidente della Repubblica, per i politici sarebbe un bel problema perché sanno che non scendiamo a compromessi.
DF Sembra che i nostri presidenti della Repubblica abbiano assunto sempre più peso, soprattutto Napolitano, con la scelta imposta di Monti, ha impresso una svolta alla politica italiana.
GC Qualche mese fa sono andato a verificare quali sono i poteri del presidente della Repubblica, mi hanno ricordato quelli di un monarca. Sono in parte regali e in parte indefiniti. Si discute sempre durante le ricorrenti crisi di governo se attribuire a questa figura maggiori poteri, ma si ignora che gli attuali sono già eccessivi. Napolitano ha dichiarato guerra alla Libia, nostra alleata, contravvenendo all’articolo 11 che recita: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali...». Ha nominato nottetempo un professore senatore a vita e lo ha proposto come presidente del Consiglio senza passare da libere elezioni, ha influenzato la stesura delle leggi dello Stato (prerogativa del parlamento) durante il suo mandato, ha firmato, senza rinviarle al parlamento, leggi come il Lodo Alfano, chiaramente incostituzionali, ha discriminato in discorsi pubblici, senza mai nominarla, una forza politica democratica: il MoVimento 5 Stelle.
Gli attuali poteri della presidenza della Repubblica vanno limitati. Un esempio riguarda i senatori a vita. Il presidente ne può eleggere cinque e, considerata le differenza minima in Senato tra maggioranza e opposizione, può alterare la volontà elettorale. Il presidente è eletto per sette anni, più di qualsiasi altra carica istituzionale. L’articolo 87 della Costituzione gli attribuisce il comando delle Forze armate, di presiedere il Consiglio superiore della magistratura (anche da articolo 104), di concedere grazia e commutare le pene. L’articolo 88 gli consente di sciogliere le Camere. Per l’articolo 90, il presidente non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione (ma firmare una legge incostituzionale è un attentato alla Costituzione?). Per l’articolo 92, il presidente nomina il presidente del Consiglio dei ministri. Può sciogliere (articolo 126) il Consiglio regionale e rimuovere il presidente della giunta. Può nominare un terzo della Corte costituzionale (articolo 135). Inoltre si può offendere Dio, ma non il presidente. L’articolo 278 del Codice penale recita: «Chiunque offenda l’onore o il prestigio del presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni».
L’incontro con i movimenti
DF Un’altra cosa che si dice del MoVimento è che non si può andare in parlamento e pensare di non allearsi con nessuno. Non si può giocare da soli.
BG Noi non ci alleiamo coi partiti, noi ci alleiamo con tutti i movimenti e tutte le associazioni. Abbiamo sì alleati, eccome se ne abbiamo!
DF Ma i politici disprezzano la politica dal basso, le istanze che la società civile promuove liberamente...
BG Ignorano tutti i movimenti, li usano per fini elettorali per mascherarsi dietro la società civile.
DF Io credo che per anni i politici hanno pensato che la società civile fosse una barzelletta, che fosse assolutamente da sottovalutare. Voi siete riusciti a dare un’espressione politica alla società civile.
GC Nel libro Blessed Unrest (in italiano Moltitudine inarrestabile), Paul Hawken, ambientalista e scrittore, ha descritto le associazioni e i movimenti spontanei esistenti come il più grande soggetto politico della storia del mondo. È un universo apparentemente invisibile che opera in parallelo rispetto alla politica ufficiale, è formato da decine di migliaia di gruppi e comitati spesso collegati tra loro in diversi Stati che hanno come obiettivo il miglioramento della qualità della vita, la pace, la salvaguardia dell’ambiente, la protezione dei più deboli e delle minoranze. Noi abbiamo stabilito relazioni con decine di questi movimenti. Ad esempio con Afa Centro Reul, un importante centro di riabilitazione di Genova, l’unico per bambini e ragazzi sordi; con Ageranvi, associazione milanese di genitori di bambini ciechi e ipovedenti, che organizza gite nel fine settimana in mezzo alla natura per cercare di rendere i bambini più indipendenti; con Sightsavers Italia, che si occupa di curare le malattie della vista nei paesi in via di sviluppo; con i NoTav; con i No Dal Molin; con Smile Train, per la cura dei bambini affetti da labbro leporino, con Greenpeace eccetera. Hanno di solito bisogno di aiuto.
DF Ma come li aiutate?
GC Li aiutiamo con la raccolta di fondi e con la visibilità... Fermi tutti! Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio.
DF Già, ecco davanti a noi l’Acropoli di Atene con i Propilei, come dire i portali d’ingresso, c’è il Partenone, il tempio di Atena e tutto il museo... e appena sotto il teatro di Dioniso. Qui c’è un bar all’aperto, sediamoci un attimo e godiamoci la scena. Intanto che ordiniamo tre birre giganti vi propongo di ascoltare questo discorso pronunciato da Pericle nel 461 a.C.
BG Ma lo conosciamo!
DF Sì, lo so che lo conoscete, ma immagino solo a pezzi... io ve lo propongo tutto intero, solo ascoltandolo di seguito si riesce a capire che si tratta del più grande fondamento politico e civile dell’umanità. Fate attenzione, è Pericle in persona che parla.